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Autore: Follow The Sun    08/10/2014    3 recensioni
Praticamente una storia in cui non accade nulla di speciale, ma pur sempre frutto della mia immaginazione.
[DISPERATO BISOGNO DI CORREZIONE]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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One direction and two possibilities. 
Capitolo 21.


Carol's pov.

Fortunatamente quella mattina mi ero svegliata di buon umore.
Mi sentivo felice, come se il mondo attorno a me, mi sorridesse.
Mamma e papà erano già al lavoro, e Sophia era uscita poco prima che io mi svegliassi, per andare all'università.
Avevo la casa tutta per me, almeno fino alle otto meno dieci.

Di solito, le mie giornate erano monotone e tristi, ma da quando i miei "rapporti" con Harry erano migliorati, mi sentivo al settimo cielo.

La faccia da zombie, ovviamente, c'era ancora, l'alito pestilenziale, no comment, e mi sarei potuta mettere gli occhiali da sole prima di entrare in bagno, perché come a solito ero rimasta accecata.

Mi lavai i denti, mi vestii, e scesi al piano di sotto per bere il mio succo di frutta mattutino.
Avrei fatto qualsiasi cosa pur di bere quel fantastico succo alla pesca.

Dopo aver preso le chiavi di casa, uscii, insultandomi mentalmente per essere di nuovo in ritardo.
Il tragitto casa-scuola durava circa un quarto d'ora, ed erano già le otto.

Mi misi a correre, con il mio adorato Eastpak in spalla, che ballava di qua e di là e le mie Blazer grigie ormai consumate, che avevo ormai da più di un anno.

Cominciai a sentirmi avvampare, la temperatura non era molto calda, ed io, correndo, non sapevo se mi sarei dovuta spogliare oppure coprire ancora di più. Era una situazione imbarazzante.

Il rumore di un clacson dietro di me mi fece fermare di colpo, probabilmente facendomi perdere un battito.

-Carol, vuoi un passaggio?- una voce a me familiare mi richiamò da quella piccola ma adorabile Mini rossa.
Per fortuna che c'era Joe.
-sì, grazie- corsi verso di lui e mi accomodai sul sedile del passeggero.

-allora, come va?- mi sorrise dolcemente mettendo in evidenza due piccole fossette sotto al labbro inferiore.
-solo un po' assonnata- scossi la testa sistemandomi la maglietta bianca che avevo deciso di indossare, cercando di far rimanere i bordi al loro posto.
-a scuola, giusto?- chiese, mettendo in moto.
Annuii con la testa ottenendo un sorriso di rimando da parte sua.
Il suo sorriso, quel giorno, era la cosa più bella che mi potesse capitare.

Dopo qualche minuto arrivammo davanti a scuola, e lui, invece che andarsene con il suo gruppo, mi accompagnò fino all'entrata, dove notai Sophie e Liam parlare allegramente.

-ciao ragazzi- li salutai con la mano e Joe fece lo stesso, ma con più allegria, ovviamente.
-sono curiosa di sapere dove si è cacciato Harry- Sophie si strofinò la testa con la mano, mantenendo il gomito sulla stampella.
-sarà da qualche parte a parlare con i suoi amici- risposi inclinando leggermente la testa e sistemandomi meglio lo zaino sulle spalle.
-non vedo l'ora che arrivi sabato!- esclamai, guardando in su.

Liam rimase fermo per un secondo, poi, si illuminò e mi puntò il dito contro.
-ma quindi è domani!- esclamò passando lo sguardo su di me e Sophie con aria sorpresa.
-sì, a quanto pare Sophie e Carol sono nate con dieci giorni di distanza, che cosa buffa- Joe mi circondò le spalle con un braccio e mi fece l'occhiolino.

Ma quanto poteva essere sexy quel ragazzo?

Sorrisi soddisfatta a Sophie che cominciò a ridacchiare.

-ciao- qualcuno, di cui sapevo l'identità, mi diede una pacca sulla spalla libera dal tocco protettivo di Joe.
Mi girai subito, permettendo a me e a tutti gli altri di ammirarlo in tutta la sua bellezza.
Harry Styles aveva avuto un altro contatto fisico con me.

