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Autore: Gabriel Fenix    11/10/2014    1 recensioni
Stefano, ragazzo timido ed introverso, viene trasportato ad Equestria per mano della sua stessa volontà.
Questo sua arrivo però, risveglia un antico male che ha albergato fuori dal tempo in attesa della venuta di un suo simile: Il prescelto.
Ora Stefano dovrà conquistare l'amicizia delle portarici degli elementi dell'armonia e convincere Celestia a difendere il proprio regno dal male incombente. Dando tutto se stesso per proteggere la sua vita, la vita di chi ama e l'intero regno di Equestria.
Battaglie, potenti magie, intrighi politici, storie romantiche e oscurità saranno i protagonisti di questo racconto, che vedrà il regno lottare per la sua sopravvivenza.
Il campo di battaglia è stato scelto, i guerrieri sono pronti. Riuscirà Stefano a fermare l'oscurità salvando Equestria da un destino fatale e scoprendo la verità sul suo passato? O sarà destinato a perire sotto i potenti colpi del demone, lasciando che Equestria venga inghiottita dall'oscurità?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Le sei protagoniste, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18: Sussurri nell'oscurità

Ci sono momenti nella vita in cui ti chiedi se ciò che fai, sia la cosa giusta. Se compiendo certe azioni, riuscirai a proteggere i tuoi cari. Quel giorno, quel tremendo giorno, cambiò per sempre la mia vita.

Oltre a rivelarmi la posizione del portale, ed il modo in cui avrei potuto raggiungere il suo corpo; Star Swirl mi mise in guardia su ciò che avrei trovato in quel mondo. Mi disse che il pianeta, anche dopo l'invasione delle tenebre, in un certo senso era ancora... cosciente.

Tremai senza comprenderne realmente il motivo. Avrebbe potuto significare qualunque cosa: creature ostili, amichevoli o qualcosa di molto peggio.

"Quando sarai pronto, pronuncia per intero il nome di Daimonius e sfidalo in uno scontro faccia a faccia. In seguito, scappa subito all'interno del portale. Se i tuoi amici saranno forti, riusciranno a tenerlo impegnato abbastanza a lungo per permetterti di trovarmi e tornare per porre fine a tutto".

Annuii gravemente, mentre l'immagine di tutti i miei amici morti veniva a galla nella mia mente. Scossi violentemente la testa per scacciare il pensiero, mentre le lacrime si formavano a lato degli occhi.

Lo spirito dell'unicorno grigio appoggiò uno zoccolo sulla mia spalla. "Sei sicuro di volerlo fare proprio ora?". Annuii una seconda volta fissandolo seriamente. "Devo. Questo mondo non può sopportare altra morte".

"Dimmi Stefano. Per cosa combatti? Che cosa ti spinge ad andare avanti? Perché, il primo giorno in cui hai incontrato Daimonius non sei semplicemente scappato nel tuo mondo, dimenticandoti dei pony? Perché combatti per noi?". L'unicorno mi stava fissando con occhi pieni di speranza, la luce che lo circondava si era intensificata, mentre la sua zampa lasciava la mia spalla per posizionarsi di fronte a me.

Afferrai il suo zoccolo e lo strinsi portandomelo al petto. La mi determinazione, più forte che mai. Il mio tono, più serio di sempre. "Combatto per coloro che amo. Combatto per un mondo che ha bisogno del mio aiuto; per un mondo che, senza di me, non potrebbe difendersi. Non sono scappato perché non sarei potuto vivere in pace con me stesso, sapendo di aver abbandonato degli amici in difficoltà. Sì, conoscevo tutti voi già da tempo, vi avevo visti in uno show nel mio mondo. Quando sono stato trasportato qui, ero al settimo cielo. Non permetterò a qualcuno di rovinare un mondo così perfetto. Mai!".

Lo sguardo di Star Swirl si fece serio. "E se ti dicessi che per salvare il nostro mondo, dovrai sacrificare qualcosa che a te sta molto caro?".

"Cos-". Non riuscii nemmeno ad elaborare la frase, che la visione stava già scomparendo.

Mi svegliai di soprassalto. Ero sudato e stavo tremando.

'Qualcosa  a me molto caro? No!'

Passai l'intera notte a ripensare a quella frase, sperando che non fosse reale. Alla fine decisi che avrei parlato a quattr'occhi con Star Swirl, prima di impazzire completamente. Per il momento avrei tenuto la cosa solamente per me.

