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Autore: Ladynotorius    13/10/2008    17 recensioni
Bill è assurdamente convinto che quello che sta per fare sia giusto.
Quindi si trucca, si traveste, si prepara davanti ad un Tom sconsolato che sotto sotto se la ride e va.
Va a fare la fila per un LORO concerto, per controllare di persona se anche dopo anni di distanza dal loro primo concerto le fan continuano a fare cavolate...
E incontra Aìbell, nome assurdo che si pronuncia Evil, una ragazza piena di piercing che in mezzo a quella moltitudine di Fan non c'entra niente, ma che diventa sua amica per tutta la durata dell'attesa.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3. Concerto e verità.

Empty streets
I follow every breath into the night
The winds are cold
The sun is frozen the world has lost its light
I carry your picture deep in me
Back to you of a 1000 seas
Back to us

1000 Oceans -  Tokio Hotel

 

Erano sdraiati sul cemento da mezz’ora e lui di nascosto aveva mandato un sms a Tom perché mandasse coperte a volontà per le fans che dormivano lì la notte. Aveva specificato che non erano per lui perché lui stava fin troppo bene, sistemato com’era sulla coperta di Aíbell, accanto alla ragazza e infagottato nell’altra coperta che lei gli aveva dato. Ringraziava dio per aver incontrato quella ragazza, anche perché se il SUO Dio, David per gli amici, avesse saputo che era fuori a prendere freddo, avrebbe mandato un esercito a recuperarlo. Non a caso, dopo mezz’ora dall’invio del messaggio, arrivarono i camion pieni di coperte e casualmente tutta l’organizzazione dell’evento aumentò anche le bibite calde da offrire alle ragazze.

Aíbell era ferma immobile da quando si erano coricati, non muoveva un muscolo e stava ben attenta a non invadere il suo spazio. Bill invece si appropriò della schiena della ragazza e si mise più comodo adducendo come scusa che c’era freddo.

Sicuramente fuori dalle coperte il mondo intero era freddo. Sotto le coperte, c’erano quaranta gradevolissimi gradi e la schiena di Aíbell era solo un modo per dormire come faceva di solito…abbracciato a mille e più cuscini.

Aíbell dal canto suo non aveva protestato, immersa com’era in quel soporifero calore.

E fu così che Bill e Aíbell dormirono tutta la notte.

Immersi nel silenzio interrotto di tanto in tanto da qualche fan particolarmente loquace che iniziava a cantare Durch de Monsun e tanti saluti a chi dormiva, in attesa di un concerto che sarebbe stato per tutti e due indimenticabile.

 

 

And now we're here again
Up on your roof so high
The whole world can just go to hell
For all I care tonight

Final Day – Tokio Hotel

 

 

 

- Muriel alza il culo e muoviti a svegliarti! -

Bill aprì gli occhi e li richiuse subito dopo. Aíbell tentava di togliergli le coperte di dosso ma lui si ribellava anche solo all’idea.

Ma che è!? Ma ti pare modo di svegliarmi! Ti dovrei denunciare!

 

- Uffa…ma è presto! – dannata scocciatrice se non mi avessi dato le coperte con cui sto dormendo a quest’ora saresti morta solo con una mia occhiata!

- Presto o non presto stanno iniziando a transennare come si deve e io devo essere in prima fila. Muoviti ad alzarti. – poi, prese la sua borsa, tirò fuori i biscotti (i biscotti! Ieri non c’erano, ma che cos’è quella la borsa di Mary Poppins?) e gli porse un bicchierone gigante di the caldo che aveva preso in più apposta per lui. Ne ricavò uno sguardo di sufficienza e nessun ringraziamento (figuriamoci se la ringrazio, mi ha pure svegliato!).

Dando un occhiata in giro, dopo aver accuratamente fatto fuori metà scatola di biscotti, impallidì vistosamente. Innanzitutto era ancora buio, cosa per cui avrebbe veramente silurato Aíbell. In secondo luogo c’era un oceano di gente in più rispetto alla sera prima.

Intelligentemente il primo pensiero che gli venne fu:

Oh mio Dio i miei capelli!

Il secondo per migliorare un po’ i suoi standard:

meno male che sono travestito.

E dio ringraziando, sorrise ad una Aíbell sempre più intenta a controllare che nessuno sgarrasse e le passasse avanti e gli rivolse la prima parola decente della giornata.

- Buongiorno diavolo dei miei stivali! Allora, le previsioni quali sono? – decente…parolone.

 

Aíbell gli rivolse uno sguardo misto fra truce e disgustato, prese al volo la macchina fotografica e gli fece una foto così brutta che lei per prima si sarebbe chiamata stronza bastarda se l’avessero fatta a lei.

 

- Muriel…innanzitutto prendi la coperta e copriti, fa ancora troppo freddo per togliersela di dosso. In secondo luogo sei inguardabile, i capelli lunghi sono una rottura di palle da sistemare quindi muoviti a pettinarti e a renderti presentabile. Offendi il mio senso estetico con quella massa informe di capelli biondi palesemente tinti! –

Bill si portò di scatto le mani ai capelli e riformulò per la seconda volta il suo primo pensiero.

Oh mio Dio i miei capelli!

Prese al volo la sua borsa e si ricordò simultaneamente che lui non aveva con se il suo beauty case e la sua spazzola non c’era.

Aíbell gli scoppiò a ridere in faccia e gli porse la sua.

- Ma sul serio Muriel…come pensavi di sopravvivere a questo concerto? Non hai praticamente cibo, non hai coperte, non hai k-way, non hai spazzole…non dico di venire con le lasagne al forno, ma almeno con qualcosa si! – e di nuovo a ridere.

Bill la guardò incantato.

Questa mi sta prendendo in giro da due giorni!

Ma la cosa stupefacente non era quella. La cosa che lo lasciava basito era che non si era ancora deciso a mandarla affanculo.

Cioè. Gli aveva detto che assumeva pose da checca, che la sua bellissima giacchetta verde era da bruciare, che era un pazzo psicotico con le unghie smaltate e che in tutti quegli anni non era cambiato di una virgola, quando lui si sentiva ogni giorno più figo, bello e comunque uno dei ragazzi più sexy di questo mondo… vabbè, se avesse detto immodesto avrebbe dovuto a malincuore darle ragione. Ma cacchio, per quale motivo non ce l’aveva ancora mandata dove si meritava di stare?

 

Perché non se lo merita.

 

Si ricordò che se aveva ancora una voce, che se non era dovuto tornare a casa con la coda fra le gambe, per la fame e per il freddo lo doveva soprattutto a quella ragazza. E si ricordò anche che c’erano altre cose che voleva sapere da lei.

