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Autore: marcella92    13/10/2014    1 recensioni
E se Lori tornasse a Honolulu? E se i Five-0 avessero messo su famiglia e, oltre ai casi, dovessero districarsi anche con i problemi di casa? Cosa succederebbe se Steve si innamorasse davvero?
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era da poco cominciato il nuovo anno, ma al Five-0 il lavoro non si era mai fermato, così come gli agenti che ci lavoravano.

“Ragazzi, siamo pronti per stasera?” chiese Steve, entrando in ufficio con il solito passo di carica.

“Sì, non preoccuparti. Io e Kono abbiamo studiato tutti i possibili percorsi che potrebbero fare, e, anche se non conosciamo tutti i suoi scagnozzi, non dovrebbe essere difficile individuarli.” rispose Danny.

“Per questo non c'è problema, Fong mi ha dato una cosa per te capo.” disse Kono, porgendo una scatoletta a Steve.

“Occhiali da vista? Non mi servono, grazie.” rispose l'uomo, guardando dentro la scatola.

“Indossali e guarda il computer.”

“Ehi, hanno una microcamera! Fantastico, è invisibile!”

“Praticamente ai più, se non sai dove guardare.”

“Ottimo. Lori, per questa sera avrai un fidanzato nerd, che ne dici?”

“Non preoccuparti, ci sono abituata. Anzi, ti dirò, con quelli addosso, somigli molto ad un mio ex.” rispose la donna ridacchiando.

“I vestiti li avete?”

“Certo che sì, cosa credi?”

“Sicuro? Non è che stasera arrivi in tuta mimetica, vero?” chiese Chin sorridendo.

“Vuoi forse che ti revochi il permesso, agente Kelly?”

“Provaci e dovrai vedertela con Malia.”

“Cugino, però non vale che tu hai la serata libera, mentre noi dobbiamo inseguire quella donna tutta la notte.”

“Sono mesi che aspetto questa serata di permesso, quindi anche se Honolulu venisse rasa al suolo dai marziani e spazzata da uno tsunami, non venite a disturbarmi. Anzi, ora scappo, buon lavoro!” e l'uomo corse via, il più velocemente possibile, per impedire al capo di affibbiargli qualche compito ingrato.

“Bene ragazzi, ci vediamo davanti al bar per le venti e trenta, mi raccomando, puntuali. Secondo il programma Paloma dovrebbe arrivare alle ventuno insieme al fidanzato e alla scorta, per festeggiare il compleanno di lui. Kono, tu starai in macchina con il computer, e tu, Danny, fingerai di essere un cliente...sii credibile, fai una faccia stanca, da impiegato di banca depresso...qualcosa del genere.”

“Non serve che me lo dica, mi basta una giornata con te per collassare su una qualunque superficie orizzontale...non mi serve fingere.” rispose Danny, sbeffeggiando il collega.

“Perfetto, mi sembra tutto in ordine. A più tardi.”

Erano le venti e venticinque quando Danny accostò al marciapiede di fronte al locale sulla spiaggia, dopo aver scaricato Steve, che arrivava in quel momento, qualche isolato prima.

“Cerca di camminare come un essere umano Steven, non come un cyborg.” disse Danny all'auricolare, provocando una risata a Kono. Steve sorrise, portandosi all'entrata del bar, in attesa di Lori.

Proprio in quel momento un taxi frenò e la donna scese. Indossava un leggero abito corto con fantasia floreale, abbinato a dei sandali bassi, decorati da pietre verdi. Steve si fermò sorpreso, poi le porse la mano e le si avvicinò, quasi a baciarla, per sussurrarle all'orecchio.

“Lori, mettiti questo. Il microfono è a posto?” le disse, passandole l'auricolare, che la donna, con molta noncuranza, indossò, fingendo di sistemare un orecchino. “Sì, a posto”.

“Ehi, Lori, mi senti?” chiese Kono.

“Perfettamente.”

“Ottimo. Comunque quel vestito ti sta davvero bene, dove l'hai preso?”

“In quel negozietto dell'altro giorno...”

“Ragazze, vi sembra il caso?” chiese Danny.

Steve e la donna entrarono nel locale e, guardandosi attorno, individuarono Danny seduto al bar.