*

Alba.

Il sole stava lentamente sorgendo, spargendo il suo caldo tepore su tutta Equestria.

Sotto di esso, in una sconfinata campagna, migliaia di pony si preparavano per la grande battaglia. I rinforzi da Canterlot erano arrivati già da ore, mentre il ritardo dell'esercito dell'impero era giustificato dall'assenza di treni.

I civili erano stati tutti evacuati da Ponyville, scortati al sicuro in un campo allestito nella tenuta Apple.

Io e Twilight eravamo già pronti a partire. Il viaggio sarebbe stato lungo e faticoso, ma avremmo fatto di tutto per tornare il prima possibile.

"L'esercito è schierato, sono tutti pronti a difendere la posizione fino al tuo ritorno, Stefano. Attendiamo il tuo segnale". L'armatura di Celestia risplendeva nella luce solare, la grande alabarda magica, ricadeva al suo fianco, sostenuta da una cinghia della sua bardatura. Quell'alabarda, forgiata dal metallo della mia stessa lama, avrebbe potuto far tremare il più brutale dei nemici.

"Senza il supporto dell'impero sarà molto difficile per voi resistere. Siete sicuri di non voler aspettare?". Li avrei avuti tutti sulla coscienza, se non ce l'avessero fatta fino al mio ritorno. Se li avessi trovati tutti morti.

"Ragazzo, vedrai che ce la faremo. Ora vai avanti e fai quel tuo blablabla  al vento, finche quel tizio non uscirà allo scoperto. Noi saremo giusto dietro di te". Discord mi stava spingendo in avanti, portandomi verso la cima della rupe.

"No, aspetta". Mi divincolai dalla presa e trottai dai miei compagni.

Posai lo sguardo su ognuno di loro, facendolo scorrere su tutti loro. "Siete sicuri di non volervi nascondere al giardino dolci mele insieme al resto dei cittadini? Là sarà molto più sicuro per voi".

Mi sorrisero tutti insieme, mentre Applejack avanzava verso di me. "Stefano, se questo è il nostro ultimo giorno, allora lo passeremo insieme a te. Non ti abbandoneremo mai, lo sai".

Annuii per poi volgere lo sguardo a Zecora. "E tu invece? Ci hai già aiutato molto creando quelle bombe aeree. Vuoi comunque combattere?".

La zebra annuì con sguardo fiero. "Non mi tiro mai indietro in un giorno fatale. Aiuterò nella battaglia finale".

Sorrisi dando le spalle a tutti. "Bene. Facciamolo allora". Cominciai ad incamminami verso la cima della rupe, affiancato da Twilight. "Allora, dove si trova il portale?".  Non risposi subito. Sapevo che una volta era stato un luogo veramente importante per lei. D'altronde, fu proprio lì che tutte loro si unirono agli elementi dell'armonia.

"Sei veramente sicura di voler venire? Sarei più tranquillo sapendoti qui insieme alle principesse. Twilight, non sei costretta a farlo". L'unicorno mi spalleggiò dolcemente, avvicinando le labbra al mio orecchio. "Mi vuoi veramente così lontana da te? Non ti lascerò solo nemmeno un secondo, mio caro". Dopo quest'ultima frase, sul suo viso apparve un sorriso malizioso, mentre dolcemente mi mordicchiava l'orecchio. "E comunque, non hai ancora risposto alla mia domanda".

Sospirai sia per rassegnazione, sia per il piacere che mi provocavano quei dolci morsetti all'orecchio, uniti ai lunghi sbuffi del suo alito caldo. "C'è qualcosa che vi collega a me. Qualcosa che collega gli elementi, e di conseguenza tutte voi, al mio mondo". Twilight smise di torturarmi l'orecchio, concentrando la sua attenzione sulla mia frase. "Che vuoi dire?".

"Dico solo che non credo sia solamente un caso che il portale sia collocato all'interno del vecchio castello nella Everfree Forest, esattamente di fronte al piedistallo che conteneva gli elementi. Ci deve essere per forza un nesso". La puledra annuì, pur mantenendo uno sguardo interrogativo. "Credo lo scopriremo presto. Per ora limitiamoci al presente".

*

"Siete tutte pronte?"

