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Autore: tokio miky    11/10/2008    1 recensioni
Un sogno che dopo anni diventa realtà. Becki & Rhea, due ragazze pressappoco vent'enni, riescono a diventare le groupies della rock band tokio hotel. Non sempre però la realtà della vita da star è sempre quella che vediamo esternamente, per questo la strada è tutt'altro che facile...
Genere: Suspence, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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-La vita vista dal Rosso-

Fan fiction made by Rhea & Becki ©

Le parti contrassegnate con il color viola rappresentano la storia dal punto di vista di Rhea, mentre quelle in rosa la storia dal punto di vista di Becki. Buona lettura.


Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, i Tokio Hotel non mi appartengono e qualsiasi anlogia con fatti reali è PURAMENTE casuale. Non intendo rappresentare fatti realmente accaduti.

Capitolo 2°:


Grand Hotel Esplanade. Così si chiamava l’albergo in cui avremmo alloggiato.

-Ci separiamo adesso- mi dicesti prima di aprire la porta della tua stanza.

Sorrisi.

-A dopo- ti dissi facendoti l’occhiolino.

Cavolo che camera!

Era un sogno.

Le pareti erano color pesca e la tappezzeria era color crema.

C’era una grande letto ed una tv al plasma che si poteva guardare tranquillamente seduti sul materasso.

La vista dalla finestra era spettacolare.

Buttai le valigie in un angolo della stanza e mi gettai di peso sul letto.

Rimasi non so nemmeno quanto tempo ad osservare il soffitto bianco.

-Becki, Becki, Becki... ci divertiremo...- dissi nel silenzio della stanza, pensando al futuro incerto che ci aspettava.

Poco dopo mi alzai ed entrai in bagno.

-Poi dici che uno si inibisce qui dentro...- dissi tra me e me guardandomi intorno e cercando di capire se quello era un bagno o una suite.

Mi feci una doccia e, appena uscita, mi avvolsi i capelli in un asciugamano ed indossai i primi vestiti che trovai per venire da te.

Bussai energicamente e tu, quando apristi la porta, scoppiasti a ridere alla vista del mio enorme turbante verde in testa.

-Entra, dai- mi dicesti facendoti da parte per lasciarmi passare.

-Anche tu non scherzi con l’arredamento...- dissi guardandomi intorno.

-Rhea, le stanze sono tutte uguali...- mi rimproverasti roteando gli occhi e tornando alla tua valigia.

Scoppiammo a ridere.

-Che ne dici se iniziamo a prepararci?- mi domandasti poco dopo, mentre io osservavo lo screen-saver del mio cellulare aspettando, magari, di ricevere una chiamata.

Alzai lo sguardo e ti vidi tirar fuori dalla valigia un completino intimo di pizzo nero.

Sgranai gli occhi.

-Stasera si balla, tesoro!- mi urlasti lanciandomelo in faccia.

-Non credo che “ballare” sia il verbo giusto…- mi dicesti scrutando tra le mani il mio meraviglioso completino di cui ero tanto entusiasta.

-Ma infatti, prima si balla e poi…- dissi ammiccando.

-Ok, ok ho capito, ho capito!- mi interrompesti ritirandomi il completino.

-Ma…hai intenzione di andare al party in intimo o ti scegli qualcosa anche per sopra?!-

-Mmm…meglio questo rosso, o questo nero?- dissi scrutando i miei due abiti migliori. Erano entrambi bellissimi…quello nero pieno di strass, lungo sopra il ginocchio a bretelline molto fine e ricamato di fili color argento, l’altro rosso, invece, era ornato di perline, una scollatura decisamente vistosa a V mentre la schiena era in parte libera dove il tessuto formava una fessura ovale che partiva dalle spalle fino a poco sopra il sedere.

-Io propongo il rosso…rosso Groupie…- mi suggeristi. Avevi ragione. Era l’ideale per cominciare.

-Già…ma tu? Quando te lo levi quel bel turbante?- ti dissi scherzosamente.

-Uh, me ne ero completamente dimenticata! Mi devo asciugare i capelli, e truccarmi e vestirmi!- ti vidi veramente allarmata per niente…avevamo tutto il tempo!

-Appunto, ora vai nella tua stanza e ti prepari…Visto che sei lenta!-

-Io non sono lenta…!- replicasti.

-Ok, Rhea. Non sei lenta. Hai ragione tu, ma ora va a prepararti!- continuare a contraddirti non sarebbe servito a nulla, quindi decisi di tagliare sul nascere del battibecco.

