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Autore: genesisandapocalypse    08/10/2014    2 recensioni
Incomprensibile è la fuga di Deborah.
Incomprensibile è la scelta di Beatriz.
Incomprensibile è la bellezza di Jamaica.
Incomprensibile è il fastidio di Kriziana.
Incomprensibile è il pianto non avvenuto di Calum
Incomprensibile è l’autostima a terra di Michael.
Incomprensibile è la preferenza di Luke.
Incomprensibile è la gioia esagerata di Ashton.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Incomprensibile.
 
DIABETE, BATTERISTA E SQUILLI.
 
Alla mia chitarra, che è troppo bella,
Alle sigarette, che mi rilassano ma mi uccidono,
Agli zaini, che mi si rompono un po’ troppo spesso.
 
L’ha baciata.
Ma l’ha baciata per bene, facendole tremare le gambe e ribaltandole lo stomaco.
L’ha fatto a fine serata, forse per tenerla sulle spine, ma l’ha fatto. Erano davanti alla sua porta, l’uno di fronte all’altra, a guardarsi negli occhi e a sorridersi come due ebeti, ‘ché la serata gli era piaciuta da morire e avevano tanta voglia di urlarlo a tutti, ma preferivano non fare brutte figure a mezza notte passata.
E poi si era sbilanciato verso lei e le aveva preso il viso tra le mani grandi, dandole uno di quei baci che non si scordano facilmente, di quelli che li si ha inchiodati nella testa e,nemmeno a volerlo, si riesce a scacciarli via.
Beatriz si era aggrappata alle sue spalle e ha cercato di non perdere l’equilibrio, mentre le gambe sembravano cederle, per la dolcezza e la lentezza con cui le labbra di Michael si muovevano sulle sue.
Si erano staccati dopo un po’, continuando a guardarsi negli occhi, poi Michael aveva sorriso, uno di quei sorrisi che non gli vedeva da un po’, e le aveva risfiorato le labbra con le sue.
«Ci vediamo lunedì, Bea,» aveva sussurrato, poi si era allontanato e l’aveva lasciata sul pianerottolo della sua casa a cercare di realizzare l’avvenimento appena accaduto.
Era entrata in casa, nel buio, e si era coricata sul letto ancora frastornata, poi il sorriso che le era venuto non si era levato neppure nel sonno, in cui era crollata poco dopo, ancora vestita.
Ed è dalla mattina di sabato che si stanno mandando messaggini, alcuni talmente zuccherosi che Beatriz si vergogna di farli leggere ad Ashton, con cui ha sempre condiviso tutto.
«Oh mio Dio, siete diabetici!» urla il riccio in questione, con la faccia schifata e il telefono di Beatriz nelle mani, poi si gira a guardarla, con le sopracciglia piegate, gli occhi socchiusi e la bocca aperta, con la lingua che spunta, giusto per farle notare il suo disgusto per quei cuoricini, per quei nomignoli, per quelle frasi tanto sdolcinate da far venire la nausea.
«Oh, ma smettila, anche te lo saresti!» borbotta Beatriz, prendendogli il cellulare dalle mani e sbuffando, divertita. Ashton scuote la testa e la guarda come se fosse una fuori di testa.
«Ma dico, scherzi?» chiede, ad alta voce, facendo risuonare la sua voce diventata momentaneamente acuta e squillante. Bea ride per la sua smorfia e gli dà una pacca sul petto, scuotendo con l’altra mano l’indice.
«No, no, tu saresti anche peggio, secondo me!» ribatte, con un ghigno sulle labbra e la consapevolezza che Ashton, senza saperlo, è un romanticone raro.
«No, no e poi no - grida Ashton, sconcertato, che quei messaggini gli hanno dato alla nausea - che schifo!» aggiunge, mentre un brivido gli trapassa il corpo ed è costretto a stringersi nelle spalle.
Beatriz ride, che tanto ne è sicura di quel che pensa, poi si siede sul letto e risponde all’ennesimo messaggio di Michael, con un sorriso sulle labbra e gli occhioni luccicanti, infine deposita il cellulare e si gira a guardare il suo migliore amico, che con il cellulare sta controllando il suo profilo Facebook.
«Beh, hai parlato con Kriziana?» chiede lei, facendogli alzare il viso di scatto e sorridere istintivamente.
Annuisce, Ashton, con tale decisione da farsi male al collo.
«Ha detto che verrà a trovarmi al negozio!» dice, ridacchiando, come ogni volta che è particolarmente gioioso. Più del solito, si intende. Bea sorride e annuisce, felice per lui. Kriziana è bella, ma particolare, però Ashton ha quel tipo di carattere che conquista tutti, persino i più strambi.
«Oggi?» chiede Bea, curiosa, guardando l’orologio appeso sopra la porta che segna le 15:30.
Ashton attacca alle 16:15.
Ash alza le spalle e sospira: «non ne ho la più pallida idea - borbotta, stringendo le labbra in una linea fina - magari!» aggiunge, che gli farebbe piacere rivederla il prima possibile.
«Tu spera,» borbotta Bea, con un sorriso sul viso.
 