“Lori, sei bellissima, complimenti.” disse l'uomo all'auricolare.

“Grazie. Pensa, manca solo il mio maritino, ancora non ha detto niente del vestito, vero tesoro?” disse Lori, prendendo il comandante sottobraccio.

“Hai ragione cara, sei davvero molto bella stasera.” rispose Steve, senza mentire. “Forza, vai al tavolo, io prendo da bere. Cosa vuoi?”

“Un Mojito, possibilmente analcolico.”

L'uomo si diresse al bar, e tornò poco dopo con un bicchiere pieno e una birra. I due si sedettero vicini, come una coppietta in luna di miele, fingendo di chiacchierare e scambiarsi complimenti. In quel momento Kono li interruppe.

“Ragazzi, stanno entrando ora.” Steve, cogliendo Lori di sorpresa, si avvicinò alla spalla, deponendovi un bacio, voltandosi poi verso la porta in un gesto casuale. Stavano entrando in quel momento una minuta donna mora e prosperosa, seguita da cinque uomini che la superavano di molto, sia in altezza che in peso. Tutti tranne uno indossavano abiti scuri, e si sedettero ad un tavolo poco distante da quello scelto dalla donna.

“Eccola. Lori, il microfono è in funzione?” chiese Steve, sbirciando la scollatura alla donna.

“Sì. Ehi, dove pensi che sia?” chiese lei divertita, seguendo lo sguardo dell'uomo.

“Capo, ti assicuro che non è lì.” disse Kono ridendo. Steve, imbarazzato, si ritrasse di colpo, sistemandosi meglio sulla panca, continuando a parlare del più e del meno.

“Comandante, dobbiamo sembrare una coppia affiatata in luna di miele, non un sergente istruttore e il suo allievo più tonto.” disse Lori, sistemandosi il vestito, in modo da coprire il microfono.

“E tu chi saresti?” rispose Steve, coprendo con la giacca la pistola che aveva alla vita.

“Sicuramente il sergente istruttore, cadetto McGarrett.”

“Certo, certo. Ehi, Kono, mi senti?”

“Forte e chiaro capo. Siamo tutti in posizione, potete entrare in azione.”

I due agenti erano seduti ad un bar sulla spiaggia, e osservavano con molta discrezione la donna a qualche tavolo di distanza da loro: Paloma Hayez sedeva tranquilla, circondata da guardie del corpo, sorseggiando piña colada assieme al suo fidanzato, un tizio nerboruto che la sovrastava di almeno trenta centimetri. A prima vista potevano sembrare una star del cinema e il suo accompagnatore, ma per i Five-0 erano soltanto una nuova missione: la donna infatti, nonostante la giovane età, era a capo di uno dei cartelli della droga più attivi in centro e sud America. Ereditato il ruolo dal marito, che l'aveva lasciata vedova dopo soli sette mesi di matrimonio, ucciso da un rivale, la giovane donna, per nulla sopraffatta dal dolore, aveva preso in mano le redini dell'azienda di famiglia, e la governava ormai da due anni, in cui aveva disseminato morte e distruzione in gran parte dell'America, e ora era pronta a fare il salto di qualità, attraversando l'oceano per mettersi in affari con la Yakuza. Era proprio per quello che Lori e Steve erano al bar, richiesti dal governatore in persona, cercando di scoprire il più possibile sull'appuntamento.

“Allora, conto quattro gorilla, decisamente ben piazzati, più il fidanzato: un pò troppi anche per te, vero SuperSeal?” disse la voce di Danny nell'auricolare, mentre l'uomo era seduto al bancone, sorseggiando una birra.

“Sono cinque. Credi che il tizio vicino alle piante serva da arredamento?” rispose Lori sottovoce, sporgendosi verso Steve, sorridendogli.

“Comunque non ha fatto niente di strano, o sbaglio? Ha ordinato, sta bevendo, ride, si diverte...” disse Danny, finendo la birra.

“Hai ragione...questo posto è troppo affollato, o forse aspetta una chiamata, una comunicazione.” rispose Steve, accarezzando la mano a Lori, con un gesto che voleva essere romantico, avvicinandosi alla donna.