-ciao Harry- la mia voce, per qualche strano motivo che solo gli alieni capirebbero, risultò più naturale del solito.
Il riccio guardò di sfuggita Joe, per poi spostare lo sguardo su Sophie, che a sua volta alzò le spalle.
Non ci feci molto caso, Harry aveva sempre avuto il vizio di giudicare un libro dalla copertina, ma in fondo Joe, pur sembrando un poco di buono, era un ragazzo dolce e affidabile.
Il ragazza perfetto insomma, anche se per me, Harry era il ragazzo perfetto.

-tu sei?- Harry aggrottò la fronte, puntando gli occhi su Joe.
L'altro, in risposta, sbuffò infastidito.
-uno del quinto anno- Sophie intervenne, cercando di calmare un po' le acque.

La campanella distrasse tutti i ragazzi al di fuori della scuola, e in poco tempo tutti fummo dentro.
Come al solito, si sentiva un forte odore di candeggina appena entrati e davanti ai bagni, ed era una cosa davvero nauseante.

-oggi puzzano più del solito- scherzò Liam, dando una piccola pacca a Harry.
-ragazzi!- Il braccio bianco di Niall spuntò tra la folla, perciò avvisai con uno strattone Sophie e Liam di fermarsi.
Il solito ciuffo biondo si avvicinò sempre di più a noi, aggrappandosi agli zaino di alcuni studenti che avevano deciso di fermarsi in divieto di sosta, insomma, eravamo in mezzo ad un corridoio.
-Niall, anche tu qui?- chiese Joe con tono divertito.
Sapeva qualcosa di cui non ero a conoscenza?
-beh, sì, verrò qui finché non sarà ora di tornare a Mullingar- disse, abbassando lo sguardo sempre con il sorriso in volto.
-saresti dovuto stare a casa- controbatté Sophie, dandogli una bastonata sulle gambe con una delle stampelle.
A quell'atto tutti si misero a ridere, mettendo in ridicolo Niall davanti a mezza scuola.
-che materia avete alla prima ora?- chiese poi Liam, osservando tutti quanti noi, in cerchio.
-storia- risposi seccata, odiavo fare storia.
-matematica- sbuffò Sophie, guardandosi le unghie.
-uh, fantastiche quelle unghie arcobaleno!- esclamai prendendo tra le mie le mani di Sophie.
Lei si mise a ridere aggrappandosi con i gomiti a Niall.
-io non ne ho idea- ammise Niall, ridendo come al suo solito.
-anche io ho storia- si schiarì la voce Harry voltandosi verso di me e scrutando l'espressione che avevo in volto.
-ragazzi, io devo andare, se la Mayer, la professoressa di tedesco, non mi vede arrivare sono guai- Joe si piegò verso di me e mi lasciò un bacio sulla guancia, a cui risposi con un timido sorriso.
Dopo pochi secondi lo si poteva a malapena intravedere alla fine del corridoio che portava al secondo piano, indirizzo linguistico.
La mia più grande sfortuna, era quella di aver scelto, come la maggior parte dei miei amici, un liceo classico.
Peccato che esso fosse al terzo piano.

-allora ci vediamo all'intervallo- Niall salutò me e Harry, correndo poi verso Sophie che aveva preso l'ascensore, avendo una ragione più che giusta.

-bene- Harry unì le labbra in una linea  sottile e fece alcuni passi davanti a me.
-andiamo?- chiese poi osservando l'orologio posto quasi praticamente sopra di noi.

Mi guardai intorno, Liam era completamente sparito.
Non sapevo perché, ma quel ragazzo aveva il potere di sparire e apparire a suo piacimento quando voleva e dove voleva.

*

-Smith, interrogata- 

Perfetto, davvero, assolutamente perfetto.
Mi dovetti alzare, lasciando ad Harry l'opportunità di stare da solo, dato che appena arrivammo in classe, erano rimasti solo due posti.
-hai studiato?- Matt, un mio compagno di classe, nonché un mio grande amico, mi picchiettò sul braccio con l'indice della mano destra.
-più o meno- risposi stringendomi nelle spalle.
Lui si lasciò scappare un risolino e successivamente mimò a Ed, altro mio compagno di classe, nonché compagno di banco di Matt, un "dice di non aver studiato" e tutti e due scoppiarono a ridere.
Molto divertente.