Hanno fatto le loro prime prove, la mattina, anche se Michael, alla fine di ogni canzone, sprecava cinque e passa minuti per mandare messaggi a Beatriz, e Calum ammette che si è sentito vivo, si è sentito bene, mentre toccava le corde del suo basso dopo tanto, mentre cantava le canzoni scritte da lui.
Hanno fatto qualche base e migliorato le parole di qualche bozza di Calum. Luke si è stupito, che non si aspettava mica che il moro scrivesse tanto bene.
Si sono chinati su un foglio, ad un certo punto, e ne hanno scritte di tutti i colori, tra risate e sospiri.
«Direi che per oggi può bastare,» esclama Michael, riponendo il cellulare e la penna sul tavolo, poi si stravacca sulla sedia e guarda i due ragazzi copiarlo.
Luke sorride, entusiasta, che in un solo giorno hanno scritto quattro canzoni e creato cinque basi, una ancora da migliorare.
Sono uscite fuori Gotta Get Out, Out Of My Limit, Unpredictable e Hearthbreak Girl.
La quinta base non hanno la più pallida idea su cosa usarla, però Calum è pensieroso, che sì, le chitarre e il basso sono fighe, ma manca qualcosa.
«No, non ci siamo - borbotta, passandosi una mano sotto il mento sbarbato - manca qualcosa,» aggiunge, rivolgendo uno sguardo confuso.
Luke annuisce: «qualcosa di casinista,» brontola, guardando fisso davanti a sé. Michael si porta la mano tra i capelli e alza gli occhi.
«Qualcosa di rumoroso - dice - e insopportabile!» aggiunge, guardando fisso i suoi due amici.
«La batteria!» gridano, esaltati, tutti e tre all’unisuono, prima che Kriziana spalanchi la porta del garage e li guardi con il sopracciglio alzato, per poi rivolgersi unicamente a Michael.
«Andiamo a trovare Ashton?» gli chiede, circondandogli le spalle con le braccia e dandogli un bacio sulla tempia. Michael annuisce e si alza, poi si gira verso loro, guardandoli con intensità.
«Volete conoscere l’ideatore della band?» chiede, mentre Kriziana sbuffa perché, in realtà, voleva andarci solo con Mike.
Calum aggrotta la fronte e si alza, per poi prendere la sua roba: «scusa, non eri tu l’ideatore?» chiede, confuso, perché così gli aveva detto quel beota dai capelli scoloriti.
Michael si guarda attorno e sorride sotto i baffi: «non proprio!» poi indossa la felpa e segue l’amica al di fuori del suo garage, con i due alle spalle.
Ci vuole poco per arrivare al centro commerciale dove si trova il negozio di musica. Ashton si sta muovendo decisamente in modo imbarazzante sulle note di Bang Bang di Jessie J, Ariana Grande e Nicki Minaj, prima che Kriziana lo richiami.
«Non avevi detto che non avresti ballato in modo imbarazzante come la scorsa volta?» chiede, mettendosi le mani sui fianchi e aspettando che il riccio si giri.
Ashton, ridacchiando e riconoscendo subito la voce di lei, si gira e la guarda, prima di spostarsi i ricci da davanti agli occhi.
«Non mantengo mai le promesse,» dice, poi si avvicina e la saluta con i soliti baci sulla guancia, prima di girarsi verso Michael e rivolgergli un “Ehi!” piuttosto amichevole.
