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Autore: IceQueenJ    11/10/2014    1 recensioni
Bella e Edward si conoscono da quando erano bambini, ma un giorno Bella deve trasferirsi con in genitori in Italia. Passano gli anni e i due continuano a tenersi in contatto, questo grazie alle loro famiglie.
Tutto cambia con una visita inaspettata.
Cosa accadrà quando Edward rivedrà Bella?
Cosa accadrà quando Bella lascerà il suo ragazzo e dopo qualche mese tornerà a Forks a conoscenza di cose che non dovrebbe sapere?
E come reagirá Edward?
Riusciranno a risolvere i loro problemi?
Riusciranno a superare tutte le sfide che gli si presenteranno?
-Questa storia è stata pubblicata anche su Wattpad.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve a tutti e buon sabato! Eccomi qui (stavolta puntuale) con il terzo ed ultimo capitolo che riguarda la festa.

Piaciuto lo scorso capitolo? Spero davvero di aver reso bene ciò che volevo esprimere.

Siamo quasi alle battute conclusive e preparatevi al prossimo capitolo in cui succederà di tutto e di più, infatti sto scrivendo e revisionando gli ultimi capitoli, anche se non so quanto ancora ce ne saranno. Dipende dalle idee. Molto probabilmente mancano ancora 4 o 5 capitoli, epilogo escluso.

Adesso, però scappo perchè oggi potrebbe nascere il mio nipotino. Lo spero proprio!

Ps: Mi sono accorta che allo scorso capitolo, mancava il link della canzone e quindi l'ho aggiunto.

Non ho altro da aggiungere se non ... BUONA LETTURA e fatemi sapere cosa ne pensate!

A sabato prossimo!

