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Autore: Placebogirl_Black Stones    11/10/2014    2 recensioni
Vi è mai capitato di inabissarvi nella cultura giapponese e scoprire che la maggior parte delle leggende di questo popolo sono macabre all'inverosimile?
Bene, adesso prendete Zoro e Nami e catapultateli dentro a queste leggende!
Lo sentite questo ticchettio?
Sono i vostri denti che battono!
(ATTENZIONE: la fic può essere letta anche da coloro che odiano lo zonami dal momento che in questa raccolta non saranno una coppia ma semplicemente i personaggi che interpretano le storie!)
* Raccolta di One-Shot *
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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TEKE-TEKE

La campanella aveva finalmente suonato le tanto agogniate tre del pomeriggio.

Quella soffocante permanenza a scuola poteva dirsi definitivamente conclusa.

Odiava starsene ore chiuso in quell’aula ad ascoltare le ciarlatanerie di professori troppo sicuri di sé, specialmente se fuori la primavera iniziava a mostrarsi nel pieno del suo splendore.

Amava starsene all’aria aperta, nei grandi parchi ornati dai ciliegi in fiore, praticando esercizi di kendo con la katana bianca che aveva avuto in dono dal nonno.

Buttò senza cura i libri nella valigetta, fuggendo dall’aula.

In nemmeno cinque minuti si trovava già nel cortile dell’istituto, dopo essersi fatto 4 piani a piedi.

Ghignò soddisfatto, portandosi la valigetta su una spalla e incamminandosi verso il cancello aperto che dava sulla strada.

Casa sua non era distante, gli sarebbe bastato poco per raggiungerla, cambiarsi, prendere la katana e andare al parco che frequentava fin da bambino.

Pregustava già l’odore dei fiori di ciliegio, che erano stati disposti in due file parallele e lineari anche lungo il viale della scuola.

Si perse ad osservarli, mentre gli studenti gli passavano accanto uno dopo l’altro.

In pochi minuti la scuola rimase deserta.

Fu allora che un rumore distinto, riecheggiante in tutto quel silenzio, arrivò alle sue orecchie.

Proveniva chiaramente dalle sue spalle.

Pensò che si trattasse di qualcuno che stava aprendo il lucchetto della propria bicicletta, desideroso come lui di andarsene da quell’inferno giornaliero.

Il rumore, però, persisteva, diventando sempre più insistente.

Era come un fastidioso ticchettio, simile allo zampettare di un cane su un pavimento lucido.

Si girò, più per fastidio che per curiosità, guardandosi intorno alla ricerca dell’ideatore di quel suono.

L’unica cosa che vide fu una ragazza affacciata ad una delle finestre del terzo piano, con le braccia appoggiate sul davanzale, che osservava il mondo al di fuori.

Il fastidio scemò davanti alla sua naturale bellezza.

Pelle diafana, corpo formoso (troppo per quell’uniforme striminzita), capelli rossi e fluenti.

Non l’aveva mai notata prima, ma la cosa non lo stupì più di tanto: non era uno che passava le sue giornate a guardare le sottane di ogni ragazza che si trovava davanti.

Non che non fosse attratto dal genere femminile, e nemmeno che non piacesse a quest’ultimo, solo preferiva pensare ad altre cose.

Doveva però ammettere che quella ragazza era davvero stupenda, difficilmente sarebbe passata inosservata anche in un corridoio pieno di gente.

Ma cosa ci faceva ancora in classe?

La campanella era suonata da un pezzo, e la scuola avrebbe chiuso fra un’ora.

Che si fosse dimenticata qualcosa e fosse tornata a prenderlo?

In quel caso, non le serviva restare affacciata alla finestra a godersi il panorama di un istituto superiore vuoto.

Mentre si faceva tutte queste domande, la ragazza spostò lo sguardo su di lui.

Rimasero a guardarsi per un po’, senza dire nulla.

Lui non era un tipo cordiale ed espansivo, lei sembrava piuttosto solitaria e taciturna.

Poi, la ragazza gli rivolse un sorriso dolce, stringendosi le braccia intorno al corpo.

Senza nemmeno il tempo di batter ciglio, la vide precipitare dalla finestra a gran velocità, come un asteroide che colpisce terra.

Fu allora che si accorse di un particolare che lo fece raggelare.

La ragazza era totalmente priva della parte inferiore del corpo.

Come poteva una simile persona frequentare il suo stesso liceo, e per di più affacciarsi a una finestra come se nulla fosse?!

Gli sembrava di essere improvvisamente vittima di un orrendo incubo al quale gli era impossibile sottrarsi.

Avrebbe voluto andarsene via, ma le sue gambe si erano come bloccate, i piedi incollati al suolo.

Per di più, quella ragazza poteva essere morta, e andarsene fingendo indifferenza era un gesto meschino.

La giovane, però, era tutt’altro che deceduta, e ne ebbe presto la prova.

Si risollevò da terra, facendo forza sui gomiti, iniziando ad avvicinarsi sempre di più a lui correndo su questi ultimi.

Era una scena raccapricciante.

Eppure lui restava lì, immobile.

Di nuovo il suono di poco prima arrivò alle sue orecchie.

Teke teke teke teke

Gli fu chiaro da dove provenisse: era il suono che facevano i gomiti della ragazza appoggiando a terra.

In pochi secondi lo raggiunse, balzando sopra di lui.

Si ritrovò a terra con sopra di lui la ragazza, o almeno quello che ne restava.

La vide estrarre dal nulla più assoluto una falce, di quelle che si vedono solo nei film dell’orrore, con la quale sferrò un colpo preciso.

Un dolore lancinante, un grido che nessuno sentì.

Le sue gambe non c’erano più.

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Lo so, questa è breve ma anche la storia in sé non è complessissima, quindi era piuttosto difficile darle una caratterizzazione profonda. Spero vi sia piaciuta comunque!
Metto come solito delucidazioni sulla leggenda:

 
Teke-teke è una leggenda metropolitana giapponese, riguardante una ragazza che saltò o cadde sopra i binari e fu tagliata a metà dal treno in arrivo. La storia narra di un ragazzo che andando via da scuola, sentì un rumore alle sue spalle. Voltandosi vide una bella ragazza affacciata ad una finestra. La giovane aveva le braccia posate sul davanzale, e lo fissava. Quando si accorse di essere osservata, la ragazza sorrise e strinse le braccia intorno al corpo. All'improvviso, cadde dalla finestra ed atterrò sul suolo. Il ragazzo realizzò con orrore, che lei aveva perso la parte inferiore del corpo. La ragazza iniziò ad avvicinarsi a lui, correndo sui gomiti e producendo un rumore simile ad un teke-teke-teke. Il ragazzo provò a camminare, ma congelato dalla paura non si mosse. In pochi secondi, lei fu sopra di lui, estrasse una falce tagliandolo a metà e rendendolo come lei. Si dice che i malcapitati che vengano uccisi in questo modo diventino teke-teke a loro volta.

 

Mancano ancora due, forse tre leggende (devo vedere) e poi la raccolta sarà conclusa!

Grazie a tutti coloro che hanno seguito la storia fino a qui!

Baci

Place

 

 

 

 


 

   
 
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