Eravamo finalmente giunti in cima alla rupe. Se non fosse stato per la situazione, mi sarei fermato ad ammirare il paesaggio. Sotto di noi, un'enorme distesa di campi enormi e collinette, sfumate dai mille colori dell'alba, si estendeva per chilometri e chilometri. Ma non era quello il momento adatto.

Quando il gruppo annuì, mi voltai portandomi sullo strapiombo.

"Daimonius Dark Shadow! Sono pronto per sconfiggerti. Vieni avanti e combatti contro di me, oppure nasconditi e trema dinanzi alla mia potenza".

Un enorme nube oscura apparve a centinaia di chilometri di distanza da noi, mentre l'intero mondo perdeva il suo colore. "Parole ardite, per un misero umano"

"Adesso! Usateli ora!". Al mio ordine, le sei amiche, si disposero a cerchio, mentre Twilight attivava ogni singolo elemento, assimilandone il potere e volgendo la sua magia verso la nube oscura.

L'onda d'urto scaturita all'impatto fu devastante: migliaia di alberi nella valle sottostante vennero sradicati e portati via dal vento come ramoscelli, una parte di Ponyville venne distrutta dai detriti, mentre la tenuta Apple ed i meleti circostanti vennero salvati dall'enorme bolla magica creata dalle due principesse.

I colori sottratti poco prima, vennero lentamente ripristinati, mentre la nube oscura veniva trattenuta da un arcobaleno di luce.

"Voi due, andatevene ora! Via, via, via, via!". Rainbow Dash ed Applejack ci stavano spingendo giù dalla rupe, verso la Everfree Forest.

"Torneremo presto. Ve lo prometto". Mi voltai, con le lacrime agli occhi, galoppando verso la foresta in lontananza.

*

"Forza, manca poco".

Stavamo galoppando da diversi minuti, addentrandoci sempre di più nel buio della foresta. I polmoni mi bruciavano per la fatica,  ma poco importava. Non avrei lasciato soli i miei amici. Non nel momento più critico.

"Allora, Star Swirl ti ha detto cosa potremmo incontrare in questo mondo?". Twilight mi seguiva a fatica. Sapevo che non era portata a grandi prove di resistenza. Le avevo già chiesto se volesse fermarsi, ma lei scosse sempre la testa in segno di diniego.

"Non ha detto molto. L'unica cosa su cui mi ha messo in guardia, è l'eventuale presenza di creature ostili. Ma è stato molto criptico sulla spiegazione". Sentii una leggera risata, mentre Twilight si portava al mio fianco. "In breve ci stiamo lanciando nel buio".

Grugnii. Aveva ragione. Non sapevamo nulla: né dove stavamo andando, né cosa stavamo facendo. Speravo solo che, una volta oltrepassato il portale, avremmo scoperto qualche informazione in più.

Ero completamente assorto nei miei pensieri, quando all'improvviso, sentii un tonfo alle mie spalle.

"TWILIGHT!". Gridai vedendola a terra. Mi precipitai subito verso di lei, accovacciandomi al suo fianco. Scoprii con orrore che la zampa posteriore era completamente dislocata e perdeva sangue da una spellatura.

"Sto bene, non è niente". Gemette mentre tentava di rialzarsi.

Volsi lo sguardo dietro di noi e notai un piccolo masso sporco di sangue. L'area d'impatto era coperta da molteplici crepe.

Mi voltai subito verso di lei, illuminando il corno per curare la ferita. All'improvviso, una piccola onda d'urto mi separò da Twilight.

"Non essere stupido, esauriresti tutte le energie. Ho detto che sto bene". Tentò di rialzarsi una seconda volta, fallendo nuovamente. "Stefano, abbiamo corso per mezz'ora. Siamo entrambi stanchi. Se ora mi curassi, saresti esausto ancor prima di arrivare al castello".

"Lascia che ti curi Twilight, ti prego. Non ti lascerò nel bel mezzo della foresta, sola per giunta". Mi avvicinai nuovamente alla puledra, la quale lanciò un'altra onda d'urto che andò ad infrangersi contro il mio scudo. "Calmati ora, Twilight. Se finisco l'energia, la mia spada ne è ancora piena. Ora rimani ferma. Andrà tutto bene, vedrai".

Quando , ancora una volta, la conforta con la solita, sincera frase, la puledra sembrò calmarsi, lasciandosi così curare dalla mia magia. L'operazione richiese un paio di minuti, durante i quali la mia resistenza venne messa a dura prova.

