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Autore: _diana87    13/10/2014    4 recensioni
"E va bene, vi dirò tutto, ma voi dovete lasciarmi parlare senza interrompermi, okay? Fate finta che vi stia raccontando una storia... agente, lei sa come funziona un romanzo, mi auguro... c’è un prologo, che potremmo identificarlo in questo momento, in cui il bravo ragazzo viene scambiato per un traditore e cerca di convincere la polizia che lui non c’entra niente... poi c’è il corpo, che è la parte centrale in cui vi racconto come si sono svolti i fatti... infine, c’è l’epilogo, in cui c’è la resa dei conti e la morale della storia... perché ogni racconto ha sempre la sua morale..."
Genere: Guerra, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle, Sorpresa | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“Una volta che si è divenuti musulmani, si è responsabili di acquisire conoscenza di come compiere la preghiera, chiamata salah, e l’abluzione, wu’du. Provi a pronunciarle, signor Castle. Ricorda la differenza tra le h gutturali, signor Castle?”
Il tono di voce saccente che usa il suo mentore ogni volta che lo chiama “Signor Castle” gli fa ingrossare la vena sulla tempia.
Per il nervoso, Rick stringe con forza la penna che impugna tra le dita, e digrigna i denti, rispondendo con un “Sì” stentato.
Il suo mentore, un uomo di cinquant’anni, è brizzolato e indossa degli occhiali da vista che lo rendono più un professore, grazie al completo di giacca e camicia scura che ha addosso.
Come uno scolaretto, tiene entrambe le mani incrociate in avanti, arrivando a toccare fuori dal bordo della piccola scrivania. Le lunghe e forti braccia occupano tutto lo spazio. Guarda davanti a sé la lavagna super tecnologica e ripete meccanicamente le parole impresse sullo schermo.
“Bene, per oggi abbiamo terminato. E ricordi, signor Castle: agisca tenendo conto dei pilastri dell’Islam e si sforzi a mettere in pratica ciò che man mano impara riguardo i precetti islamici. Inoltre è bene sapere che la Fede è composta da sei pilastri. Me li ripeta, cortesemente.”
Rick viene bloccato sul punto di alzarsi, arriccia le labbra e indica debolmente l’orologio con i numeri arabi appeso sopra la lavagnetta. Gli verrebbe voglia di prendere a pugni il suo mentore, non solo quando pronuncia il suo nome, ma anche quando fa quel falso sorriso ipocrita, trattandolo come se fosse un idiota.
Sconsolato, lo scrittore si rimette a sedere, crollando sulla sedia. Si lamenta perché struscia con il tallone nudo sul legno del tavolo, a causa del piccolo posto riservato a lui, dato la sua stazza. Soffia, anche se più che altro sbuffa, ma il mentore sembra non farci caso.
“I sei pilastri sono: la certezza che Allah è Uno e Unico, credere nei Suoi angeli, credere in tutti i Libri Sacri, che sono contenuti nel Corano, ovvero Bibbia (Torah e Vangelo), credere in tutti i Messaggeri che sono stati inviati a determinate comunità o a tutti gli esseri umani, credere nel Giorno del Giudizio Universale e che tutte le creature risusciteranno e saranno giudicate dalla prima all’ultima, su quello che hanno fatto nella loro vita, senza dimenticare nulla. E che la bilancia peserà le nostre opere meritorie e quelle malvagie durante la nostra vita; credere nel Destino nel bene e nel male e che tutto ciò che succede. Allah sa tutto e dirige tutto secondo il Suo desiderio. Posso andare adesso?”
Il mentore sospira e abbassa il busto per fare un inchino, mentre con entrambe le braccia gli indica l’uscita.
Rick si ritrova ad assaporare la luce del giorno per la prima volta dopo una settimana. Butta la testa all’indietro, chiudendo gli occhi, lasciandosi cullare dai dolci rumori che sente intorno a lui.
Bambini che giocano spensieratamente, madri che chiacchierano tra di loro, e Rick si ritrova ad alzare i sopraccigli, sorpreso di essere riuscito persino a cogliere qualche loro parola.
 
“Dov’eri finita?”
Kevin fa capolino di profilo, squadrando Kate con aria sospettosa. Dietro di lui, spunta la testa di Javier che guarda la sua collega e amica con la stessa espressione dell’irlandese.
