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Autore: A ticket to another world    10/10/2014    1 recensioni
" La vostra definizione di serata romantica sono: dolci, pizza e coccole su un divano davanti un televisore a guardarvi disney channel e cose del genere” dice lei guardandomi con aria interrogativa."
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" “ Nemmeno ti immagini quanto sei carina quando sei gelosa”
“ Oh si lo immagino” dico io baciandolo.
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Mi prese la mano e mi trascinò fuori dalla pista. Mi levai i pattini e mi infilai le mie amate Jordan blu. Mi prese a sacco di patate e la gente ci guardava e sorrideva. Un signore mi fece l’occhiolino e io feci cenno ok con il pollice.
Andammo dietro il palaghiaccio e io stavo contro il muro e lui davanti a me. Momento tra me e lui. Era arrabbiato. E ci credo! Lo sarei stata anche io.
“Dimmi per favore che mi ami. Dimmi che sono l’unico. Dimmi che non mi lascerai. Dimmi che mi ami più di ogni altra cosa al mondo. Che sono il tuo migliore errore. Dimmi due parole e 5 lettere e sarò tuo per sempre” disse lui guardandomi negli occhi. Era troppo cucciolo. Era adorabile. Mi avvicinai ad un millimetro dalle sue labbra.
“ Ti amo” gli sussurrai sulle sue labbra. Ci baciammo
“ Adesso sei mio
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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“ forse ha smesso di farlo ma questo non vuol dire che ha perso il vizio” Cher era dietro la porta ad ascoltare questa conversazione con Riker e Ross. Non poteva credere che Riker. Riker Anthony Lynch non le credeva. Credeva ancora che Cher si tagliava. E questo le faceva così tanto male al cuore. “ Lei è forte. Lo è sempre stata. Conosce i suoi limiti e a volte certo può andarci oltre ma rimane sempre una brava persone” lo convince Ross. “ E allora secondo te perché a scuola la chiamano ‘the bad girl’?” Aveva ragione diamine. La ‘ bad girl’. I suoi amici le avevano addirittura dedicata una canzone. “ Good Girl” e Ashton le promise che quando aveva scritto la canzone pensava a lei e che quella canzone sarebbe diventata famosa. Cher presa dalla rabbia spalanca la porta. Non era in lacrime come nei film o nei libri. No era arrabbiata. Ribelle, scontrosa, acida, maleducata, tutto in una sola volta. La sua energia si accumulava negli anni, finché un giorno improvviso la emane provocando effetti disastrosi. Come i vulcani. Scuote la testa, prende il giacchetto di pelle sulla sedia e guarda con aria disinvolta, ma arrabbiata allo stesso tempo, Riker. E esce dalla porta d’entrata sbattendola appena uscita. I suoi tacchi con le borchie si sentivano da dentro casa. Era così debole che non parlava con nessuno. Tutti la vedevano arrabbiata e per i corridoi ognuno si scansava da lei. Un giorno, ritrovò nella stanza dei suoi genitori una lettera. Il giorno del suo compleanno gli diedero quella lettera. “ Cara Cher, hai 12 anni e ormai sei cresciuta. Noi ti amiamo e ti volgiamo bene. Sappiamo che ormai sei solamente legata alla musica e vogliamo che in futuro diventi una brava cantante come hai sempre voluto. Ma ricordati sempre di una cosa. Ovunque tu sia, a scuola, a casa tieni la testa alta, di la verità a te stessa e ricordati che sei sempre amata da qualcuno.” POV CHER Le mie lacrime scorrevano veloci. Come un fiume. Ripiegai la lettera ormai gialla nel cassetto e scesi di fretta le scale. Andavo dall’unica persona che mi amava dall’unico momento. Non sto parlando di chi voi pensiate di cui io stia parlando. Entrai in camera, guardai il volto e poi lo abbracciai. Indovinate chi era? Mio fratello. Mi aveva fatto da madre e da padre. Mi aveva accettato per quella che ero.Gli sussurrai qualcosa all’orecchio e lui rimase un po sorpeso ma poi annuì un po titubante. Uscì di fretta da casa. Camminavo con le cuffie all’orecchio e mi fermai davanti ad una vetrina. Chiamai Violet e lui non tardò a rispondere. “ ciao Ch--” “ VIOLET SBRIGATI A VENIRE AL MOLER STREET” gli dico io urlando. Stava scendendo le scale. La sentivo dai passi che faceva. “ Cher dove vuoi andare a parar-” “ CIAO VIOLET!” dico attaccando. Arriva dopo 10 minuti. “ per poco non mi fermava la polizia. Perchè mi hai portata qui?” Gli indico la vetrina. “ VUOI FARTI UN TATUAGGIO?!” mi chiede eccitata. “ si ma datti una calmata” gli dico fermandola con le mani. SPAIZO AUTRICE: Scusate il enorme ritardo e la lunghezza della storia
   
 
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