Proprio in quel momento il cellulare della donna squillò, sovrastando la confusione nel locale, infatti tutti si voltarono a guardarla, ma bastò lo sguardo di ghiaccio di uno dei gorilla, e gli avventori del bar ripresero le loro attività. La donna, chiusa la chiamata, fece cenno agli uomini e si diresse all'uscita, facendo voltare numerose teste maschili.

“Comandante, puoi smetterla di alitarmi sul collo, stanno uscendo.” disse Lori, mentre Steve si ritirava sorridendo soddisfatto.

“L'hai detto tu, giovane coppia in luna di miele...”

“Sì, ma non così arrapata!” rispose lei ridendo, mentre Danny sogghignava nella loro direzione.

“Ehi, Kono, tienili d'occhio, fra qualche minuto usciamo anche noi.” disse Steve, chiedendo il conto.

“D'accordo capo. Ora stanno camminando verso le piscine, staranno aspettando la macchina.”

“Probabile, è un posto troppo esposto per un incontro del genere. Aspettiamo qualche minuto, poi andiamo anche noi. Lori, tutto ok?”

“Sì, pronta ad andare.”

I due attesero, poi uscirono inseme, tenendosi per mano, seguiti subito dopo da Danny.

I tre presero due strade diverse: la coppia seguì a distanza Paloma e il suo gruppetto, mentre Danny fece il giro all'interno, raggiungendo Kono. Steve e Lori camminavano silenziosamente, confondendosi con la notte, ma all'improvviso si ritrovarono in uno spiazzo illuminato da una lanterna, e si resero conto di essere troppo vicini al gruppo: uno dei body guard, infatti, cominciava a guardarsi intorno. Lori, agendo d'istinto, prese Steve per un braccio e lo baciò appassionatamente, tanto che l'uomo, sorpreso ma non dispiaciuto, ricambiò con foga, per poi staccarsi con un'espressione di beatitudine totale sul volto, tanto da non accorgersi del tizio che si stava dirigendo verso di loro.

Quién eres? Qué deseas?” chiese, in spagnolo.

“Scusa amico, non parlo spagnolo.” rispose Steve, fingendosi alticcio.

“Amore, vuole sapere chi siamo e cosa vogliamo, non essere scortese.” disse Lori, stringendosi ancora di più a Steve, fingendo una leggera ubriachezza molto meglio di Steve.

In quel momento si avvicinò Paloma. In spagnolo, chiese all'uomo perchè si era fermato, e, quando vide Lori e Steve, si rivolse a loro.

“Chi siete?”

“Veramente potremmo farvi la stessa domanda. Stavamo facendo una passeggiata quando questo tizio ci si piazza davanti chiedendoci praticamente di dargli i documenti!” rispose Steve, fingendo di essere seccato.

“Dovete scusarlo, Ramon è iperprotettivo nei miei confronti, ha sempre paura che qualche malintenzionato voglia farmi del male. Ma non c'è nessun pericolo, vero?”

“Assolutamente no, stavamo solo cercando un posticino romantico per concludere la serata, vero tesoro?” disse Lori languidamente.

“Certamente. In Arkansas non ci sono passeggiate del genere, solo campi e mucche.” rispose Steve, mentre Danny scoppiava a ridere nell'auricolare. “Ma scusi, lei non è quell'attrice colombiana, quella del telefilm poliziesco che ci piace tanto, eh amore?”

“Magari fossi un'attrice!” rispose Paloma.

“Beh, non credo che faresti molta fatica, hai tutte le carte in regola, no?” continuò Steve, mentre Lori continuava a dargli gomitate.

“Ti ringrazio, molto gentile. Siete in luna di miele vero?”

“Già. Anche voi?”

“Oh no, io sono qui per affari, mentre il mio ragazzo è qui per il sole e il surf.”

“Ah, sei un' imprenditrice! In che campo?” chiese Lori, simulando il perfetto interesse della casalinga americana media.

“Vestiti. Sono una stilista.”

“Che lavoro meraviglioso! E dove...”

“Tesoro, forse dovremmo andare e lasciar stare la signorina, che ne dici?” disse Steve, piano.