Mi posizionai davanti a tutta la classe, dando le spalle alla lavagna.
Il professore di storia, alla mia destra, si sistemò gli occhiali e prese a consultare il libro che sfogliava tra le vecchie mani piene di rughe.

-se sei preparata, parlami dei regni romano-barbarici e dell'impero bizantino- disse il tutto con il classico tono di uno che pretende tutto e subito, ma con quel tono di gentilezza che rendeva il tutto più sopportabile.

Cominciai a fare tutto un discorso sulla fine della centralità del Mediterraneo, la crisi economica e il declino delle città; insomma, fu una delle interrogazioni più noiose di tutta la mia vita.

-mi pare di non aver capito molto bene la parte in cui mi hai parlato della crisi in alcune città d'Europa, Styles, potresti rinfrescarmi la memoria?- il professore, indicò Harry, che se ne stava beatamente seduto sulla sedia con il telefono in mano.
-come?- rispose subito il riccio, mettendo il telefono sul banco.
-ripeti ciò che ha detto la compagna- insistette il professore.

Mi grattai la testa con il pollice in segno di nervosismo, non volevo che mettesse una nota o un brutto voto ad Harry.

-vuole che le ripeta la crisi economica e il declino delle città?- chiese con un tono d'ironia ma di insicurezza allo stesso tempo.
-allora almeno per un po' sei stato attento- il tono del professore parve sorpreso.
In effetti anche io ero rimasta meravigliata dal fatto che almeno per un po' Harry avesse ascoltato ciò di cui stavo parlando, nonostante fosse una delle cose più noiose che avessi mai detto.

-per questa volta la passi, ma la prossima esci all'interrogazione- lo minacciò l'uomo alla mia destra, aprendo il registro e cercando con il cappuccio della penna il mio nome.
-oggi ti metto nove, sei stata brava- alzò la testa e mi sorrise cordialmente.
Ricambiai il sorriso e mi voltai verso Harry, che era di nuovo impegnato ad usare il telefono per fare non so cosa.
Nel frattempo, i miei organi interni facevano la danza del ventre, tutti insieme, per la felicità di aver ottenuto un altro bel voto, e per il fatto che Harry sia stato attento alla mia interrogazione, anche se per poco.

-vai al posto- mi fece cenno l'uomo alla mia destra, indicandomi il mio banco, nonché l'unico banco rimasto vuoto.

Camminai lentamente verso il mio banco, che era pieno di strisce di fazzoletti.
Infatti quando ero nervosa, prendevo un fazzoletto, separavo i veli, e li facevo a striscioline. Strano ma vero.

-sei stata brava- commentò Harry, nascondendo subito il telefono in tasca.

"Sei stata brava."
Mio Dio.

-ehm, grazie?- mi misi seduta sulla mia sedia, osservando con la coda dell'occhio ogni suo piccolo movimento.
Ogni tanto mi guardava, poteva di sicuro intravedere l'agitazione che campeggiava in me quando ero vicina a lui.

*

-allora ci vediamo domani?- mi chiese Sophie, entrando nell'auto di Louis.
-certo- le sorrisi e presi a camminare affiancata da Joe, che si era offerto di riaccompagnarmi, almeno fino all'incrocio che separava casa sua dalla mia.


Sophie's pov.

-ma quanto sei dolce, Boo?- strofinai le nocche della mano sulla sua testa, notando quanto tutte le mie attenzioni lo facessero arrossire.
-troppo poco, per la mia Fifì- rispose girando a destra.
-Boo, ma ci sei?- guardai in su -casa mia era a sinistra- conclusi mettendomi una mano davanti agli occhi, esasperata.
-e chi l'ha detto che stiamo andando a casa?- ghignò sotto ai baffi, addentrandosi sempre di più nel centro di Londra.

-H&M andrà bene?- chiese, indicando la grossa insegna al di fuori del negozio d'abbigliamento.
-certo che sì!- esclamai, fremendo come un cane che non vede l'ora di correre spensierato.
Beh, io in verità avevo soltanto voglia di comprarmi un vestito per la festa di Carol.
-che hai intenzione di comprarle?- chiese, parcheggiando l'auto in uno dei pochi e scarsi posti vuoti.
-non lo so, vediamo- risposi inclinando la testa.
Non avevo proprio idea di cosa regalarle.