A partire dal titolo della sua canzone preferita che dal giorno prima gli chiedeva e lei non gli diceva, a seguire con un mucchio di altre cose che moriva dalla voglia di sapere da una sua fan.

 

***

 

- Aíbell, cacchiarola, è da mezz’ora che ascolti l’mp3, io mi annoio! – E che diamine, hai Bill Kaulitz vicino a te, non puoi essere così impassibile e menefreghista!

- Uffa che lagna che sei, prendi un auricolare e mettiti in religioso silenzio…non devi parlare, non devi respirare, non devi neanche pensare! Sto ascoltando i quattro barboni, prima del loro concerto quindi per cortesia piuttosto che parlare infilati una caramella in bocca -  e gli appioppò il sacchetto di caramelle.

 

Bill sconsolato, prese un auricolare e sentì la sua voce cantare a squarciagola ich brech aus.

Aíbell batteva il tempo col piede, e di tanto in tanto lanciava occhiate in giro, ma per il resto rimaneva in silenzio religioso. La sua macchina fotografica era sempre a portata di mano, ogni tanto l’acchiappava e si metteva a scattare foto a ripetizione. Solo lei sapeva a cosa, ma quello era un altro discorso.

 

Aveva iniziato a mangiare caramelle per noia quando si ridestò bruscamente.

Aíbell aveva saltato vergessene kinder, mandando avanti an dainer saite e Bill, ovviamente, voleva indagare sul perché.

- come mai hai saltato? – già me la vedo che si gira incazzata a rimproverarmi per aver parlato.

E infatti Aíbell non lo tradì.

 

- Innanzitutto fa silenzio che an dainer saite non va disturbata. Per il resto te lo spiego dopo. -  e come se nulla fosse si rimise ad ascoltare la sua canzone.

Bill fece finta di niente perché comunque la domanda gliel’avrebbe fatta lo stesso, ma dagli occhi ambrati di Aíbell intuì che se quella non era la sua canzone preferita, lo era stata per lungo tempo.

Ringraziò Dio per esserci arrivato da solo e ascoltò, in silenzio, tutte le sue parole. Tutte quelle che dal profondo del suo cuore erano uscite in un momento in cui era felice. Sentì il suo cellulare vibrare ma non gli diede peso. Guardò affascinato il profilo della ragazza che ascoltava con lui quella canzone, ad occhi chiusi, come se quel momento fosse così importante che tutto il resto doveva starne fuori e ringraziò per l’ennesima volta la persona che dall’alto vegliava su di lui.

Niente frasi melense del tipo “grazie per avermela fatta incontrare, grazie perché esiste” o cazzate simili.

Grazie perché lei non è come le altre.

Suonava decisamente meglio.

 

- An Deiner Seite, nur eine Weile. Du bist nicht alleine… -

 

Aìbell riaprì gli occhi di scatto, spense il lettore mp3 e si giro a guardare quel rompiscatole che non stava un attimo zitto.

- Sentiamo. Che vuoi sapere? – e, ovviamente, gli fregò il sacchetto delle caramelle.

Deve avere una scorta niente male dentro quella borsa se continuano ad essercene dopo essere passate per le mie mani due volte.

- Perché hai saltato Vergessene? E soprattutto, mi dici qual è la tua canzone preferita delle loro? – e lo chiese con il tono di uno che ti sta dicendo “questa volta DEVI rispondere perché tanto non te la scampi.”

- Uffa, che rompiscatole che sei. Allora, vergessene l’ho saltata perché mi fa piangere. Dice cose troppo tristi e non c’è un lieto fine al termine della canzone. La mia canzone preferita, è sempre stata e sempre sarà “An dainer Saite.” Motivo per cui poco fa tu hai, ovviamente, interrotto proprio quella canzone, altrimenti non saresti Muriel e non saresti un rompiscatole. C’è altro che vuoi sapere? –

Io! Rompiscatole, io!

Bill ricacciò in gola la rispostaccia che voleva darle e invece fece il carino e coccoloso per ottenere ciò che voleva sapere.

- Ma scusa, che potevo saperne io? –Befana, è da ieri che te lo chiedo e tu non mi rispondi! – E dimmi, come mai ti fa piangere sapere che non c’è un lieto fine per quella canzone? –

Aíbell lo fissò con sguardo attento e fisso.

- Muriel sai cosa dice quella canzone? –

No, l’ho scritta quando ero ubriaco e non mi ricordo più niente…ma preferì un più sobrio:

- Certo che lo so! – L’ho scritta io!

- Io inizio ad ascoltarla…Poi immancabilmente, arrivo al pezzo in cui dice “mai stati abbracciati” e le cascate si aprono. Non so il perché e non lo voglio sapere. So solo che quel mai stati abbracciati, mi fa star male. E, tendenzialmente, sono una persona che vorrebbe evitare di mettersi a piangere davanti a persone che NON conosce. –

 

 

Chiaro. Cristallino. Non conosci neanche me ma mi hai dato da mangiare e mi hai fatto sopravvivere.

Sei un angelo travestito da diavolo.

Ma mi va bene.

 

 

 

***

- Perché è la tua canzone preferita? –

E’ sempre così. Persone che non posso avere.

- An Dainer Saite? –

Non so neanche chi tu sia.

- Si. –

Eppure risponde. È così carina.

- Perché è bella. –

A parte che è un ficcanaso.

- Si ma perché?

Ed è pure simpatica.

- Perché Bill la canta bene. E ho dei bei ricordi legati a quella canzone.

Ed è un mangione.

- Cosa odi di Bill?

Ed è onesta.

- Tante cose.

Forse troppe.

- Del tipo?

Ed estremamente criptica.

- vediamo. – Mi sono rotta le palle di pensare a lui. – Odio le sue pose artefatte. Odio i suoi mezzi balletti, perché sembra un idiota -  Travaso di bile da parte di Bill. – odio quando si sforza di parlare in inglese. So che lo fa per altruismo, ma lo odio lo stesso. Fa fatica e non è bello né da vedere né da sentire – Infarto mancato dall’altra parte. – Odio le sue mosse sceme, perché sembra un idiota più che un ragazzo di ventuno anni. – mezzo collasso da parte di Bill. – Odio quando da il suo calcio a Tom. Era bello la prima volta perché era sentito! Era spontaneo! Non ora…ormai è un abitudine! Poi l’ho odiato a morte quando si è ammalato. -

Perché insieme a lui abbiamo sofferto tutti. Non c’era una sola persona che non avrebbe dato un braccio o un polmone per poter essere al suo posto. Compresa io. Ed è stato cos’ terrificante essere in ansia per una persona che non ho mai visto che mi sono pure presa una pausa di riflessione dai Tokio Hotel. Dopo il quale sono diventata ancora più fan. E me ne vanto.

