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Autore: Verdeirlanda    10/10/2014    2 recensioni
*...Beatrice sospirò, guardò quel macabro dipinto che era diventata Firenze quella sera, e pensò a lui, era inevitabile pensare a lui. Dove sei Zoroastro, sei al sicuro, sei ferito, dove sei adesso?...
...."Andiamo via Nico." disse Zoroastro preoccupato "Andiamo alla bottega, lì saremo al sicuro con Andrea, Leonardo e Beatrice." Già, Beatrice. Pensò a lei. Si chiese se la ragazza fosse spaventata di fronte a tanta furia e follia, si disse che per fortuna alla bottega non correva pericoli. Almeno così credeva.*
La congiura dei Pazzi ha sconvolto Firenze, e questa rivolta, destinata ad essere sedata, non è altro che l'inizio di un'intricato intrigo ordito da Roma.
Leonardo Da Vinci, sua sorella Beatrice e il loro migliore amico Zoroastro si troveranno ad affrontare una situazione decisamente complicata, con l'aiuto ovviamente del giovane Nico, per evitare che Firenze soccomba.
E mentre tutto intorno a loro si sgretola e si ricompone con ritmo incalzante ed inaspettato, Beatrice e Zoroastro si confronteranno con il loro amore ancora mai dichiarato, destinato a rivelarsi e ad affrontare numerose tenebre prima di poter brillare senza paura alla luce dell'alba.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nico, Nuovo personaggio, Zoroastro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La Volta Celeste, parte seconda 

 
L'enigma di fronte a loro li aveva lasciati sbigottiti.
Zoroastro scosse la testa: "Deve essere un trucco, un caso forse." 
"Non esistono coincidenze, ormai dovremmo averlo capito." disse Leonardo.
Zoroastro si passò una mano tra i riccioli, nervoso era sorpreso più di tutti: "E allora cosa vuol dire...cosa significa tutto questo per noi..." deglutì "...per me?"
Non era tanto la porta sbarrata a stupirli, era un simbolo inciso su uno dei tasselli d'oro sulla parete opposta.
Dodici immagini a loro sconosciute, tranne una, la quinta. 
Zoroastro appoggiò la mano destra accanto al tassello, sospirò, non c'erano dubbi, il simbolo inciso nell'oro era identico a quello che aveva tatuato sul dito medio, un cerchio circondato da un rombo.
"Interessante." commentò Riario "E deduco dalle vostre facce che non trovate spiegazione a questa cosa."
"No, infatti." rispose Zoroastro togliendo la mano dal muro.
"Che tu sia un Figlio di Mitra oltre che un figlio dei mori?" disse sarcastico il conte, Zo lo fulminò con lo sguardo
Leonardo intervenne per evitare che Riario venisse nuovamente preso a pugni: "Se non ricordo male hai fatto questo tatuaggio sei anni fa."
"Sì." mugugnò Zoroastro.
"Quindi hai avuto contatti con i Figli di Mitra." disse Nico.
"No io non credo..." rispose Zo "Ve l'ho detto, lo ho fatto da ubriaco. Nemmeno ricordo chi me lo ha disegnato."
"Forse è stato un Figlio!" Leonardo era emozionato.
"E perché avrebbe dovuto farlo?" chiese Nico "Pensate che sapessero che un giorno Zoroastro sarebbe entrato nella Volta Celeste per risolverne gli enigmi?"
"Perché no? Spiavano me e Beatrice, avranno capito che Zoroastro faceva parte delle nostre vite e che un giorno...sì, deve essere così! Ah ah!"
"Leo, non ti agitare." disse Beatrice "È un po' stiracchiata come ipotesi..."
"È una possibilità." disse velocemente Zoroastro.
Lei lo guardò perplessa: "Cosa? Ma sul serio? Zo, ricordo che eri andato a Roma insieme a due amici per dei lavoretti" il che significava trafugare oggetti preziosi da tombe appena scoperte, ma Beatrice preferì non dirlo davanti ad Ima "e sei tornato dopo quattro mesi con un bel guadagno e quel tatuaggio. Dicesti che era stata una stupidaggine da sbronzi..."
"Non so che dirti, ma è chiaro che non può essere una coincidenza." 
"D'accordo, non è una coincidenza, ma davvero ritieni possibile che un Figlio di Mitra abbia atteso che fossi ubriaco e che ti abbia tatuato a tradimento?" chiese Beatrice "C'è qualcosa che non ci hai detto?"
