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Autore: JeckyCobain    12/10/2014    1 recensioni
Himeros è la passione del momento, il desiderio fisico presente e immediato che chiede di essere soddisfatto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Langdon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cioccolata per le orecchie
 

Robert era solito alzarsi presto la mattina, alle 5 o alle 6 di solito, per recarsi nella grande piscina di Harvard e fare le sue 50 vasche giornaliere. Nessuno sapeva di questo suo “passatempo”, per così chiamarlo, a parte qualche collega che gli dava puntualmente del pazzo per alzarsi così presto la mattina. Lui lo faceva semplicemente per mantenersi in forma, infatti il suo fisico, nonostante ormai stesse invecchiano, era ancora piuttosto muscoloso, e, a detta di molte colleghe e ammiratrici, molto sexy.

Quella mattina tutto si sarebbe aspettato fuorché di trovarsi di fronte una sua studentessa: Alice Bellini era una degli studenti più brillanti del suo corso, nonché una dei pochi che erano passati all'esame di ammissione per studenti stranieri. Non solo era intelligente oltre la media, ma aveva anche un'incredibile intuito, e un gusto per la letteratura e il cinema che raramente si trovava nei ragazzi della sua età.

Robert alzò lo sguardo sulla ragazza che gli tendeva la mano dal bordo della piscina «Buongiorno professore, già sveglio di prima mattina?» disse sorridendo.

«A quanto pare» rispose lui stringendole la mano. «Come facevi a sapere che ero qui?» aggiunse poi.

La ragazza gli porse l'accappatoio. «Ero per strada quando sono stata attratta dal rumore dell'acqua proveniente dalla piscina, e pensando ci fosse qualcuno di sospetto ho voluto venire a controllare. Non mi sarei mai aspettata di incontrare proprio lei, professor Langdon.» rispose con tranquillità, come se fosse una cosa normale sorprendere il proprio professore durante un allenamento alle sette della mattina.

«Oh, okay» ridacchiò lievemente Robert. «Quindi suppongo che ora dovrò offrirti la colazione» concluse rivolgendole un sorriso affascinante.

Sapeva bene che attirava sempre le studentesse più giovani, e per gentilezza cercava sempre di accontentarle in modi che non comprendessero il contatto fisico, solamente per far si che si accorgessero da sole che lui non era minimamente interessato al rapporto con una studentessa spesso e volentieri molto più giovane di lui.

Alice emise una risata cristallina «La ringrazio» disse «Ma ho già fatto colazione»

Robert ci rimase un po' male: era la prima volta che veniva rifiutato così da una studentessa. “Evidentemente non è attratta da me, per fortuna” pensò, sollevato.

«Allora permetti almeno a me di andare a fare colazione?» riprese con un sorriso «Prima ovviamente di accompagnarti a lezione”.

«Se proprio insiste» rispose Alice facendo spallucce.

“Che ragazza strana» pensò Robert mentre entrava nello spogliatoio e guardava Alice andare verso la sala d'accoglienza, nella direzione opposta “Che sia quello che chiamano genio e follia?”.

La osservò ancora per qualche istante prima che si dileguasse oltre la porta: la lunga coda biondo cenere ondeggiava sulla schiena, accompagnata dai movimenti fluidi ed eleganti dati dalle lunghe gambe, magre e pallide. La schiena era coperta da una giacca in jeans decisamente più grande di lei, che finiva poco prima del sedere, non troppo grande ma sicuramente evidenziato dal vestitino rosa, che lasciava trasparire appena la biancheria in pizzo bianca.

“Ma cosa sto facendo?” Robert si scosse dai suoi pensieri e, imbarazzato da tali, andò a cambiarsi velocemente.

Quando uscì con la sua giacca di Harris Tweed sotto braccio e la borsa in spalla, vide Alice seduta su una delle panchine rosse all'accoglienza, china su un libro. Lo chiuse di scatto e alzò lo sguardo irriverente su di lui, sorridendogli: aveva occhi azzurri, quasi grigi, carichi di voglia di imparare e conoscere. Esattamente il tipo di studente che Robert apprezzava avere in classe.

«Allora, che ci facevi in giro a quest'ora?» chiese lui aprendole la porta da vero gentiluomo.

«Oh, be'» cominciò Alice, prendendo assieme a Robert la via per la caffetteria. «Di solito mi sveglio molto presto perché amo starmene tranquilla in classe finché non comincia la lezione»

«Come mai, se posso chiedere?» domandò, desideroso di non sentirsi dire qualcosa come “lo faccio per lei, professore” come gli era capitato già troppe volte.

«Semplicemente perché la mia coinquilina fa troppa confusione» fu la risposta secca di Alice «sopratutto quando rimane a dormire il suo ragazzo, se capisce cosa intendo» aggiunse a bassa voce con una risata.

Lui fece un sorriso divertito. “Non era un allusione a qualcos'altro quella, vero?” si trovò a pensare.

«E quindi non riesco a leggere in pace» concluse Alice con un'alzata di spalle.

Internamente Robert tirò un sospiro di sollievo. «Ecco perché sei sempre la prima ad arrivare in classe» ridacchiò evidentemente sollevato.

«Esattamente» rispose la ragazza con un sorriso dolce. “È troppo intelligente e matura per innamorarsi di un vecchio come me” pensò Robert, non sapendo che in realtà nella ragazza di fronte a lui si trovavano un tumulto di emozioni tenute a bada da un'incredibile autocontrollo e forza di volontà.

Quando arrivarono alla caffetteria lui ordinò una brioche alla crema e un cappuccino: gli piacevano i gusti più “classici” piuttosto dei pancake o delle uova, come la maggior parte degli americani.

«Sicura di non volere nulla?» chiese appena arrivarono le pietanze al tavolo.

Alice si destò dai suoi pensieri: stava guardando assorta fuori dalla finestra. “Chissà a cosa starà pensando?” si domandò Robert.

«Oh, no, la ringrazio» rispose sorridente lei.

«Le piace la colazione tipica europea, eh, professore?» aggiunse poi, dopo alcuni secondi di silenzio.

Robert rimase stupito dal suo spirito di osservazione ed intuito, e annuì, felice di questa sua perspicacia. «Hai indovinato, Alice» disse rivolgendole un dolcissimo sorriso.

 

Molte studentesse lo dicevano, ma ogni volta che lei sentiva pronunciare il suo nome, si rendeva conto che quell'aggettivo era più che adatto a ciò che sentiva scaturire da quelle labbra: la voce del professor Robert Langdon era cioccolata per le sue orecchie, in quel momento e sempre.

«Hai indovinato, Alice»


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Ciao a tutti! *0*/
Per chi ha già letto la storia bentrovati, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! >u<
Non pensate che il fatto che un prof offra la colazione a un suo studente sia tanto strano, una volta mi è capitato ma ho rifiutato per gentilezza xD
Ah già, ho messo i banner sia su questo capitolo che quello precedente, se volete andarli a vedere ditemi che ne pensate! -v-
Un bacione e grazie a chi legge o recensisce! :3

Alice
   
 
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