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Autore: Gufo di ebano    10/10/2014    1 recensioni
"Ho ucciso intere famiglie per te, ho abbandonato tutto quello che avevo per seguirti, è adesso mi lasci così? "
"Ertas...io non ti ho mai amato"
Tre ribelli in un mondo di ingiustizie.
Un tiranno da uccidere.
Un amore da salvare.
Senza regole, senza pudore, senza morale.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Le due gemelle si svegliarono in un prato. Due neonate senza un'identità, senza un nome. Guardavano ammirate il bosco, un intrico di alberi e fiori selvatici, ma qualcosa
non andava. Due linci dagli occhi verdi venivano verso le neonate; le bambine svenirono, così non poterono vedere che i due animali le portavano in una tana.


Dektera urlò... 'All'attacco!'. La carica partì dalla piccola collinetta che avevano scelto. Dektera saltò giù da Sherar, e falciò i tre soldati che le si paravano davanti. Evitò un affondo da dietro e con una piroetta la spada disegnò un florilegio fino agli spallacci dell'avversario, che finì per terra; saltò di nuovo in groppa al Mutaforma e si diresse verso le prigioni. Con una spallata abbattè la porta di legno marcio e bastarono pochi colpi di spada per tagliare le catene dei prigionieri, che derubarono l'armeria della prigione e uscirono prendendo di sorpresa i soldati. In pochi minuti se ne andarono dal villaggio, reclamando per se una parte di Glader. Ogni singolo villaggio era importante per avvicinarsi a Shira.

Shira non aveva abbandonato la speranza, anche se il boia oramai la torturava più volte al giorno; la sua schiena era deturpata da profonde ferite e croste scure.  Se aveva pouto sopportare le prime torture, ora anche stare da sola le procurava dolore; le croste si rompevano esponendo la pelle viva all'aria congelata del carcere, le mani martoriate dalle pinze erano piene di segni sanguinolenti, e dai polsi e dalle caviglie stillavano gocce di siero e sangue. Provare a liberarsi non era servito a niente... le mani non sarebbero passate nelle manette nemmeno se ci fosse stato solo l' osso, e le cavigliere la stringevano così tanto da formare vescicole dolorosissime che esplodevano lasciando colare il liquido per terra.        
Un rumore l' aveva svegliata; era la sua razione di cibo. Oggi le era capitata mezza pagnotta dura come un sasso e una zuppa stopposa di colore verdastro. Avrebbe dovuto aspettare per mangiare fino a quando il boia non l' avesse torturata. Forse c'era ancora speranza... e quella speranza era nei suoi vestiti. Un insettino. ' Gherar!'

Kaira si agitava nel suo letto, insonne. Era in una battaglia, e in mezzo all'aria fumosa e maleodorante c'era Harer, sorridente. Ma al posto di abbracciarlo Kaira non aveva potuto far altro che vedere la testa dell'uomo cadere a terra, tranciata da un altra persona. Si era girata, e dietro ad Harer c'era lei, con gli occhi cerchiati dalle notti insonni ed un pugnale in mano. La ragazza si svegliò. I suoi incubi tornavano a tormenterla ogni sera; il giorno Kaira non era più una ragazza spensierata e felice... Quello che vedeva allo specchio non era più  lei. Adesso il suo aspetto poteva assomigliare a un fantasma; gli occhi cerchiati di nero, le pupille dilatate, la pelle bianca come alabastro la facevano sembrare un cadavere.                    
Non ce la faceva più. Prese una sacca, i sandali, il mantello e i suoi cari pugnali e la spada... La spada sarebbe stata il ricordo di Harer. E Kaira adesso non era altro che un puntino nel nero della notte.

Dektera rifletteva nella sua stanza; Mannas era in mano loro, ma oltre ad aver liberato i prigionieri delle terre del Nord i ribelli non avevano conquistato nessun pezzo di territorio concreto... Perchè era così  difficile? Se avesse conquistato Hetra lo avrebbe fatto a costi di vite umane, ma la notizia della scomparsa di Shira avrebbe potuto trapelare da un momento all'altro, e i ribelli si sarebbero demoralizzati lasciando terreno facile per il nemico. Poteva fare una sola scelta. Forse avrebbe lasciato allo
sbaraglio i ribelli, ma se la ricompensa era rivedere Shira sarebbe partita... Hetra la aspettava.

Le due neonate erano state allevate da una famiglia vicino al bosco, composta da marito e moglie. Lei passava il tempo a cucire e badare agli animali, e lui coltivava la terra... ma nel tempo libero insegnava alle bambine l'arte della guerra, con spade di legno e lance finte. Se l'avrebbe scoperto sua moglie di sicuro lo avrebbe lasciato, ma le due bambine ( che avevano solo cinque anni) si dimostravano promettenti per difendere la campagna. Il vecchietto rise. non era da lui fare discorsi a lungo termine. Un secondo dopo il suo corpo era riverso a terra in una pozza di sangue. Le bambine urlarono.
  Nda: chiedo scusa a tutte le persone che seguono le storie di Kaira, Dektera e Shira, ma in questi giorni non penso di poter riuscire a pubblicare un altro capitolo...  Ho una specie di blocco ( e chi scrive lo sa bene!)... Spero che passi!
   
 
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