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Autore: Neko    12/10/2014    8 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 69: Sorprese

 

“E tu chi sei?” domandò Rufy, attirando l’attenzione dei suoi compagni che lo raggiunsero sul ponte.

“Ehi ma...quello da dove sbuca fuori?”chiese Usopp stranito, osservando lo sconosciuto.

“Io non l’avevo visto…oh ma io gli occhi per vedere non ce li ho…yohohohoho!” disse Brook.

Tashiji si sistemò gli occhiali e, osservando la figura minuta, chiese “Ma arruolate anche ragazzini nella vostra ciurma?”

“Con il capitano tutto può succedere, ma per il momento no. Non sappiamo da dove provenga quel bambino…anche se…” disse Robin studiando l’aspetto del piccolo, che sbirciava da dietro l’albero maestro.

Esso sembrava avere sugli 8-9 anni. Aveva gli occhi nocciola, capelli neri e alla rinfusa  e sul davanti aveva un dente mancante. Indossava una salopette di jeans con pantaloncini corti, una t-shirt bianca dove si intravvedeva un disegnino di un ranocchio e una fascia rossa legata sulla fronte. Aveva diverse bende sul corpo, cosa che fece comprendere ai mugiwara che quel bambino era spericolato.

“…potrebbe essere…” continuò Robin, prima che Umi urlasse “Ace, che…che fai qui?”

Nami e Rufy spalancarono le bocche incredule, non immaginandosi che avrebbero mai rivisto il figlioletto che avevano preso in braccio quando era ancora in fasce “A-Ace?” balbettarono all’unisono.

Gli occhi del bambino si illuminarono quando vide Umi, ma quando provò a raggiungerla per abbracciarla, egli, sentendo una forte presa trattenerlo, inciampò e cadde col viso per terra, svelando una bambina di 5-6 anni, che fino a quel momento si era nascosta dietro Ace, non facendosi notare dalla ciurma.

“Un’altra? Sembra che su questa nave i bambini spuntino come funghi!” disse Sanji aspirando la sigaretta.

Umi invece sbiancò alla vista della piccola e venne afferrata da Franky quando si sentì mancare.

“Oi sorella, tutto bene?” chiese il Cyborg, facendole aria con un ventilatore tirato fuori da chissà dove.

Umi aprì gli occhi e disse “S-sto bene? Io sto bene?” si domandò, per poi alzarsi improvvisamente in piedi realizzando la gravità della situazione “No, no che non sto bene, come posso stare bene? Hai visto chi c’è?” disse indicando la bambina “Sono morta, capisci? Morta!”

La ciurma la guardò confusa.

“Non mi sembra così pericolosa!” disse Rufy inclinando la testa di lato e osservare la bambina che sembrava tra l’intimorito e l’incuriosito.

Umi si portò la mano sulla fronte “Non era quello che intendevo!”

“Chi è quella marmocchia, un’altra figlia di Rufy e Nami? Siete peggio dei conigli voi due!” disse Zoro con un ghigno.

Nami lo mise a tacere con un pugno, mentre Rufy domandò “Che centrano i conigli?”

La navigatrice sospirò “voleva dire che…ah lasciamo perdere, piuttosto vorremmo una spiegazione!” disse rivolgendosi alla figlia maggiore.

“Appena l’avrò avuta anch’io!” rispose Umi, inginocchiandosi davanti ad Ace, che si stava strofinando il naso dolorante, e afferrarlo per il colletto “Tu, che diavolo combini. Perché mi hai raggiunto? E soprattutto perché hai portato anche lei?” disse con un tono alterato.

“Ti volevo aiutare nella tua missione e proprio quando venivo trasportato nel passato, lei è entrata in camera tua senza permesso ed è stata risucchiata con me!” disse Ace alzando le spalle. “Tranquilla sorellona, è tutta intera no?”

