Anime & Manga > 07 Ghost
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Autore: Therru    12/10/2014    2 recensioni
...il resto della pena lo sconterai in un posto un po' più... confortevole-.
-L'inferno?-
Dan scosse la testa. -Stesso contesto, più o meno. Stasera verrà qualcuno a prenderti per portarti alla chiesa del settimo distretto, e resterai lì per il tempo che rimane della condanna-.
Incrociò le braccia, sorridendo soddisfatto.
Io, invece, soddisfatta non lo ero per niente.
(Ho voluto inventarmi una storia completamente diversa dalla trama di 07-ghost, proprio una cosa che non c'entra niente, inserendo un nuovo personaggio. Spero che riusciate ad immedesimarvi in esso, e che vi piaccia come storia insomma... Buona lettura! ^^)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castor, Frau, Labrador, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Apriti, terra. Fammi cadere, fammi sparire, per favore..."

Accucciata dietro un vecchio muretto, con la testa appoggiata sulle ginocchia, non potevo fare altro che pregare. Pregare che fosse tutto un incubo, che quei 3 mesi non fossero mai esistiti, pregare di aprire gli occhi e ritrovarmi a casa mia...

Invece, pochi istanti prima, quando mi ero accorta di essere rimasta senza fiato per via della corsa, mi ero ritrovata in un vicolo alla periferia di quella grande città del primo distretto, senza nessuno in giro. Al freddo. Senza sapere se e come tornare indietro, visto che non avevo nemmeno fatto caso alla strada che avevo percorso scappando.

Ero rimasta lì, ad aspettare un eventuale susseguirsi degli eventi. Qualcuno mi avrebbe vista? E rimanendo lì, sarei riuscita a cavarmela da sola? E Frau...

Ecco, a lui non avevo proprio pensato.

L'ultima cosa che avevo sentito prima di cominciare a correre era stata la sua mano che mi teneva per un braccio, quasi stritolandolo. Non m'importava di cosa avrebbe fatto poi, non m'importava che mi trovasse, non m'importava che pensasse a dov'ero finita. Volevo solo restare sola, scomparire, se fosse stato possibile.

Ma visto che non lo era, e visto che gli hawkzile sono più veloci di una ragazzina che corre, non ci mise molto a trovarmi.

Sentivo che mi stava fissando, e quella sensazione non mi piaceva. Feci finta di non essermi accorta di lui, ma lui evidentemente non voleva fare altrettanto.

-Congelerai se resti lì con questo freddo-.

Ah, grazie, questo l'avevo capito anche da sola. Ti pare che appena mi trova si mette pure a farmi la predica?

Comunque, ero sollevata. Se avesse detto qualcosa a riguardo di ciò che era successo, non avrebbe fatto altro che appesantire ancora di più l'atmosfera.

-Alzati- disse -piangerti addosso non serve a niente-.

Come non detto. Ora stava decisamente peggiorando le cose.

-Non sto... piangendo- sussurrai.

-Provamelo-.

Quel bastardo... stava sorridendo, me lo sentivo.

Non mi mossi: ero intenzionata a non perdere la sfida, questa volta.

Chiusi di nuovo gli occhi, facendo di tutto per non sentirlo. Ma più mi dicevo di non stare ad ascoltare quello che diceva, meno ci riuscivo.

-Come pensi di risolvere le cose, se stai sempre lì ad autocommiserarti?-

Alzai lievemente la testa, riuscendo a vedere, davanti a me, la neve cadere sul lastricato. Non avrei fatto altro; non mi sarei girata a guardarlo, né tantomeno mi sarei alzata.

Per qualche motivo, lui sembrò capire le mie intenzioni: e non gli andavano a genio.

Mi sentii sollevare da terra, sospesa per aria, sentendo una ventata d'aria fredda colpirmi in faccia.

-Di nuovo...?! Hey!- gridai, cercando di liberarmi dalla sua presa. Non bastava che continuasse a provocarmi, adesso mi trattava addirittura come se avessi 5 anni!

-Lasciami, Frau! Non ne posso più!-

-Nemmeno io. Ecco perché non posso lasciarti lì-.

Mi bloccai. Cosa... cosa aveva detto?

Inaspettatamente, mi lasciò scendere e si voltò verso di me. E mi fissava dritta negli occhi, con quel suo sguardo gelido.

-Non puoi sempre affidarti a quello che credi che succederà. Non ci sei solo tu a questo mondo, e non puoi continuare a scappare da quello che sei. Anche perché mi causi un sacco di problemi, capito, mocciosa?-

Non potevo... cosa?

Feci per ribattere, ma una voce dentro di me mi disse che aveva ragione lui. Da quand'ero nata, in effetti, non avevo fatto altro che scappare. Scappare da quella che ero, quella che pensavo di essere, quella che gli altri volevano o pensavano che io fossi, rifugiandomi nell'unico posto dove stavo bene: la solitudine.

Stare sola, al buio, senza nessuno intorno, per me era sempre stata la cosa migliore. Lì potevo avere i miei pensieri, non avevo nessuno ad impormi le sue regole, a manovrarmi, ad accusarmi...

Eppure, quando mi ero ritrovata per 3 mesi in una cella, mi ero resta conto di com'era in realtà la mia mente: esattamente come una prigione, in cui io costantemente mi nascondevo. E la mia idea di vita, materializzata in quella buia stanza, in quelle sbarre arrugginite, mi faceva schifo.

Allora perché, anche dopo che l'avevo capito, avevo continuato a scappare?