«Calum,» si presenta il moro, allungando la mano verso quell’individuo tanto buffo e tanto gioioso, che gli fa venire voglia di sorridere. Il riccio l’afferra e la stringe, ferreo, guardandolo con attenzione, come se lo stesse studiando, non levandosi quel sorriso allegro sul viso.
«Io sono Luke,» tocca al biondo, che si avvicina e lo guarda un po’, divertito, perché gli sta già simpatico quel tipo, con gli occhioni verdi, i capelli confusionari e il sorriso contagioso.
«Allora, Michael, l’hai creata questa band?» si gira verso il ragazzo e lo guarda, per poi buttare un’occhiata a Kriziana che sembra studiare lui e, al suo fianco, il ragazzo di nome Luke.
Michael sorride e guarda i due amici: «ce l’hai di fronte!» dice, prendendo dalle braccia i due ragazzi e portandoglieli davanti.
«Ci manca il batterista, però - borbotta Calum, che ormai il pensiero di trovarlo gli gira nella testa da un’ora - senza lui, io non ci definirei proprio una band!» aggiunge, alzando le spalle e guardando Ashton di fronte a sé, che fa una smorfia pensierosa.
«Oh beh - brontola, portandosi una mano sotto il mento e aggrottando la fronte - io conosco qualcuno, se volete,» aggiunge, sorridendo ai ragazzi che si aprono in un sorriso.
Michael annuisce, entusiasta: «allora, organizzi tu?» chiede e Ashton annuisce.
Afferra il biglietto su cui Kriziana scrive l’indirizzo di Michael e il riccio promette che, il giorno dopo, si sarebbero ritrovati il batterista nel garage, probabilmente alle 16:00, che la domenica nessuno ha da fare.
Poi ha finto di sistemare in giro, tenendo gli occhi su Kriziana e sorridendole forse troppo spesso, dando poco conto al trio che li lascia soli per girarsi il negozio e osservare gli strumenti.
«Beh, carina, sinceramente pensavo non venissi, oggi,» commenta Ashton, posando un cd di Ludacris tra la sezione Rap e passando gli occhi per ogni angolo del viso di Kriziana, che sorride divertita.
«E perché mai?» chiede, mentre Ashton si avvicina lentamente a lei e fa notare la differenza di altezza tra loro.
Kriziana storce la bocca, perché non le piace mai ritrovarsi a fronteggiarsi con quelli alti più di lei, pur essendone circondata.
«Non so, forse perché non abbiamo parlato granché l’altro giorno e nemmeno su Facebook - borbotta, passandosi una mano tra i capelli scombinati e portando gli occhi a guardare un punto indefinito del soffitto - insomma, non ne avresti avuto motivo,» aggiunge, riportando gli occhi su di lei e trovandola più bella di qualche secondo prima.
Kriziana si stringe nelle spalle: «beh, mi stai simpatico - dice, incrociando le mani e sorridendo - sei buffo,» aggiunge ridacchiando, facendo ridacchiare a sua volta il riccio.
«Beh, grazie?» non è sicuro che l’ultima frase sia un complimento, ma gli viene da ridere. Kriziana ride di conseguenza, poi è richiamata da Calum che le dice che è ora di andare.
Michael si accerta che Ashton ricordi del batterista, poi lascia che la ragazza lo saluti ed escono tutti fuori, ognuno con i suoi pensieri.
Ashton si rigira tra le mani il biglietto dove c’è l’indirizzo di Michael e allarga il sorriso, prima che Vanessa lo richiami a sistemare il resto dei cd.
 