- L’ho odiato perché non ha avuto cura di se stesso, perché non si è preoccupato del fratello che molto probabilmente era in ansia, o dei suoi amici o dei suoi genitori. Cazzo era una ciste! Poteva rimetterci la sua bellissima, inesperta voce. Odio che non presti la dovuta attenzione a Gustav. Non canta mai una canzone rivolto verso Gustav, rivolto interamente verso di lui. Odio che lanci un asciugamano che il suo viso ha appena toccato. Vorrei che se proprio deve lanciare qualcosa alle sua fan, lanciasse qualcosa di suo, completamente suo. E lo odio, lo odio e lo odio quando programma le cose. È così…bello quando tira fuori la lingua, quando è spontaneo, quando si commuove per la folla in visibilio che urla il suo nome. E’ così stupido quando dichiara “fate un applauso al mio cantante preferito: Bill!” che non riesci ad odiarlo.-

Non ci riesci e ti arrendi, perché alla fine come tutti lo ami, e non puoi farci niente se non rinunciare a combattere e cedere di fronte alla consapevolezza che quel ragazzo potrebbe sciogliere il cuore di un ghiacciolo e tu, che non sei altro che una delle milioni di fan, non puoi fare che piangere di fronte all’inesorabile verità che sei destinata a desiderare un solo suo cenno, un suo prossimo concerto, una sua prossima signing session. I Tokio Hotel sono quattro, ma di tutti quello che più ami e amerai è sempre e solo Bill.

- Non ti dico poi quando ha fatto quella merda di concorso. Bacia Bill Kaulitz! Manda una tua foto e il motivo per cui ti dovrebbe baciare. Ti giuro, sono stata sul punto di prendere tutti i loro cd, tutti i loro poster, calendari, immagini e buttarli fuori dalla finestra di camera mia. Non l’ho mai odiato così tanto come allora. E non ho mai rimpianto così tanto di essere pessima con le parole. Non volevo un suo bacio, ma avere la possibilità di dirgli una volta per tutte che lui è così importante che il giorno e l’ora che incontrerà la ragazza della sua vita riceverà così tanti baci che non riuscirà Mai e poi mai a staccarsela di dosso. –

Si mise gli occhiali da sole anche se di sole non se ne vedeva poi si tuffò dentro il suo zaino e pescò un panino più grande di lei che iniziò a mangiare di gusto davanti ad un Muriel sempre più privo di colore.

 

- Quindi in realtà a te piace Bill… - Avanti rispondi alla mia domanda. Dimmi quello che veramente pensi di me.

 

- Odio e amo Bill Kaulitz, anche se non me lo merito un amore del genere e non ho forze necessarie per combatterlo. Sai, ho fantasticato tanto su un nostro incontro. Ho sempre sognato di presentarmi a quei quattro, fare quello che dovevo e poi andarmene salutando tutti con un saluto militare. Non amo Bill in “quel” modo. Lo amo per quello che fa, per le sue canzoni e per la sua forza inesauribile. E lo odio perché si perde in queste cazzate quando gli basterebbe venire qui fuori per sapere che lui è speciale solo perché respira e non perché fa concorsi scemi. Spero che gli sia venuta una qualche malattia per quel dannatissimo bacio! –

 

- Li hai mai incontrati? – non ricordo nessuna fuori di testa come te…

- Se li avessi incontrati Muriel caro non sarebbero venuti su così… e comunque per incontrarli bisogna sempre vincere qualche concorso e io sono sfigata in queste cose…Ma comunque veramente, se li incontrassi li saluterei con un saluto militare sul serio. Così si ricorderebbero di me. Li ringrazierei per tutti i casini che ho passato a causa loro e poi me ne andrei via -

 

- E degli altri che mi dici? Se per ipotesi potessi incontrarli che diresti loro? -

Aíbell mandò giù un boccone di panino e sembrò rifletterci su.

- a Tom gli chiederei di farmi fotografare le sue mani. E gli chiederei di bastonare più spesso il fratello. A Georg probabilmente chiederei che prodotti usa per i suoi capelli, perché i miei sono lisci ma non stanno neanche a pagarli fermi come i suoi. E lui fa pure dei concerti con i capelli che non si muovono se non quando lui oscilla la testa. A Gustav gli chiederei un bacio probabilmente. E gli chiederei di togliersi la maglietta per farmi vedere il suo bellissimo tatuaggio.-

Bill si ritrovò a tossire furiosamente con il succo di frutta che gli andava di traverso e Aíbell che preoccupata giustamente gli dava pacche poderose che lui neanche buttandosi a peso morto su una persona sarebbe riuscito a dare.

- vorresti un bacio di Gustav? – eccheccazo mi ha appena dichiarato il suo amore e odio, non può dirmi che vuole un bacio di Gustav!

 - Si…tanto non me lo darebbe! E proprio lì lo vorrei, perché lui tiene a se stesso e non bacia la prima demente con un bel faccino che gli ha mandato la sua foto con tanto di motivazione scritta “perché sono figa, bella e te la do volentieri!”

 

A Bill andò nuovamente il succo di traverso, ripensando alle parole che la ragazza della foto gli aveva scritto…che purtroppo non si discostavano poi tanto da quelle dette da Aíbell.

Andarono avanti così tutto il mattino, chiacchierando mentre Aíbell faceva foto su foto e Bill, finalmente graziato dalla sua figura ingombrante di rockstar intoccabile, finalmente potè parlare, fumare e mangiare liberamente con una sua fan. Senza che questa svenisse, piangesse o pensasse alle risposte da dare.

 

Cercavo una persona sincera.

Meno male che l’ho trovata.

 

***

La gente continuava ad arrivare e più di una tentò di scavalcare le transenne, mancando di rispetto a tutti quelli che avevano patito per giorni e giorni, freddo e ansia e fame. Bill non si unì a quelli che le ributtavano fuori, ma mando un sms a Saki dicendogli di mandare al più presto la VSD perché c’era gente che stava per essere linciata e lui voleva evitare spargimenti di sangue…soprattutto perché odiava quegli orridi schizzi rossi, che sicuramente sarebbero volati in aria stile Kill Bill (che poi dico io, come si fa a chiamare un film , Kill Bill…Tutti gli anti hanno preso quella cazzo di locandina e hanno messo la mia faccia su una tutina gialla strettissima con le tette. Dovrei denunciare Tarantino) se le ragazze avessero continuato così.

Aíbell si limitava a lanciare occhiate così feroci che in confronto un mastino tibetano digiuno da anni, sembrava un così caro animale domestico da coccolare. Infatti nessuno si azzardava ad avvicinarsi a loro. Forse era il fatto che fossero una coppia così strana che teneva lontane le persone o forse era veramente Aíbell, che calma calmina faceva indietreggiare tutti con un’occhiata. Non lo sapeva e non gli interessava.

