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Autore: AileenGrace    11/10/2014    2 recensioni
-America... America! Stai bene?
-D-Darell? C-che ci fai qui? –
-Ehm... sei appena svenuta... – Ero sdraiata sul prato e questo mi pizzicava la schiena. La faccia di Darell era proccupata.
-Eh? Cosa... Come...? Cosa stai dicendo? – Gli chiesi, confusa. Mi misi seduta.
-Bhè, stavo per parlarti, ma sei svenuta addosso! Dei, mi hai fatto prendere un colpo! – Subito, la sua voce mi fece sentire meglio. Con una certa fatica, mi rialzai dal prato. Lui mi aiutò. – Allora, tutto bene? Com’è che sei svenuta?
-Ehi, ehi, calma. Rispondendo alla seconda domanda, ne so quanto te, ma sto bene. – E così mentivo anche a Darell. In verità lo sapevo perchè ero svenuta. Ma non volevo raccontarlo. Non della mia -maledetta- maledizione.
***
-I-impresa? Oh no. No. Vi sbagliate. C’è... anche Nico! Forse si sta parlando di lui.
-Si sta parlando di una figlia. Nico è un maschio, per quanto io ne sappia.
-E Hazel?
-Lei ora sta al campo Giove. In tre anni che la conosco sta con Frank. E non ha nessunissima maledizione. – Si intromise Percy nella discussione tra me e Annabeth.
-È ovvio che si sta parlando di America. E di Afrodite. Ma quale maledizione?
"No, non posso dirlo. È troppo, troppo"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I sette della Profezia, Nuova generazione di Semidei, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Nicooo! – Urlo, come una pazza. Lui sussulta, e si mette le mani nul petto, con fare drammatico. -Mi hai fatto prendere un colpo! -Ciao anche a te. Io? Sto bene, grazie per avermelo chiesto. Mi sei mancato anche tu, fratellino. --Sul serio, come stai? – Mi chiede, mentre sciolgo l’abbraccio. -Mmm... dopo averti fatto prendere un infarto mi sento molto meglio di prima. E comunque la tua è stata un entrata in scena un pò alla tua, ovviamente. -Ehi, ma qui c’è così TANTA ombra! E tu, invece? Hai imparato a viaggiare con le ombre, spero. -S...No. – ridacchiai, nervosa. Nico faceva veramente paura. -America, mi deludi. – Mi guardò con la faccia imbronciata. I suoi occhi neri luccicavano. Mi sorrise malignamente. – Bien, allora te lo insegnerò io. Ma prima, non avevi quella riunione importantissima alle dieci? -E tu come fai a... – gli chiesi, curiosa. -Dettagli, sorellina. Io sò Taaaante Cose. -Si, certo va bene. Che ore sono... – mi girai verso la sveglia. 9:55!!! – Santi Numi!!! Ho solo tre minuti per fare tutto. Nico, passami le Dr. Martens nere? No, non gli anfibi, ma le Dr... si, quelle con il filo giallo. Oh, Dei, Nico. Ecco. Passa. – Con tutta fretta mi misi gli scarponcini, regalati da mio fratello e da Hazel, la mia quasi-gemella, della mia stessa età. Andai davanti allo specchio, per sistemarmi i capelli. Nico, davanti all’armadio, ridacchiava. -Amy, mi sa che sei in... -Ma cosa cavolo... – Ero in pigiama, quello celeste con tre orsacchiotti sulla maglietta, che giocavano a pallavolo. E sotto, gli scarponcini! Mi rimisi seduta sul divano, di corsa. Mentre mi toglievo gli scarponcini che non volevano togliersi, urlavo a Nico. – Prendimi la maglietta in fondo al secondo cassetto... no, non quella grigia, ma quella bianca e nera. Muoviti! – intanto si sentiva Nico che bisbigliava “che cavolo” o “quanto sei disordinata” o anche “ora la butto nel tartaro”. E un miliardo di volte e mezzo, sbuffafa e sospirava. – Bravo, ora i pantacollant, al terzo cassetto... si, i pantacollant neri che mi ha lascito Hazel... – Me li lanciò in faccia, e proprio in quel momento, la scarpa si slacciò, e cadde per terra con un rumore secco.Nico indicò la porta. – Finalmente... ora posso... -No, Nico, e i calzini? Dai, ti fa bene, muoverti... con tutti ‘sti viaggi d’ombra, sei diventato flaccido. -Ma flaccida ci... – non lo lasciai finire. Gli tirai a dosso i pantaloni del pigiama. Ridacchiai. – Ahi! Maledetta... -Su! Ho solo due minuti! E i calzini stanno al primo cassetto, please! Nella parte sinistra, non destra. Prese i calzini. Intanto, mi infilavo i pantacollant. Nico chiuse il cassetto, e mi diede i calzini neri. Lo ringraziai. – Grazie... Mi stavo per sfilare la maglietta, quando a mio fratello, le orecchie si tinsero di rosa. E si notava, eccome se si notava! Pallido com’è. -Amy, non ti togliere la maglietta, o ti uccido. – tirò fuori la sua spada, nera come l’ossidiana. Ma non era giusto che papà avesse dato una cosa così BELLA a Nico! E pensare che una spada neanche ce l’ho. -Okey, Nico. Where is the problem? -Dov’è il problema? Ma sei ipazzita? Io sono un maschio! -Ehm... credo, si. Almeno penso che tu sia un maschio, sennò nella profezia ci dovresti essere tu, non io. E grazie per avermelo detto, come se ci fosse bisogno di dirlo. Aspetta... ecco un Segreto-Time! Spara, bello. -Ehm... segreto-cosa? – Nico mi gurdò sfinito. Poi sospirò. – Non puoi toglierti la maglietta davanti ad un maschio, sciocca. -Oh... giusto. Esciiiiii!!!! In qualche modo ce la feci, e Nico, che mi aspettava fuori dalla porta, mi face fare un viaggio d’ombra. Guardai il mio orologio celeste. 9:59! -Dai, dai, dai, Nico. Muoviti! -Si, ecco... – e ci immergemmo nell’ombra. Un senso di nausea mi arrivò subito. E ci ritrovammo, n meno di un secondo, davanti alla casa Grande, sotto un albero. -Vieni anche tu? – lo supplicai. -Okey... e muoviti. Guarda, c’è Percy e gli altri che ti aspettano.Correndo, Percy mi salutò con la mano. Annabeth mi urlò un “Buongiorno!”. E, come previsto, ero l’ultima del gruppo ad arrivare. Nico si affiancò subito a fianco a me. -Hey, ragazzi. – Nico conosceva tutti, anche perchè era stato salvato proprio da quei formidabili amici. -Ciao a tutti. – Dissi, con i fiatone.Chirone si avvicinò a noi due. Con la coda dell’occhio vidi Jason e Piper, che discutevano. Jason le prese le mani, e le parlò dolcemente. Chirone mi prese una spalla e mi girò verso il tavolo. – Bene, inziamo l’assemblea. -I membri dell’impresa sono sicuramente Percy, Annabeth, Piper e Jason e io. -Ehm... – Jason si schiarì la gola. – America, tu in questa impresa dovrai sciegliere i tuoi amici. Non noi. -Perchè? Io non so come fare per condurre un impresa. Io... -Jason ha ragione, Amy. Noi ormai siamo tutti maggiorenni. E bè, non possimo fare per sempre le imprese. – Prese parola Piper. Cosa? Avevo capito bene? No, non era possibile. -Bè, noi vorremmo aiutarti, ma siamo troppo grandi. Insomma, la nostra parte l’abbiamo già fatta. Salvare l’Olimpo! – Percy mi guardò, triste. -Abbiamo dei progetti, e... fra quelli, fra una settimana andremo al college, qua