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Autore: CatWarrior    08/10/2014    9 recensioni
Sono passati cinque anni.
Non è stato facile dimenticare.
Non è stato facile dimenticarlo.
Ma il tempo passa, e guarisce le ferite, no?
Ed è proprio quando riesci a passare oltre, che qualcosa stravolge all'improvviso tutto ciò che hai attorno...
Sequel di Just a perfect dream, anch'esso dedicato a tutti gli scrittori ed a tutte le scrittrici di fan fiction sulle tmnt, ai miei amici, a mio fratello, ad i miei tre gattini, alla mia ex prof di italiano Michela ed a Ale, un amico che non rivedo da tanto tempo.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Romantic Illusion'
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Sento bussare con forza alla porta.

 

Apro gli occhi: perfetto!

 

La casa è un disastro, è mezzogiorno, sono conciata uno schifo, piena di peli di gatto e di patatine.

 

 

Chi potrebbe essere?

Oh, beh, probabilmente il caro e vecchio Armando...

 

Dopotutto, sono ancora indietro con le rate dell'affitto.

 

«Lele, apri! Lo so che ci sei!»

 

No, non è Armando.

 

Mi trascino a fatica fino all'ingresso, per poi aprire con calma.

 

Ecco a voi Filippo, mio fratello.

 

Un ragazzino di quindici anni, con skate e cappellino, gli occhi dolci color marrone scuro, un sorrisino furbetto.

 

«Che vuoi, Fili...?»

«Sei orribile! Che ti è successo?!»

«Che palle, entra e falla finita...»

 

Mi ributto sul divano, mentre lui chiude a chiave, per poi sedersi al tavolo.

 

«Vorrei parlarti.»

«Fino a qui c'ero arrivata.»

 

Lo sento sospirare.

 

«Fili, che hai combinato?»

«Niente! È che... Potresti assumermi al tuo negozio?»

 

Scoppio a ridere, indicando la pila di cartacce sul comò.

 

«Le vedi quelle? Tasse. E quelle sono solo quelle del mese scorso. Come pensi che possa dare dei soldi anche ad un moccioso, se non ne ho abbastanza per me?»

 

Mi metto seduta, guardandolo con fare indagatore.

 

«... Ma come mai vuoi lavorare? Sei solo un bambino, sarei accusata di sfruttamento minorile!»

 

Sbuffa ed accartoccia il cappello tra le mani.

 

«Ti prego, non dirmi che ti servono soldi per comprarti robaccia!»

«Come puoi pensare una cosa simile?!»

 

Faccio spallucce e mi alzo, pronta a dare da mangiare al gatto.

 

«È che volevo fare il patentino per guidare una moto come la tua... Ma ovviamente la cosa non è gratis.»

«Una moto come la mia?! Mi prendi in giro?! Per guidarla devi avere almeno diciotto anni e la patente, caro mio!»

 

Sbuffa di nuovo, mentre io apro il frigo vuoto e prendo un goccio di latte.

 

«Certo che sei strana... Muori di fame, ma quel bolide non lo venderesti per niente al mondo...»

 

Lo guardo male.

Si alza, prende il suo skate e ridacchia.

 

«Non finisce qui. Prima o poi verrò assunto al tuo maledetto negozio, che per la cronaca, doveva essere aperto alle nove. Ci sentiamo!»

 

Esce sbattendo la porta, mentre a me parte la tachicardia.

 

Sono in ritardo!

 

 

Mi vesto e corro di sotto, schivando le auto parcheggiate per cercare la mia moto.

 

Eccola, accanto alla 500 verdina della signora Luciana.

 

Accendo il motore e volo, uscendo dal cancello e sbucando in strada.

Accelero, pregando che il vigile non ci sia nemmeno oggi, fino ad arrivare alla piazza.

Dalla piazza si gira a sinistra, entrando così nel cuore in stile medievale del paese.

 

Ed ecco il mio Green Boutique.

 

Metto giù il bolide alla meglio, cominciando già a scusarmi con la breve fila di gente furiosa davanti all'entrata.

 

 

 

 

E questo era l'ultimo.

… Ma bene, sono le cinque del pomeriggio!

 

E non ho nemmeno pranzato!

 

Abbasso la saracinesca e mi avvicino al bolide.