Umi cominciò a battere il piede a terra nervosamente “Ti devo per caso ricordare chi è suo padre e che da un’intera vita, cerchi di evitarlo ogni volta che ti è possibile, perché ti spaventa? Secondo te cosa ci farà quando scoprirà che la sua adorata figlioletta è scomparsa a causa nostra?”

Il bambino diventò blu dalla fifa e cominciò a sudare freddo.

“Vedo che cominci a renderti conto del casino che hai combinato, ma…forse…forse se tornate indietro immediatamente, gli adulti non si accorgeranno che siete spariti!” disse Umi, vedendo un barlume di speranza.

“Io credo che se ne siano già accorti. Siamo partiti quasi subito dopo di te. Solo che non sapendo in quale momento del passato eri andata, ti abbiamo cercato per un po’ e ci siamo anche cacciati nei guai un bel po’ di volte. Anzi, mi correggo…io mi sono cacciato nei guai, lei andava a nascondersi nel primo buco che trovava, lasciandomi nei casini. Ringrazio la mia buona stella se sono ancora intero!” disse Ace sorridendo, come se non fosse successo niente.

“Cosa?” chiese Umi invece terrorizzata alla sola idea che i due avrebbero potuto farsi seriamente male.

Ace superò la sorella per recarsi dalla ciurma e guardandoli uno ad uno disse “Ciao ragazzi! Alcuno di voi non li ho mai incontrati, anche se so esattamente chi è ognuno di voi, e immagino che mia sorella vi abbia parlato di me, quindi non c’è bisogno delle presentazioni!”

“Come alcuni non li hai mai incontrati? Questo vuol dire che siamo ancora in pericolo di vita?” chiese Chopper , cominciando a farsi prendere dal panico.

“Non necessariamente. Se è vero che Ace ha intrapreso il viaggio subito dopo Umi, questo significa che non era nel suo tempo quando c’è stato il cambio temporale e di conseguenza per lui le cose, come per Umi, sono rimaste invariate. Quando torneranno nei loro tempi allora la loro memoria verrà modificata in base al nuovo futuro che si è venuto a creare!” disse Robin, tranquillizzando Chopper che tirò un sospiro di sollievo.

Ad Ace gli si illuminarono gli occhi, comprendendo cosa quelle parole significassero.

“Sei riuscita a cambiare il passato? Papà sarà vivo?” domandò il ragazzino, cercando conferma in sua sorella.

“In teoria!” rispose Umi.

Ace cominciò a saltare di gioia e si avvicino successivamente a Rufy, per poi fissarlo per un po’ “Sai? Sei proprio uguale alle foto che la mamma conserva. Mi ha parlato molto di te e…è così strano vederti vivo…” cominciò, per poi toccarlo con la punta del dito “…toccarti e sentire che sei veramente di gomma. Ti avevo già visto nella mia gita nel passato di questi giorni, ma…non ti ho mai voluto incontrare. Avevo paura di conoscerti e poi di perderti di nuovo e…sono rimasto nascosto ai tuoi occhi. Ora che però mia sorella ha cambiato il tuo futuro, non c’è più niente che mi possa trattenere!” disse il ragazzino commosso, incrociando per la prima volta lo sguardo con il proprio genitore e poi abbracciarlo.

Rufy sorrise comprendendo i suoi sentimenti, gli accarezzo la testa, scompigliandogli i capelli.

Nami, commossa dalla scenetta, si avvicinò al suo futuro figlio, il quale vedendola, si prese un colpo.

Si ricordò poi che quella Nami era quella del passato e tranquillizzandosi, urlò “Mamma!” per poi abbracciare i fianchi della navigatrice, prendendola alla sprovvista.

“Il ragazzino è affettuoso!” disse Usopp, grattandosi la testa confuso da tutta quella situazione.

“No, non è affettuoso. Quando fa così vuole qualcosa!” disse Umi, facendo alzare un sopracciglio a Nami “Sarebbe?” chiese, per poi guardare dall’alto verso il basso, la testa del figlio che le era ancora avvinghiata. Si sentiva a disagio per quella manifestazione di affetto. Era vero che era il suo bambino, ma comunque lei non sentiva quel legame madre e figlio che lo avrebbe legato a lui un giorno. Nemmeno con Umi provava qualcosa del genere, sebbene si preoccupasse per lei.