Dal canto suo, la detective risponde sospirando verso di loro, e poi alzando un sopracciglio in direzione di Lanie, che è in piedi dall’altra parte del tavolo dell’obitorio. Il medico legale ha avuto poco da fare negli ultimi tempi, dato che gli omicidi cittadini sono passati in secondo piano da quando la priorità è diventata ‘Salvate lo scrittore Castle’, quindi dedica il suo orario lavorativo a sistemare vecchi cadaveri, svolgendo il lavoro degli schedari nel modo più tranquillo possibile.
“A... studiare.” Risponde Kate dopo qualche secondo. Mette le mani sui fianchi e torna a guardarli come a voler marcare il suo territorio. Una gamba, infatti, è piegata di lato, trattenendo il peso del corpo, mentre con il tacco del piede, picchetta a terra scandendo il tempo. “Vi sembrerà strano, ma volevo rendermi utile anche io. Comunque ho chiesto all’agente Jones di darmi una mano nel capire le sedi operative di Al-Qaida.”
“Non mi piace lui e neanche i suoi scagnozzi.” Si affretta a dire Javier. Lanie gli rivolge uno sguardo di sottecchi, alzando leggermente gli occhi dal foglio che sta compilando.
“Già, hanno quell’aria da sapientoni.” Continua Kevin, lamentandosi.
A Kate scappa una risatina e scioglie la posizione statuaria di prima. “Ma vi sentite? Sembrate dei bambini delle scuole elementari! In ogni caso lui è stato molto disponibile.”
“Questo perché ha una cotta per te, tesoro.”
Javier e Kevin, ma soprattutto Kate, si interrompono per guardare Lanie con la bocca spalancata. La detective sente il dovere di alzare le punte dei piedi e muovere le braccia, e probabilmente è ciò che sta immaginando di fare, se fosse stata un personaggio dei cartoni animati. Invece, ad alzarsi è solo il suo tono di voce, che diventa improvvisamente acuto.
“Che cosa dici, Lanie?!”
L’amica medico legale poggia una mano su un fianco, inclinando di poco il busto nella stessa direzione. Con l’altra mano, posa la penna sul foglio e gesticola col dito tenuto a mezz’aria. “Voi sarete anche degli ottimi detective nel risolvere casi di omicidio, ma quando si tratta di captare segnali di attrazione, beh l’esperta sono io.” Conclude, indicando se stessa con quel dito.
Kate scuote la testa cercando di pensare a che tipo di attenzioni Mike Jones avrebbe potuto rivolgerle.
Tanto per cominciare, al loro primo incontro avevano discusso perché lui non la considerava una detective a tutti gli effetti, a causa della reputazione che si era fatta con la serie di Nikki Heat. Poi, era stato lui a scusarsi e nel giorno odierno, le aveva domandato che tipo di caffè prendesse, ma non ci aveva colto niente in quella domanda, anzi lui si era ritirato, tornando bruscamente nelle sue ricerche. Dopo, era stata lei a chiedergli di aiutarla a ‘studiare’ i luoghi di Al-Qaida. E ammette che forse avevano anche flirtato. Un pochino.
Scuote di nuovo la testa, stavolta mettendosi entrambe le mani sul viso e ripete a se stessa che forse si era immaginata tutto. In ogni caso, quel flirt non era nulla di malizioso.
Quando si toglie le mani dal volto, guarda Lanie ridendo. “Non dire sciocchezze. Solo perché è stato disponibile non vuol dire che abbia una cotta per me!” dice con una smorfia e prende tra le mani uno degli strumenti di Lanie, come a voler distogliere lo sguardo dall’amica.
Al medico legale non sfugge nulla e mentre indugia nel cercare di leggere gli occhi di Kate, la voce possente della Gates li interrompe.
“Se avete finito con le chiacchiere da salotto, voglio avvisarvi che c’è una riunione in corso.”
 
Quando entra nella sala principale con gli altri, Kate incrocia lo sguardo con Mike, che alza gli occhi proprio nella sua direzione.
Non l’ha fatto di proposito, ma ha un senso di disagio dopo che Lanie le ha messo la pulce nell’orecchio.
“Ha una cotta per te, tesoro.”
Scuote la testa, abbassando lo sguardo ed evitando quindi il suo, mentre segue Javi, Kevin e anche Lanie nelle postazioni a loro assegnate in qualche fila più dietro. L’agente inglese, invece, segue Kate con gli occhi mentre si posizionata vicino al solito maxischermo.