-Uff…!-

Risi alla tua espressione finta imbronciata. Alla fine eravamo solo due ragazze ventenni…cioè, tu eri ventenne, io avevo da poco compiuto i miei diciotto anni.

-Allora io andrei…-

-Ok, vai a farti bella!- ti dissi strizzando l’occhiolino.

-Ma io lo sono già, carissima!- dicesti mettendoti in posa da fotomodella.

Non saresti cambiata mai. La mia semplice e adorabile Rhea.

Entrai nella mia stanza ed iniziai a disfare le valigie.

Quanta roba avevamo portato, Becki!

Trucchi, profumi, phon, piastre, smalti, vestiti, scarpe, gioielli…

Che confusione!!

Gettai l’asciugamano dei capelli, ancora bagnato, sul letto e mi pettinai davanti allo specchio.

Diedi un colpo di phon ed uno di piastra, salvo alcune ciocche che lasciai mosse, ed iniziai a truccarmi.

Mentre cercavo il rimmel nella mia borsetta dei trucchi il cellulare squillò.

Balzai in piedi di scatto e corsi a cercarlo nella confusione sul mio letto.

Come ero disordinata!

“Mamy” c’era scritto sullo screen-saver, illuminato, del cellulare.

Aspettai dieci secondi, dopodiché risposi.

-Mamma?- dissi con un filo di voce.

-Jè, sei arrivata? Come è andato il viaggio?- mi domandasti con un tono di voce tra il gioioso ed il preoccupato.

Un nodo mi si strinse in gola.

-Tutto bene. Sono arrivata da poco- ti dissi.

Mi sedetti pesantemente sul letto fissando il pavimento.

-Com’è Madrid? Caotica? Ma con chi dividi la stanza?-

Quante domande fatte.

Quante risposte vere mai ricevute.

-Sono in stanza con una ragazza spagnola. Si chiama Susan. Madrid è bella, mamma. Domani mattina inizierò a visitare bene la città- ti risposi.

Mi morsi il labbro.

Odiavo raccontare bugie.

Questa però, era molto più di una bugia.

Ti avrei mentito per non so nemmeno quanto tempo e tu non avresti mai saputo la verità.

-Va bene… Hai preso tutto, sì?-

-Sì...-

-Ok Jè. Allora ci sentiamo presto. Riposati, sarai stanca dopo il viaggio...-

-Lo farò, mamma-

-A domani-

-Sì, a domani-

Chiamata terminata.

Guardai ancora per qualche istante il cellulare, aspettando che si spegnesse la luce dello screen-saver, dopodiché lo rigettai nella confusione.

Dovevo farmi forza.

Non potevo permettermi di mollare tutto così.

Mi alzai nuovamente e mi diressi in bagno per finire di truccarmi.

Quando uscii dalla stanza mi scontrai con Becki, la mia carissima socia.

Mi lanciasti un’occhiata al vestito.

-Rhea, anche tu di rosso?- mi domandasti sorpresa.

-Già- ti risposi facendo la vaga, poi mi voltai per chiudere a chiave la porta della mi stanza.

-C’è qualcosa che non va?- mi chiedesti subito dopo.

Con te era impossibile nascondere qualsiasi cosa.

-Ha chiamato...- ti risposi fredda.

Mi strofinasti una mano sul braccio e mi voltasti per guardarmi negli occhi.

-So che è dura- dicesti in un sussurro -Lo è anche per me. Ma non possiamo gettare la spugna ora. Ora che tutto è così vicino. Sento già la loro puzza...- mi dicesti scherzosamente facendo finta di annusare l’aria.

Feci un risolino.

Non so come avrei fatto senza le tue battutine che mi rallegravano ogni qual volta ero giù di morale.

-Grazie...- ti dissi.

Mi sorrisi sincera.

-Ora andiamo. C’è un autista che ci aspetta qui fuori...-

Aspettammo per parecchi minuti quell’ascensore che sembrava non arrivare mai e, l’agitazione che era in noi, ci portò alla più totale mancanza di pazienza.

-Uffa, ma quanto ci mette…- esclamasti guardandoti intorno e battendo le tue lunghe e curate unghie sulla pochette.

-Dai calma Rhea…distendi i nervi e fai un bel respiro…- ti consigliai simulando uno di quei respiri profondi e liberatori.

Ridesti alla mia strana espressione e mi contagiasti con quel tuo sorriso dipinto di rosso.

-Basta. Io vado a piedi- ti vidi incamminare verso le scale ormai troppo impaziente.