Ima li aveva osservati in silenzio, poi chiese sospettosa: "Ci sono problemi?"
Beatrice deglutì, non era il caso di continuare ad indagare davanti ad Ima, se avesse messo in dubbio la serenità delle loro amicizie avrebbe potuto prendere provvedimenti drastici contro di loro.
"No no, stavamo solo cercando di venire a capo di questo tranello." rispose Beatrice, guardò gli altri, che compresero. A Zo lanciò un'occhiata che significava una cosa sola: quando avremo finito qui mi dovrai chiarire alcune cosette.
"Dunque, come pensate di aprire quella porta?" chiese la sacerdotessa.
Leonardo osservò entrambe le pareti, fece scivolare le dita sui tasselli d'oro: "Credo che questi tasselli azionino il meccanismo che fa aprire la porta, probabilmente le barre sono collegate ad essi. Tre barre, tre mattonelle." rifletté mordendosi una guancia "Pigiando quelle giuste riusciremo a sbloccare la porta."
"Giusto ragionamento. Ma quali dobbiamo premere?" chiese Beatrice.
"Direi che una è ovvia." indicò la quinta.
"Leo, non possiamo esserne sicuri." disse Zoroastro "Non abbiamo la certezza che il mio tatuaggio..."
Click. 
Da Vinci premette il quinto tassello, che si incastrò nel muro.
"Che diavolo fai?" Beatrice guardava sbigottita il fratello "Perché l'hai pigiata???"
Leonardo alzò le spalle: "Tranquilla. Ho ragionato, sono sicuro che..."
Un rumore sordo li fece voltare verso l'ingresso, una lastra di pietra scese rapidamente dall'alto bloccando l'apertura.
"Perfetto! Siamo intrappolati qui!" esclamò Riario.
"Usciremo da qui attraverso l'altra porta, non agitat..." 
Leonardo fu interrotto da un sibilo, da un rantolo e dall'urlo incomprensibile di Ima.
La sacerdotessa guardava inorridita il guerriero morto accanto a lei, era stato trafitto al collo da una lancia scagliata da chissà dove.
"Mio Dio..." Beatrice corse per soccorrere l'uomo, ma era morto in pochi secondi "Da dove diavolo è arrivata questa lancia?" 
"Non lo so, ho solo sentito il suo sibilo nell'aria, ma non ho visto il punto di partenza." rispose Nico.
"Anche io." disse Girolamo "Ma se guardiamo la traiettoria della lancia direi che è stata scagliata da lassù." indicò un angolo in alto.
"Se ce ne sono altre potrebbero partire da lì." disse Zoroastro.
"Forse alcune, ma come ha detto Da Vinci, tre barre e tre tasselli. Il che significa che ci sono ancora otto lance pronte a colpirci se sbagliamo di nuovo mattonella. E non potremo prevedere da dove arriveranno tutte." concluse Girolamo.
"Meno male che hai ragionato!" Beatrice rimproverò il fratello e gli diede uno schiaffo sulla testa.
"Ouch...Va bene va bene, il tatuaggio di Zo era un tranello." disse Leonardo massaggiandosi il capo "Dobbiamo capire la logica di queste incisioni, osservatele bene e formulate delle ipotesi."
"Soprattutto non schiacciate le mattonelle alla cazzo..." mormorò Zoroastro visibilmente preoccupato.
Leonardo brontolò qualcosa, poi iniziò studiare con attenzione i simboli, istintivamente li disegnò sul suo taccuino.
"Avete mai visto questi disegni prima di oggi?" chiese Ima guardando i disegni, sei raffiguravano figure astratte e geometriche, come il tatuaggio di Zoroastro, i restanti rappresentavano oggetti ed animali.
Beatrice scosse la testa: "Forse...Stiamo cercando di ricordare..."
Zoroastro, perlustrando la stanza, aveva notato un disegno sbiadito in un angolo della porta bloccata: "Non vi sembra lo stemma mediceo?"
"Lo è." disse Nico.
"Cosimo De Medici era un Figlio di Mitra, ce lo ha detto Lorenzo." rispose Leonardo.
Zoroastro continuò: "Il simbolo di questa famiglia può essere la chiave per comprendere questo enigma." 
"Giusto Zo, ottimo lavoro!" Leonardo sorrise all'amico "Dobbiamo pensare alla famiglia Medici, i tre simboli che dobbiamo scegliere hanno certamente a che fare con essa."