*

-un berretto?- chiesi. Era uno dei regali più assurdi che mi fossero mai stati consigliati.
-sì, secondo me le piacerebbe un sacco!- lo guardai in cagnesco. Louis non sapeva niente di Carol.
-o magari degli anfibi!- esclamò, prendendone un paio in mano.
-Louis...- lo richiamai, abbassandogli la mano in segno che doveva smetterla di comportarsi come un idiota.
-sono serio!- sistemò gli anfibi sullo scaffale e sbuffò.
-magari andrebbe bene un completo per la serata- gli sorrisi maliziosamente.
Lui annuì, anche se poco sicuro.
-cosa farei per te, solo Dio lo sa- mi circondò le spalle in un abbraccio e mi sfiorò la fronte con le labbra.
-ma che dolce- gli infilai le mani nei capelli e glieli scompigliai un po', ottenendo una smorfia divertita da parte sua.
Si infilò una mano nel ciuffo di capelli e se li tirò all'indietro in una mossa molto sexy.
-ma quanto siamo provocanti oggi, con tutte queste mosse calde- lo stuzzicai.
Lui rise, rise di gusto, e non potei rimanere a guardarlo, così mi unii a quel suono piacevole che usciva dalla sua bocca.
-dai, scegli qualcosa di carino, siamo in ritardo- controvoglia, smise di ridere, e mi accompagnò nel reparto donna.

*

-stiamo arrivando, tranquilla- risposi a Sophia, e chiusi subito la chiamata.
-allora è tutto pronto?- chiesi a Niall, che si stava torturando le mani da più di cinque minuti.
-beh, penso di sì, credo, non lo so- rispose, mordendosi il labbro.
-sai che sei dolcissimo quando ti mordi il labbro?- presi una delle sue mani nelle mie, e le unii.
Potevo sentire il battito del suo cuore accelerare ulteriormente e la sua temperatura corporea diventare ancora più calda di quanto fosse già.
-smettetela di fare i piccioncini e aiutatemi a scaricare i regali- Louis ci risvegliò dal nostro sogno amoroso e Niall scattò, uscendo dalla macchina e correndo dalla mia parte, per aprirmi la portiera.
-oh, ma che gentiluomo- gli sorriso amorevolmente e gli stampai un leggero e casto bacio all'angolo della bocca.
-Niall, prendi le stampelle di Sophie, per piacere- Louis, indaffarato, aveva occhi per tutto, e nonostante stesse portando in casa Smith festoni, regali e cose varie, riusciva a stare a dietro pure a me e Niall. Che dolce.

-non ne ho bisogno- affermai scendendo del tutto dalla macchina di Louis.
-invece sì- Niall ritornò da me con le stampelle in spalla e me le porse.
-grazie- 

-ragazzi!- Sophia ci corse incontro e abbracciò prima Niall, poi me, entusiasta di vederci.
-come sta andando la faccenda di Joe e Harry?- chiese, mostrando i suoi occhi vivaci e uno splendido sorriso.
-bene, oggi sembrava nervoso, il riccio- le rispose Niall, circondandomi le spalle con un braccio.
-vedremo stasera, solo mi dispiace illudere Carol...- aggiunsi, guardandomi le scarpe.
-se le cose non dovrebbero andare per il verso giusto, Joe ne andrà di mezzo, povero lui e povera lei- mormorò Sophia, fece solo notare sia a me, sia a Niall.
-ragazzi, una mano!- insistette Louis.

*


Harry's pov.


Strano. Molto strano.
Quella sera sembravano tutti molto indaffarati.
Sophie mi aveva detto che sarebbe andata alla festa di Carol, e che se avrei voluto, sarei potuto venire anche io.
Beh, in verità non è andata proprio così, lei aveva insistito tanto, e io le risposi che ci avrei pensato.
In realtà avevo le idee confuse.
Da una parte volevo andarci, ma da una parte no, avevo paura di farci una pessima figura.
Perché una pessima figura?
Beh, semplice, sapevo che ci sarebbe stato anche quel Tizio.
Non mi stava per niente in simpatia.
Aveva avuto la sfacciataggine di guardarmi storto e di toccarla a suo piacimento.
Dovrei considerarla pedofilia?
Nah. 
"Calmo Harry. Va tutto bene.
Lei ha la sua vita, tu hai la tua."
Stupida vocina.
È ovvio che provo qualcosa per lei.
"Non è vero."
Oh, andiamo.
"È più che ovvio, svegliati, lei ti sta abbindolando, e ci sei cascato."