Salto su ed infilo il casco, osservando il cielo: è rosso, nel pieno del tramonto.

Mi sfugge un sospiro. Rosso e moto.

 

 

Dopo dieci minuti arrivo al garage, parcheggio la mia adorata e le passo addosso uno straccio per lucidarla un po'.

 

Esco, e mentre il cancello automatico si richiude alle mie spalle, guardo il ricavato di oggi.

 

Non male, cinquantacinque euro e venti centesimi!

Credo che domani andrò a fare la spesa.

Anzi no, andrò a pagare la bolletta del gas.

Oppure...

 

Un urlo squarcia l'aria.

 

«Attenta, signorina Giulia!»

 

Faccio appena in tempo ad alzare lo sguardo, che un vaso di fiori mi piomba in testa.

 

 

 

 

 

Mi riprendo all'improvviso.

 

Al mio fianco, terrorizzata, la signora Sandra.

 

«Oh, signorina Isabella, per fortuna si è svegliata!»

«Primo, le ho già detto che il mio nome è Elea... Secondo, come è riuscita a fare otto piani di scale?! E terzo... Perché sono sdraiata nella hall del palazzo?»

«Mi dispiace, Eleonora carissima! Mentre annaffiavo le mie piantine...»

 

Piantine.

Quelle non sono piantine, sono baobab.

 

«... una è scivolata, e per disgrazia, lei stava passando proprio in quel momento. La ho trascinata fino a qui per non lasciarla sul marciapiede... Sono mortificata! Come si sente?»

 

Mi metto seduta, mentre una fitta alla testa mi fa mugugnare un'imprecazione che non sto a ripetervi.

 

«Bene. Mi sento benissimo... Che pianta era quella che è caduta?»

«Un vasetto di piccoli gerani, perché?»

«Se vuole, domani ve li rimpiazzo...»

 

La vecchia sorride e mi abbraccia.

 

«Oh, è sempre così gentile con me, Carlotta!»

 

Sospiro arresa e mi alzo.

 

Che ore saranno? Ho una fame da lupi!

 

Allungo la mano verso la tasca dei jeans per prendere il cellulare, ma...

 

«Cavolo! È rimasto in negozio!»

 

Sbuffo e saluto l'anziana, che però mi lancia un'occhiata melodrammatica.

 

«Martina cara, può aiutarmi a fare le scale? Sa com'è... Quando si invecchia, tutto diventa troppo difficile...»

 

 

 

 

 

 

Raggiungo la moto stramazzando.

Scale, quanto vi odio, maledette!

 

Parto verso il negozio, e quando arrivo lascio il bolide al solito posto.

 

Alzo la saracinesca, notando che è priva del lucchetto.

 

Strano. Molto strano.

 

Apro la porta ed entro, notando a terra un vaso di dalie recise arancioni, gialle e rosse.

 

Prendo la mazza da baseball che mi ha regalato mio fratello, quella che tengo all'entrata, per autodifesa... Di questi tempi, d'altronde, non ci si può fidare di nessuno.

 

Mi incammino, ma non vedo niente, ad eccezione del mio cellulare sul bancone.

 

Lo prendo e lo metto in tasca, quando sento uno starnuto alle mie spalle.

 

Mi volto ed uso la mazza alla cieca, beccando in pieno un vaso di gigli e qualcos'altro, che sviene tra i cocci del malcapitato contenitore.

 

 

 

 

 

 

 

*angolo felino*

 

 

 

Eccomi, anche se in super/mega/iper ritardo!!!!

 

Allora, come state, Micetti miei?

Più che Micetti, Micette! XD

 

Un grazie gigantesco alla mia gemella riccia Ser Barbs, alla mia mitica ane-san NightWatcher, alla mia gemella spazio/temporale Lara, alla mia gemella speciale Lisa, alla carissima HellenBach, alla simpaticissima Cartoonkeeper , alla super Mizu, ed alle nuove e fantastiche CharlieX Hamato, Lorelayne_kiri_chan16, e ultima ma non ultima Ladywolf91!

 

Spero di aggiornare entro la prossima era glaciale... In ogni caso, un abbraccio gigante a tutti!!!!

 

 

- La vostra neko rompiscatole, alias Cat

 

 

 

 

  
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