Fan
fiction made by Rhea & Becki ©
Le
parti contrassegnate con il color viola
rappresentano la storia dal punto di vista di Rhea,
mentre quelle in rosa
la storia dal punto di
vista di Becki. Buona lettura.
Questa
storia non è stata scritta a scopo di lucro, i Tokio Hotel
non mi appartengono e qualsiasi anlogia con fatti reali è
PURAMENTE casuale. Non intendo rappresentare fatti realmente accaduti.
Capitolo
2°:
Grand Hotel
Esplanade. Così si chiamava l’albergo in cui
avremmo alloggiato.
-Ci
separiamo adesso- mi dicesti prima di aprire la porta della
tua stanza.
Sorrisi.
-A
dopo- ti dissi facendoti l’occhiolino.
Cavolo
che camera!
Era
un sogno.
Le
pareti erano color pesca e la tappezzeria era color crema.
C’era
una grande letto ed una tv al plasma che si poteva
guardare tranquillamente seduti sul materasso.
La
vista dalla finestra era spettacolare.
Buttai
le valigie in un angolo della stanza e mi gettai di peso
sul letto.
Rimasi
non so nemmeno quanto tempo ad osservare il soffitto
bianco.
-Becki,
Becki, Becki... ci divertiremo...- dissi nel silenzio
della stanza, pensando al futuro incerto che ci aspettava.
Poco
dopo mi alzai ed entrai in bagno.
-Poi
dici che uno si inibisce qui dentro...- dissi tra me e me
guardandomi intorno e cercando di capire se quello era un bagno o una
suite.
Mi
feci una doccia e, appena uscita, mi avvolsi i capelli in un
asciugamano ed indossai i primi vestiti che trovai per venire da te.
Bussai
energicamente e tu, quando apristi la porta, scoppiasti a
ridere alla vista del mio enorme turbante verde in testa.
-Entra,
dai- mi dicesti facendoti da parte per lasciarmi
passare.
-Anche
tu non scherzi con l’arredamento...- dissi guardandomi
intorno.
-Rhea,
le stanze sono tutte uguali...- mi rimproverasti roteando
gli occhi e tornando alla tua valigia.
Scoppiammo
a ridere.
-Che
ne dici se iniziamo a prepararci?- mi domandasti poco dopo,
mentre io osservavo lo screen-saver del mio cellulare aspettando,
magari, di
ricevere una chiamata.
Alzai
lo sguardo e ti vidi tirar fuori dalla valigia un
completino intimo di pizzo nero.
Sgranai
gli occhi.
-Stasera si balla, tesoro!-
mi urlasti lanciandomelo in faccia.
-Non
credo che “ballare” sia il verbo
giusto…- mi dicesti
scrutando tra le mani il mio meraviglioso completino di cui ero tanto
entusiasta.
-Ma
infatti, prima si balla e poi…- dissi ammiccando.
-Ok,
ok ho capito, ho capito!- mi interrompesti ritirandomi il
completino.
-Ma…hai
intenzione
di andare al party in
intimo o ti scegli qualcosa anche per sopra?!-
-Mmm…meglio
questo rosso, o questo nero?- dissi scrutando i miei
due abiti migliori. Erano entrambi bellissimi…quello nero
pieno di strass,
lungo sopra il ginocchio a bretelline molto fine e ricamato di fili
color
argento, l’altro rosso,
invece,
era ornato di perline, una scollatura decisamente vistosa a V
mentre la schiena era in parte libera dove il tessuto formava una
fessura ovale
che partiva dalle spalle fino a poco sopra il sedere.
-Io
propongo il rosso…rosso Groupie…- mi suggeristi.
Avevi
ragione. Era l’ideale per cominciare.
-Già…ma
tu? Quando te lo levi quel bel turbante?- ti dissi
scherzosamente.
-Uh,
me ne ero
completamente dimenticata! Mi devo asciugare i capelli, e truccarmi e
vestirmi!- ti vidi veramente allarmata per niente…avevamo
tutto il tempo!
-Appunto,
ora vai nella tua stanza e ti prepari…Visto che sei
lenta!-
-Io
non sono lenta…!- replicasti.
-Ok,
Rhea. Non sei lenta. Hai ragione tu, ma ora va a
prepararti!- continuare a contraddirti non sarebbe servito a nulla,
quindi
decisi di tagliare sul nascere del
battibecco.
-Uff…!-
Risi
alla tua espressione
finta imbronciata. Alla fine eravamo solo due ragazze
ventenni…cioè,
tu eri ventenne, io avevo
da poco compiuto i miei diciotto anni.