Dopo un'attenta osservazione Beatrice disse: "Il settimo tassello, ho già visto quella testa di leone che ruggisce." si mordicchiò un labbro mentre rifletteva "Sì, la statuetta di pietra! La prima volta che nostro padre mi portò a palazzo attendemmo Lorenzo nel suo studio, giocherellai con quella figurina di pietra, era su uno scaffale, per poco non mi cadde per terra. Nostro padre mi disse che apparteneva a Cosimo."
"Sei sicura fosse un leone?" chiese Zo.
"Sì, era una creatura mitologica, aveva la testa di leone e altri elementi animali..."
"È evidentemente uno dei simboli che stiamo cercando!" esclamò Leonardo, allungò una mano ma Zo gli bloccò il braccio.
"Non fare mosse azzardate." gli sibilò "Non voglio finire allo spiedo."
Leonardo sospirò: "Va bene. Siete tutti d'accordo se lo premo?"
I presenti si guardarono, e annuirono, pronti a scansare eventuali lance.
Da Vinci premette la mattonella e si sentì uno scatto, la prima barra di ferro sulla porta si aprì. 
Tutti tirarono un sospiro di sollievo.
"Ne rimangono due, molto bene." disse Ima sollevata.
"Hai detto che la creatura era composta da più parti di animale, quali?" chiese Leonardo.
"Aveva le ali, ne sono sicura." rispose Beatrice, ed indicò il secondo tassello che raffigurava due ali spiegate, con il consenso di tutti lo premette e anche la seconda barra si aprì.
"Incredibile." commentò Nico "E il terzo simbolo?"
"Merda..." disse Beatrice "La statua era avvolta dalle spire di un serpente e reggeva due chiavi in una mano. E purtroppo qui abbiamo entrambe le cose." disse indicando due mattonelle "Quale scegliamo?"
"I primi due simboli raffigurano parti di animale, io continuerei con questa logica, dovremmo premere il serpente." propose Girolamo.
"E se fosse l'ennesimo tranello?" obiettò Zoroastro "Ci siamo già caduti una volta."
"In che modo le chiavi sono più azzeccate?" chiese Riario stizzito.
"Non dico che le chiavi siano il simbolo giusto, dico solo che dobbiamo stare attenti e scegliere con attenzione. Entrambi i simboli sono validi." rispose Zoroastro nervoso, la sola presenza di Riario era fastidiosa.
"Bea?" Leonardo guardò la sorella "Tu hai visto la statua, che ne dici?" 
La ragazza scosse la testa: "In effetti il serpente è più coerente, ma le chiavi erano ben visibili."
"Testa di leone, ali di uccello, spire di serpente. Non mi sembra difficile!" esclamò Girolamo.
Beatrice lo guardò, in effetti poteva essere un giusto ragionamento, ma ammetterlo non era facile. Fece per ribattere che era meglio riflettere con calma ma Riario, risoluto, premette la mattonella con il serpente.
"Aspettate maledizione!" gridò Leonardo.
Girolamo sbuffò: "So quel che facc..."
Una seconda lancia venne scoccata da un meccanismo sul soffitto. Neanche a farlo apposta l'arma si conficcò nel muro a pochi centimetri dalla testa di Zoroastro, il quale con un balzo felino la schivò.
"Schifoso pezzo di merda!" Zo si scagliò contro Girolamo, lo afferrò con due mani per il collo della camicia e lo sbattè contro il muro, gli diede un pugno.
"Zo, fermo!" Beatrice guardò per un istante Ima, l'ultima volta che Zo aveva picchiato Riario era finito in prigione.
La sacerdotessa ricambiò lo sguardo e sospirò: "Non me la sento di rimproverarlo..." commentò.
Zoroastro si limitò a un solo pugno e diversi insulti, poi si mise vicino a Beatrice: "Stai bene?" chiese lei.
"Mm mm." rispose lui ancora irritato "Ci basta un solo fottuto genio impulsivo qui, d'accordo? Niente mosse azzardate!"
Riario si pulì lo zigomo sanguinante con la manica e annuì.
"Dunque...proviamo con le chiavi?" chiese Nico titubante.
Leonardo rispose che andava bene, e pregò che la sorella avesse ricordato con precisione.
Nico premette la mattonella e si udì lo scatto della serratura, l'ultima barra si sganciò e la porta si aprì.
"Che il Signore sia lodato..." mormorò Beatrice sollevata.
"Proseguiamo." disse Ima ordinando ai suoi guerrieri di illuminare la via, prima varcare la soglia diede un ultimo sguardo triste a quello che aveva perso la vita.
