«Il
conto.»
Tōka
allungò all'investigatore un piattino con sopra uno scontrino pieno di
numeri.
Cercò di forzare un sorriso - quanto meno per quell'uomo bizzarro ed
occupato
che, nonostante sembrasse indaffarato, era stato tanto gentile con lei,
tanto
da darle anche una mancia.
«Oh,
grazie.» le sopracciglia di Amon si alzarono verso l'alto mentre
rovistava nel
suo portamonete consunto, appoggiato accanto ad una tazzina vuota.
Mado
gli aveva rivelato - non senza un po' di malizia - che in quel luogo
facevano
il caffè più buono del distretto.
Appoggiò
le monetine sul piattino e trafficò per qualche istante con la
valigetta
metallica e poi si alzò in piedi.
Gli
piaceva il pittoresco profumo di caffè che emanava quel luogo e, anzi,
lo
trovava una perfetta isola di tranquillità per rilassarsi dopo gli
impegni al
CCG, la palestra e gli incontri del fan club di Arima - di cui era
membro
onorario, nonché presidente insignito di spilletta.
Mosse
un passo rapido verso la porta del negozio, ma inciampò su una gamba
della
sedia, ritrovandosi a cadere in avanti.
«Faccia
attenzionー» la cameriera - o
meglio, Tōka - gli si parò davanti, afferrandolo per il cappotto prima
che la
sua faccia entrasse in contatto con il pavimento - danneggiandogli il
naso o,
peggio, le sopracciglia.
Sfortunatamente,
però, la sua testa si inclinò in avanti e, con un sussulto, le sue
labbra
sfiorarono quelle di Tōka.
Per
qualche istante il mondo smise di girare.
La
ragazza si irrigidì improvvisamente, mollandogli le spalle, le braccia
rigide
ed immobili contro i fianchi.
«M-mi
spiace, io n-non intendevo...» biascicò l'investigatore, armeggiando
con il
manico della ventiquattrore. L'imbarazzo gli si leggeva in volto.
Il
sangue affluì alla faccia di Tōka, colorandole il volto paonazzo con
macchie
rossastre mentre gli rifilava uno sguardo dardeggiante.
«Pervertito.»
sibilò mentre alzava una mano in aria.
Amon
si accorse di aver ricevuto uno schiaffo solo dopo averne sentito lo
schiocco
secco, che gli fece interrompere la serie di goffe scuse che stava
borbottando.
«Questo
è per avermi baciata.» Tōka gli agitò un dito sotto il naso, voltandosi
ed
andandosene sotto lo sguardo stralunato di Amon. L'uomo si massaggiò la
guancia
con aria sconclusionata, mormorando un timido "mi dispiace".
Le
spalle di Tōka si alzarono. La ragazza si voltò nuovamente verso di
lui,
accorciando la loro distanza con rapidi passi.
Alzò
nuovamente la mano e, nonostante questa volta l'avesse visto arrivare,
Amon non
riuscì comunque a reagire al secondo schiaffo, sull'altra guancia.
«E
questo» sibilò «è per averlo fatto male.»
whatever.
yay,
finalmente riesco a pubblicare *^*
anzi,
mi stupisco per non essere ancora impazzita per la scuola, aww. almeno,
per ora
non sono ancora volate insufficienze né interrogazioni di russo e
perciò posso
ritenermi fortunata, hahaha. comunque, passando alla storia, dio
dovrebbe
mandarmi all'inferno per aver scritto questa... cosa.
sul
serio, io non scrivo di pedofilia, ma buttare giù roba del genere è
stato
devastantemente(?) divertente. comunque, la scrittura sta andando un
po' a
rilento. in realtà sono a metà del capitolo tredici, quindi non dovete
preoccuparvi fino all'anno prossimo. il capitolo tredici è
straordinariamente
difficile da scrivere :'''
comunque,
qui dovevo far sì che amon baciasse toka - se volete tirarmi pomodori,
almeno
tiratemeli freschi(?).
bene,
visto che ora ho finito delitto e castigo, ritorno al mio adorato
inglese.
rie
p.p.s.
grazie a tutte le gentilissime persone che hanno votato i personaggi.
mh, forse
dovrei inserire anche yoriko, che dite?
p.p.p.s. capitolo pubblicato in onore dell'uscita del primoo episodio
di psycho pass 2. che il fanghèrlaggio abbia inizio(?)
p.p.p.p.s. ...dopo la smetto, okay. il sedici esce un nuovo manga di
sui ishida, nel caso foste tagliati fuori dal mondo in qualche isola
tropicale e non ne foste a conoscenza. mi raccomando, pregate,
fanciulli e fanciulle.