Luke si rigira tra le mani la collanina di Deborah, quella che le ha fregato dalla camera circa sei mesi prima, perché l’adorava. Stringe le labbra tra di loro e la guarda, sospirando, forse un po’ deluso.
Insomma, le bozze di Calum, che poi hanno trasformato in canzoni, erano belle, davverobelle, ma dentro c’erano così tanti sentimenti e ricordi che, a pensarci bene, Luke non sa come ha fatto a resistere, senza far tremare la voce ogni qual volta cantasse e si chiede come ci sia riuscito anche Calum.
Si mette seduto sul letto e torna ai flashback di quando, pochi mesi prima, si divertiva a passare i pomeriggi a casa di Deborah, con un film da ragazzine, o quando la portava al bowling e ci passavano i pomeriggi interi, perché era una passione di entrambi.
Un’idea gli passa per la testa e acchiappa il cellulare, seppure sa che, tanto, sarebbe inutile. Il numero che compone lo sa a memoria, perché l’ha composto tante di quelle volte che superano le migliaia.
Il telefono squilla e lui aspetta, ansioso, con i denti che sembrano staccare quasi la carne del labbro e gli occhi lucidi.
Gli squilli si bloccano e dall’altra parte sembra fuoriuscire un mormorio.
«Deborah?» Luke è quasi incredulo che, dopo 186 chiamate, finalmente gli risponde, «Deborah? Ti prego, rispondi,» la voce è strozzata e lui è costretto a poggiare la schiena alla sbarra del letto per non crollare. Ha le mani tremanti e la voce che è un misto tra l’incredulo e il disperato.
«Deborah io… - sospira forte e sente, dall’altra parte, un respiro flebile e quasi rotto da quello che immagina sia pianto - io, davvero, non so se ti hanno fatto qualcosa, se è successo qualcosa con Calum, con Kriziana, con Michael ma… - si passa una mano tra i capelli e stringe i denti - ma che cazzo centro io? - sente l’irritazione, la frustrazione e la rabbia crescere e ha voglia di distruggere tutto - cioè, cazzo, io ti avrei appoggiato sempre, qualunque cosa.. che cazzo centro io, con questa fuga di merda? - urla, imbestialito, incurante se Deborah è ancora al telefono o no - perché sei scappata anche da me? Mi hai mollato solo, ‘Ebo, mi hai abbandonato, cazzo!» tira un pugno sul cuscino, al suo fianco, e avrebbe tanta voglia di alzare la voce ancora di più, ma poi chi lo sente Michael che vuole la sua voce perfetta per il provino del batterista?!
Sente un sospiro strozzato e prepotente: «perché l’hai fatto? Perché te ne sei andata? - chiede, questa volta con più calma, strizzando gli occhi e tremando - ci hai fatto male, ‘Ebo, ci stai facendo male! - si stringe nelle spalle - io… io non ti capisco..» Deborah sembra essere morta, dietro il telefono.
«Mi manchi, ‘Ebo, da impazzire - sussurra, dopo minuti di silenzio, in cui nessuno dei due ha il coraggio di attaccare, passandosi una mano sul viso sciupato e stanco - manchi a Kriziana, manchi a Michael e, soprattutto, manchi a Calum,» dice, aprendo gli occhi e osservando il soffitto.
«Ti prego, ‘Ebo, dì qualcosa.. - prega, poi, perché si sente stupido a parlare da solo, perché ha voglia di risentire la voce di lei, perché le manca troppo - ti scongiuro, qualsiasi cosa,» aggiunge, con voce strozzata.
Ciò che sente dopo sono solo gli squilli del telefono, ormai vuoto.
Ha riattaccato.
Scuote la testa deluso e butta con rabbia il telefono sul letto, poi si passa le mani tra i capelli, lasciandole lì in mezzo, e si ripiega su sé stesso, prima di urlare di tutta la frustrazione che prova. Basta, lui non ci vuole più avere a che fare, con lei. Lui non vuole più provare a chiamarla, provare ad averci contatti.
Lui vuole odiarla.

 
***
Ehilà,
come va?
Ecco a voi il capitolo, vi è piaciuto? Spero di sì.
Beatriz e Michael si sono baciati. Io li amo, e non so nemmeno perché.
Sono uscite fuori le prime canzoni e si cerca il batterista... ma chi mai potrà essere?
L'ultima scena l'adoro, 'ché Luke e Deborah, per me, sarebbero l'amicizia per antonomasia.
Luke sbrocca e come dargli torto?
Insomma, fatemi sapere cosa ne pensate, eh!
Bye bye,

Judith.
  
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