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Autore: crazyfrog95    10/10/2014    13 recensioni
Tutti odiavano Naruto Uzumaki. Lui era un demone, un mostro, e perciò andava evitato a prescindere. Ma Naruto era molto più che un semplice dodicenne. Un potere ancora più grande del Kyuubi era sepolto in lui, un'abilità perduta da secoli... Con l'aiuto del Terzo Hokage, del buffo Jiraya, dei suoi amici, e magari di... qualcuno di speciale, riuscirà a emergere dal baratro della sua solitudine, e a realizzare il suo sogno?
Salve! Questa storia mi è venuta in mente sintetizzando tutto ciò che non mi piace della storia originale, e modificandolo come piace a me. i protagonisti saranno abbastanza OOC: Naruto sarà più sveglio, Sasuke più amichevole e Sakura meno inutile. È la mia prima storia, ma non vi chiedo assolutamente di essere pietosi nelle recensioni. Anzi, vi chiedo di criticare e farmi presente tutto ciò che secondo voi non va, farò tesoro delle critiche cercando di migliorare. Detto questo, buona lettura :)
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Hiruzen Sarutobi, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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Attacco alla Foglia


 

Sasuke si avviò per le scale, pronto per affrontare Gaara.
Naruto, Sakura e Kakashi gli augurarono buona fortuna, mentre lui pensava a come affrontare il ninja di Suna, che era già arrivato nell'arena usando la sua tecnica di trasporto con la sabbia.

Naruto gli aveva raccontato dello scontro tra il rosso e Rock Lee senza risparmiare alcun particolare, e da ciò Sasuke aveva compreso che aveva di fronte il più pericoloso tra i partecipanti. Non aveva paura, ma non poteva dire di non essere preoccupato. I suoi pensieri si interruppero quando giunse al centro dello stadio, a pochi metri dall'avversario.
Gaara, a quel punto, prese la parola.

«E così tu sei Sasuke Uchiha. Ho sentito parlare di te. Dicono che sei un genio, e discendi dal clan più potente delle Cinque Terre. Sarà divertente battermi con te. Anche se, in realtà, non sei l'avversario che speravo...»

Sasuke rimase sorpreso da quelle ultime parole.
«E dimmi, chi sarebbe l'avversario che speravi di affrontare?»
C'era forse qualcuno reputato più potente di lui?

Lo sguardo di Gaara deviò verso le tribune, fermandosi sulla figura di Naruto. Anche il biondo seguiva la scena con attenzione, deciso a verificare se la sua teoria era giusta. Sasuke era incredulo.
«Cosa? Naruto? Credi davvero che sia più forte di me?!»

Gaara riportò lo sguardo su di lui.
«Non ho detto questo, il vostro livello è circa lo stesso, ma lui ha qualcosa che mi attira. È da quando l'ho visto la prima volta che voglio scontrarmi con lui, e ho intenzione di affrontarlo in finale. Spazzerò via chiunque si metta in mezzo, come ho fatto con quell'insetto del Suono, e come ora farò con te!»

Sasuke ebbe un brivido. Gaara aveva appena ammesso l'omicidio di Dosu, e sembrava intenzionato a uccidere anche lui. Nei suoi occhi color acquamarina leggeva solo odio e sete di sangue.
«Potete iniziare!»
Genma si fece da parte, lasciando che i due si scagliassero l'uno contro l'altro.


Fu Gaara ad aprire le danze. Alzando le braccia, un'enorme quantità di sabbia uscì dalla sua giara, scagliandosi contro Sasuke. Doveva avere proprio voglia di arrivare ad affrontare Naruto il prima possibile, se aveva già iniziato a fare sul serio.
Sasuke evitò facilmente i colpi di sabbia grazie allo Sharingan, e contrattaccò con alcuni shuriken. Questi, però furono totalmente inutili, la sabbia li respinse come foglie al vento, e Gaara contrattaccò con alcuni sigilli.

«Arte della Sabbia: Shuriken di Sabbia!»
La sua sabbia prese forma in un mare di shuriken, che si scagliarono contro l'Uchiha. Erano troppi per poterli schivare, perciò il moro usò un trucco che aveva copiato da Kakashi.

«Tecnica del Nascondiglio di Terra!»
Il suo corpo sprofondò sotto il terreno, evitando l'attacco avversario. Ricordava bene quella tecnica, Kakashi l'aveva usata contro di lui durante la prova dei campanelli per immobilizzarlo, e ora lui l'aveva usata su se stesso per schivare il colpo.