Christina Finch, sempre vestita elegantemente, ha ancora due grosse borse sotto gli occhi, segno che ha passato un’altra notte insonne. Nonostante questo, appare in perfetta forma, impeccabile nel completo nero scuro, con tanto di gonna che le arriva sotto al ginocchio, e i capelli rigorosamente tirati in su. Praticamente è una Victoria Gates della CIA.
Kate la guarda sentendosi dispiaciuta per lei, e pensa se il suo lavoro all’FBI fosse andato in porto, forse si sarebbe trovata nella stessa condizione del funzionario della CIA. Sonno arretrato, vita sociale minima, e soprattutto niente Castle intorno.
La donna bionda accende il maxischermo dove compare la foto di un giovane musulmano, a giudicare dai tratti somatici del volto e dalla carnagione mulatta. Attende che lo squadrone di persone abbia assimilato la persona raffigurata, quindi si posiziona con entrambe le mani sui fianchi verso di loro.
“Nasir Sayf Al-Islam. Numero uno di Al-Qaida. È lui il nostro uomo.”
Kate sente una morsa allo stomaco. Istintivamente, se lo tocca con la mano. Non è la fame.
Quello che vede lì è la persona che ha portato via il suo Rick; la sua felicità; l’uomo che ama.
Ha una strana sensazione, come un dejà vu, appena rimpicciolisce gli occhi per mettere a fuoco il volto di Nasir. Dove lo ha già visto?
“Volevo avvisare che ci sono delle novità.” I suoi pensieri vengono interrotti da Mike che è già in posizione pronto per assecondare la Finch. “Grazie ad una falla nel sistema, Hayley è riuscita a localizzare una chat online molto particolare che potrebbe esserci utile per capire le mosse di Al-Qaida e raggiungere la sua base.”
Javier e Kevin hanno la mente altrove. Osservano la giovane traduttrice che sorride a stento quando l’agente Jones fa il suo nome e si congratula con lei. Anche Hayley è ridotta malamente, almeno nel fisico, colpa delle poche ore di sonno accanto a Christina Finch. Gli abiti sono quelli della sera precedente e i capelli sono stati arruffati a caso con delle mollette.
“Ma non dorme mai quella ragazza?” si chiede il portoricano inclinando la testa per vederla meglio. Il suo sussurro viene raggiunto da Kevin, in piedi vicino a lui.
“Secondo me la sfruttano troppo. Mi chiedo quanto la paghino.”
Kate interviene schiarendosi la gola nella loro direzione. Li guarda e pronuncia un “Ragazzi...” a denti stretti. Poi, con un movimento impercettibile della testa fa loro segno che vicino a lei c’è la Gates.
Il capitano non esita a fare capolino da dietro la testa della detective Beckett per guardarli in cagnesco.
“Volete fare silenzio?”
“No, li lasci anche parlare.” Fa Mike, notando uno strano movimento. Con le braccia incrociate davanti, lancia uno sguardo divertito ai due detective del Dodicesimo. Anche il resto degli agenti presenti rivolgono i loro occhi verso Ryan ed Esposito. Lanie, seduta davanti al suo fidanzato, rotea gli occhi e Kate può certamente capire il suo imbarazzo in quel momento. “Sono curioso di sapere cosa stiano dicendo.”
Esposito spalanca la bocca, sperando che escano le parole. Invece riesce solo a balbettare qualcosa. “Noi... ecco...”
“Che programma di hackeraggio hai utilizzato per scoprire la chat online?” ci pensa Kevin a salvare l’amico, rivolgendo una domanda a Hayley.
La giovane fa per rispondere, colta di sorpresa, ma viene anticipata da Christina, che replica duramente.
“Informazioni riservate, detective.”
Il clima si è di nuovo raffreddato e diventa difficile riuscire a collaborare quando da un lato si ha a che fare con i federali, e dall’altra degli ufficiali di polizia dediti al servizio pubblico.
La goccia che fa traboccare il vaso sta per arrivare, ed esce proprio dalla bocca dell’agente Owen Rodriguez. Da una gomitata leggera a Mike Jones facendogli segno con la testa verso i due detective del Dodicesimo.
“Capo, ma dobbiamo avere a che fare con questi incompetenti ancora per molto?”
“Ehi, modera i termini!” Javier è trattenuto da Kevin, che dietro di lui, lo tiene fermo per le braccia.
Sonny Preston mette il carico da dieci, alzando ancora la tensione e dando corda al suo collega. “In effetti, che venite a fare qui se è solo per chiacchierare?”
“Non stavamo chiacchierando!” replica Kevin, prima di rendersi conto del suo tono di voce arrogante.
