Un sorriso obbediente
Un senza-voce aprì la porta dello studio del presidente Snow e un forte odore di rose e sangue colpì le narici del giovane Mentore del Distretto 4
«Finnick Odair, il ragazzo più bello di Panem» disse Snow incrociando le dita sulla scrivania e con un cenno del capo mandò via il senza-voce.
«Così dicono» mormorò Finnick modesto, ma il suo tono celava sospetto nei confronti del presidente di Panem. Era uscito dall'Arena a colpi di tridente, si era mostrato come un trofeo durante il Tour della Vittoria ed era stato costretto ad assistere alle morti atroci di altri ragazzi del suo stesso Distretto. Che cosa voleva il presidente Snow da lui?
Snow gli parlò e Finnick ammise che la sua parlantina raffinata lo doveva aver aiutato eccome a prendere il potere: spiegò al ragazzo il nuovo compito che aveva per lui, gli disse che avrebbe potuto contribuire alla solidità non solo di Capitol City, ma di tutta Panem, e gli accennò ai possibili rischi per sua madre Evelyn se Finnick si fosse rifiutato di collaborare.
«Accetta, signor Odair?». Non suonava come una domanda.
E Finnick sorrise, sperando in cuor suo che la madre non lo venisse mai a sapere.
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