Mi risvegliai dalla splendida conversazione con il mio "me" più cattivo e mi alzai dal letto, distrutto.

-Harry, pensi di andare da Carol per la festa?- Robert passò davanti a camera mia e mi guardò storto, aspettandosi una mia risposta.
-non...io...credo...no- farfugliai, cercando di convincermi che forse era davvero molto meglio non andare a quella festa.
-beh, in tal caso, tua madre ha lasciato un regalo per lei in cucina- detto ciò scese le scale e scomparve.

Sospirai.

Non so cosa mi spinse a farlo, ma, mi infilai le Converse e scesi le scale di fretta.

-Robert, sai dove sono le chiavi del mio motorino?- urlai, probabilmente attirando fin troppo la sua attenzione.
-lo hai prestato a Zayn, non ricordi?- rispose anche lui urlando.

Imprecai sotto voce e uscii di casa, correndo verso il garage.
Lo aprii il più veloce possibile e notai che la mia bicicletta era ancora perfettamente al suo posto, lucida e come nuova.
Non mi piaceva andare in bicicletta, l'avevo usata solo un paio di volte, in estate.

Tastai le ruote della bici, e dopo essermi accertato che fossero tutte e due abbastanza gonfie, la portai fuori dal garage e saltai in sella. 

Chiusi il garage con una mano, mentre con l'altra cercavo il cellulare nella tasca dei pantaloni.
Le undici e quarantadue.
La festa sarebbe iniziata a mezzanotte, all'inizio del giorno nuovo, del 13 Marzo. 

Mentre sfrecciavo impacciatamente per le stradine di Londra, mi sembrava quasi di ritornare a quando ero bambino, a quando Robert mi insegnò ad andare in bici senza rotelle.

«Forza Harry, puoi farcela!»

«Avanti, ti tengo io!»

«Bravo, così!»

«Cielo, Harry, campione, va tutto bene?»

Una macchina mi risvegliò dai miei ricordi d'infanzia passandomi esattamente a qualche centimetro di distanza.
-sta' attento a dove vai!- urlai, alzando la mano a pugno verso la direzione della macchina.

Mancavano pochi metri alla casa di Carol, e il mio cuore era a mille.
La mancanza di pazienza e la voglia di arrivare in tempo alla festa, stavano rovinando tutto, ero stanco, stremato, privo di forze. Sarei dovuto andare in palestra più frequentemente.

Sorpassai la casa di Liam, notando che non era in casa, il parco giochi in cui andavo a giocare con Sophie da piccolo... Insomma, passando in bici da quelle parti, un sacco di ricordi riemersero dalla mia mente corrotta.

La mia disattenzione mi portò ad inciampare sopra ad un marciapiede.
"Merda!" Imprecai mentalmente.
E come se non bastasse avevo immerso fondoschiena e mani in una pozzanghera.
La cosa buona, però, era che non c'era molta luce, infatti, non mi vide nessuno, tenendo conto che era quasi mezzanotte.

Provai a rialzarmi, tentando prima con tutte e due le mani, ma il fango appiccicoso peggiorava la situazione.

Era deciso, non potevo farmi trovare alla sua festa in quelle condizioni.

Mi rialzai a testa bassa, la sfiga aveva avuto la meglio.

Tutto gocciolante, mi incamminai verso casa mia, con la mia bici retta in piedi dalla mia mano destra, meno sporca dell'altra.

-Harry- qualcuno mi chiamò alle mie spalle, avevo paura di chi potesse essere.
-Zayn!- notai il ragazzo, nonché mio migliore amico, sulla sua moto raggiante, appoggiato con un piede sul marciapiede.
-credo tu abbia bisogno di una cambio- gli scappò un risolino poco soave e mi fece segno di avvicinarmi.
-andiamo a casa, ti darò dei vestiti puliti, e decenti- mi puntò l'indice contro e sfrecciò nella direzione opposta.