vicino. O al campo Giove, dipende. – spiegò Annabeth. Andavano via. Andavano via da quella che era stata per loro una casa. -M-ma... ritornerete ogni tanto no? – Nico si intromise nella nostra voce. Lui più di tutti teneva ai suoi amici. -Certo, amico! – aggiunse subito Percy. -Allora America. Ora spetta a te decidere i tuoi compagni di viaggio. Tu vai, intanto noi decifriamo la Profezia, tranquilla. -Grazie Chirone. Andiamo Nico. Okay. Okay. Okay. Tutto okay. Okay un cavolo. No, infatti non va bene niente. Primo: non ho amici, se non Darell. E due, chi cavolo scelgo? Me ne mancano tre... Esco dalla casa Grande, e Nico mi segue. Vedo Darell che si dirige verso di me, e lo saluto. Si mette a correre, e si posiziona davanti a me. Vede Nico, e lo saluta. -Ehm... Nico, papà, ieri mi ha chiesto di dirti che voleva parlarti. Di “nonna” Demetra. – era vero: Ade me lo aveva chiesto però qualche giorno prima... di ieri. Va bè, è uguale. -Oh, cavolo! Oddei, scappo. Ciaooo! -Ciao.E se ne va correndo, come un pazzo. Finalmente posso stere da sola con il mio migliore amico. Insieme, scendiamo fino al campo di fragole. Era ancora mattina. Il mio stupidissimo stomaco fa un brontolio. La colazione, cavolo! Darell ridacchia, così lo fulmino con lo sguardo (grazie Annabeth!). Lui si china, e mi prende una fragolina. Bè, sarebbe inzio di primavera, ma dentro il campo è sempre estate (yeah!). Darell si avvicina un pò troppo. -Ehm... Darell... smettila di starmi così vicino. – Gli dico, imbarazzata. -Ah. – diventa rosso, e fa un passo in dietro. – Scusami. Ehm... mangi? -Certo che la mangio! Ho una fame! Passami quella fragolina per favore. Sembra buonissima!La mattinata finì subito, tra risate, e guerra delle fragole. Darell cercava di lanciarle in arie e di riprendrele con la bocca, e ci provai anchio. Ma vinsi io. Mi portò sotto l’ex pino di Talia, dove c’era il guardiano del vello d’oro. Accarezzammo il drago. Poi, mi portò davanti alla mia casa. Darell mi guardò, e un dolore lancinante alla testa mi percosse il corpo. Poi, la voce distante di Darell mi cullò. -America!!! Amer....E divenne tutto buio. Io correvo, con le mie scarpette consumate e sporche di fango che un tempo dovevano essere tutte brillantinate rosa. Dietro di me, Lucas, il mio migliore amico, che ha il fiatone. Ha i capelli biondi, e a causa dell’asma, non riesce a correre come un tempo. Allora, sì. Era velocissimo. A fianco a me, un ruscello, cristallino. L’erba, morbida, mi solletica le caviglie, dentro i miei calzini preferiti, quelli con i fiorellini. -Ricky! -Che c’è, Liuk? -Aspettami ti prego! Non lasciarmi ultimo fra tutti. -Ma siamo in due, scemo! -Per questo! Non voglio perdere contro una femmina! -Babbuino. – così mi fermai. La mia gonna rosa era tutta sporca di fango. Liuk mi raggiunse subito. Gli indicai l’orlo della mia gonna – Quando lo saprà mia zia Ginette, mi ucciderà. -Guarda me! Era tutto sporco di fango. Solo le sue amatissime scarpe dei Power Ranger rosse erano pulitissime. Maglietta, pantaloni e faccia non erano come le sue scarpe. -Ehi, Madison... -Perchè Madison? Guarda che io mi chiamo America! -Perchè tra femmine dei Power Ranger Mystic Force a me piace Madison. È la più carina. Anche tu lo sei, Ricky.E mi prende la mano, sporca di