Mike ha la faccia di uno che non sa più controllare i suoi agenti. Al contrario, Kate, che ha osservato lo scambio di battute muovendo la testa da una parte all’altra, come se assistesse ad una partita di tennis, si decide a intervenire. Incrocia le braccia e guarda i due agenti inglesi che hanno iniziato a provocare i suoi uomini. “Agente Rodriguez e agente Preston. Non vi permetto di usare quel tono di voce con i miei colleghi.”
Christina Finch si volta dall’altra parte borbottando, mentre si picchetta la fronte con una mano, forse maledicendo se stessa per aver accettato l’incarico di venire a lavorare a New York. Hayley guarda il suo capo abbozzando una risata nervosa, sperando così di smorzare la tensione che pulsa come una bomba ad orologeria.
“Sei tu a comandare in questo distretto, Nikki Heat?”
Basta la risposta acida di Sonny ad accendere la miccia. Mike si distacca dalla postazione dove era appoggiato.
“Ora basta. Siamo qui per lavorare.” Dice, dirigendosi verso i suoi agenti e dando loro uno sguardo duro. “Detective,” continua, stavolta indirizzandosi a Kate, “comportati come tale e dì ai tuoi uomini di fare silenzio.” Beckett spalanca occhi e bocca senza emettere un suono, ma soltanto stupendosi delle sue parole di rimprovero. “Non so i vostri metodi a New York, ma noi a Londra siamo dei professionisti.”
Gli occhi di Mike la guardano raggelandola e prova una fitta dentro di sé e una rabbia che ribolle. Scuote la testa facendo una smorfia. Non capisce l’atteggiamento bipolare dell’agente inglese, che prima la aiuta, poi le lancia frecciatine.
Guarda per un attimo Lanie, che le rivolge uno sguardo consolatorio, il minimo che riesce a fare. Come ha potuto la sua amica pensare, anche solo per un istante, che quel Jones avesse una cotta per lei? La dottoressa aveva proprio toppato! Scioglie le braccia incrociate e fa un passo avanti, tanto per fargli capire chi è che comanda lì.
“Critichi la mia squadra adesso? Prima cerchi di invitarmi a prendere un caffè, poi mi aiuti a capire Al-Qaida, e adesso cambi di nuovo atteggiamento?”
Gli sguardi dei presenti cercano delle risposte guardandosi l’un l’altro. Perfino Sonny e Owen non capiscono.
Mike però, da vero inglese, resta composto. “Non so di cosa parli.” Le dice con le mani in tasca.
“Già, è normale. Io sono solo una semplice detective della polizia, mentre tu sei un agente professionale dell’Interpol. E sai davvero comportarti bene e con umiltà, vero?”
L’ultimo sguardo che gli lancia è una smorfia di disprezzo, prima di voltare le spalle e lasciare la stanza.
Mike la osserva andar via. I capelli voluminosi che si muovono ondeggiando.
La Gates, che è stata in silenzio e osservante per tutto il tempo, cammina verso di lui, arrivandogli davanti.
“Agente Jones, capisco che è difficile collaborare quando in gioco c’è al sicurezza mondiale, ma devo stare dalla parte della mia detective. Se i miei agenti devono mantenere un comportamento decoroso, lo faranno. A condizione che anche i suoi colleghi siano obbligati ad avere un comportamento più professionale durante le indagini.” Detto ciò, Mike abbassa la testa abbozzando un flebile sorriso, poi guarda i suoi invitandogli a fare lo stesso.
“Bella figura davanti al Presidente.” Christina interviene come la Gates. Calma e scandendo le parole, per fare in modo che il concetto arrivi forte e chiaro. “Ovviamente non dirò niente per evitarvi la sua indignazione. Hayley, per piacere, comincia e facci vedere cosa hai scoperto dalla chat di Al-Qaida.”
La traduttrice obbedisce senza obbiettare, e inizia a mandare in onda una serie di slide che riportano la chat incriminata.
“E Beckett?” domanda Kevin. La sua voce spezza il silenzio dopo il mare in tempesta.
Christina gli risponde senza neanche guardarlo, mantenendo il suo pacato tono di voce. “Con o senza di lei, dobbiamo andare avanti. La CIA non ammette distrazioni e comportamenti del genere.”
La bionda guarda davanti a sé, senza batter ciglio. Eppure si percepisce che tutti stanno cercando di mantenersi composti e di non perdere il controllo.