*

-davvero, penso che quei jeans ti stiano da Dio!- esclamò Zayn, squadrandomi da capo a piedi.
Aveva "optato" per dei jeans neri, leggermente stretti e una camicia bianca.
Pensavo fosse troppo formale per una festa di compleanno, ma lui controbatté dicendo che ero perfetto.

Uscimmo di casa definitivamente, salimmo sulla moto fiammante di Zayn, e in poco tempo mi ritrovai di nuovo a pochi metri da quella specie da casa-reggia.

-eccoci- mi avvisò Zayn, scendendo dalla moto.
-come se non lo avessi capito- sbuffai irritato.
-senti, intanto ti plachi- rise di gusto, e non potei fare a meno di unirmi a lui e alla sua stupida battuta.

Lo salutai amichevolmente, e dopo essermi avvicinato alla porta d'ingresso, esitante, suonai il campanello.

-Harry?- Niall aprì la porta, e fin da subito notai luci colorate e soffuse per tutta la casa.
-ma che cosa?- alzai un sopracciglio, sorpreso di vederlo.
-dài, entra!- mi trascinò per il braccio, e lo seguii fino ad arrivare al salone principale, pieno zeppo di gente e musica allettante.
-dj Malik che fine ha fatto?- chiese Sophie alle mie spalle.
-è fuori...credo- la mia voce parve sorpresa.
Mi sentivo altamente fuori luogo.
-e Carol...dov'è?- chiesi, guardandomi in giro.
Di solito si posteggiava al bancone delle cose da mangiare ad osservarmi, ma dato che ero appena arrivato, può darsi che stesse facendo qualcos'altro, o magari se la stava spassando con lui.

Decisi di non pensarci, d'altronde, anche se ero andato fin lì per lei, potevo anche concedermi un po' di appaganti distrazioni.

Louis mi picchiettò la spalla.

-hay!- lo salutai calorosamente con una pacca sull'avambraccio.
-ciao Hazza- mi salutò lui, ricambiando il gesto d'affetto.
-ti vedo bene- esclamò sorseggiando una bevanda bluastra.
-cos'è quella roba?- indicai il suo bicchiere,
-oh, colorante ecologico azzurro e acqua frizzante- rise.
-scherzo- concluse scompigliandomi i capelli.
-certo- gli sorrisi timidamente e mi avvicinai a Liam, che sembrava impegnato a regolare le luci colorate.

-Lee- lo salutai, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Lui si alzò in piedi di colpo, guardandomi sorpreso.
-ma allora sei venuto!- mi sorrise calorosamente.
-certo, sì- gli sorrisi cercando di rimanere il più tollerante possibile.

Ma che avevano tutti?

-guarda!- Liam indicò una ragazza scendere le scale.

Posai subito lo sguardo sulla ragazza che stava scendendo le scale.
I jeans attillati le fasciavano le gambe perfettamente.
Indossava una canottiera bianca e larga che lasciava leggermente intravedere il reggiseno nero al di sotto di essa.
Sopra alla canottiera era incisa una scritta la quale non ero riuscito a capire.
Ero sicuro che quella fosse la ragazza perfetta.
Anche se non ero sicuro di aver capito chi fosse.
Carol non aveva i capelli lisci, e soprattutto non l'avevo mai vista in quel modo.
"Ci vorranno sì e no tre giorni per lisciarli tutti."

Scossi la testa e sbattei le palpebre più volte, cercando di capire chi fosse.

-bella, vero?- Sophie indicò quella ragazza, ammiccando con un sorriso sornione.

Ricambiai con un sorriso veloce e mi avvicinai alla ragazza misteriosa.

Si era appena fermata a parlare con dei ragazzi.
Non sapevo perché, ma volevo a tutti i costi attirare la sua attenzione.

Dopo alcuni interminabili ma veloci secondi, lei si girò, lasciando intravedere il suo meraviglioso sorriso.
Quel sorriso.
E lì la riconobbi, era lei, era davvero Carol.

Con lo sguardo perso ma allo stesso tempo attento, mi avvicinai a lei, cautamente e facendo attenzione a non urtare nessuno.