Anche Leonardo lo fissò, rendendosi conto che la sua impulsività era costata molto a quel ragazzo.
Oltrepassata la porta percorsero un corridoio e si trovarono all'esterno, su una terrazza lungo costone della montagna, Beatrice sbattè le palpebre un paio di volte per abituare gli occhi alla luce del sole.
"E adesso?" chiese perplessa. 
Di fronte a loro c'era un burrone largo circa trenta metri e molto profondo, un ponte di corda intrecciata collegava la terrazza su cui si trovavano ad un altra posta sul costone della montagna vicina, lì era visibile un'entrata per continuare ad esplorare la Volta.
Beatrice si guardò attorno, lo spettacolo sotto di loro era meraviglioso e spaventoso allo stesso tempo, erano in alto, poteva vedere la città di pietra, la foresta rigogliosa che avevano attraversato, e un fiume così azzurro da sembrare colmo di zaffiri. In cielo c'erano alcune nuvole grigie, la ragazza respirò profondamente.
"Adesso attraversiamo quel ponte." rispose Leonardo.
"Sarà sicuro? Da quanto tempo quel ponte è esposto alle intemperie?" disse Zoroastro "Forse sarebbe meglio tornare indietro e costruire un ponte di legno più stabile."
"Testiamolo." propose Riario.
"Prego." disse Zo facendo un gesto verso il ponte "Accomodati pure!" 
Riario sbuffò, ma invece di replicare si avviò verso il ponte e iniziò a camminarci sopra con circospezione.
"Beh, ha un certo coraggio." disse Nico, Zoroastro lo fulminò con gli occhi, e sperò che il ponte cedesse. Ma le preghiere di Zo non furono esaudite, il conte arrivò dall'altra parte.
"Direi che è stabile. Ma per sicurezza meglio non forzare troppo le corde, ora meglio mandare qualcuno di leggero, va bene?" disse Leonardo, e guardò Nico, il quale trasalì.
"Vado io, d'accordo?" disse Beatrice "Sono leggera quanto Nico, e non sto tremando come lui." sorrise al biondo e gli diede un buffetto sulla guancia.
"Fai attenzione principessa." le mormorò Zoroastro baciandole la testa.
"Andrà tutto bene." rispose lei con un sorriso, e si ripeté questo mantra ad ogni passo che metteva uno davanti all'altro sulla corda. Il vento iniziò a soffiare più forte facendo dondolare il ponte. Beatrice si fermò, sentiva i polsi tremare, guardò in alto, fece un respiro profondo. 
Dalla terrazza gli altri la guardavano, preoccupati. Bea ricominciò a camminare, con calma, un passo alla volta si disse, e arrivò dall'altra parte. Fu solo per istinto di sopravvivenza che accettò di afferrare la mano di Riario, che si era sporto per aiutarla.
Si voltò verso i suoi amici, sorrise.
Leonardo disse: "Vado io, d'accordo?"
"Sì, e fai in fretta, non mi piace che Bea rimanga da sola con quel verme." gli sussurrò Zoroastro, Leonardo non poté che concordare. Ma non fece in tempo a mettere un piede sulla corda che iniziò a piovere, prima fu una pioggia leggera, ma nel giro di pochi minuti si trasformò in un temporale.
"Come è possibile, il cielo era così limpido!" esclamò Leonardo.
"Sulle montagne il tempo cambia rapidamente, il vento ha portato le nuvole." rispose Ima, diversi tuoni fecero vibrare la roccia "È rischioso rimanere qui, rintaniamoci ed attendiamo che smetta." disse e gridò a Beatrice e Girolamo di entrare nella montagna.
La ragazza non fu entusiasta di trovarsi da sola con il conte, ma un altro tuono e il freddo vento la convinsero, seguì Riario e si trovarono in un'anticamera.
"Non durerà molto." Ima rassicurò Zoroastro e Leonardo che si guardavano preoccupati "Presto raggiungeremo i vostri amici." 
Dall'altra parte del burrone Beatrice sbirciava dall'apertura, il cielo era plumbeo e minaccioso, scorse anche alcuni lampi.
"Affascinante, vero?" disse Girolamo seduto per terra dietro di lei "I temporali mi piacciono, danno un senso di forza, sono così potenti."
"Spero che non duri molto, non vorrei dover passare la notte all'addiaccio ."
Girolamo sorrise malizioso: "Intendete che non volete passare la notte con me, da sola. A me non dispiacerebbe."
