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Autore: tokio miky    02/10/2008    4 recensioni
Un sogno che dopo anni diventa realtà. Becki & Rhea, due ragazze pressappoco vent'enni, riescono a diventare le groupies della rock band tokio hotel. Non sempre però la realtà della vita da star è sempre quella che vediamo esternamente, per questo la strada è tutt'altro che facile...
Genere: Suspence, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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-La vita vista dal Rosso-

Fan fiction made by Rhea & Becki ©

Le parti contrassegnate con il color viola rappresentano la storia dal punto di vista di Rhea, mentre quelle in rosa la storia dal punto di vista di Becki. Buona lettura.


Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, i Tokio Hotel non mi appartengono e qualsiasi anlogia con fatti reali è PURAMENTE casuale. Non intendo rappresentare fatti realmente accaduti.

Capitolo 1°:

Andarcene.

Sì, andarcene.

Questa parola racchiudeva tutto quello che volevamo fare. Essere libere, andarcene da tutto e da tutti, senza persone che ti giudicano per le tue scelte e per quello che di nuovo vuoi provare. Perché ci siamo rese conto, io e te, che in questo mondo ci sono tante persone, oserei dire troppe, incapaci di credere, di sognare, di volare; loro non danno importanza a tutto quello che non è concreto e normale…loro vogliono la vita monotona e sono convinti che sia il giusto, così ti condizionano e ti costringono a tenere le tue ali chiuse, a farle restare piegate per sempre, e se decidi di volare beh…loro non ti insegneranno di certo…e dovrai fare tutto da sola. Ma io e te, Rhea, abbiamo capito cosa vuol dire aiutarsi, e lo stiamo facendo…stiamo andando incontro al nostro sogno che, con l’aiuto di un pizzico di fortuna, ha deciso di incrociarsi con la nostra strada…tanto da poter farci dire:

Sì. Siamo Groupies.

-Rhea?-

-Mh?- mi rispondesti in un mugolio…d’altronde cosa potevo aspettarmi? Eri concentrata sulla guida, ormai cinque ore alle spalle…erano parecchie per te.

-Non preferiresti fermarti una mezz’oretta, per riposarti? Oppure guido io….-

A quest’ultima frase non reagisti come al solito, ossia facendo finta di non ascoltarmi e tenendo le tue mani delicate fisse sul volante e i tuoi profondi occhi puntati sull’asfalto: ti girasti di scatto sollevando gli occhiali da sole, che ti coprivano gran parte del viso, sulla nuca, e sbarrando gli occhi.

-Cosa? Tu guidare? La MIA macchina? Ah! Questa è divertente!-

-Dai, si vede. Sei stanca, hai le occhiaie…-

Alla mia nota, rimettesti gli occhiali riconcentrandoti sulla guida. Mettevi spesso gli occhiali da sole, specialmente quando ti volevi chiudere in te stessa, quando c’era qualcosa che non andava e tendevi a non parlarne fino a che non ti sentivi di nuovo bene con te stessa e li risollevavi. Non lo facevi appositamente, né tanto meno per escludermi da qualcosa di tuo, il che mi sembra abbastanza improbabile visto che siamo cresciute insieme, era piuttosto qualcosa che io stessa avevo notato in te. Quel bisogno di estraniarti dal mondo per qualche minuto, e di sentirti protetta anche solo da una lente più scura, che non permettesse di scovare il tuo sguardo dall’altro lato, perché tu…TU puoi vedere tutto quello che accade. Gli altri NO…

Infondo è sempre stato il giudizio degli altri a condizionarti…scusa: a condizionarCi in tutto quello che facevamo. Con un sogno e un’ambizione come la nostra i giudizi erano molti, troppi, pesanti, dolorosi. Ci distruggevano, ma allo stesso tempo ci rendevano più forti. Forse è per questo che non ci siamo mai arrese, forse è per questo che adesso siamo su questa auto.

-Becki, penso proprio che ci concederemo una pausa tra poco- ti dissi qualche istante dopo, sbadigliando, con gli occhi ancora lucidi, coperti dagli occhiali.

-Che ti avevo detto io??- mi domandasti sgranando gli occhi e fissandomi altezzosa.

Sorrisi, ma sembrava più una smorfia.

Strinsi di più le dita al volante cercando di sorreggermi e restare lucida, ma sentivo le palpebre pesanti e molto probabilmente era meglio lasciare il posto di guida alla mia compagna. Rischiavamo di fare un incidente!

Rallentai e mi accostai lateralmente lungo la strada con la macchina.

Aprii la portiera e scesi.

Mi facevano male le gambe.

-Passo dietro- ti dissi aprendo la portiera posteriore.

Mi guardasti un istante allarmata, ma poi sorridesti come tuo solito e ti sedesti al posto di guida sbattendo forte la portiera.

Non la sentii nemmeno. Mi ero già addormentata.