Quando l'attacco fu cessato, il moro emerse dal nascondiglio e si preparò a contrattaccare. Si lanciò contro l'avversario, e lo scudo di sabbia fece appena in tempo a fermare l'attacco, data la sua rapidità. Sasuke insistette, la sua velocità era addirittura superiore a quella di Rock Lee.
Riuscì a colpire più di una volta Gaara, ma questo lo respinse con un ondata di sabbia. A qualche metro di distanza, l'Uchiha si fermò a riflettere.

"Vediamo... Le armi sono inutili contro la sua difesa. Posso colpirlo fisicamente, come ho fatto finora, ma la fatica che impiego per superare lo scudo di sabbia mi fa perdere più energie di quanti danni infliggo a lui, e alla lunga cederei, perciò non mi conviene. Potrei provare con un Arte Illusoria, e se non funziona non mi resta che sfruttare l'Arte Elementale."

Escludeva a priori l'uso del Mangekyo, perchè sarebbe stato fatale per chiunque, e perchè non aveva intenzione di rovinarsi gli occhi solo per un esame. E poi, la promessa di non usarlo mai fatta al maestro Kakashi era ancora valida.


Mentre Sasuke rifletteva, Rock Lee e Gai osservavano lo scontro dagli spalti, accanto al ninja-copia.
Rock Lee si teneva in piedi con una stampella. Anche se i medici avevano detto che con i danni che Gaara gli aveva inflitto non sarebbe mai più potuto essere un ninja, quando Tsunade era arrivata al villaggio lo aveva visitato personalmente, dietro esplicita richiesta di Naruto.
Con le sue grandi abilità Tsunade era riuscita a minimizzare i danni, e così Rock Lee sarebbe potuto tornare a combattere, una volta che la sua ferita fosse guarita completamente. Gai aveva fatto i salti di gioia dopo l'esito di quell'intervento, ringraziando Tsunade fino allo sfinimento.

Ora il sopracciglione si trovava, insieme al suo maestro, ad ammirare le capacità di Sasuke. Aveva acquisito una velocità addirittura superiore alla sua, ma non aveva la sua stessa forza fisica, dunque i suoi attacchi diretti non erano efficaci quanto i suoi.


Sul campo di battaglia, Sasuke aveva appena deciso come muoversi. Si lanciò contro Gaara, che si preparò a riceverlo. Ma all'ultimo momento, il moro si fermò di colpo. Gaara, che si aspettava un altro attacco, fu sorpreso da quel movimento, e lo fissò dritto negli occhi.
Grosso errore: Sasuke usò lo Sharingan per gettarlo in un Genjutsu.
Gaara si ritrovò in mezzo al suo villaggio, devastato, mentre un enorme Sasuke lo radeva al suolo con le sue stesse mani.
«Capisco, un Genjutsu. Bel tentativo, ma con me non funziona!»

La visione andò in frantumi come uno specchio, lasciando Sasuke esausto e sorpreso.
«Ma come hai fatto? Non c'era nessuno che potesse destabilizzare il suo chakra per liberarti!»

Gaara ghignò.
«È qui che ti sbagli. Dentro di me, ho un compagno di squadra abbastanza potente da radere al suolo l'intero villaggio!»
La sua espressione era più malvagia che mai, le profonde occhiaie che circondavano i suoi occhi gli davano un'aria spettrale.


All'udire quelle parole, Naruto ebbe conferma della sua teoria. Ma per esserne certo, aveva bisogno di chiedere a qualcuno più esperto di lui.
Chiuse gli occhi, immergendosi nelle sua coscienza. La gabbia di Kurama scintillava davanti a lui, il demone lo guardava con occhi di fuoco.

«Hai sentito anche tu, Kurama?»
«Si»
«Cosa ne pensi?»
Naruto voleva sapere tutto.

Kurama chiuse un attimo gli occhi, per poi rispondere.
«Quel ragazzo manifesta tutti i segni dello status di Jinchuuriki: follia, rabbia, istinto omicida. Il suo demone lo ha liberato dall'illusione del tuo amico con una facilità disarmante. Il suo potere di controllare la sabbia appartiene ad un solo essere: Shukaku, l'Ichibi, il Tasso Monocoda. Quel ragazzo è la sua forza portante.
Non mi sorprende che abbia quelle tendenze omicide: Shukaku ha il vizio di impossessarsi dei suoi Jinchuuriki durante il sonno, perciò quel ragazzo non può mai dormire, per impedire che il Tasso prenda il sopravvento, e questo gli ha causato instabilità mentale. Se non fosse solo un misero umano, probabilmente mi dispiacerebbe per lui.»