Beatrice si voltò, le iridi screziate di una luce colma di disprezzo: "Non avete nemmeno la decenza di tacere Girolamo?"
Girolamo si alzò continuando a fissarla: "Perché? Credo che tra noi ci sia una certa affinità Beatrice."
Lei scosse la testa: "Ma fatemi il piacere!"
"C'è qualcosa in Voi, è come un fuoco che arde."
"Ma che poeta..."
"E io sono come attratto dalle fiamme, come se non avessi paura di scottarmi." continuò Girolamo avvicinandosi a lei.
Beatrice rimase immobile: "Non osate venirmi vicino."
Girolamo ridacchiò freddo: "Dopo quello che c'è stato tra noi siete così gelida con me? Giurerei di aver sentito dei mugolii soddisfatti quella notte." 
A quelle parole gli occhi di Beatrice divennero più cupi, Riario si fermò, non aveva mai visto quella luce scura negli occhi di una donna. Beatrice continuò a sfidare il suo sguardo: "Quello che c'è stato tra noi? Avete davvero una bella faccia di bronzo! Vi ho concesso il mio corpo solo perché avevate in ostaggio i miei amici, in circostanze diverse Vi avrei pugnalato con un bisturi e avrei gettato il Vostro corpo in una cloaca a marcire. Credete di essere stato un piacevole amante Girolamo? Ah!" rise "Vi prego! La Vostra verga è così minuscola che nemmeno mi ero accorta di averla dentro!" 
Girolamo avvampò di rabbia: "Attenta a quello che dite..." 
"Altrimenti?" lo sfidò lei "Voi non avete alcun potere su di me Girolamo, non lo avete mai avuto, spero che Vi sia chiaro. E se provate a toccarmi Vi butto giù dal dirupo e dirò che è stato un incidente."
Riario strinse i pugni, come si permetteva quella piccola insolente? Eppure quel rifiuto gli sembrò più invitante che mai. Sospirò, nervoso, si girò per nasconderle il rigonfiamento ben visibile dei suoi pantaloni, ma lei lo aveva già notato, e rise di nuovo.
"Santo cielo conte...a quanto pare sono io ad avere un certo potere su di Voi." disse Beatrice con una certa soddisfazione, dopo quello che lui l'aveva costretta a subire era piacevole pensare di essere più forte di lui.
Girolamo serrò la mascella, Beatrice aveva ragione, lei riusciva a scardinare ogni sua certezza, e questa cosa lo turbava, lo indispettiva e gli piaceva allo stesso tempo. Pensò a sua moglie Caterina Sforza, donna connubio di passione e freddezza, nonostante la sua bellezza e la sua forza non riusciva a sentirsi legato a lei, anzi cercava di starle lontano il più possibile. Da Beatrice invece non avrebbe voluto separarsi. In silenzio e con lo sguardo basso tornò a sedersi per terra. 
Dall'altra parte del dirupo Leonardo rifletteva sul tatuaggio di Zoroastro: "Come te lo spieghi?"
"Non me lo spiego." gli rispose l'amico.
"Ripensa a quando eri a Roma, forse c'è qualche dettaglio che ritieni irrilevante ma che invece ci può aiutare a capire." 
Zoroastro sospirò, si morse un labbro: "Forse c'è una cosa, si tratta di un uomo che ho conosciuto a Roma. Ho passato alcuni giorni con lui..."
"Un amante?" chiese Nico.
Zo fece una smorfia: "Cazzo no!"
"E allora chi era?" chiese Leonardo curioso.
Zoroastro fece per rispondere ma Ima intervenne: "Guardate amici miei, il sole è tornato. Possiamo raggiungere Beatrice e Girolamo." 
Il temporale si era placato e il cielo era tornato azzurro, tutti uscirono dal loro rifugio. 
Prima di avventurarsi sulla corda Leonardo guardò Zoroastro, sorrise: "Quando tutto sarà più tranquillo ci racconterai di quell'uomo, va bene?" 
Zo ricambiò il sorriso, ma sapeva che sarebbe stato un po' complicato parlare ai suoi amici di quei fatti di cui era stato protagonista a Roma anni prima.
 
 
 
 
Angolo dell'autrice: 
Il tatuaggio di Zoroastro mi affascina dalla prima stagione, così ho deciso di inserirlo.
E mi sembrava giusto rendere omaggio alla statuina di Cosimo De Medici, immagino la ricorderete. ^^
Un abbraccio!
VerdeIrlanda 
  
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