Forse perché... c'era stato qualcuno, che aveva cercato di pormi di fronte a un destino differente. Aveva cercato di farmi guardare in faccia quello che era stata e sarebbe stata la mia vita, ed io, come una stupida, avevo rifiutato, chiudendomi ancora nel mio mondo, anche se non mi piaceva.

E quel qualcuno era lì, di fronte a me, e mi diceva che non potevo continuare per questa strada. E che non poteva abbandonarmi.

Abbassai lo sguardo, vergognandomi da morire.

-Io non...-

Non cosa? Non volevo? Non potevo?

No, in quel momento, semplicemente, non lo sapevo. Non sapevo cosa volevo esattamente, volevo solo vivere normalmente. Sorridere, per quanto mi fosse possibile. E forse, sarei stata meglio.

-Sì, capito-.

Alzai di nuovo lo sguardo verso di lui.

-Devi imparare a camminare da sola, ragazzina. Un giorno non ci sarà più nessuno a tenerti d'occhio, tantomeno ci sarò io a venirti a cercare-.

-Sì...-

Mi fermai un momento a riflettere, mentre lui tornava a mettere in moto l'hawkzile che aveva lasciato là vicino.

-Hey, aspetta! Cosa vuoi dire con "tenermi d'occhio"?!- gli gridai alle spalle.

-Dico... quando sono venuto a prenderti, non mi avevano detto che eri una piantagrane di prima categoria. Adesso ci saranno pure quei militari a tenerti d'occhio, sempre che ci lascino passare il confine- rispose lui.

Accidenti... a questo non avevo pensato. Non mi era nemmeno passato per la testa di immaginare quali sarebbero state le conseguenze dell'accaduto.

E se non potevamo passare il confine, io non sarei potuta andare in chiesa. E probabilmente avrei passato il resto dei miei giorni in una cella.

Alla fine, volontariamente o no, i guai li causavo lo stesso. Ma perché ero così... così stupida?!

Strinsi i pugni, restando ferma dov'ero, trattenendomi dal prendermi a sberle.

-Hey. Guarda che non ti stavo dando la colpa, gli ho spiegato la situazione. Al massimo ti faranno restare in chiesa qualche mese in più...- disse, sorridendo.

Non che l'idea mi andasse bene, ma se potevamo ancora superare il confine, era accettabile. Tanto, dopo 6 anni, un mese in più o uno in meno, cosa vuoi che sia?

-Va bene...- mormorai, stringendomi nelle spalle. Lo raggiunsi e salii sull'hawkzile, un secondo prima che questo si sollevasse da terra.

Pochi minuti dopo essere ripartiti, rividi le porte ad arco sul confine; cercai di farmi più piccola possibile, per evitare gli sguardi dei militari che, ovviamente, non si erano persi la scena di prima.

Tuttavia, nonostante mi aspettassi delle proteste da parte loro, passammo senza problemi. Non ci fu nemmeno bisogno di far rivedere il pass, tanto l'avevano già guardato prima. Feci del mio meglio per non farmi notare comunque, chiudendo gli occhi di nuovo.

Appena oltrepassata l'uscita sentii una ventata d'aria fredda, come per accoglierci nel settimo distretto.

Ancora qualche ora, e il mio viaggio sarebbe finito.

L'hawkzile si alzava sempre di più, in mezzo alle nuvole. Voltai gli occhi verso il cielo: non vidi altro che un'immensa, candida, distesa di nuvole e spiazzi azzurri, come se qualcuno avesse dipinto di blu una tela bianca solo in parte.

Lì, nonostante il freddo e la tristezza, avvertii un senso di pace come non l'avevo mai sentito prima.

Cercai di guardare più lontano, oltre le nubi più grandi che segnavano la linea dell'orizzonte. Montagne, cielo, strisce bianche, ancora cielo: era talmente bello che era difficile credere di vederlo veramente.

Inspirai a fondo: era così, sentirsi felici? Beh, era bello.

Ad un tratto, vidi un guizzo bianco spuntare da dietro la linea di nuvole verso i monti più alti: volteggiò per un po' sopra la coltre, poi si rituffò nel bianco.

-Cosa...?-

Credetti di aver sognato. Mi pareva di aver sentito che esistessero solo nelle leggende, eppure quello mi sembrava proprio...

-Un Führung- sentii dire.

-Eh? ...L'hai visto anche tu, Frau?-

Lui annuì. -Sì. Capita raramente di vederne anche solo uno, considerati fortunata-.

Wow... così esistevano davvero, quei draghi leggendari... li avevo sentiti solo nelle storie di quand'ero piccola, ma ora che ne avevo visto uno... era, come dire, un sogno che si avverava.

Un sogno che si avverava... non mi era mai successo. Anzi, a quanto ne sapevo, non capita a tutti di vedere realizzati i propri sogni.

Forse, quella giornata stava cominciando ad andare per il verso giusto.

L'hawkzile rallentò, pian piano: sembrava che il vento lo stesse cullando, mentre il cielo si stava lentamente tingendo di rosso.

Era già passato così tanto tempo? Presto sarebbe giunto il tramonto, e io non avevo nemmeno fatto in tempo a pensare a cosa fare una volta arrivata in chiesa, a come avrei dovuto comportartmi...

Beh, chissenefrega. In quel momento, volevo solo godermi il calore del sole che stava calando, l'aria che mi sibilava nelle orecchie, ma dolcemente...

Poi credo di essermi addormentata, perché mi ricordo che appoggiai la testa sulla schiena di Frau chiudendo gli occhi definitivamente.

E poi... non ricordo più nulla.

 

  
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