Lui stava bene, seduto come suo solito con le gambe stile sirena con Aíbell dall’altra parte che di tanto in tanto gli lanciava qualche biscotto che immancabilmente cadeva per terra, perché i suoi riflessi erano quello che erano e non c’era poi molto da fare. Al terzo biscotto finito in terra gli si erano drizzati i capelli in aria perché Aíbell l’aveva fulminato con uno sguardo e si era spostato vicino a lei cosicché potesse prendere liberamente i biscotti senza rimetterci qualche arto vitale che sicuramente Aíbell gli avrebbe staccato a morsi se avesse continuato a farli cadere.

Controllando il cellulare, si ricordò che gli era arrivato un sms e andò a controllare chi avesse osato rompergli l’anima.

Dovette darsi dell’idiota quando vide non un messaggio ma ben quattro.

 

Ciao scemo al freddo. Spero che tu stia bene se no qui David ci da fuoco vivi…come è stata la notte senza i tuoi mille cuscini? Ah! Prima che mi dimentichi…Auguri Bill.

Da parte di Tom, ovviamente.

Auguri Bill. Spero che tu stia bene.

Da parte di Gustav.

Auguri stecchino. Spero che la poca polpa che hai attorno alle ossa ti abbia aiutato a superare il freddo di stanotte.

Da Georg.

E poi l’ultimo…

 

Sappi che appena rientri ti aspetta un bel discorsetto di quelli che tu tanto adori…Ti auguro di stare bene perché se no ci penso io a farti stare male. Fatti trovare nei pressi del palco vicino a Georg che così ti recuperiamo in fretta e molta meno gente ti vedrà sfilare davanti a loro col rischio che ti riconoscano. E sappi che da oggi sei sotto stretta sorveglianza.

 

Senza neanche pensarci premette il tasto di risposta.

Non sono tuo prigioniero e della mia vita faccio quello che voglio. Sto bene ma non grazie all’organizzazione del concerto, cosa di cui dovremmo parlare al più presto. E in secondo luogo nessuno in due giorni che sono qui mi ha riconosciuto. Come vedi non sono così scemo come pensi. Andrò dove mi pare. Dipende dalla mia accompagnatrice…quella che mi ha dato le coperte stanotte, quella che mi ha dato da mangiare. Quella a cui TU caro David devi solo che riconoscenza.

Solo dopo averlo inviato si rece conto di quello che aveva fatto.

Mai e dico mai, aveva litigato con David. Gli aveva risposto male a volte, ma non a quei livelli. Controllò che Aíbell non stesse leggendo il suo messaggio e si diede del coglione quando la vide ad occhi chiusi con il lettore mp3 a palla.

 

Eppure dovrei averlo capito che Aíbell non è una ficcanaso.

 

Si diede il tempo per osservarla meglio. Tutti i piercing che aveva sparpagliati per il viso normalmente non gli sarebbero piaciuti. Ma i lineamenti di quella ragazza erano così delicati che tutti quei pezzi d’argento (perché si vedeva che non era paccottiglia) impreziosivano e basta un viso che non aveva bisogno di altro. Aveva la pelle perfetta e a parte la linea nera della matita sugli occhi non aveva nessuna traccia di trucco. L’aveva vista la sera prima che si struccava (struccava…si è tolta solo l’ombretto e la matita) con le salviettine ed era rimasto basito scoprendo che oltre quelle due cose senza il quale lui normalmente non sarebbe uscito di casa, non aveva nient’altro. La mattina probabilmente si era truccata mentre lui dormiva e non aveva messo nient’altro che quella matita nera che ora rendeva il suo sguardo più profondo, ed era sempre e solo bellissima. Prese d’istinto il suo cellulare e le fece una foto sperando che venisse bene date le sue scarse doti fotografiche, poi non contento le prese pure la macchina fotografica e proprio mentre lei apriva gli occhi scattò la foto.

- Che diamine stai facendo con la mia macchina fotografica? – Aíbell gli lanciò un'altra occhiata delle sue ma ormai su Bill non faceva più effetto.

- Ti scattavo una foto Aíbell cara, mi pare Ovvio! Eri così bella e pacifica, con gli occhi chiusi che non ho saputo resistere. Poi ovviamente hai aperto gli occhi e hai rovinato l’effetto di pace che volevo darti. Sicuramente sembrerai indiavolata adesso…Tutti i miei sforzi sono stati vani. Eh vabbè. Senti comunque. Dobbiamo decidere da che parte andare. Tu hai idee? – e glissò l’argomento foto in maniera superba affinché Aíbell non potesse più guardarlo male (ad uno resisto, a due di seguito no).

- Dipende. Onestamente Muriel, come sei messo a fattore corsa? –

Ti prego dimmi che sei veloce come neanche superman e flash messi insieme potrebbero essere.

- Male. – Diciamo che se si parla di corsa anche un bimbo ubriaco di due anni è più veloce di me, anche DOPO aversi bevuto un intera cantina di champagne.

- Bene – lo sapevo… - Si va da Georg allora. – e stranamente non risultò poi così infelice della decisione presa.

- Perché da Georg? –

Aíbell lo guardò con un sorrisetto furbetto.

- Io ce la potrei fare ad arrivare in zona Tom o Bill. Ma se tu non sei veloce correndo, non si può fare. Troppe persone ambiscono alla prima fila in quella parte del palco, mentre da Georg, per fortuna nostra, ci va poca gente. Quindi Muriel. Quando aprono i cancelli tu mi stai alle costole e vieni con me. In questa maniera non ci perdiamo di vista ok?  Anzi! Sai che facciamo? Mi dai il tuo numero di telefono, perché voglio essere sicura di non perderti, ok? –

Bill si gelò a quelle parole. Non ci aveva pensato. Non ci aveva pensato minimamente. Se le avesse dato un numero sbagliato avrebbe potuto scoprirlo subito facendogli il classico squillo per memorizzare il numero e se gli avesse dato quello giusto una sua fan avrebbe avuto il numero di cellulare di Bill Kaulitz.

Che fare dunque?

Aíbell lo guardava fiduciosa della sua buona idea, convinta che non ci fossero problemi a scambiarsi un numero di telefono mentre Bill perdeva progressivamente colore per la seconda volta nella stessa giornata.

Poi, il lampo di genio.

 

Mi ami e mi odi eh, Aíbell? Non ci sono problemi. Tanto con tutte le foto che hai fatto, hai un arsenale di armi che potresti usare contro di me all’infinito. Perciò ora, mi diverto io.