“Vero che mi vuoi bene mamma?” chiese Ace facendo gli occhi da cucciolo e guardando la ragazza, la quale non sapendo che pesci prendere, balbetto un sì.

“Allora non mi ucciderai quando tornerò nel futuro, dopo aver scoperto che ti ho disobbedito per raggiungere Umi, vero?” chiese sorridendo “Ricorda che sono il tuo figlio maschio preferito!”

Umi alzò gli occhi al cielo, mentre Nami sgranò gli occhi per poi affermare “Stai cercando di comprarmi affinché decida in futuro di non punire mio figlio, quando mi farà venire un infarto perché è partito per chissà dove?”

Ace si allontano dalla navigatrice e sorridendo a trentadue denti, rispose “Si!”

Una vena pulsante spunto sulla tempia di Nami, la quale cominciò a insultare il ragazzino, per poi dargli un pugno in testa.

Rufy scoppiò a ridere, divertito dal figlioletto e disse “Ace, sei uno spasso!”

“Davvero?” chiese il ragazzino contento “Allora la convinci tu a non prendersela con me?

“Va bene!” rispose semplicemente Rufy, facendo esasperare Nami.

Chopper spostò lo sguardo dalla scenetta, alla nuova bambina, ancora senza nome, che si trovava accanto a Umi.

Ella era magrolina, con un vestitino semplice rosa con dei fiorellini bianchi sull’orlo, gli occhi color nocciola e i capelli sciolti e lunghi fin dopo le spalle di un colore verde chiaro.

Il dottore le si avvicinò e annusò la bambina, per poi affermare “Ma…ma questo odore è di…”. Non terminò la frase che la piccola si diresse verso Zoro, aggrappandosi ai suoi pantaloni.

Lo spadaccino fu sorpreso dal gesto della piccola. Si domandò del perché quella bambina si rifugiasse da lui, con tutte le persone presenti.

Zoro cercò di spostarsi, ma la presa della piccola era ben salda “Ehm…ti dispiacerebbe lasciarmi andare?” chiese con tono serio, che intimidì la piccola, la quale non staccando gli occhi dall’uomo, indietreggiò fino a raggiungere, questa volta, le gambe di Tashiji e aggrapparsi a lei.

Dei brividi di freddo percorsero la schiena dello spadaccino, che cominciò ad avere un “brutto” presentimento.

Sgranò l’unico occhio visibile e spaventato si rivolse a Umi “No… dimmi che lei non è quello che credo!”

Umi sorrise a trentadue denti divertita e annuendo disse “Oh si, lei è sangue del tuo sangue, tuo e di Tashiji!”

“Cosa?” urlarono i Mugiwara, che ancora non avevano capito chi potesse essere la bimba.

“Non ci credo, come può quel…quello stoccafisso avere una figlia…con la mia dolcissima Tashiji poi…!” disse Sanji sconvolto, lasciando cadere a terra la sigaretta appena accesa.

“Z-Zoro ha procreato?” disse Usopp a bocca aperta “M-ma nel futuro dove siamo stati, lui non aveva figli!”

Bhe data la sua età, teoricamente non era ancora nata!” disse Robin riflettendo sulla faccenda “Oltre al fatto che possiamo aver cambiato molti eventi che sarebbero dovuti capitare, con il nostro soggiorno nel futuro!”

“Super!” gridò Franky “Un altro componente della ciurma!”

Yohohoho, è davvero carina Zoro-san. Ti somiglia molto!” disse Brook avvicinandosi troppo alla piccola, che cominciò ad urlare spaventata e strinse maggiormente la presa sulle gambe di Tashiji, la quale era rimasta shoccata, tanto quanto Zoro.