Naruto annuì, anche se infastidito dal tono usato dal demone, ma non ribattè, e tornò alla realtà. La situazione era più complicata del previsto.
«Maestro Kakashi, deve far sospendere l'incontro! Sasuke non può affrontare un avversario del genere!»

Il ninja-copia, incuriosito, si avvicinò a lui, in modo che Naruto potesse parlare senza essere udito da altri.
«Cosa sai che io non so, Naruto?»
«Ho parlato con il Kyuubi, e anche lui è d'accordo con ciò che penso: Gaara è la forza portante del Monocoda. Non so se è in grado di controllarlo, ma se perde il controllo saranno guai! Deve salvare Sasuke!»

Naruto aveva evitato di proposito di usare il nome di Kurama, poichè aveva deciso che se il demone aveva fatto storie per dire a lui il suo nome, non sarebbe stato giusto rivelarlo a chiunque.
Lui era il Jinchuuriki, solo lui aveva avuto il privilegio di sapere quel nome, e lo avrebbe rivelato ad altri solo se Kurama l'avesse voluto.

Kakashi tornò a fissare l'allievo che combatteva. Non poteva interferire, glielo aveva promesso.
«Non posso farlo, Naruto. Sasuke deve combattere finchè può. Se intervenissi, non me lo perdonerebbe mai. Ma se dovesse trovarsi in pericolo non esiterò a salvarlo, di questo puoi stare sicuro.»
Kakashi aveva usato un tono che spense ogni replica da parte di Naruto, che rimase così a osservare il duello.


Sasuke, nel frattempo, aveva cercato in ogni modo di colpire Gaara.
Dato che armi e Taijutsu erano inutili, aveva dato fondo alle sue tecniche di fuoco, cercando di sfondare la difesa dell'avversario.
L'offensiva si era però rivelata inutile, poichè l'avversario aveva fatto ricorso alla sua tecnica di protezione assoluta: chiuso in un guscio di sabbia dal quale uscivano degli spuntoni ogni volta che qualcuno si avvicinava. La consistenza della sabbia che formava il guscio era stata modificata fino a renderlo duro come la pietra, e il rosso vedeva ciò che succedeva all'esterno grazie alla sua Tecnica dell'Occhio di Sabbia. Aveva creato una difesa pressochè impenetrabile.

A Sasuke non restava che tirare fuori il suo asso nella manica. Corse sulla parete dello stadio, rimanendovi attaccato con i piedi grazie alla tecnica di arrampicata verticale, e iniziò a concentrare chakra alterato nel tipo fulmine nella sua mano sinistra, sulla quale apparve un flusso di energia elettrica.


«Kakashi, tu sei pazzo! Gli hai insegnato il Mille Falchi!? Ma come ti è venuto in mente? È una tecnica estremamente pericolosa anche per l'utilizzatore!»
Gai era fuori di sè, ma Kakashi rispose con calma olimpica.
«Ha parlato quello che ha insegnato al suo allievo l'apertura dei cancelli del chakra. Almeno il Mille Falchi non è una tecnica proibita...
E poi Sasuke è perfettamente in grado di usarlo senza rischi, forse anche meglio di me.»

Era vero, Kakashi non correva rischi grazie al suo Sharingan nell'occhio sinistro, e Sasuke aveva uno Sharingan non solo completo, ma anche superiore al suo. Dopo la frecciata sull'apertura dei cancelli, Gai non potè replicare.


Il moro si scagliò contro il guscio di sabbia, con la mano pervasa dai fulmini. Dallo scudo uscirono degli spuntoni per fermarlo, ma grazie allo Sharingan lui riuscì a piegarsi in modo da non farsi colpire, e mandò a segno il suo colpo.

«Arte del Fulmine: Mille Falchi!!»
La mano del moro perforò il guscio, arrivando a colpire l'avversario.
Gaara provò, per la prima volta nella sua vita, paura. Toccandosi la ferita e vedendo la sua mano sporca di sangue, perse la testa. Il guscio di sabbia andò in frantumi, ma ciò che ne emerse non era più Gaara.
La sabbia aveva formato un braccio demoniaco e una coda, e i suoi occhi erano ora gialli su fondo nero. La sua espressione era di pura follia omicida.


«Kankuro, è il momento!»
Temari chiamò il fratello, ed entrambi si gettarono nel campo di battaglia, affiancando il fratello. Nello stesso momento, tutto lo stadio di mosse.
I ninja della Sabbia e del Suono lanciarono un Genjutsu che fece addormentare tutti nello stadio, tranne i ninja, che respinsero la tecnica. Allora gli shinobi del Suono e della Sabbia si lanciarono all'attacco di quelli della Foglia, che reagirono prontamente.