 

- Ma certo! Il mio numero è… -

 

Sarà un concerto indimenticabile per te Aíbell. Te lo giuro. Esattamente come tu ti sei resa indimenticabile per me in questi due giorni io ti farò ricordare questo concerto.

E’ l’unica cosa che ti posso dare, ma sono sicuro che ti basterà.

 

***

-Muriel. Tu ammazzi quelle alla tua destra, a quelle dietro, davanti e sinistra, ci penso io. Ok? –

Bill iniziava a pensare che non sarebbe uscito vivo dalla sua ultima cazzata.

 

Come era possibile che si fosse buttato spontaneamente in quella calca mostruosa senza Saki a proteggerlo? Doveva essere completamente impazzito. O forse il suo cervello era veramente scappato nelle Filippine per le troppe esalazioni di lacca. Chi lo sa?

 

- In che senso? – Queste qui mi mangiano vivo anche solo se mi avvicino figuriamoci se riesco ad approssimarmi quel tanto che basta per ammazzarle. Ma poi..che diamine sto pensando! E’ ovvio che non ammazzo le mie fans!

- Muriel, fregatene. Sul serio. Lascia in pace quei pochi neuroni che volteggiano per aria nel tuo cervello e fregatene. Avvicinati a me e non perdermi di vista che dobbiamo correre! –

 

Eh?! Fermi tutti. Dobbiamo correre? Perché dobbiamo correre? Che motivo…

 

- Muriel cazzo svegliati! Va bene essere svaniti ma qui si esagera! Fra due minuti aprono i cancelli! Dove hai lasciato il tuo biglietto? Muoviti a prenderlo e poi CORRI! –

 

Oh Merda! non mi ricordo più un cazzo di quello che dovevo fare! Il biglietto il biglietto, il bigliettooooo!

 

Aíbell imprecò così forte che dall’inferno probabilmente era partito un applauso* in suo onore e prendendogli la borsa di mano, gli prese il portafoglio, che scoprì essere un disgustosissimo sacco di juta e trovò il biglietto per lui.

- Tienilo in mano, e dallo alla guardia quando te lo chiede Muriel. Mi raccomando! –

 

Poi fu proprio il loro turno e via, si ritrovarono a dover correre all’impazzata, con Aíbell in testa e Bill che arrancava faticosamente. Rendendosi conto che Muriel era troppo distante da lei Aíbell tornò indietro e lo prese per mano, dandogli quel contatto con la realtà saldo, che serviva a lui in quel momento per andare avanti, per correre come se avesse alle calcagna mille e mille fans. Aíbell quindi portava il doppio del peso, ma mai si lamentò anzi. Gli strinse più forte la mano sudata e continuò a correre a perdifiato senza curarsi di chi vicino a lei le dicesse “non correre! Guarda che non scappano…” e corse, così forte che probabilmente neanche si rese conto di essere arrivata veramente in prima fila.

Quando si rese conto che erano davanti a tutti e che Muriel ce l’aveva fatta anche se sembrava che stesse per sputare un polmone non potè far altro che saltargli al collo e urlare:

-Siamo in prima fila! –

E Bill tutto contento per quella vittoria insperata non potè fare altro che stringersela contro.

 

Non per merito mio di certo, ma per merito tuo dannato diavolo.

 

 

***

 

C’era così tanta gente attorno a lui che non riusciva a capacitarsi del fatto che fossero così tanto amati. Le ragazze intorno a lui svenivano in quantità industriale e lui iniziava a preoccuparsi sinceramente quando Aíbell resasi conto gli spiegò la situazione.

- Stai tranquillo. Non tutti i fan si sono portati dietro coperte, cibo, integratori e le normali cose per la sopravvivenza. Quindi adesso si ritrovano in mezzo ad una folla che pressa e che ti fa stare peggio di quel che normalmente staresti. Poi, ci sono quelle che pensano che facendo finta di stare male credono che le faranno stare in prima fila. Non sanno che una volta usciti dalla calca, non si rientra. Solo una volta è successo, quando un sosia di Bill si è sentito male a Modena e le fan stesse hanno chiesto che lo facessero rientrare.-

 

Bill annui per niente convinto, soprattutto dal numero di persone che si aggiungevano a quelle che già stavano lì ma Aíbell gli fece notare che se c’erano ventimila fan di sicuro un centinaio era un numero accettabile.

 

E poi venne la parte più difficile.

 

 

Erano già le cinque. Lui doveva andarsene. Doveva rifarsi la tinta, doveva truccarsi, sorbirsi le mille e più domande degli altri e la sfuriata del suo manager.

Ma la cosa che più lo preoccupava era fingere davanti ad Aíbell. Si sarebbe preoccupata di sicuro.

E chissà che tutto gli avrebbe detto dietro.

 

What if I say I'm not like the others
What if I say I'm not just another one of your plays
You're the pretender
What if I say I will never surrender

 

The pretender – Foo Fighters

 

- Aìbell. Mi sento male! –

O la va o la spacca.

Aíbell si girò di scatto e distolse gli occhi dalla sua macchina fotografica.

- Come ti senti male? – che cazzo significa?

- Mi sento male, mi sento svenire! –

Scusami Aíbell.

- oh mio Dio! Aspetta che ci penso io ora ! se solo queste stronze stessero alla larga!

“ma chi è sta tipa?!

“Ma che vuole?”

“Ma che cazzo succede?”

- Succede che si sente male! Stategli lontane e fatelo respirare! Mancano quattro fottutissime ore alle nove! Che cazzo pensate che succeda nel frattempo? Che Tom esca fuori a mostrare i suoi pettorali? – Bill aveva intuito che Aíbell non sarebbe stata facile da incazzata, ma di sicuro non si sarebbe immaginato che fosse così!

- Hey tu! Stai male? – e improvvisamente comparve Tobi. Tobi che, da che mondo e mondo, non si è mai occupato delle ragazze che stavano male. Ma a questo nessuno ci badò.

- Non mi sento bene voglio uscire. –

E non aveva il coraggio di voltarsi verso Aíbell.

Lei, che si era presa cura di lui per due giorni, non ci pensò nemmeno per un secondo. Agì e basta

- Vengo con te. – fu la volta di Bill di voltarsi di scatto.

- Tu da qui non ti muovi diavolo. Sei stata qui due giorni a sopportare tutto questo, il freddo, le fan e me. Rimani qua. Io starò bene. -  poi porse le bracci a Tobi, che l’aveva riconosciuto, e si fece portare dall’altra parte dove chiunque avesse messo piede, non sarebbe potuto tornare indietro.

Fece per andarsene Bill, perché troppo codardo, ma anche troppo contento di riavere il pieno controllo della sua vita quando un braccio lo fermò ancora.