Brook si andò a rannicchiarsi in un angolo, afflitto per la reazione che la piccola, sebbene immaginasse che, trovandosi il suo futuro se stesso, da un’altra parte rispetto al resto della ciurma, la bambina non aveva mai potuto abituarsi al suo aspetto.

“F-figlia di chi? Scusate credo di non aver capito bene!” disse la ragazza della marina spaventata.

“Esatto, non hai capito bene perché questa è un’assurdità. Non esiste che io mi metta con lei, in questa vita, mai. Tanto meno potrà mai accadere che io e lei facciamo una figlia insieme, intesi?” disse Zoro arrabbiato.

“Puoi dire quello che vuoi Zoro, ma di fatto lei è qui!” disse Umi infastidita, anche se sapeva che tra lui e Tashiji non scorreva buon sangue.

Zoro la fulminò con gli occhi, prima di girarsi e andarsene nella sua stanza di allenamento.

“Che razza di maniere. Quel Marimo avrebbe bisogno di una bella lezione!” disse Sanji innervosito, non capendo il comportamento del compagno.

“Non è facile venire a conoscenza di chi saranno i propri figli o il proprio partner!” disse Nami comprendendo il compagno.

“Tu e Rufy non avete avuto questi problemi!” disse Chopper confuso.

“La situazione era diversa. Io e Rufy non eravamo indifferenti l’uno all’altra. Però una sorta di rifiuto l’ho avuta anche io, anche se non dello stesso livello di Zoro. Conoscere i propri figli ti fa sentire in obbligo di metterli al mondo e io avevo…anzi ho paura che per qualche ragione possa non accadere. Sappiamo tutti com’è fatto Zoro. Sarà scorbutico, sempre imbronciato e un demone quando deve combattere, ma non è cattivo e di certo non odia quella bambina. Avrà avuto paura, perché per come sono adesso le cose, niente fa pensare che tra lui e Tashiji possa nascere l’amore!”

Tashiji si sentiva confusa. Non capiva  molto di quanto stava accadendo, né aveva compreso chi fossero realmente Umi ed Ace. Aveva sentito parlare di figli futuri e via dicendo, ma le sembrava una cosa talmente assurda e surreale che pensava fosse una sorte di codice tra pirati o qualcosa del genere.

Robin comprese la sua confusione e brevemente le raccontò quando era accaduto loro tempo addietro.

“Quindi…se ho capito bene…quei tre vengono veramente dal futuro?” chiese la ragazza della marina, ancora poco convinta.

Robin sorrise e annuì.

“Sapevo che nel nuovo mondo accadevano cose particolari, ma questa…questa le batte tutte!” disse, per poi guardare la bambina che si era aggrappata a lei. La trovò molto carina e dolcissima, con quegli occhioni da cucciola che la fissavano. Si abbassò alla sua altezza e le chiese “D-d’avvero io s-sono t-tua m-madre?”

La piccola annuì.

“E come ti chiami?” le domandò curiosa.

Hikari!”

Tashiji sorrise. Aveva sempre amato quel nome. Era così che chiamava la sua bambola preferita quando era bambina e aveva già deciso che, semmai avesse avuto una figlia, l’avrebbe chiamata Hikari.

La beatitudine di Tashiji però durò poco, quando comprese esattamente cosa significava tutta quella assurda storia. Si alzò di scatto in piedi e con voce tremante disse “No, no, no, no, no, no! Non può essere, questo…questo deve essere un sogno o un incubo. Io non posso avere una figlia con…con…con…con…con…”

“Zoro!” disse Rufy tranquillamente , vedendo che la ragazza aveva preso a balbettare tanto era il panico che si era impossessata di lei.

Tashiji arrossì di botto e si porto le mani al viso come a volersi nascondere, per poi scappare nella stanza di Robin, dove alloggiava momentaneamente.

