Anime & Manga > Code Geass
Segui la storia  |       
Autore: Kisuke94    10/10/2014    1 recensioni
Lo Zero;Requiem è riuscito a portare stabilità all'interno di Britannia e del mondo intero, ma non nella mente e nel cuore di Suzaku. Egli si appresta a fronteggiare una minaccia sconosciuta che potrebbe minare tutto ciò che lui e Lelouch hanno costruito.. immergiti in un'avventura ricca di mistero e di domande sul passato, sul presente e sul futuro del mondo e della razza umana!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kallen Stadtfeld, Kururugi Suzaku, Lelouch Lamperouge, Nunnaly Lamperouge, Sorpresa
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Sono passati ormai dieci anni dalla dipartita dell’ultimo imperatore di Britannia, l’imperatore folle; dalla morte di Lelouch. Il mondo da allora è un posto migliore: le persone vivono in armonia tra loro, senza guerre né lotte per la sopravvivenza. Lo Zero;Requiem ha dato alla fine i suoi frutti eppure non riesco più a dormire. Ho ucciso il mio miglior amico, ho accettato la condanna di essere Zero e di rinunciare alla mia vera identità.. Dovrei essere felice di aver fatto del mondo un posto migliore ma, allora, cos’è che mi turba?”
 
Con queste parole Suzaku si allontanò dalla finestra che mostrava lo skyline di Parigi. In lontananza la Tour Eiffel, illuminata come sempre calata la sera, torreggiava sul Campo di Marte e presenziava immobile sulla riva del Senna. Indossava abiti civili e nascondeva, sotto un foulard, una cicatrice profonda che percorreva quasi interamente il collo, altrimenti perfetto, del ragazzo. Spostandosi all’interno della stanza stava cercando di dare una spiegazione plausibile a ciò che era accaduto nelle ultime ventiquattr’ore. Si portò la mano al mento e, con lo sguardo incupito, sfiorò lentamente il labbro inferiore. Sulla scrivania, di legno antico, con un rifinito cristallo che percorreva tutta la base superiore, c’era la maschera di Zero, quella che aveva indossato quel giorno. Era ancora visibile sulla parte sinistra, ormai indelebile, il segno del patto stipulato col sangue, al quale aveva costantemente tenuto fede senza mai esitare. Il Geass imposto da Lelouch, che si era imposto. Non aveva smesso di fissarla dal giorno precedente, quando tutto ebbe inizio.
Si avvicinò e prese il casco tra le mani. Lo girò e iniziò a fissare la luce verde che non smetteva di lampeggiare sulla parte inferiore dello specchio oculare sinistro. Non ne aveva fatto parola con nessuno, non potendo in alcun modo venir meno al voto. Gli ex membri dei Cavalieri Neri, Kallen in primis, avevano provato più volte a scoprire la sua vera identità, fallendo ogni volta. Rimasero poi sorpresi per l’inatteso scioglimento dell’Ordine da parte di Zero tre anni dopo la liberazione di Britannia. Aveva a lungo riflettuto su quella scelta, e gli era sembrata la cosa più ovvia da fare. Naturalmente aveva proposto ai Cavalieri di continuare a combattere per la giustizia proponendosi come Soldati volti alla difesa dei più deboli e del loro paese, ma molti decisero di deporre per sempre le armi e dedicarsi alla famiglia. Per questo Suzaku preferì seguire da solo le tracce che portavano direttamente in Francia. Quella luce, infatti, altro non era che un trasmettitore a lungo raggio, e qualunque fosse la fonte di quel segnale era lì, a Parigi. Si trovava ad affrontare così una situazione alquanto strana, le cui dinamiche e i fini gli erano del tutto ignoti. Innervosito, quindi, tamburellò con le dita sulla parte anteriore della maschera, tenendo il tempo del lampeggiamento: due rapidi e uno prolungato.
 
Il giorno precedente, quando la ritrovò all’interno di un armadio a parete, nascosto da ante di legno che si ripetevano lungo tutto il muro perimetrale della stanza, ne era rimasto indispettito. Suzaku, infatti, non ricordava di aver riposto lì, tantomeno di aver tenuto con sé, la maschera; soprattutto in un luogo simile, all’interno della casa vittoriana che gli era stata donata dalla Governatrice Nunnally. Sfiorò lentamente l’anta prima di aprirla con rigidità, per poi scoprire l’artefatto. La prese con delicatezza e la portò al volto. Sussultò, allontanandosi dalla parete lasciando cadere la maschera sulla moquette rosso cremisi. La vide rotolare su se stessa, poi si abbassò e la prese di nuovo.  Portandola al volto le emozioni di quel giorno riaffiorarono prepotenti e lo colsero alla sprovvista. Ripresa, però, notò una spia verde smeraldo che lampeggiava sulla parte inferiore dell’interno della maschera. Non capiva come fosse arrivata lì, chi avrebbe potuto portarla in quella stanza, ma cosa che ancor più non gli era chiara, era la natura di quella luce.
 