- Muriel non mi va di lasciarti andare da solo. Vengo con te. – e Bill sorrise, facendo battere il cuore di tantissime ragazze che lo videro per la prima volta così, in tutta la sua falsa identità, ma comunque bellissimo, con il sorriso di un angelo e il cuore di un diavolo.

Ritornò indietro, dove c’era la sua Aíbell, e prendendole il viso fra le mani le lasciò un casto bacio sulle labbra.

 

Grazie per quello che hai fatto per me.

 

- Rimani qua Aíbell. Io starò bene, vedrai. –

E la lasciò così a guardare il punto in cui l’aveva visto sparire accompagnato da un alquanto divertito Tobi.

- Ti manderò degli sms Muriel! Non perdere il cellulare! Se hai bisogno sappi che esco prima di subito…-

Ma l’eco delle sue parole persero ogni efficacia perché Muriel aveva cessato di esistere e al suo posto era tornato Bill Kaulitz.

 

Bill Kaulitz che per l’appunto, aveva un piano.

 

 

***

 

- Di tutti gli incoscienti … Perché è questo quello che hai fatto… E non cercare scuse … -

Bill guardò il suo manager con faccia scocciata e assolutamente disinteressata. Di cinquecento parole ne aveva carpito al massimo 20 e, tanto per cambiare, gli erano entrate da un orecchio e uscite dall’altro.

- Poi mi devi spiegare… ho sentito abbastanza da quel decerebrato di tuo… e gli altri! –

 

Bla, bla, bla.
E poi altro bla. Ma come non sapevi che bla? E certo, blaaaaaaaaaaaaa!**

 

Bill non lo ascoltava e questo fece innervosire ancora di più David.

-Insomma Bill, mi stai ascoltando!-

Ricordati di Aíbell.

Ricordati di Aíbell.

Non pensare ad altro.

Bill girò la testa completamente ricoperta di cellophan e guardò con occhi di fuoco il suo manager.

- No, non ti sto ascoltando. Stai dicendo un mucchio di cazzate. Sono qui. Sono in orario. Devo solo rifarmi la manicure e il trucco, togliermi sta ferraglia e avrai di nuovo Bill Kaulitz pronto ad essere se stesso. Nessuno mi ha riconosciuto.-

Neanche lei che ha dormito abbracciata a me tutta la notte.

- Quindi ora mi fai il santo favore di sparire, che devo parlare con Tom e mi devo godere il compleanno e il concerto. Ciao David. – stile Aíbell.

David continuò a sproloquiare minacce su minacce ma ormai Bill era impegnato in altri pensieri e si ridestò dal suo torpore solo quando entrarono Tom e gli altri pronti a sapere TUTTO su quei due giorni di lontananza.

- Avanti. Racconta! –

E Bill iniziò a raccontare.

 

 

E ricordatevi.

Andare al concerto che desideri: 50 euro

Andarci con un bel paio di pantaloni addosso: 60 euro.

Mandare affanculo il tuo manager iperteso: non ha prezzo.

Per tutto il resto…

 

***

 

- Ma insomma! Facci vedere questa tipa com’è! – Tom sbottò dopo neanche dieci minuti di conversazione. Bill si limitò a incendiarlo col pensiero.

- Non so te, ma non ho ancora capito come funziona la telepatia e non riesco a mandarti nella mente un immagine adeguatamente nitida di Aíbell. Spero che mi perdonerai per questo! –

Sarcasmo allo stato puro. E soprattutto menzogna. Perché lui una sua foto ce l’aveva.

Dopo un attimo di indecisione si diresse verso il suo zaino e prese il cellulare.

Vi trovò 3 sms.

Muriel, tutto bene?

 

Muriel, qui c’è un sacco di gente che rompe l’anima, gira voce che Bill stia male e darei non so cosa per sapere se va tutto bene…

 

Che sbadata…testone come sei magari non hai soldi nel cell! Se non mi fai avere tue notizie entro mezz’ora ti chiamo.

 

Bill sorrise e scrisse velocemente una risposta.

 

Sto bene. Le infermiere hanno messo in giro la voce che Bill sta male perché così stiate tutte un po’ tranquille ma in realtà scoppia di salute. A fine concerto ci ribecchiamo. Tu da che parte vai?

 

E poi, fece vedere Aíbell ai suoi amici.

 

- Sentite allora. Questo è il piano…

 

***

 

Non andava bene un cazzo! Niente sarebbe andato bene quel giorno. Muriel si era sentito male e le ragazzine che aveva accanto la guardavano male perché gli aveva sbraitato contro più di una volta.

Proprio non la volevano capire.

 

Non mi dovete rompere l’anima.

Non dovete avvicinarvi a me

Vi gonfio di botte se non vi allontanate

E porca puttana, manca mezz’ora al concerto quindi statemi alla largaaaaaaa

 

In tutto quello Muriel si era degnato di mandarle solo due sms adducendo come scusa che le infermiere avevano preso quel posto per un ospedale e preferivano che i cellulari fossero tenuti spenti o silenziosi.

 

Era stanca e si stava annoiando. Tanto più che mancava poco ed era agitata come non mai.

 

In cielo non c’erano stelle e faceva freddo, ma a tutte loro non importava. Per quelle due ore di esibizione sarebbero state pronte a gettarsi dalle scogliere di Moher, se dopo come ricompensa ci sarebbe stato un loro concerto.

 

Eppure…

Non era tranquilla. Non lo era affatto.

E la mancanza di quella pertica tinta di biondo non aiutava di certo.

 Poi, le luci si abbassarono e lei con una punta di panico si rese conto che era trascorsa mezz’ora in un attimo.

E se anche il concerto passerà senza che io mi accorga? Cosa farò? L’attesa, i preparativi. Svaniranno nel nulla?

 

Poi un assolo di chitarra e l’inconfondibile voce che augurava loro il benvenuto nel [1000 memories tour].

 

- Ciao Oberhausen! –

E il palco esplose in un turbinio di note, luci e emozioni che si riversarono sulla folla investendola in pieno.

 

C’era un retrogusto amaro nei concerti. Tutta quella euforia si sarebbe spenta al suo termine, e nessuno sarebbe riuscito nei giorni seguenti ad essere completamente felice, sperando in un ritorno al passato che non sarebbe avvenuto.

C’era anche chi, come lei, cercava di fermare quel momento così importante, così dannatamente vitale su una pellicola per poter sentire e rievocare quei ricordi tanto amati e tanto cercati.

Ma niente era come il concerto.

Niente.

 

Destandosi dalle sue riflessioni inopportune, Aíbell si decise a guardare quel concerto.

Il primo che notò fu ovviamente Georg, perché ce l’aveva davanti e perché era fisicamente impossibile non considerare quel trionfo di muscoli come a testimoniare il fatto che Dio esistesse e lo volesse dimostrare.