I due nuovi arrivati vengono accolti dagli altri senza problemi e Ace e Hikari non ebbero problemi ad adattarsi subito alla vita sulla nave. Ace giocava con Rufy, Usopp e Chopper, mostrando il suo carattere estroverso e combina guai simile al padre, mentre Hikari era più tranquilla e sembrava mostrare un certo interesse per i libri che Robin sfogliava. Però la sua concentrazione era altrove e spesso girava la testa verso la stanza di allenamento di Zoro.

Robin sorrise notando il comportamento della bimba e incoraggiandola le disse “Perché non vai a vedere cosa sta facendo  lo spadaccino?”

Hikaru la guardò dubbiosa, ma poi un sorriso si dipinse sul suo volto e annui, correndo poi verso la scala che l’avrebbe condotta nella cabina.

 

Zoro era intento nei suoi allenamenti cercando di non pensare a quanto aveva scoperto, ma più volte perse il conto di quante volte aveva sollevato i pesi a causa della scarsa concentrazione.

Ad un tratto vide spuntare una testolina verde dalle scale. Fece finta di non vederla, ma si sentiva osservato e a disagio a causa della sua presenza. Vide la bimba camminare nella stanza e osservare i vari attrezzi della cabina, girandosi di tanto in tanto verso di lui, curiosa.

La piccola vide le tre spade dello spadaccino adagiate contro il  muro, di cui una caduta a terra e si accinse a raggiungerle. Zoro era pronto a riprenderla se avesse avuto intenzione di toccarle, ma quando capì le intenzioni della bimba, si fermò.

Infatti la piccola prese la spada caduta a terra e delicatamente la rimise in piedi insieme alle altre, senza avere alcuna intenzione di giocarci e tagliarsi via qualche arto, come Zoro temeva.

Hikari poi andò a sedersi su una panchina, guardando di tanto in tanto fuori dalla finestra, ma qualunque cosa facesse, manteneva il silenzio.

Zoro, continuava il suo allenamento, ma più volte si ritrovò a fissare la bambina, pensando a cosa dovesse fare o dire.

“Credo che di sotto ti annoieresti di meno!” disse finalmente lo spadaccino.

Hikari alzò le sopracciglia sorpresa. Aveva cominciato a pensare che insieme all’occhio, aveva perso anche la lingua.

“Non mi sto annoiando. Mi piace stare con te e vederti allenare…anzi il mio papà a quest’ora mi avrebbe invitato ad allenarmi con lui!” disse la piccola alzando le spalle.

Zoro alzò un sopracciglio “Allenarti?”!

La piccola annuì “Come dici sempre, il mondo è un posto pieno di pericoli e prima imparo a difendermi da sola, meglio è, soprattutto dato che i cacciatori di taglie piace prendere di mira noi bambini per arrivare ai genitori!” disse sbuffando.

“Sei stata presa di mira dai cacciatori di taglie?” chiese Zoro sussultando e stringendo involontariamente la presa sul peso che aveva tra le mani.

“Non solo io, anche Ace e Umi, ma io non ho mai paura, perché tu arrivi sempre a salvarmi, insieme alla mamma!” disse la piccola sorridendo “E poi non sono completamente indifesa!”

Zoro stava per chiederle cosa intendesse dire, ma l’urlo di Rufy all’avvistamento di un’isola, li distolse dal loro discorso.

I due raggiunsero il resto della ciurma e Hikari dovette arrampicarsi sul parapetto, per poter vedere la striscia di terra, che si intravvedeva all’orizzonte.

Nami era inquieta invece. Vedendo la bussola, non sembrava che quell’isola esistesse davvero. “Potrebbe essere un’allucinazione?” chiese Usopp.

Rufy mise il broncio a quell’affermazione “Sarebbe un peccato. Quell’isola sembra divertente!”

Robin si lasciò sfuggire un sorriso. Ogni volta che Rufy trovava qualcosa divertente, voleva dire che per loro c’erano soltanto guai in arrivo.

“Potrebbe essere quell’isola misteriosa di cui mia madre mi ha parlato!” disse Umi attirando l’attenzione dei presenti.

“Che isola?” chiese Franky.