-Carol!- la chiamai, alzando un braccio in aria.
Lei non mi notò, sembrava troppo occupata e impacciata nel parlare con un ragazzo.
Un ragazzo moro.
Quel ciuffo.
Quegli occhi.
Lui.

Uscirono di casa, dalla porta principale, sotto agli occhi di tutti, ma ogni persona in quella stanza sembrava non accorgersene, a loro bastava divertirsi, approfittarsene del momento.
Dov'era finita la loro dignità?

Provai a seguirli, al di fuori di quella enorme abitazione.

E li vidi, lei appoggiata al muro della casa, e lui di fianco a lei, appoggiato su un fianco.
Sembravano amici da molto tempo.
Avrei anche potuto dire che sembravano molto più che degli amici, ma in quel modo sarei diventato nero dalla rabbia.

Facendo attenzione a non farmi sentire, li raggiunsi, nascondendomi dietro ad un albero.
La strategia che stavo usando era proprio quella di Carol, speravo solo che i due non si fossero accorti di me.

-grazie mille per gli auguri, siete delle persone fantastiche- Carol prese parola, capivo dal suo tono di voce che  era agitata, sotto pressione.

Doveva toglierle le mani di dosso.

-figurati, è un piacere- allungai la testa al di fuori del mio nascondiglio, riuscendo ad intravedere i loro volti, molto più vicini di quanto mi ricordassi.

No, non doveva succedere.

Ma successe tutto troppo in fretta.
Rimasi a bocca aperta.

Lui la stava toccando, aveva le mani sui suoi fianchi, e lei teneva le sue sui suoi bicipiti abbastanza evidenti, che poi scesero fino al torace.
La mano di lui le sfiorò una guancia.

Decisi di non guardare oltre.
Mi accovacciai ai piedi dell'albero, sfinito, con gli occhi lucidi.

Non stava succedendo davvero.
Non poteva essere vero.

Quanto avrei voluto interromperli prima che tutto accadesse.
Ormai non c'era più niente da fare.

-tu aspetto dentro- sentii la voce di quell'essere farsi sempre più lontana, e da lì capii che stava entrando in casa.

-via libera- sussurrai.

-c...c'è qualcuno?- esclamò lei.

"Merda"

Mi alzai di scatto, girando la testa a destra e sinistra, in cerca di una via di fuga, ma non potevo scappare.
-Harry?- chiese, facendo spuntare la sua testa da dietro all'albero.
Mi ricomposi e asciugai una lacrima che mi aveva precedentemente rigato il viso.
-Carol- pronunciai il suo nome a fatica, sapendo ciò che aveva appena fatto alle mie spalle, nel vero senso della parola.
-oh, sei venuto- abbassò lo sguardo, e in quel momento avrei voluto avvicinarmi e raccogliere il suo sguardo con le mie mani, per dirle che sarebbe andato tutto bene lo stesso.
-già- mi grattai nervosamente la nuca, essendo in imbarazzo.
-bene- aggiunse lei, alzando leggermente lo sguardo.
Lo abbassò di nuovo, quando notò che la stavo osservando.
"No, ti prego."

-stai bene...con i capelli lisci, intendo- confessai spostando lo sguardo altrove.
-oh, grazie- rispose con un filo di voce.

Le presi una mano e la avvicinai al suo petto, proprio sopra al suo cuore.
-sai, non m'interessa se hai deciso di rinunciarci, non m'interessa neanche un po', non m'interessa se ormai sei innamorata di qualcun altro- spostai le sue mani nella mie, e le intrecciai.
-resta il fatto che ormai provo qualcosa per te...- precisai, incatenando i miei occhi nei suoi.

"Dio, fermate il tempo in questo momento."

-e non so precisamente cosa sia, forse è solo attrazione fisica, o forse no, ma provo qualcosa per te, ecco tutto- conclusi.
Gli occhi cominciarono ancora a pizzicare, e iniziai a vedere sfocato.
Era la prima volta che succedeva una cosa simile.

Non ci pensai due volte, e notando che aveva completamente il viso alzato verso il mio, mi avvicinai lentamente.
-è davvero la cosa giusta?- domandai, fermandomi a qualche millimetro da lei, con la testa inclinata, e le mie labbra vogliose.
-suppongo di sì- rispose, infilandomi una mano tra i miei capelli ricci.