Capitolo 19: Regalo

Pov Bella

Non riuscivo a fermare le lacrime.
D’altro canto, come avrei potuto?
Edward mi aveva detto delle cose dolcissime ed io non ero riuscita a trattenermi. Non pensavo che fosse capace di dire cose così dolci. Mi sarei aspettata tutto, tranne che mi dedicasse una canzone.
Adesso, invece, passeggiavamo abbracciati lungo la piscina della villa, dove altre coppiette innamorate non facevano altro che baciarsi.
Il sorriso da ebete che avevo non accennava a scomparire dal mio volto e notai che lo stesso era per lui. Eravamo entrambi in silenzio, ma non era un silenzio imbarazzante.
Era meraviglioso.
Edward a un tratto cambiò strada e mi portò in un luogo più appartato.
Trovammo una panchina libera e mi fece sedere, mentre lui restò in piedi, a poca distanza da me, senza lasciarmi andare la mano sinistra.
Fece un respiro profondo e iniziò a parlare, sotto il mio sguardo confuso.
“Bella, io … non ho parole per descrivere quello che provo quanto ti sono vicino, sono sensazioni ed emozioni che non ho mai provato con nessuna e … a volte questo mi spaventa. Ormai sei diventata indispensabile per la mia vita e … a volte, mi sento così vulnerabile. Tu sei l’unica persona in grado di farmi male e non riuscirei a vivere sapendoti lontana da me o con qualcuno che non sia io. Mi ucciderebbe. Io ti amo e … so che anche tu mi ami e quello che è successo stasera mi ha fatto capire quanto realmente voglio che tu non vada via, mai più. Dopo quello che è successo qualche settimana fa, avevo paura che tu da un momento all’altro ti accorgessi di non avere più fiducia in me e questo mi ha portato ad essere, a volte scontroso, a volte distante, e nonostante questo, tu sei sempre rimasta al mio fianco a rassicurarmi”. Mi lasciò la mano per prendere una scatolina di velluto blu, dopodiché lo vidi sedersi al mio fianco e fare un respiro profondo.
Non potei fare a meno di sgranare gli occhi.
“Edward io …”, provai a dire.
“Shh amore, fammi finire … non è come pensi. È da un po’ di tempo che ci penso, ma non mi è mai sembrato il momento adatto e non riuscivo a trovare le parole. So che è tutto prematuro e stiamo insieme da quasi due mesi, ma io voglio chiedertelo lo stesso. Voglio solo che tu sappia, che qualsiasi cosa deciderai, resterò accanto a te e continuerò ad amarti, perciò non temere la mia reazione”.
Tutto quello che riuscii a fare fu annuire.
Avevo perso la voce.
“Ecco, io … stavo pensando che forse, se tu vuoi … potremmo andare a vivere insieme a Seattle. So che avevamo pensato che sarei venuto io a casa di Christian, ecco … ma che ne diresti se ce ne andassimo insomma … ”.
Ed io che pensavo volesse chiedermi di sposarlo.
Sospirai e gli sorrisi.
“Certo … certo che voglio”.
“Davvero? Non vuoi pensarci un po’ e poi rispondermi? Guarda che non me la prendo”.
“Sì … sì … sì … sì, mille volte sì. Sarà meraviglioso. Per un attimo ho pensato che volessi chiedermi di sposarmi”.
Iniziò a ridere. “Bella … amore, io ti amo da morire, ma … non credi che per il matrimonio sia un po’ troppo presto? Abbiamo solo 19 anni”.
“Sì scusa, lo so. È solo che ti ho visto prendere quella scatolina e ho pensato ‘Oh mio Dio, farà sul serio?’. Cosa c’è dentro?”.
Lo guardai confusa non capendo il motivo della presenza della scatolina.
Sospirò ancora e aprì la scatolina che conteneva una collana con un ciondolo meraviglioso.
La collana consisteva di un medaglione con un’E e una B intrecciate sulla superficie.
“E’ un medaglione portafoto, puoi metterci quello che vuoi”.
“Edward è … è meraviglioso! Quando l’hai comprato? Potrei metterci una foto tua o nostra, così sarai sempre con me. Su su, dai … voglio metterla, aiutami”.
Dopo aver allacciato la collana, mi strinse tra le braccia e iniziò a baciarmi il collo, alterando i baci a tanti ti amo.
“L’ho comprato stamattina, quando sono uscito con Christian. L’ho visto in vetrina e me ne sono subito innamorato”.
Mi sorrise.
“Che dici torniamo di là? Gli altri si chiederanno dove siamo finiti, è quasi ora di tornare a casa”, disse ad un tratto.
“D’accordo, ma … vorrei la scatolina blu, voglio conservarla, così poi un giorno potrò metterla vicino a quella che mi regalerai quando mi chiederai di sposarti”.
Lui alzò un sopracciglio.
“E chi ti dice che te lo chiederò?”, poi rise, ma una mia occhiataccia lo fece subito smettere.
Mi voltai e inizia a camminare, ma lui fu più veloce di me e mi prese una mano, tirandomi poi tra le sue braccia.
“Dai piccola, stavo scherzando. Certo che voglio sposarti”.
Provò a baciarmi, ma io girai il viso dall’altra parte e mugugnai qualcosa di incomprensibile.
“Su amore, scusa, scusa, scusa, sai che ti amo tanto tanto!”, disse facendo la vocina da cucciolo indifeso e il suo sorriso sghembo.
“Uffa, ma perché riesci sempre a farmi capitolare, tu e il tuo stupido, meraviglioso sorriso. Andiamo dagli altri, che è meglio. Non voglio che ti comprometta ulteriormente, potresti lasciarci le penne”. “Meraviglioso sorriso, dici? Ed io che pensavo tutto di me fosse meraviglioso”.
Gli diedi uno schiaffetto sul braccio e prendendolo per mano, lo trascinai in sala.
L’atmosfera che si era creata era molto leggera e decisi di punzecchiarlo ancora un po’. La cosa avrebbe potuto farsi interessante.
“Sì, direi solo il tuo sorriso e forse, il mio amichetto qui sotto”, dissi al suo orecchio in modo sensuale. Spalancò gli occhi e poi sorrise. “Bella, ti sembra il luogo questo?”, sussurrò roco, segno che avevo fatto centro.
Risi. Mi alzai dalla mia sedia e andai a sedermi sulle sue gambe.
Lui mi abbracciò.
“Dimmi cosa vuoi e l’avrai Eddy”.
“Bella, smettila di provocarmi. A casa faremo i conti! Non posso credere che quando vivremo da soli potremo farlo tutte le notti”, disse gongolante.