“Uhm…bhe non ha proprio un nome a causa della sua particolarità che la rende difficile da trovare, ma la mamma ci ha parlato di quest’isola diverse volte, usando l’avventura vissuta lì come un fiaba per farci addormentare!” Continuò Ace.

“Guardate bene l’isola, non vi ricorda qualcosa la sua forma?” chiese Umi.

La ciurma osservò la terra emersa, ma solo Robin ebbe un intuito “Sembra una donna stesa a pancia in su!”

“Ora che mi ci fai pensare è vero!” disse Usopp.

“Quella vegetazione che sembrano varie liane che pendono da un lato dell’isola, sono i capelli della donna. Quelle enormi montagne, sono le gambe piegate. La pancia piatta corrisponde alla pianura, l’ombelico a un lago, le narici del naso corrispondono a delle grotte, la bocca a un dirupo profondo e…” cominciò Hikari non staccando gli occhi dalla terra.

“…le tette sono le colline! Chissà se indossa delle mutandine!” disse Brook da dietro Franky, sperando di scappare dalla furia di Nami.

“è pericolosa quell’isola?” chiese Tashiji “C’è per caso una base della marina?”

“Pericolosa probabile! Base della marina? No. Ci sono degli esseri strani che la popolano, che hanno avuto un’evoluzione diversa rispetto alla nostra, in quanto quell’isola è viva e se gli gira si immerge e si sposta!” disse Umi.

“Ora sono ancora più curioso di andare a visitarla. Chissà quante cose fantastiche potremo vedere e chissà quali cibi prelibati ci sono!” disse il capitano.

“Aspetta un momento Rufy, ti sembra il caso di correre il rischio di esplorare un’isola sconosciuta con due bambini?” chiese Zoro incrociando le braccia.

Rufy inclinò la testa e guardò i ragazzini.

“io voglio andate!” disse Ace mettendo il broncio allo spadaccino “Non ho paura!”

Usopp si avvicinò allo spadaccino e colpendolo con un gomito e con un sorriso sornione sulle labbra disse “Ti preoccupi per tua figlia eh…di la verità!”

Zoro arrossì e cominciando ad urlare disse “Io non mi preoccupo per niente e per nessuno, sia chiaro!”

“Oh si, si…certo!” disse Usopp sghignazzando.

“Però Zoro ha ragione. Io non voglio che succeda qualcosa a Ace e Umi prima che ritornino indietro. Dovrà essere la mia futuro me stessa a ucciderli per il loro gesto avventato!” disse Nami, contraria a sbarcare su di un isola più misteriosa delle altre, dove nemmeno gli strumenti di navigazione segnalavano la sua presenza.

“Ma mamma…” disse Ace.

“Ma Nami…” disse invece Rufy mettendo il broncio.

“mettiamola ai voti!” disse Hikari alzando la mano, lei proprio come Ace, era curiosa di esplorare quell’isola e di conoscerne i segreti.

“D’accordo, allora chi vota per andare?” chiese Rufy alzando la mano.

Con lui, anche Robin, Chopper, Usopp, Franky, Brook, Umi, Hikari e Ace non vedevano l’ora di buttarsi in una nuova avventura.

“Nove voti positivi, contro quattro negativi, direi che abbiamo vinto noi! Tu Sanji… strano che non voglia venire!” disse Usopp.

“Io in realtà sono d’accordo le ragazze, ma essendo una per il si e l’altra per il no…sono neutrale, però sono curioso di vedere se c’è qualche nuova specialità che posso cucinare!” disse il cuoco.

Hikari si avvicinò a Zoro e tirandolo per una mano disse “Ti prego papino, andiamo!”

Zoro guardò storto la bambina e balbettando imbarazzato disse “N-non c-chiamarmi p-papino!”

Nami sospirò rassegnata “Tanto che serve protestare? Siamo in minoranza!”

Rufy sorrise a trentadue denti e guardando Ace gli fece cenno di dare lui stesso l’ordine.

“Bene ciurma, prepariamoci a sbarcare!”

 

  
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