Al termine dell'operazione ansimavo per la fatica, ma riuscii comunque a concedermi un sorriso per il buon lavoro svolto. La sua zampa sembrava come nuova.

"Non avresti dovuto farlo". Mi ammonì Twilight, stringendomi comunque in un abbraccio riconoscente.

"Io-" Tentai di rispondere, ma venni fermato da un ringhio proveniente dalle mie spalle.

Mi voltai a fatica, ansimando per lo sforzo, scorgendo un piccolo branco di lupi del legno nascosti tra gli alberi.

"Non adesso!". Ringhiai sguainando la spada rilucente dell'energia che mi stava donando, preparandomi così al combattimento.

Un lupo più grande degli altri, probabilmente il capobranco, avanzò lentamente verso di noi saggiando l'aria di fronte a sé. Quando fu a pochi centimetri dal mio muso, potei notare un luccichio nei suoi occhi che mi fece intendere le sue intenzioni.

Sorrisi annuendo mentre l'intero branco ci superava, dirigendosi verso la pianura dove pony ed ombre stavano combattendo una dura battaglia.

Twilight li stava fissando a bocca spalancata. "Lui?", "Già". Risposi con una leggera risata. "Loro li...", "Aiuteranno. Vero". Così dicendo ripresi a camminare.

"Hai appena interagito telepaticamente con una creatura della foresta e ne rimani indifferente?".

"Le mie priorità sono altre, per ora. Mi ha solamente detto che ogni abitante della foresta si stava dirigendo verso la pianura. Forza, manca poco. Il ponte è qui vicino". Mi avviai verso un'apertura tra gli alberi, seguito da una sempre più incredula Twilight.

L'entrata del castello riluceva di una luce innaturale, che si intensificava, più noi ci avvicinavamo.

L'atrio era ricoperto da muschi ed edere, gli arazzi semi-strappati ricadevano a brandelli sopra i due troni, mentre un lungo tappeto viola era ricoperto da numerosi calcinacci appartenuti, una volta, a quello che doveva essere il soffitto del palazzo.

Il piedistallo che una volta conteneva gli elementi dell'armonia era ancora lì. Intatto e rilucente, anche dopo migliaia di anni dall'ultima volta in cui qualcuno vi posava lo sguardo.

Di fronte ad esso, un enorme portale nero pece occupava l'intera parete, nascondendo il muro di pietra dietro di esso.

Io e Twilight ci avvicinammo intimoriti da quella vista, mentre i nostri cuori battevano all'impazzata. Non sapevo cosa avrei trovato al suo interno, né cosa avrei dovuto fare.

Mi voltai tremante verso Twilight, inghiottendo la paura giù nello stomaco. "Sei pronta?". La puledra annuì nervosamente, mentre ci preparavamo ad oltrepassare lo squarcio nel muro...

*

"In riga soldati! Dobbiamo mantenere la posizione fino all'arrivo del prescelto" Seth era in volo sopra alle sue truppe, mentre il resto del gruppo di amici stava discutendo su affari più instabili. Durante il discorso, sembrava un altro pony: Regale e determinato. Ascoltandolo, ogni pony si sarebbe fidato delle sue parole.

"Non vi mentirò dicendovi che nessuno di noi morirà. Sarete fortunati se qualcuno di voi riuscirà a sopravvivere prima della fine. Ma questo dipenderà solamente dall'abilità di Stefano. Per ora, possiamo solamente sperare di tenere a bada le ombre fino al suo arrivo. Siete pronti a dare la vostra vita per proteggere il regno? Siete pronti a sacrificarvi per salvare i cittadini di Equestria?".

Un urlo d'acclamazione generale fece intendere a Seth che il suo discorso stava funzionando.

Quando ebbe finito si congedò, avviandosi verso il gruppo di amici.

"Pinkie, ti prego, prendi la spada. Ogni aiuto è indispensabile." L'intero gruppo stava cercando di convincere la puledra a prendere parte alla battaglia, ma lei non voleva cedere. "No! Posso aiutare in altri modi. Ma non userò mai più un'arma. Non voglio rischiare di ferire qualcuno di voi".

Federico, il fratello di Stefano, pose entrambi gli zoccoli sulle spalle dell'amica. "Non succederà niente, Pinkie. Te lo promettiamo tutti quanti".