“Sì, scusami. Mio marito è così noioso a volte!” disse Lori, baciando Steve “Beh, magari ci vedremo in spiaggia. È stato un piacere.”

“Anche per me.” rispose la donna “Arrivederci.”

“Arrivederci.” risposero Lori e Steve. Quando il gruppetto si fu allontanato abbastanza, i due agenti sciolsero l'abbraccio, con dispiacere da entrambe le parti.

“Lori, perchè mi hai sfondato le costole per un quarto d'ora?”

“Perchè avevo il microfono in un posto dove non avrei mai immaginato di avere neanche il posto!” rispose Lori tagliente, sfilandosi i sandali “Questi cosi sono due trappole mortali, non ce la faccio più. Direi che per questa sera abbiamo recitato abbastanza, non ti pare?”

“Sì, anche se non abbiamo concluso molto.”

“Non è vero. Hai sentito che ha detto? Probabilmente la copertura come stilista è vera, magari nasconde la droga tra i vestiti.” rispose Lori.

“Ne dubito, ma controlleremo. Domani mattina dobbiamo seguirli ovunque vadano, da quando escono dall'hotel, chiaro?” nel frattempo, i due erano arrivati da Kono e Danny, che stavano ridacchiando in macchina.

“Ehi, guarda, sono tornati Johnny e June!” li accolse Danny, mentre Lori si infilava un paio di scarpe da ginnastica.

“Ah ah. Intanto io ho ripreso tutti i caballeros, Danno.” disse Steve, levandosi gli occhiali, e consegnandoli a Kono.

“Comunque, Arkansas. Davvero? Cioè, con quarantanove stati disponibili, perchè proprio la patria delle pannocchie?” chiese l'uomo.

“Mi sembrava perfetto. Sposini dal continente, magari di una città sconosciuta...sai io ho la capacità di pensare velocemente.” rispose Steve, convinto.

“Certo capo. Possiamo rimandare i battibecchi da comari al mercato a domani mattina, in ufficio, come al solito? Avrei una figlia e un marito a casa, io.” disse Kono, mettendo in moto. “Ehi, Lori, se vuoi ti do un passaggio.”

“Volentieri, ho estremo bisogno di un bagno e di lenzuola pulite, arrivo subito.”

“Johnny Cash, ti porto a casa io, che ne dici?” chiese Danny, ricevendo un cenno di assenso da Steve.

“Beh, comandante, a quanto pare abbiamo funzionato come sposini, che ne dici?” disse Lori ridendo.

“Già. E comunque, non ci crederai, ma mi sono anche divertito.”

Lori lo guardò con affetto “Anche io, davvero. Soprattutto quando hai cominciato a parlare con quell'accento fasullo e orribile.” Steve sorrise, fissandola dritta negli occhi, sguardo che Lori ricambiò apertamente.

“Ehi, Johnny, sbrigati, non ho tempo da perdere.” disse Danny, facendo rombare la Camaro. Si augurarono tutti la buonanotte, promettendo di trovarsi la mattina seguente davanti davanti ad un caffè.

Una volta in macchina, Danny cominciò a tormentare Steve, e fu solo per la stanchezza del comandante che il detective non si ritrovò attaccato al cofano dell'auto.

“Ammettilo, ti è piaciuto fare lo sposino, vero? Soprattutto la parte dei finti baci.”

“Danno, non ti puoi limitare a portarmi a casa in silenzio?”

“Dai, ammettilo, non aspettavi altro!”

“Certo! Stavo pregando perchè una trafficante di droga e armi messicana venisse ad Honolulu, per seguirla in ogni minuto che passa qui, cercando di arrestare lei e la banda di gorilla che si porta appresso. Cominciava ad esserci troppa calma da queste parti.”

I due continuarono la discussione fino al vialetto di Steve.

“Beh, buonanotte, a domani.”

“Notte. Ah, Danny...chi ha detto che i baci erano finti?”


Eccomi! Nuovo capitolo, un pochino in ritardo. Spero vi piaccia! Purtroppo il prossimo dovrà attendere, perchè non potrò aggiornare prima di una decina di giorni, forse anche di più, ma giuro che mi impegnerò per rispettare la scadenza. A presto!
 

  
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