Suzaku ritornò al presente, fece una smorfia e ripose la maschera sulla scrivania quando il cellulare iniziò a squillare. Il numero non era riportato, al suo posto la scritta: UNKNOWN.
 
“Come se non bastassero le stranezze in questa storia” pensò il ragazzo, ruotando lo sportello del suo cellulare. La chiamata era partita, ma un silenzio inquietante seguì i pochi secondi che passarono prima che una voce meccanica iniziò a pronunciare una serie di numeri in sequenza rapida, ripetuti ogni sei. Suzaku si pietrificò, non sapeva se quello era uno scherzo o meno, ma in entrambi i casi quella situazione non gli piaceva e, lentamente, capiva che stava precipitando. Si lanciò verso la scrivania, con gli occhi sgranati; cercò in fretta un foglio di carta e una penna nel cassetto sottostante. Prese entrambi e iniziò a segnare i numeri nonostante un’interferenza continuava a disturbare gli ultimi due. Suzaku provò a prestare orecchio alla registrazione e lentamente decifrò anche i rimanenti. Alzò il foglio e mollò la presa del cellulare conquistato ormai da quella serie inspiegabile di numeri; la conversazione rimase attiva finché, a contatto con la moquette della stanza, non si chiuse lo sportello. La linea si interruppe.
48 51 29 2 17 40
Lentamente, continuando a scrutare quelle cifre, girò il tavolo sagomando lo stesso con la mano destra in cerca del “percorso”. Prese poi la sedia e la tirò a sé. Si accomodò, ripose il foglio sulla scrivania e, con mani congiunte sotto il mento, stava lentamente venendo a capo della questione.
 
“Chissà Lelouch in quanto avrebbe risolto questo enigma. Accidenti!” pensò, stirandosi sulla sedia in camoscio verde acqua. Ripensò ai bei tempi andati, quando lui e Lelouch non erano altro che ragazzini, lontani dall’essere Zero e il Knight of Rounds dell’imperatore. Spesso cadeva in flashback che lo rapivano completamente, era a causa di questi che aveva chiuso i contatti col mondo esterno. Ultimamente, però, non gli capitava spesso di soccombere sotto la morsa del passato; più tempo lo divideva da questo, più tonava a vivere. Sempre che quello fosse vivere, dato che Suzaku Kururugi era morto prima ancora dell’imperatore. Riaprì gli occhi e mise a fuoco il soffitto della stanza, che notava solo ora; c’era un autentico mappamondo esteso per tutta la lunghezza della stanza. “Francesi!” si disse, poi strizzò gli occhi, rifletté, e fissò di nuovo il soffitto. «Ma certo, che stupido sono stato, sei numeri! Deve per forza essere così!»
 
Riportò lo sguardo sul foglio, prese la mappa di Parigi che aveva portato con sé dal Giappone, e vi appuntò i numeri sull’angolo superiore, per poi cerchiare una zona ben precisa di Parigi. Sorridendo, si alzò e uscì di corsa, infilando un cappotto marrone, cappello e occhiali per evitare di farsi riconoscere, stringendo forte la mappa nella mano destra. Si lasciò alle spalle la maschera di Zero, il suo passato e i flashback che tormentavano la sua psiche, per far luce su quello che stava accadendo; preso ormai da un’avventura che non lo vedeva nei panni del paladino degli Eleven, non più ormai.
Il palazzo dove alloggiava Suzaku dava praticamente sulla rotatoria antistante il palazzo di Chaillot. Questo era costituito da due grandi ali a forma di arco allargato, separate da un ampio piazzale che offriva una spettacolare vista verso la Torre Eiffel, situata sull'altro lato della Senna. Il giovane uscì fuori assicurandosi di coprire quanto più possibile il volto col cappotto. Si guardò intorno poi, disinvolto, proseguì in direzione del piazzale, seguendo il marciapiede destro della rotatoria. Attraversò la strada e arrive al centro delle due ali, a sinistra aveva l’ingresso al teatro nazionale che prendeva il nome proprio dal palazzo, e alla sua destra c’era l’entrata di quest’ultimo. Dinanzi a lui si ergeva in tutto il suo splendore una Tour Eiffel gremita di luci e instancabilmente in moto,sin dai tempi della sua costruzione. Era diversa da come era riportata sui libri scolastici dell’istituto Ashford, ma Suzaku non vi presto attenzione, cercò invece un varco attraverso la miriade di turisti che popolava il piazzale, la gente ormai aveva ripreso l’abitudine di viaggiare, e di visitare luoghi lontani e privi di conflitti.
“Lelouch sarebbe irritato e felice di questo” pensò in un sorriso sincero. Diede un’ultima occhiata alla mappa, al cerchio vicino alla Senna. Alzò poi lo sguardo, ancora una volta rapito, verso la struttura in lontananza.
«È lì che devo andare» pronunciò ad alta voce. «La Torre è il prossimo indizio!»
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Code Geass / Vai alla pagina dell'autore: Kisuke94