-Guarda che sono cinque piani!-

-Lo so. Proprio per questo ti consiglio di darti una mossa o faremo tardi!-

-Io aspetto l’ascensore!- mi rifiutai alla tua proposta veramente troppo azzardata.

-Tu vieni con me!- ritornasti verso di me da quei due gradini che avevi appena sceso e mi tirasti per un braccio lungo le scale.

Sicuramente era stato abbastanza difficile farci ben cinque piani a piedi, ma devo dire che la nostra scesa dall’ultima scalinata, che dava sulla hall, ebbe veramente un grande effetto. Mi sentivo come se fossimo due modelle, due principesse, due Groupie.

Quei pochi uomini di affari, che si stavano godendo un bicchiere raffinato di champagne al bar, si voltarono per guardare la nostra entrata trionfale.

-Becki, perché ci guardano tutti?- mi sussurrasti all’orecchio.

-Perché siamo belle, Rhea…-

Un sorriso nel viso di entrambe per poi entrare nella parte. Una serietà maliziosa con tanto di sopracciglio alzato che decorava la nostra tipica espressione da “fatti-da-parte-che-passo-io”. Li stavamo snobbando tutti, con i nostri dieci centimetri di tacco e gli strass luccicanti, mentre un rosso porpora dipingeva le nostre labbra. Uno (*) sguardo fuggitivo ad ognuno di loro per poi tornare a testa alta, ed avvicinarci al taxi che fuori ci attendeva.

-Arrivate...- mi dicesti battendomi una mano sulla gamba ed aprendo lo sportello per poi uscire elegantemente dall’auto.

Prima di scendere guardai fuori dal finestrino il locale dove, tra poco, io e te avremmo fatto la nostra entrata.

Si chiamava “The sun of the night”.

L’entrata era illuminata e, dal punto in cui mi trovavo, riuscivo a scorgere due omoni vestiti di nero con un paio di occhiali da sole sugli occhi, che fermavano per almeno cinque minuti ogni persona che volesse entrare nel locale.

Mi bussasti dal finestrino, interrompendo così i miei pensieri.

-Rhea?-

Scossi la testa e scesi anche io.

Pensare troppo mi faceva male.

Avevo come il presentimento che qualcosa, quella sera, non sarebbe andato secondo i nostri piani.

O forse era solo una mia impressione. Sì, forse era così…

Mi sistemai il vestito, che si era leggermente alzato, mentre stavo seduta in macchina, e ti seguii.

Continua...

(*)= scusate ma questa parte in nero, non so perchè, non riesco a colorarla di rosa. Sappiate comunque che rientra nella storia dalla visione di Becki. Scusate per il disagio.

Perdonatemi anche per il fatto che ad un certo punto la scrittura diventa più piccola. Non riesco a farla stare tutta uguale. Spero che non sia un problema! Scusate ancora!

Rieccoci qui con il capitolo 2 di questa nuova FF!
Purtroppo le letture della FF, non hanno avuto l'esito che speravamo, perchè abbiamo ricevuto solo 3 recensioni, ma alla fine va bene, meglio di niente! Queste 3 sono importantissime per noi, perchè vuol dire che le lettrici credono in questa storia fin dall'inizio ed è una cosa bellissima!
Ci teniamo a ringraziarvi una per una ( anche se non sempre potremo farlo, motivo= scuola -_-'')

Meggyna: La mia cara Meg, che non manca mai all'appello XDDD davvero, mi fa piacere, troppo piacere, che te gusta anche questa nuova FF, totalmente diversa dall'altra! Spero di non deluderti * fa cerchi a terra con il ditino accucciata all'angoletto
Ti voglio bene <3 baci!

sunsetdream: bene, me fa piacere sapere che ti intriga l'inizio! il post è precisamente il sabato, una volta a settimana, eccetto casi speciali di intoppi! Grazie di apprezzare il nostro modo di scrivere ^^ baci!

SusserCinderella: Ehi! Rieccoti! Allora, sono contenta che ti piaccia la storia fin dall'inizio! Il fatto dei colori non riguarda la tua FF! Nemmeno mi ricordavo che fosse a colori! è solo che essendo in due, e volendo fare come due racconti della stessa storia però da angolazioni diverse, dovevamo distinguerle ed il grassetto o corsivo che sia non ci piaceva, così abbiamo scelto i colori! comunque non penso che l'abbia inventata tu questa cosa, credo che ce ne sono altre! ^^
continua a seguirci, un bacione ^^

alla prossima!!!

Becki & Rhea


  
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