Il viso della puledra venne rigato dalle lacrime, mentre si divincolava dall'abbraccio del ragazzo. "No! Voi non potete controllarla. Lei non vuole essere controllata. Nessuno può controllarla!".

L'intero gruppo sembrava turbato dall'assenza di collaborazione da parte della puledra. Ma, dopo uno scambio di occhiate da parte di tutti, decisero di non tirare troppo la corda. "D'accordo Pinkie, se non te la senti, potresti aiutare Fluttershy e Zecora con le pozioni di cura".

Tra le lacrime, la puledra annuii silenziosamente. Il gruppo, in seguito, si disperse. Ogni componente andò verso il plotone a lui assegnato.

"Pinkie Pie, tu ci stai abbandonando. Le tue abilità innate ci sarebbero sicuramente utili. Tirandoti indietro, stai deludendo me e tutti i tuoi amici". Seth, al contrario degli altri, decise di non dargliela vinta, rimproverando la puledra per la sua codardia.

Pinkie Pie non sembrò ascoltarlo, chiudendosi sempre di più in sé stessa. Il capitando decise dunque di lasciarla nella sua vergogna. Non prima di averle dato un ultimo avvertimento. "Capisco che sei spaventata per tutto quanto. Ma devi sapere che prima o poi, ognuno di noi è chiamato al dovere". Detto ciò, si allontanò, lanciando un'ultima occhiata alla puledra piangente.

*

"Rainbow Dash e Federico. Voi sarete in prima linea con gli Wonderbolts. Bombardate il nemico con tutto ciò che avete". Presi gli ordini da Celestia, i due si diressero alla loro squadra, indossando le uniformi della squadriglia più applaudita in tutto il regno.

Appena li vide avvicinarsi, il capitano Spitfire si congedò da un membro della squadra, avviandosi verso i nuovi arrivati. "È un piacere rincontrarti, Federico. Benvenuto negli Wonderbolts". La puledra gli strinse lo zoccolo, rivolgendo poi la sua attenzione alla compagna. "È un sollievo averti qui con noi, Rainbow Dash. Ci serviva qualche altra aviatrice con la tua esperienza. Le nuove reclute non mi ispirano molta fiducia. Sono inesperti ed impulsivi. Ci servivano proprio, due tipi come voi".

Il ragazzo aggrottò la fronte confuso. "Intendi come lei, vero? Come credi che io possa essere all'altezza di uno di voi?". Spitfire scoppiò a ridere, mentre Federico appariva sempre più confuso. "Ragazzo, chiunque riesca a compiere un perfetto Arcoboom sonico merita la mia completa ammirazione".

Rainbow Dash decise che era il momento di parlare delle loro assegnazioni. "Cosa possiamo fare per aiutare?". Spitfire si volse verso la puledra, cominciando a rispondere. Ma un urlo proveniente dalla cima della collina non glielo permise. "Ombre, le ombre sono riuscite a fuggire dalla magia degli elementi e si stanno dirigendo qui. A tutte le truppe. Prepararsi alla guerra!".

Il capitano degli Wonderbolts si fece serio. "Voi due, prendete quelle fiasche esplosive e venite con noi. Si va in battaglia".

I due obbedirono, raccogliendo le piccole ma pesanti fiasche per poi porle nelle proprie bisacce. In seguito, si misero in riga assieme al resto della truppa.

Dalla cima della collina, Celestia, con la voce potenziata dalla magia, parlò a tutti i pony. "Miei cari sudditi, figli miei. Oggi la nostra forza verrà messa a dura prova".

"Ora, pronti al decollo". L'intero squadrone di pegasi, formato da più di cento truppe, spiegò le ali, preparandosi al lancio.

"Il nostro caro Stefano, l'eroe prescelto per salvarci, è partito insieme alla mia amata Studente, Twlight Sparkle, per recuperare un oggetto che potrà aiutare tutti noi a sconfiggere questo male".

"Decolliamo! Restate in formazione e non rimanete indietro. Tenete al sicuro le fiasche e per l'amor di Celestia. Cercate di non saltare in aria insieme ad esse". Migliaia di pegasi decollò staccandosi dal terreno per circa un chilometro d'altezza. Mentre al di sotto, milioni di pony di altre razze, seguiti dalle creature della foresta e dai mutaforma, partì all'assalto.

"Non demordete, miei pony. Oggi, riusciremo a vincere, oggi scacceremo questo male dalla nostra terra".