Aveva una bellissima maglietta nera costellata di petali bianchi che piano a piano si facevano sempre più numerosi ed era quasi impossibile riuscire a distinguerli arrivati all’altezza dei pettorali.

Che poi…chi nota i petali di una maglietta all’altezza dei pettorali di Georg? Nessuno se non una lesbica, quindi Aíbell si rincuorò anche questa volta, pensando che rientrava nella norma delle ragazze con un cervello(***) e degli ormoni.

Subito dopo notò Gustav, che in linea d’aria, senza quella stanga di Bill in mezzo alle palle, era praticamente a meno di 5 metri da lei, e non c’era niente (casse messe a cazzo, microfoni molesti, cantanti rompiballe) che disturbasse quella visione mistica che Aíbell poteva finalmente vedere in tutta la sua gloria.

Poi vide Bill. Con quella orribile e disgustosissima giacchetta verde, (che lei segretamente sperava che in un moto di follia lanciasse alla folla cosicché tutti la stracciassero) chiusa sul davanti e le sue chilometriche gambe. Praticamente si vedevano tre cose: il colore disgustoso di quella giacca, la massa di capelli di Bill e quelle due aste che aveva al posto degli arti inferiori.

Aíbell gli lanciò un occhiata malevola e passò oltre.

Vide Tom, bellissimo con quella sua maglietta bianca firmata Vokal Raglan e la fascia nera coperta dal capellino. Stupendo, col suo sorriso, con le sue mani , con se stesso, che Aíbell quasi si rammaricò del fatto che fosse troppo lontano per scattargli foto decenti.

E infine prestò attenzione alle canzoni.

 

***

Era appena finita ubers ender der welt e Bill stava sudando come un animale, quindi decise che la prima parte del suo piano terminava lì. Aprì la giacca verde, la lanciò per terra (con sommo disappunto di Saki che si ritrovò a cercare affannosamente quella maledettissima giacca in mezzo a duemila fili volanti) e iniziò a lanciare occhiatine verso quella parte della folla, dove sapeva ci sarebbe stata lei.

 

Si rincuorò notando che al suo gesto aveva alzato una mano in segno di trionfo.

Poi partì ich bin nich ich, e con essa, Bill fece quello che si era imposto all’inizio del concerto.

Il suo regalo ad Aíbell.

 

Iniziò dando la schiena al pubblico e finì con lui che faceva uno dei suoi orribili balletti scemi (da Aíbell così affettuosamente rinominati). Aveva dato precise istruzioni agli altri, così quando guardò verso Georg, seppe dalla sua risata che probabilmente se non era ancora a terra bruciato da un occhiata assassina di Aíbell era perché al mondo questi fenomeni paranormali non esistevano (per fortuna) e si sentì sempre meglio.

Niente di quello che si erano detti era una bugia. Niente. Aíbell non gli aveva detto balle.

 

Si voltò verso il suo pubblico (perché oltre a lei c’erano altre ventimila persone) e proseguì con la canzone, aspettando i due momenti che più aveva elaborato insieme agli altri.

 

***

 

- Oberhausen! Faceva un freddo cane oggi vero? –

 

Cenno di assenso da parte di ventimila persone.

 

- Ma voi siete tutte qui per noi! Siete le fan migliori che si possa desiderare! Ed ora: Der letze Tag!–

 

 

Bill iniziò a guardare da tutte le parti con sguardo commosso, perché tutte le sue fan avevano alzato le mani facendo il gesto che era proprio di quella canzone e Aíbell sorrise perché era di quel sorriso che parlava con Muriel.

 

 

 

Molte ragazze accanto a lei si erano rese conto che Bill guardava spesso da quella parte, mentre lei stessa non potè fare a meno di notare che Tom andava troppe volte dalla parte di Georg.

Sembrava che cercasse qualcuno nella folla, ma dato che non fissava mai lo stesso punto più di una volta classificò il tutto come “povero, è uscito fuori di testa” e non ci badò più.

 

All’arrivo di ich brech aus Tom volò di nuovo dalla sua parte e dando le spalle al pubblico, lui, Bill e Georg protesero le mani verso Gustav che iniziava a suonare.

 

Quando però Bill si sedette sui talloni e cantò gran parte della canzone rivolto verso Gustav una molla scattò nella testa di Aíbell che guardò Bill con sguardo allucinato.

 

Odio che non presti la dovuta attenzione a Gustav. Non canta mai una canzone rivolto verso Gustav, rivolto interamente verso di lui.

 

 

Dio se mi vuoi un po’ di bene, non farmi pensare quello che sto pensando.

 

 

Poco prima di heilig ci fu un attimo di pausa in cui Bill fece tacere tutto il pubblico.

- Questa canzone è nata per una persona che a noi tutti è sacra. Però oggi con il suo consenso, questa canzone è stata dedicata all’unanimità ad una persona che mi ha aiutato molto negli ultimi due giorni e si è presa cura di me. A questa persona voglio dedicare questa canzone e dirle che se non fosse per lei oggi questo concerto non ci sarebbe stato perché io sarei a casa, malato con la febbre e senza voce. Ricordati, per favore, che per me sarai per sempre sacra. –

 

Aíbell impallidì.

 

Mi ha aiutato molto negli ultimi due giorni.

 

Tobi che va a prendere un ragazzo del pubblico per portarlo via quando Tobi non si è mai interessato al pubblico, ma solo ai quattro ragazzi.

 

Prese di scatto il cellulare e chiamò Muriel per essere sicura che fosse solo una sua paranoia, ma quando vide che nessuno rispondeva e invece Bill lanciava occhiate di sbieco nella sua direzione spalancò la bocca, meritandosi un occhiolino da parte del ragazzo.

 

Ed Aíbell, collegando tutto, rise selvaggiamente gettando la testa all’indietro godendosi la consapevolezza che non si era immaginata tutto.

 

Continuò così quel concerto. Con ammiccamenti vari da parte di Tom, che casualmente andava sempre più spesso lì da lei fornendo panoramiche da infarto delle sue mani ad una sempre più ridente Aíbell, con Georg  che col suo basso ci faceva l’amore e con Gustav, solitamente così serio, che suonava con più foga e più energia.

 

E Bill?

Bill andava sempre più spesso vicino a quella parte del palco che lo portava qualche metro più vicino ad una sua fan speciale.

 

Quando partì vergessene kinder Bill lanciò un occhiata intensa nella sua direzione.

Aíbell annuì.

 

Tenterò di non piangere.

 

Ma immancabile come il monsone arrivata alla parte del “mai stato abbracciato” Aíbell pianse.

 

E il fatto che quei quattro la stessero guardando non migliorò di certo la situazione.