Da ciò che appare sullo schermo, viene spiegato come sia stato possibile sfruttare una falla nel sistema di sicurezza operativa del corriere della cha di Al-Qaida, intercettando i pacchetti digitali ricevuti attraverso la localizzazione dei file. Slide dopo slide, si nota come la mole di dati in possesso del corriere sia davvero consistente: non solo registrazioni web ma anche audio e trascrizioni dei discorsi, tutti in arabo classico.
Una passeggiata per Hayley, che spiega di avere alle spalle ben sei anni di studio specifici, oltre a soggiorni all’estero, sulla lingua citata. Alcuni partecipanti si sono uniti alla conferenza tramite chat video, altri attraverso un collegamento audio e i più ortodossi solo con messaggi di testo. La registrazione comincia con un saluto di Nasir Sayf Al-Islam, leader della rete Al Qaida.
Incuriosito, Kevin interrompe l’analisi della chat con una domanda, “Mi scusi, ma non è violazione della privacy intercettare conversazioni di questo tipo?”
La Finch sorride. “Mi aspettavo questa domanda, detective.” Volta lo sguardo verso di lui, restando di profilo per un istante, e poi iniziando a compiere dei passi da una parte all’altra del maxischermo. “Sono state spese tante parole sull’uso scellerato dei sistemi di intercettazione. Da PRISM al Boundless Informat. La gente non è contenta, e lo capiamo, ma se c’è in ballo la sicurezza, si dà ragione ai federali, anche chiamati ‘spioni’. Se abbiamo finito con le domande, direi di proseguire.”
“La tua domanda è lecita, detective Ryan.” Mike gli parla senza guardarlo, mentre tra le dita tiene un pezzo di carta con il quale si diverte a fare un aeroplanino. Sembra avere la mente altrove, ma risponde meccanicamente, come addestrato a dare quel tipo di risposta. “In effetti, ci accusano spesso di usare questi metodi di spionaggio un po’ troppo spesso, considerandoli come conseguenza degli attentati dell’11 settembre.”
La Gates fa dei passi avanti. Poggia una mano su una delle postazioni in prima fila, reggendosi con il braccio. “Questo è vero, se si pensa che non solo la CIA, ma anche l’FBI hanno monitorato di continuo i principali siti web, forum e blog considerati come fucina del nuovo terrorismo. Ma, agente Finch, agente Jones, avete pensato che Al Qaida è riuscita comunque a sviluppare nel tempo metodi di crittografia avanzata per effettuare riunioni a distanza tramite funzionalità di chat testuali, audio e video capaci di scomparire dopo il loro termine?” la bocca si inclina in alto per formare un sorriso soddisfatto. “Non guardatemi così, ho fatto un breve corso sul terrorismo lo scorso anno.”
Lanie, Kevin e Javier si guardano in automatico, pensando alla stessa cosa contemporaneamente. Un punto in più per il Dodicesimo.
La Gates resta ancora interdetta. Fa un altro passo in avanti guardandosi le scarpe. Un improvviso prurito le sale dalla punta delle dita dei piedi fin sotto il ginocchio. Quei tacchi a spillo iniziano a farle un gran male, dato che ha passato metà della mattinata in piedi.
Alzo gli occhi verso Christina, che ammira dal profondo per la sua tenacia e per la sua vita da donna in carriera. Tuttavia, sa di trovarsi di fronte ai federali, e la sua passata esperienza le ricorda sempre che non bisogna fidarsi fino in fondo.
“Il punto è, Christina: gli americani e i cittadini di tutto il mondo sono disposti a concedere la propria privacy ai federali in difesa della sicurezza personale e di quella dei propri vicini?”



Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
Non vi sentite soddisfatte che Rick sta migliorando il suo arabo? *-* cavoli, io impiegai quasi un anno per imparare e dire una frase di senso compiuto, e lui ci sta mettendo qualche settimana ahahahaha
Intanto, le scintille al Dodicesimo continuano...
La CIA fa le nottate a lavorare, i bro spettegolano, Lanie ha messo la pulce nell'orecchio di Kate (voi siete d'accordo su quanto dice?), ma l'agente Jones sa coprire bene le sue emozioni... 
Fortuna ci pensa la Gates a dare il punto al Dodicesimo col suo discorso sul terrorismo... un punto in più al distretto di NY ;)
Vi lascio con la solita domanda di chiusura del cap :p e vi auguro un happy Castle monday! Al prossimo capitolo :)
D.
   
 
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