"Manca poco, preparate le vostre fiale. Le sganceremo quando saremo proprio sopra all'esercito ". Tutti i pegasi presero dalle bisacce una fiala ciascuno, puntandola in direzione delle migliaia di ombre davanti a loro. All'improvviso, quattro membri di una truppa laterale, esplosero insieme alle proprie fiasche, mentre un bagliore rosso partiva dalle forze nemiche.

"Avanti ora. Poniamo fine alle sofferenze che questo orribile mostro ci sta infliggendo".

"Rimanete in formazione, cercate di schivare i loro proiettili". Altre esplosioni fecero accrescere l'adrenalina presente nel corpo di Federico, mentre si muoveva sconnessamente per scansare i colpi in arrivo.

"Per i nostri cari, per i nostri caduti, per i nostri cittadini, per la nostra terra. Per Equestria!".

"Ora, mollatele. Adesso!". Quando le fiaschette toccarono il suolo, un inferno di esplosioni investì le ombre sottostanti. I pegasi lanciarono tutte le fiaschette a raffica, finendo velocemente le munizioni. "Forza soldati. All'attacco!". Lo squadrone sguainò, in seguito, le proprie armi, scendendo in picchiata tra i nemici dispersi.

L'ala di Rainbow Dash, venne squarciata da un proiettile sottostante. Il dolore partì dall'arto menomato, diffondendosi velocemente in tutto il suo corpo. La puledra cominciò a precipitare verso il suolo coperto da ombre, mentre il suo compagno tentava invano di riportarla in quota.

I due riuscirono a deviare l'atterraggio d'emergenza in uno spiazzo coperto dai cadaveri delle ombre, cadendo rovinosamente al suolo.

"Rainbow Dash, ti senti bene?". La puledra provò a muovere l'ala invano, mentre un'altra fitta di dolore la fece urlare. "Non riesco a muovermi".

"Non possiamo rimanere qui. Presto arriveranno. Vieni, ti aiuto ad alzarti". Ma fu troppo tardi, ormai un gruppo di pony d'ombra li avevano accerchiati, pronti ad attaccarli.

Il ragazzo diede un ultimo bacio alla puledra, nascondendola tra l'erba alta per poi voltarsi verso i suoi aggressori. Federico abbassò lo sguardo verso il terreno, parlando più a se stesso, che ai suoi nemici. "Io sono Federico. Ragazzo di ventidue anni proveniente da un altro mondo. Questa qui al mio fianco è la mia pony speciale, Rainbow Dash, e non vi permetterò di toccarla. Mai!". Poi, a voce più alta "Io sono Federico, pony di Equestria. Compagno di Stefano, colui che vi fermerà tutti quanti. Io sono suo fratello. In breve... tremate". Fulmineamente, fece uno scatto in avanti, colpendo più volte il ventre del pony di fronte a lui. L'ombra cadde ai suoi piedi ancor prima di vederlo avvicinare.

I compagni non si fecero aspettare: il primo provò ad attaccarlo alle spalle, ma il ragazzo, essendo un pegaso, con un battito d'ali gli fu sopra, calando la spada sulla sua schiena. Il pony cadde anch'esso ai suoi piedi.

Ne restavano tre, ed erano più cauti. Non provarono ad attaccarlo. Per cui, Federico, si avventò sul primo pony, caricando un fendente che però venne parato. Si voltò verso il secondo, che aveva già alzato la spada, deviando il suo colpo e colpendolo, in seguito, alla gola.

Tre erano andati, ne rimanevano due.

Mentre estraeva la lama dal corpo inerme dell'ombra, il terzo ne approfittò per colpirlo al fianco. L'armatura assorbì gran parte dell'impatto, ma la lama riuscì comunque a perforarla per diversi centimetri, arrivando a lacerargli la carne.

Federico grugnì di dolore, mentre si voltava verso l'aggressore per trafiggergli il petto.

La spada si bloccò all'interno del corpo del pony. Il ragazzo provò ad estrarla invano, mentre l'ultimo aggressore si faceva sempre più vicino.

Schivò il primo fendente, poi il secondo. Schivando il terzo attacco, inciampò su un sasso, cadendo supino sulla soffice erba sottostante.

Era terrorizzato a morte, sapendo che presto sarebbe morto e che non avrebbe potuto proteggere la sua amata.