Tra le varie tracce che stavano scorrendo alla radio già da un po’, partì d’improvviso “Frei im Freien Fall”…ti penso, e comincio ad intonare quelle note che per noi volevano dire così tanto, in così poche righe:

Voglio esser solo libero,
ancora una volta esser libero,
solo una volta esser libero.
Io mi lascio cadere.

Già…essere libere…

Credo di aver esagerato un po’ con il volume e, dopo ben due ore e mezza di sonno, la canzone ti svegliò.

-MMMMHHHH!- ti lamentasti portando un braccio sopra agli occhi ribelli alla luce. Ti vidi dallo specchietto retrovisore, ed era una scena davvero spassosa.

-Oh, scusa! Ti ho svegliata!?- domandai con falsa innocenza.

-Stronza!- mi urlasti in faccia girandoti sull’altro fianco e, probabilmente, riprendesti sonno all’istante. Il viaggio ci stava davvero stancando, ma ci avremmo dovuto fare l’abitudine.

Sistemai gli occhiali da sole e ripresi a canticchiare sottovoce “Frei im Freien Fall”, stavolta attenta a non svegliarti.

Sembravi quasi innocente quando dormivi…

Frenasti di brusco all’improvviso e sbattei la testa al sedile su cui eri seduta.

-Becki.. se quando scendiamo trovo un solo graffio, sappi che non la passerai liscia..- brontolai qualcosa del genere, ma non avevo la forza nemmeno per aprire gli occhi.

-Tranquilla, c’è un idiota davanti a noi, ma la macchina è intatta- mi dicesti smettendo di cantare non so nemmeno quale canzone.

-Bene..- e mi girai dall’altra parte.

Quindici ore di viaggio.

Quindici ore di guida tra me e te che ci davamo il cambio.

Per un totale di sette ore e mezza di guida a testa.

Eravamo arrivate a Berlino… credo…

-Dammi qui…- mi dissi bruscamente assonnata dai sedili posteriori, facendomi prendere anche un bello spavento. Non era esattamente una bella visione vederti appena sveglia!

Erano circa cinque minuti che mi rigiravo la cartina tra le mani mentre continuavo a guidare. Avevo spento la musica e tolto gli occhiali…dovevo capire dove si trovasse il nostro maledetto hotel.

-Ehi, guarda che so benissimo vedere da sola…- ti dissi altezzosa. Detestavo quando mi trattavi come una di due anni più piccola, nonostante lo fossi davvero.

-Lascia vedere a me. Se dovessimo affidarci al tuo senso dell’orientamento finiremmo in Cina…- sorridesti tu stessa della tua sarcastica battuta, mentre dai sedili posteriori passasti al sedile vicino a me senza scendere…

-Fai attenzione, grazie! Io starei guidando!- ti rimproverai mentre mi continuavi a dare gomitate non proprio leggere. Mi ignorasti alla grande e prendesti posto.

Ti vidi scrutare assorta la cartina. Mi fissasti. Scoppiasti a ridere in una fragorosa risata di cui non trovai il senso.

-Che c’è?!- chiesi scocciata ma senza ottenere risposta…

-La cartina…ahahah…E’ sottosopra…-

Ops…Mi sa che avevi ragione…Saremmo potute finire in Cina.

-Allora…Noi siamo qui…- pensasti ad alta voce con il dito che scorreva sulle varie vie di Berlino.

-Svolta a destra a quel semaforo laggiù…-

Bene, c’eravamo quasi allora.

-Quasi arrivate..- mi dicesti rallentando poco dopo.

Guardavo fuori dal finestrino la nuova città, assorta tra i miei pensieri e le mie paure.

-Mai stata prima d’ora a Berlino...-

-E’ proprio questo il bello, Rhea-

Ti sorrisi.

Mi intrigava il fatto di stare in una città nuova e di sapere che presto sarei stata anche in compagnia di gente nuova.

Ci fermammo dopo cinque minuti ed io mi voltai verso di te prima di scendere dalla macchina.

-Solo una cosa, Becki- dissi.

Ti voltasti e ci guardammo negli occhi.

-Stiamo attente- mormorai ed abbassai lo sguardo.

-Hai paura?-

-Un po’..-

Ci abbracciammo.

Adesso iniziava tutto.

Continua...


Bene, ciao a tutti! Rieccomi qui con una nuova fan fiction! Anzi...sta volta, c'è una novità! Questa FF, La vita vista dal Rosso, è scritta da me e da un'altra mia amica. ( la Rhea in questione!) Spero che abbiate capito che la parte in rosa è la storia vista da Becki, mentre la parte in viola, è la storia come la vede Rhea. Mi auguro che dopo "Te lo giuro" (ancora in scrittura) apprezzerete e seguirete anche questa storia! Vi assicuro che i colpi di scena non mancheranno!!! Commentate in tanti, anche negativamente se non vi piace, accetto tutto, consigli critiche e giudizi!

Un bacio, e al prossimo capitolo!

Becki...& Rhea!

  
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