Le nostre labbra erano ormai una cosa sola.
Amavo quel contatto, mi faceva provare il classico ronzio nello stomaco.

Portai le mie mani sulle sue guance, rosse e bollenti, probabilmente per la complessità del momento.

-Harry- si staccò da me e abbassò di nuovo la testa.
-cosa?- chiesi, con il fiato corto.
-stai...benissimo- rispose, togliendo le mani da me.
-no...tu sei perfetta- la corressi, alzandole il mento.
-anche se mi piacciono gli unicorni, i panda, e i pinguini?- chiese ridacchiando.
-certo- risposi stampandole un altro bacio a stampo, più veloce del primo.
-non mi sembra vero- ammise, alzando gli occhi al cielo e mordendosi il labbro inferiore.
-lo è- la attirai a me e le accarezzai i capelli.
-sei sudato- 
-lo so- mi spostai alcuni capelli che si erano appiccicati sulla fronte per colpa delle goccioline di sudore -la causa sei tu- spostai la mia mano sulla sua schiena, e la sentii irrigidirsi.
-grazie Harry, è il regalo migliore che tu potessi farmi- si accovacciò al mio petto, e da lì potevo sentire il suo dolce respirò venire a contatto con la mia pelle.
-ora nessuno potrà più rubarti da me- ridacchiai baciandole la nuca.

"She’s been my queen since we were sixteen.
We want the same things, we dream the same dreams, 
alright, alright?

I got it all cause she is the one.
Her mom calls me love, her dad calls me son,
alright, alright?

I know, I know, I know for sure.

Everybody wants to steal my girl.
Everybody wants to take her heart away.
Couple million in the whole wide world.
Find another one cos she belongs to me.

Everybody wants to steal my girl.
Everybody wants to take her heart away.
Couple million in the whole wide world.
Find another one cos she belongs to me.

Na na na na na oh yeah.
Na na na na na alright.

She Belongs to me.

Kisses like queen, her walk is so lean
and every jaw drops when she’s in those jeans,
alright, alright?

I don’t exist if I don’t have her.
The sun doesn’t shine, the world doesn’t turn,
alright, alright?

But I know, I know, I know for sure.

Everybody wants to steal my girl.
Everybody wants to take her heart away.
Couple million in the whole wide world.
Find another one cos she belongs to me.

Everybody wants to steal my girl.
Everybody wants to take her heart away.
Couple million in the whole wide world.
Find another one cos she belongs to me.

Na na na na na oh yeah.
Na na na na na alright.

She knows, she knows that I never let her down before.
She knows, she knows that I’ll never gonna let another take her love from me.

Now.

Everybody wants to steal my girl.
Everybody wants to take her heart away.
Couple million in the whole wide world.
Find another one cos she belongs to me.

Everybody wants to steal my girl.
Everybody wants to take her heart away.
Couple million in the whole wide world.
Find another one cos she belongs to me.

Na na na na na oh yeah.
Na na na na na alright.

She belongs to me.

Na na na na na oh yeah.
Na na na na na alright.

She belongs to me."



Auguri Carol.





Ciao.
No, non sono morta.
Scusatemi davvero per l'enorme ritardo, scusatemi.
Ci ho messo più del doppio del tempo, ma in compenso il capitolo è tipo il triplo più lungo degli altri. 
Vi sarete rotte le cosiddette "ovaie" a leggerlo tutto, ma spero che ne sia valsa la pena ;)
Ci ho messo anima e corpo nel scriverlo, quindi, mi aspetto tanto. (Eh sì, questa volta sì.)

Harry finalmente si è fatto avanti, ma quanto può essere dolce? *--*

Poi abbiamo Lou, con il suo immancabile senso dell'umorismo :')

E finalmente la mia amica Carola avrà il suo momento di gioia, starà già saltellando, da quello che so.

Ah, comunque, avete già ascoltato "Steal My Girl"? 
A me piace molto, è tanto carina :)
Yeah.

E boh, non lo so, ieri non sono stata bene a scuola, potete capire che bello starsene seduta in segreteria per due ore e mezzo.

E nulle, bimbe belle, io mi dissolvo.
Spero di aver detto tutto.

Mi raccomando, fatevi sentire ;)

A presto,
-ValeLoka00
  
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