Il Kazekage afferrò Tsunade da dietro, puntandole un kunai alla gola e portandola sul tetto dell'edificio. Jiraiya, vedendo la scena, si fiondò ad aiutarla.
Fece giusto in tempo a raggiungerla, perchè quattro ninja del Suono circondarono il tetto, e lo rinchiusero in una barriera quadrangolare. Ora nessuno poteva entrare o uscire.


I tre fratelli Sabaku si diressero verso le uscite dell'arena. Loro fratello Gaara non poteva scatenarsi all'interno del villaggio, o avrebbe ucciso indiscriminatamente sia i ninja del Suono e della Sabbia che quelli della Foglia. Deciso a non lasciarli scappare, Sasuke si lanciò al loro inseguimento.
Kakashi, con la coda dell'occhio, vide Sasuke inseguire i tre fratelli.
«Sakura, Naruto! Andate con Sasuke, non può affrontare quei tre da solo!»

Naruto lanciò uno sguardo a Hinata, preoccupato. Suo padre aveva appena atterrato da solo una trentina di nemici, senza apparente difficoltà, e dietro di lui cinque membri della casata cadetta proteggevano Hinata e sua sorella Hanabi. Decisamente, non aveva motivo di preoccuparsi per lei.
Perciò lui e Sakura si fiondarono da Sasuke, raggiungendolo in pochi secondi, e inseguirono il trio fuori dal villaggio, nella foresta...


«Perchè lo sta facendo? Il Suono e la Sabbia si sono alleate contro Konoha? Avete intenzione di causare una nuova guerra?»
Tsunade interrogava il Kazekage senza la minima traccia di paura. Poteva combattere contro chiunque, e al suo fianco c'era Jiraiya.
Ma il Kazekage rise, una risata fredda e agghicciante, densa di una follia malcelata.

«Eheheheheh... È da molto tempo che aspetto l'occasione giusta per distruggere questo villaggio, che non ha fatto altro che tradirmi ed esiliarmi. I ninja della Sabbia sono agli ordini di queli del Suono, che rispondono solo a me. Non hai ancora capito chi sono, Tsunade?»

La sua voce cambiò, da calda e rassicurante divenne fredda e bassa, come un sibilo. Tsunade allora capì con chi aveva a che fare...
«Ma certo... Non potevi che essere tu... Dimmi, che fine ha fatto il vero Kazekage, Orochimaru?»


Orochimaru ridacchiò, e lasciò andare Tsunade, che si portò al fianco di Jiraiya, mentre il Sannin delle serpi si strappava la faccia del Kazekage, mostrando il suo vero volto. Liberandosi anche dei vestiti cerimoniali da Kazekage, iniziò a schernire i suoi due vecchi compagni di squadra.

«Non ricordo di preciso dove ho lasciato il suo cadavere, credo in una fossa dalle parti del confine tra il Paese del Fuoco e quello del Vento.
E così sei diventata Hokage, Tsunade. Sai, prima che diventassi un traditore, quando il maestro Sarutobi si ritirò alla fine della Terza Guerra, il ruolo di Quarto Hokage fu offerto a me. Ma non avevo alcuna speranza di vincere contro la forza e la popolarità di Minato.
Ma adesso non ha più importanza. Il ragazzo della sabbia, Gaara, custodisce in sè il Demone Tasso Monocoda. Quando si scatenerà, nessuno di voi potrà fermarlo. Domani, il Villaggio della Foglia sarà solo un ricordo...»

Tsunade e Jiraiya lo ascoltavano terrorizzati. Loro erano bloccati lì con lui, e Gaara era libero di agire indisturbato! Tsunade rischiava di passare alla storia come l'Hokage che lasciò che il villaggio venisse distrutto nel giorno stesso della sua nomina...


Da lontano, mentre annientava con facilità i nemici che lo assalivano, Hiruzen vide la scena che si stava svolgendo sul tetto. E così, Orochimaru alla fine era tornato. Ma lui era il suo maestro, ed era suo compito occuparsene. Lasciando la situazione in mano a Kakashi, si lanciò in soccorso dei suoi allievi.

«Bene, Kakashi... Sfida a chi ne fa fuori di più?»
Gai era esaltato dalla situazione, schiena contro schiena con il suo rivale di sempre. Il ninja-copia, con un ghigno, estrasse la Kubikiri Hocho, e si alzò il coprifronte per mostrare lo Sharingan.
«Sai che hai già perso in partenza, vero?»

E con quest'ultimo scambio di battute, i due si divisero per fare piazza pulita di nemici.


 

   
 
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