Chiuse gli occhi, attendendo il colpo fatale dalla creatura d'ombra di fronte a lui. Passarono diversi secondi, ma il colpo non arrivò.

Si concesse di aprire un occhio per poi spalancarli entrambi per la sorpresa. "S-Shining Armor?!"

"Già, meglio tardi che mai. Forza, aiutiamo la tua amica a ritornare al campo. Tu stai bene?" L'impero di cristallo era arrivato ad aiutare tutti i pony, al momento giusto per giunta. Federico sospirò, concedendosi un sorriso liberatorio, mentre caricava sulla schiena il corpo di Rainbow Dash.

Ora non dovevano far altro che aspettare suo fratello.

*

Oscurità.

Intorno a noi, nient'altro che oscurità. Ma non si trattava del buio che percepisci quando chiudi gli occhi la sera, o quella penombra che si crea allo spegnimento delle luci, in una notte di luna piena.

Era un'oscurità percepibile, tastabile, tangibile ed in un certo senso... viva.

Sentii una debole stretta allo zoccolo, mentre Twilight si accostava tremante al mio fianco. "Adesso cosa facciamo?". A dire la verità, non ne avevo idea. Star Swirl non mi aveva detto nulla sulla sua esatta posizione. Ma provai comunque a mostrarmi deciso per Twilight. Se avesse percepito la mia confusione, sarebbe caduta nel panico e non ne saremmo più usciti.

Accesi il corno di magia, per illuminare l'area circostante, ma non aiutò molto. La luce non servì al suo scopo, ma, grazie ad essa, potei notare un dettaglio interessante: Il terreno su cui stavamo camminando non era semplicemente nero. Stavamo camminando su uno spiazzo d'un grigio intenso che mi ricordava molto qualcosa che già avevo visto.

Mi abbassai al livello del suolo per annusare l'aria. "Questo è asfalto. Siamo su una strada asfaltata". Ero sbalordito. In un certo senso era comprensibile, ma, a primo impatto, era sia sbalorditivo che confortante sapere che non stavamo camminando su una sostanza sconosciuta, ma su una vecchia strada abbandonata.

"Se ci troviamo su una strada, allora qui vicino ci deve essere un luogo abitato". Twilight mi strappò dalle mie supposizioni, portandomi a soppesare le sue parole. "Luogo abitato qui, è un concetto relativo. Siamo in un mondo che è stato inghiottito dall'oscurità. Non credo che qualche abitante possa essere sopravvissuto".

Stavo ancora finendo la frase, quando notai un punto luminoso in lontananza. La domanda di Twilight batté il mio pensiero. "Pensi ancora che non ci siano sopravvissuti?".

"Sarà meglio andare a controllare". Pensai potesse trattarsi del corpo di Star Swirl. Se era veramente così, allora la nostra ricerca sarebbe stata molto breve.

*

La luce si rivelò essere molto più lontana di quanto sembrasse. A metà strada, ai lati del cammino, apparvero dei veri e propri edifici. La mia supposizione era giusta. Quella era veramente una strada asfaltata.

A pochi passi dalla fonte di luce, vidi cosa essa fosse veramente. "Una palla luminosa? Tutto qui?". Rimasi deluso dalla rivelazione. Ancora una volta, tornai a non avere idee sul da farsi.

Grazie all'illuminazione del globo, riuscii ad avere un'idea sulla nostra posizione. Ci trovavamo in una grande piazza circondata da aiuole morte da tempo. Al centro, sorgeva una grossa fontana svuotata.

"Forse è un indizio". Rizzai le orecchie a quella supposizione. Twilight poteva avere ragione. Forse, osservandola meglio, avremmo potuto ottenere maggiori informazioni.

Volendo esaminare più da vicino la sfera, la avvolsi con la magia per portarla di fronte al mio muso. Ma appena la mia magia toccò la sua superficie, un'intensa luce accecante mi costrinse a chiudere gli occhi.

Quando li riaprii, mi trovavo nello stesso luogo, ma era completamente diverso: L'area era soleggiata, l'aria tiepida e per la piazza passeggiavano diverse centinaia di creature bipedi che non avevo mai visto.

Twilight era ancora al mio fianco e mi osservava sofferente. "Twilight. Lo vedi anche tu?".

La puledra scosse il capo. "I tuoi occhi, Stefano. Brillano! E la sfera è scomparsa".

   
 
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