-Allora
io andrei…-
-Ok,
vai a farti bella!- ti dissi strizzando l’occhiolino.
-Ma
io lo sono già, carissima!- dicesti mettendoti in posa da
fotomodella.
Non saresti cambiata mai.
La mia semplice e adorabile Rhea.
Entrai
nella mia stanza ed iniziai a disfare le valigie.
Quanta
roba avevamo portato, Becki!
Trucchi,
profumi, phon, piastre, smalti, vestiti, scarpe,
gioielli…
Che
confusione!!
Gettai
l’asciugamano dei capelli, ancora bagnato, sul letto
e mi pettinai
davanti allo specchio.
Diedi
un colpo di phon ed uno di piastra, salvo alcune ciocche
che lasciai mosse, ed iniziai a truccarmi.
Mentre
cercavo il rimmel nella mia borsetta dei trucchi il cellulare
squillò.
Balzai
in piedi di scatto e corsi a cercarlo nella confusione sul mio letto.
Come
ero disordinata!
“Mamy”
c’era scritto sullo screen-saver, illuminato, del cellulare.
Aspettai
dieci secondi, dopodiché risposi.
-Mamma?-
dissi con un filo di voce.
-Jè,
sei arrivata? Come è andato il viaggio?- mi domandasti con
un tono di voce tra
il gioioso ed il preoccupato.
Un
nodo mi si strinse in gola.
-Tutto
bene. Sono arrivata da poco- ti dissi.
Mi
sedetti pesantemente sul letto fissando il pavimento.
-Com’è
Madrid? Caotica? Ma con chi dividi la stanza?-
Quante
domande fatte.
Quante
risposte vere mai ricevute.
-Sono in stanza con una
ragazza spagnola. Si chiama Susan. Madrid è bella, mamma.
Domani mattina
inizierò a visitare bene la città- ti risposi.
Mi
morsi il labbro.
Odiavo
raccontare bugie.
Questa
però, era molto più di una bugia.
Ti
avrei mentito per non so nemmeno quanto tempo e tu non avresti mai
saputo la
verità.
-Va
bene… Hai preso tutto, sì?-
-Sì...-
-Ok
Jè. Allora ci sentiamo presto. Riposati, sarai stanca dopo
il viaggio...-
-Lo
farò, mamma-
-A
domani-
-Sì,
a domani-
Chiamata
terminata.
Guardai
ancora per qualche istante il cellulare, aspettando che si spegnesse la
luce
dello screen-saver, dopodiché lo rigettai nella confusione.
Dovevo
farmi forza.
Non
potevo permettermi di mollare tutto così.
Mi
alzai nuovamente e mi diressi in bagno per finire di truccarmi.
Quando
uscii dalla stanza mi scontrai con Becki, la mia carissima socia.
Mi
lanciasti un’occhiata al vestito.
-Rhea,
anche tu di rosso?- mi domandasti sorpresa.
-Già-
ti risposi facendo la vaga, poi mi voltai per chiudere a chiave la
porta della
mi stanza.
-C’è
qualcosa che non va?- mi chiedesti subito dopo.
Con
te era impossibile nascondere qualsiasi cosa.
-Ha
chiamato...- ti risposi fredda.
Mi
strofinasti una mano sul braccio e mi voltasti per guardarmi negli
occhi.
-So
che è dura- dicesti in un sussurro -Lo è anche
per me. Ma non possiamo gettare
la spugna ora. Ora che tutto è così vicino. Sento
già la loro puzza...- mi
dicesti scherzosamente facendo finta di annusare l’aria.
Feci
un risolino.
Non
so come avrei fatto senza le tue battutine che mi rallegravano ogni
qual volta
ero giù di morale.
-Grazie...-
ti dissi.
Mi
sorrisi sincera.
-Ora
andiamo. C’è un autista che ci aspetta qui
fuori...-
Aspettammo
per parecchi minuti quell’ascensore che sembrava non arrivare
mai e,
l’agitazione che era in
noi, ci portò alla più totale mancanza di
pazienza.
-Uffa,
ma quanto ci mette…- esclamasti guardandoti intorno e
battendo le tue lunghe e
curate unghie sulla pochette.
-Dai
calma Rhea…distendi i nervi e fai un bel
respiro…- ti consigliai simulando uno
di quei respiri profondi e liberatori.
Ridesti
alla mia strana espressione e mi contagiasti con quel tuo sorriso
dipinto di
rosso.
-Basta.
Io vado a piedi- ti
vidi incamminare verso le scale ormai troppo
impaziente.