“D’accordo a casa”, sbuffai rammaricata. “Vedi di onorare tutte le mie aspettative, altrimenti potresti davvero lasciarci le penne e stavolta non scherzo”.
Mi baciò.
“Tutto quello che vuoi amore, tutto. E poi, da quanto mi risulta … non ho mai deluso le tue aspettative, o sbaglio?”.
Stavo per rispondergli, ma Christian c’interruppe.
“Di cosa confabulate voi due? Sappiate che stasera dormirete in due stanze separate, mi sembrate un po’ troppo su di giri!”.
“Christian, ma perché tu puoi ed io no?”, dissi imbronciata.
Tutti risero, comprendendo il doppio senso.
“Eh beh … ecco, io!”.
Christian arrossì … Wow! Questa sì che è una prima volta.
“Avanti Christian … Bella è riuscita a metterti fuori gioco e ha vinto … di nuovo. Hahahahah!”, disse Emmett ridendo. “E poi, insomma, tu e Jo non fate altro, vuoi lasciarla sola in una casa, dove tutti dormono con qualcuno e fanno fiki fiki?”, aggiunse poi.
Non riuscivo a smettere di ridere e tutti gli altri con me.
“Okay okay, basta! D’accordo fate quello che volete!”.
“Grazie cuginetto, ma comunque non avevo bisogno del tuo permesso per farlo”.
Per una volta a essere presi in giro non eravamo Edward ed io.
Una volta tanto.
Provai ad alzarmi dalle gambe di Edward, ma lui non me lo permise. Edward mi circondò la vita con un braccio e ridendo appoggiò il mento alla mia spalla, mentre sulla mia gamba aveva appoggiato la mano in cui teneva la scatolina della collana.
Quando la notarono, tutti ci guardarono sbalorditi.
Alice, Jazz e Christian subito diedero di matto.
“Fratellone, ma come hai potuto chiedere a Bella di sposarti senza prima dirlo a me? Ti avrei aiutato a scegliere l’anello perfetto”.
Alice … sempre la solita.
“Veramente noi …”, provò a dire Edward.
“Oh Edward, tesoro della mamma, ma non è un po’ presto? Bella si è diplomata da poco e tu sei solo al secondo anno di università”, aggiunse Esme.
“Mamma guarda che …”.
Niente, non ci lasciavano parlare.
“Non ci credo, la mia cuginetta. Così presto? Non sarai mica incinta?”, continuò Christian arrabbiato. “COSA?”, Edward strabuzzò gli occhi.
Erano tutti impazziti.
“TU … Cullen, come hai potuto? E così piccola la mia stellina. Giuro che quando saremo soli facciamo i conti”.
“Christian guarda che possiamo spiegarti …”, provò a dire Edward, ma ancora una volta non riuscì a finire.
“Oh che bello, mi sfornerete un bel nipotino, come sono felice. Hai fatto centro fratellino!”, questo era Emmett.
“EMMETT”, urlai sconvolta.
Se fossi potuta sprofondare, lo avrei fatto. Ormai il rosso sulle mie guance era perenne.
“Amico hai fatto centro! Sei grande”. Jazz diede man forte a Emmett.
“JASPER! Ti prego non ti ci mettere anche tu”.
Edward lo fulminò con lo sguardo.
“Posso fare la damigella? Oddio devo pensare al vestito mio e di Bella e di tutti gli altri, non ce la farò mai. Avete già fissato una data?”.
Fissai Edward, sconvolta e anche un po’ arrabbiata. Erano proprio fuori.
Addirittura pensare che sia incinta … O.M.G!
Questo è troppo.
Avevano anche iniziato a discutere del nome del bambino e chi sarebbe stato il padrino, ignorandoci per giunta.
“Si chiamerà Alice come la sua zia preferita, se sarà femmina. Se sarà maschio, allora … John”.
‘John … oddio no! Mio figlio si chiamerà Robert!’.
Oh mamma … ma cosa vado a pensare.
Questi stanno scatenando il finimondo solo per una semplice e normale scatolina blu.
Non oso immaginare cosa faranno quando ci sposeremo per davvero.
Guardando Edward, mi accorsi che era furioso.
Credo che, se fossimo stati in un cartone, avrebbe avuto la faccia tutta rossa e dalle orecchie sarebbe fuoriuscito fumo.
Risi per la sua espressione.
Spazientito disse: “Adesso basta, la smettete con tutte queste sciocchezze? Lasciateci parlare invece di arrivare a conclusioni sbagliate. Non c’è nessun bambino in arrivo e no”, disse zittendo Alice che aveva già preso la parola, “neanche un matrimonio in vista, non ho chiesto a Bella di sposarmi, o meglio, non ancora”.
“E allora cosa rappresenta quella scatolina blu?”, disse Christian indicandola.
Edward, sospirando, indicò il medaglione al mio collo.
“Stamattina quando tu ed io siamo usciti”, disse guardando Christian, “passando davanti ad una gioielleria, ho visto un ciondolo in vetrina, me ne sono innamorato e l’ho comprato e poi ho deciso di darglielo stasera”.
Tutti sospirarono. Notai un po’ di dispiacere negli occhi di Alice, mentre Christian se la rideva felice. ‘Non credo riderai ancora Christian, quando saprai che andremo a vivere insieme’, pensai ridendo.
“Ma abbiamo comunque una novità da condividere. Io e Bella andremo a vivere insieme. Non a casa tua Christian … ma in una casa tutti soli soletti”, Edward prese in giro Christian.
Neanche in quel momento quei due smettevano di punzecchiarsi.
E, infatti, come volevasi dimostrare Christian era sbiancato, ma non disse nulla.
“Aw … come sono felice! Finalmente il mio fratellino si sta dando una mossa, pensavo gli mancasse qualche neurone”.
Alice saltellava felice e non si accorse l’occhiataccia che Edward gli mandò.
Il suo entusiasmo condizionò anche gli altri, che, infatti, ci sorridevano.
“Su amore, non ascoltarla … i neuroni li hai tutti, altrimenti non avresti scelto me”.
“Hai ragione piccola. Hai sentito cosa sono stati capaci di creare con la loro testa?”.
Rise.
Ci voltammo a guardarli litigare per qualche altra ragione ed io annuii.
“Già, abbiamo una famiglia di pazzi e non la cambierei con nulla al mondo”.
“Nemmeno io”.
Si sporse per baciarmi e lo lasciai fare, poi ci voltammo, restando a guardare la nostra famiglia che scherzava allegramente, giusto in tempo per vedere la scena in cui Rose diede uno scappellotto a Emmett per aver detto una parolaccia davanti al piccolo.
Mamma mia, che serata!

 
   
 
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