 

E infine arrivò proprio an dainer saite.

 

Una canzone così bella, così melodiosa, così significativa, cantata dalla voce sensuale di Bill, suonata magnificamente dagli altri tre.

E lei sapeva che quella canzone era lì per lei, era cantata con così tanto sentimento per lei.

Keiner weiss, wies Dir geht.
Keiner da, der Dich versteht.
Der Tag war dunkel, und allein.

 

Dopo che i coriandoli argentati furono lanciati per aria i quattro ragazzi capirono che dovevano andarsene. Ma prima di sparire del tutto dalla scena Bill fece quello che Aíbell gli avrebbe voluto fare. Salutò tutti con un saluto militare e poi andò via. Lontano da quel palcoscenico che l’aveva incatenato a dei ricordi che mai, si sarebbero persi nei meandri della sua memoria.

 

Lontano da quella fan pazza, che odiava il suo modo di vestire, la sua giacchetta verde, il suo balletto e le cose premeditate. Lontano da quella ragazza che aveva finto di avere un cugino che si laureava per poter andare al loro concerto.

 

Prese il cellulare e vi trovò la chiamata che le aveva visto fare durante il concerto poi colto da ispirazione chiamò gli altri.

 

***

 

Come sempre ogni fine concerto per lei equivaleva a depressione a palla. Ma quella volta il ricordo di quello che era successo, la consapevolezza che aveva dormito abbracciata a…non riusciva neanche a pensarci…Bill Kaulitz , la fece scoppiare a ridere in mezzo alla strada. Andava verso la stazione passando da vie poco illuminate e soprattutto poco trafficate.

Aveva aspettato ad andarsene perché essendo in prima fila, prima sarebbero dovute andar via quelle delle ultime due file e poi avrebbe avuto piede libero pure lei.

 Perciò non riuscì a capacitarsi del fatto che in lontananza sentiva voci concitate avvicinarsi a velocità disarmante.
 Si girò di scatto ma venne quasi investita da un enorme tourbus, grazie al quale riuscì a spiegare a se stessa tutte quelle urla assatanate.

 Continuò dritta, perché quello che era successo in quei due giorni si sarebbe per forza fermato lì, ma il tourbus al posto di superarla e sgommare via, rallentò.

 Alzando lo sguardo vide dapprima tre figure ferme davanti ai finestrini nella parte bassa del tourbus e poi in alto un ragazzo con i capelli sparati in aria che si sbracciava per salutarla.

 Aíbell fece cadere la sua borsa per terra mentre Tom alzava solo una mano in saluto, imitato dagli altri.

Grazie per esserti presa cura di Bill. 

Bill invece la incoraggiò con uno sguardo. 

Salutaci, come vorresti fare tu Aíbell. 

Capendo quello che doveva fare e ridendo come un’ossessa poggiò anche lo zaino per terra. 

Poi, sbattendo i tacchi degli stivali portò la mano destra alla fronte e si esibì in un buffo inchino. 

Grazie di tutto Muriel.

 

 

FINE (?)

 

*questa frase non l’ho copiata pari passo ma ci va vicino…è stata presa da una Fanfiction Bellissima intitolata “Original Sin”di Savannah.

**Frase copiata uguale da Falling in love is Wrong, una delle fanfiction scritte meglio in assoluto su questo fandom.

***Con questa mia affermazione non voglio di certo insinuare che le lesbiche non abbiano cervello. Voglio solo specificare che Aíbell si sente rincuorata dal fatto che se nota il fisico di Georg è perché ha un cervello funzionante.

?: Allora. questa ff è nata come One shot e come one shot avrei dovuto pubblicarla. Solo che era un mattone lunghissimo e ho pensato di dividerlo in tre pezzi. E allora perchè, c'è quel punto di domanda accanto alla parola FINE?

E' presto detto...quando nacque questa idea ne parlai con Ellis, l'autrice di Falling in love is wrong che iniziò a martellarmi dicendo " Eh ma non va bene, ci vuole un seguito quì!"

A dublino parlando con Vibeke e Ale, mentre io raccontavo la storia sono saltate su tutte e due dicendomi:

MA ci vuole uns eguito! voglio che abbiano tanti bambini, si sposino e vissero tutti felici e contenti...

Praticamente un pò tutti mi hanno detto: Continuala.
ORa però non posso. Devo finire Alice nel paese delle meraviglie e My only butterfly. Però se vi facesse piacere leggere il seguito di questa storia...fatemelo sapere.
Non prometto nulla però mi piacerebbe sapere i miei lettori cosa ne pensano.

ed ora andiamo alle ispirazioni:

Per questa ff mi sono ispirata a: Guglielmo!
Avete presente il tipo di cui parlo in questo capitolo che al concerto di modena era il Sosia di Bill? ebbene il suo nome dovrebbe essere andrea ed è stato lui a farmi venire in mente "Ma se bill un giorno fumasse più del solito e venisse a fare la fila per un suo concerto?!?"

Ovviamente mister-sono-tutto-io non lo farebbe mai, ma l'idea ormai mi era venuta, quindi presi carta e penna e iniziai a scrivere.

ff a cui mi sono ispirata per lo stile di scrittura:
Original Sin di Savannah.
Andate a leggervela perchè è divina.
Falling in love is Wrong di _Ellis_
Andate a leggervela perchè è bellissima.
Laundry Service di Mirandolina
andate a leggervela perchè fa morire.

e infine passiamo ai ringraziamenti:

Speciali:
Lady Vibeke: perchè è sempre stata sincera con me e mi ha sempre incoraggiata
Princess: perchè è l'amore della mia vita che sta scrivendo la più bella ff sui Tokio Hotel mai vista in Italia.
Ellis perchè è pucciosissima e perchè mi costringe ad andare da lei a trovarla.
l'Ale perchè è la mia lovable little loop (trottolina amorosa)
Kelly Kee: non ti conosco, non so chi tu sia, ma la tua recensione mi ha quasi fatta piangere (qausi perchè io sono granitica)

Mille e più ringraziamenti vanno a:
Bluenacht
bimbaemo
selina89
arina
sbadata93
ninnola
ada12
drunkofshadows
kit2007
per avermi recensita

E infine grazie a:
1 - ada12
2 - Antonellina
3 - Arina
4 - bimbaemo
5 - BleuNacht
6 - ElianaTitti
7 - evol
8 - Ihateyou
9 - kit2007
10 - lalinus84
11 - MARINA KAULITZ
12 - mixy88
13 - Ninnola
14 - picchia
15 - Rogue17
16 - selina89
17 - sole a mezzanotte
18 - tokiohotellina95
19 - vivihotel
20 - _Ellie_
21 - _ToMSiMo_

Per avermi messa nei preferiti. E una è andata...
  
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