-Guarda
che sono cinque piani!-
-Lo
so. Proprio per questo ti consiglio di darti una mossa o faremo tardi!-
-Io
aspetto l’ascensore!- mi
rifiutai alla tua proposta veramente troppo azzardata.
-Tu
vieni con me!- ritornasti verso di me da quei due gradini che avevi
appena
sceso e mi tirasti per un braccio lungo le scale.
Sicuramente
era stato abbastanza difficile farci ben cinque piani a piedi, ma
devo dire che la nostra scesa dall’ultima
scalinata, che dava sulla
hall, ebbe veramente un
grande
effetto. Mi sentivo come se fossimo due modelle, due
principesse, due Groupie.
Quei
pochi uomini di affari, che si stavano godendo un bicchiere raffinato
di
champagne al bar, si voltarono per guardare la nostra entrata
trionfale.
-Becki, perché
ci guardano
tutti?- mi sussurrasti all’orecchio.
-Perché
siamo belle, Rhea…-
Un
sorriso nel viso di entrambe per poi entrare nella parte. Una
serietà maliziosa
con tanto di sopracciglio alzato che decorava la nostra tipica
espressione da
“fatti-da-parte-che-passo-io”. Li stavamo snobbando
tutti, con i nostri dieci centimetri di tacco e gli strass
luccicanti, mentre un rosso porpora dipingeva le nostre labbra. Uno (*) sguardo fuggitivo ad
ognuno di loro per poi tornare a testa alta, ed avvicinarci al taxi che
fuori
ci attendeva.
-Arrivate...-
mi dicesti battendomi una mano sulla gamba ed aprendo lo sportello per
poi
uscire elegantemente dall’auto.
Prima
di scendere guardai fuori dal finestrino il locale dove, tra poco, io
e te
avremmo fatto la nostra entrata.
Si
chiamava “The sun of the night”.
L’entrata
era illuminata e, dal punto in cui mi trovavo, riuscivo a scorgere due
omoni
vestiti di nero con un paio di occhiali da sole sugli occhi, che fermavano
per almeno cinque minuti
ogni persona che volesse entrare nel locale.
Mi
bussasti dal finestrino, interrompendo così i miei pensieri.
-Rhea?-
Scossi
la testa e scesi anche io.
Pensare
troppo mi faceva male.
Avevo
come il presentimento che qualcosa, quella sera, non sarebbe andato
secondo i
nostri piani.
O
forse era solo una mia impressione. Sì, forse era
così…
Mi sistemai il vestito, che si era leggermente alzato, mentre stavo seduta in macchina, e ti seguii.
Continua...(*)= scusate ma questa parte in nero, non so perchè, non riesco a colorarla di rosa. Sappiate comunque che rientra nella storia dalla visione di Becki. Scusate per il disagio.
Perdonatemi anche per il fatto che ad un certo punto la scrittura diventa più piccola. Non riesco a farla stare tutta uguale. Spero che non sia un problema! Scusate ancora!
Rieccoci qui con il capitolo 2 di questa nuova FF!
Purtroppo le letture della FF, non hanno avuto l'esito che speravamo, perchè abbiamo ricevuto solo 3 recensioni, ma alla fine va bene, meglio di niente! Queste 3 sono importantissime per noi, perchè vuol dire che le lettrici credono in questa storia fin dall'inizio ed è una cosa bellissima!
Ci teniamo a ringraziarvi una per una ( anche se non sempre potremo farlo, motivo= scuola -_-'')
Meggyna: La mia cara Meg, che non manca mai all'appello XDDD davvero, mi fa piacere, troppo piacere, che te gusta anche questa nuova FF, totalmente diversa dall'altra! Spero di non deluderti * fa cerchi a terra con il ditino accucciata all'angoletto
Ti voglio bene <3 baci!
sunsetdream: bene, me fa piacere sapere che ti intriga l'inizio! il post è precisamente il sabato, una volta a settimana, eccetto casi speciali di intoppi! Grazie di apprezzare il nostro modo di scrivere ^^ baci!
SusserCinderella: Ehi! Rieccoti! Allora, sono contenta che ti piaccia la storia fin dall'inizio! Il fatto dei colori non riguarda la tua FF! Nemmeno mi ricordavo che fosse a colori! è solo che essendo in due, e volendo fare come due racconti della stessa storia però da angolazioni diverse, dovevamo distinguerle ed il grassetto o corsivo che sia non ci piaceva, così abbiamo scelto i colori! comunque non penso che l'abbia inventata tu questa cosa, credo che ce ne sono altre! ^^
continua a seguirci, un bacione ^^
alla prossima!!!
Becki & Rhea