fango. -Oh santi Numi! Ti sei svegliata. – Darell, a fianco a me, si rilassa. – La smetti di svenire? Mi fai esplodere d’ansia. Prima o poi, mi accuseranno di tentato omicidio. Menomale che non c’è nessuno qui. -Okay. Ora mi alzo. – e lui mi aiuta. Barcollo un pò poi però riesco a camminare. Quel sogno... perchè proprio ora? -Dai, camminiamo. Ce la fai? -Si, grazie. Ma per sicurezza mi appoggio a te. – gli poggiai la testa sulla spalla. E ci mettiamo a camminare. -Fai pure. Sempre a disposizione. – mi sorride, felice. – Sei sicura che non hai bisogno di ambrosia? Qua vicino c’è l’infermeria, credo. Possimo passarci, se vuoi... No, no. Non ti preoccupare. Grazie.Che carino. È sempre così preoccupato per me. Una voce familiare interrompe quel momento così bello. Mannaggia, a te, voce. America!Darell si gira, e così sono costretta a farlo anch’io. Un ragazzo, alto, con i capelli biondi, e di una bellezza mozzafiato, corre verso di noi. Assomiglia un pò troppo a Jason. Oddei, Amy, lo conosci? – mi bisbiglia Darell all’orecchio. No... ma chi lo conosce, scusa? Dimmi che non sta venendo verso di noi. Dimmelo. – gli rispondo, brusca. E io che volevo una giornata di pace da passare con il mio migliore amico. Lui non mi dice niente.Il ragazzo, ci raggiunge, e avvicinandosi a me, mi abbraccia. Perfetto! Uno sconosciuto che abbraccia le persone. Si gira, e mi schiocca un bacio sulla guancia. Credo di essere avvampata. In qualche modo mi stacco da lui, e vedo Darell che mi guarda, sconvolta. Gli lancio un occhiataccia. -Ehm... ci conosciamo? – gli chiedo, imbarazzata. Di certo io non lo conosco. Lui mi guarda, con i suoi occhi celesti. E si imbroncia. -Ricky! Non ti ricordi di me? Sono...Il mio soprannome, mi fece ricordare tantissime cose. E il sogno di quando sono svenuta. -Liuk!!!! – gli urlo, abbracciandolo. Ero felicissima. Lui mi sorride, felice. – Da quanto tempo!!! Come stai? Ma... perchè sei qua? Non dirmi che... -Aspetta, aspetta una domanda alla volta. Sì, sto bene, grazie. E sono qui... mi hanno detto che ho un padre che è un dio dell’olimpo. È strana questa cosa. e tu invece... anche tu! -Si, bè figlia di Ade, dio degni inferi. -Woooo! Allora sei mia zia di secondo grado... uhm... Oddi...Dei. io invece non lo so ancora chi è il mio genitore Divino. -Non sono tua Zia, Niko! – Gli dico, imbronciata. Incrocio le braccia al petto. Lui ridacchia. -Mi sei mancata, Madison. -Ancora con quella... -Senti, Amy, io... devo fare la scalata, ora. – Darell, mi guarda, e poi lancia un’occhiata a Lucas, dietro di me. -Ma inizia alle 11 e mezza! Inizia fra mezz’ora. -Ehm... devo... studiare. La... caccia alla bandiera. -Ah. Okay. Ciao. – lo saluto. Se ne va, e mi giro verso Lucas. – Non chiamarmi più Madison, okay? -Ma a me piace ancora lei, spiacente. – mi sento le guancie in fiamme, e insime a lui, gli mostro il campo mezzosangue. ANGOLO DELL'AUTRICE: hey hey! salve bella gente! Bene, l'idea dei 4 semidei che vanno al college è tanto un pochiiino strana. Ma, okey, cosa scrive una pazza se non cose pazze? Adoro Nico ^^.... ve l'ho già detto? Comunque... vi piace la storiella? Ringrazio moltissimo VaneFrancyforever e Gaia2001 per aver recensito... Saluti a tutti! Bye Bye!
   
 
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