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Autore: Craggy    13/10/2014    4 recensioni
“Se solo Malfoy potesse giocare ancora …” sussurrò Harry, più a se stesso che a qualcuno in particolare, mentre la ragazza si avviava verso la Sala Comune.
E proprio mentre si apprestava a prepararsi, un lampo di genio le attraversò la sua brillante mente.
Malfoy doveva tornare a volare, giusto? Giusto.
Questo voleva dire migliorare i suoi voti, esatto? Esatto.
E chi, nella scuola, aveva un elevato spirito di sacrificio, unito alla perfetta padronanza di quelle tre meravigliose quanto complicate materie?
Hermione Granger, ovviamente.
Lì per lì sorrise raggiante, e se avesse avuto un’altra se stessa si sarebbe volentieri data un cinque.
Era un genio.
Un genio.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Un’orda di sedicenni entrò nell’aula di Trasfigurazione.
Hermione stava giusto per prendere posto, come suo solito, vicino ad Harry e Ron, che la guardavano come per cercare di leggerle nella mente, quando un’occhiata carica di significato della McGranitt la costrinse a fare dietrofront.

Sospirando, sussurrò un “Vi spiego dopo” ai suoi amici, per poi dirigersi verso un euforico Serpeverde.
Mentre l’espressione di Harry era di pura curiosità, la scala cromatica della faccia di Ron variava da un grazioso rosa pesca a un rosso carminio.
Appoggiò quindi la sua tracolla a terra, mentre Draco si premurava di sfoggiare uno sguardo vittorioso al giovane Weasley, che dal canto suo pareva progettare come ucciderlo nel minor tempo possibile.

Ora che ci pensava, quel giorno aveva già ricevuto due minacce di morte.
Malfoy aveva stabilito un nuovo record, di questo era certo.
“Hem hem”, iniziò la McGranitt, e molti cedettero che il fantasma della Umbridge fosse apparso per tormentare le loro vite.

“Se ora il signor Malfoy ha finito di gongolare, potrebbe indicarci il numero e l’ordine dei movimenti che bisogna compiere quando si trasforma un corvo in una scrivania.
Prego, a lei”.

Draco già s’immaginava la mano di Hermione levarsi di scatto, per poi sentire la sua voce acuta enunciare, di certo correttamente, la risposta di quella domanda.
“Disegnare un ovale in senso orario, portare in alto la bacchetta e dare un colpettino”.

Il biondino ci mise qualche secondo per metabolizzare che Hermione Granger non solo aveva appena rinunciato a guadagnare dieci punti per la sua Casa, ma gli aveva anche suggerito la risposta giusta!
E magari il giorno dopo sarebbe entrata in Sala Grande proclamando il suo amore per lui, si ritrovò a pensare sghignazzante.
“Signor Malfoy, per quanto le possa sembrare strano, non abbiamo tutta la giornata.

Se non risponde entro dieci secondi, per domani sarà costretto a consegnarmi un tema di dieci pagine su come evitare figuracce in classe. Dunque?”, proclamò l’insegnante, sempre però mantenendo il suo cipiglio severo ed impassibile.
Al contrario di tutta l’ala Grifondoro, che sghignazzava come non mai.

“Mi scusi, Professoressa. Le mosse sono tre: ovale in senso antiorario, bacchetta in alto e poi un leggero colpo”.
“Molto bene. La prossima volta, però, sarebbe opportuno evitare la parte catatonica e passare direttamente alla risposta. Quindici punti a Grifondoro”.

Il silenzio cadde sulla classe.
“Ma professoressa, è stato Draco a rispondere correttamente, e lui fa parte di Serpeverde!”, disse Pansy Parkinson con la sua voce acuta e insopportabile.

“Allora, signorina Parkinson, forse sarebbe bene per il giovane Malfoy fare onore alla sua Casa d’appartenenza e cercare di intercettare i suggerimenti della sua compagna di banco in modo più discreto. Se ora abbiamo finito di cianciare, vorrei che entro la fine della seconda ora tutti fossero riusciti, in coppia,  a trasformare i propri banchi in pappagallini esotici”.

Detto questo la McGranitt iniziò a correggere i compiti di quelli del terzo anno, gettando di tanto in tanto occhiate di compassione per quella ragazza così intelligente, che per chissà quale motivo avrebbe passato le seguenti due ore in coppia con un perfetto imbecille.
 

*
 

“Te l’ho già detto, Malfoy. Non è una stoccata. È. Un. Colpettino”.
Dopo la ventesima dimostrazione pratica che Hermione aveva fatto a vuoto, la sua pazienza era pericolosamente agli sgoccioli.

“Forse, Granger, se usassi un tono meno irritante, a quest’ora qui ci sarebbe un’allegra nidiata di pappagali. E non questo vecchio banco di legno”, sbottò nervoso il Serpeverde.
Odiava non essere bravo in qualcosa.
Odiava che glielo si facesse notare.
Odiava che Hermione Granger glielo facesse notare.

Non che il resto della classe fosse messo meglio, né da una parte né dall’altra.
La strega, che si era tolta il maglione per il caldo, lo fissava con le braccia incrociate, con un’aria pensosa che a Draco non piaceva per niente.
“Sai che c’è di nuovo, Malfoy? Che sono costretta a ricorrere a metodi drastici con te”, sibilò alla fine.

“Ora, posizionati davanti a quel dannato mobile. Piedi paralleli, schiena dritta e prendi un bel respiro”, dettò la Strega.
Che volesse usare la maledizione Imperius per fargli compiere correttamente l’esercizio?
O voleva Cruciarlo fino al completamento della Trasfigurazione?

Nel dubbio, il ragazzo fece quanto indicatogli e si preparò a chissà quale dolore.
Invece, inaspettatamente, sentì che la giovane lo cingeva da dietro, in modo delicato ma fermo.
“Che diavolo … ?”, iniziò lui, leggermente sorpreso.

“Vista la tua palese incapacità nell’apprendere pochi gesti semplici, devo guidarti io”, rispose la strega senza ombra di turbamento.
Poi fece passare il suo braccio destro sotto quello del ragazzo, fino a poggiare la propria mano sopra quella diafana di lui.
“Bene. Chiudi gli occhi e visualizza un pappagallo”.

“Cosa?”

“Ora!”

“E va bene, ma calmati”.

Il Serpeverde chiuse gli occhi, e pensò ad una spiaggia con la sabbia bianca, il cielo azzurro, l’acqua scrosciante …
“Non tutto il pacchetto vacanze, idiota. Un maledetto uccello, non mi sembra difficile”, sussurrò lei nell’orecchio del giovane, che si riscosse bruscamente.
“Veramente, Granger, stavo pensando a come fa la gente a sopportarti”, sputò acido lui.

Ma Hermione, decisa a non farsi sottomettere da nessuno, rispose candidamente “Forse perche la gente riesce a pensare a un pappagallo quando richiesto.
E ora, basta stupidaggini. Se non pensi a un pappagallo adesso, giuro che tornerai nella tua tana strisciando.
Perché ti colpirò così forte che là sotto sentirai male per i prossimi due mesi”.

“Fatto, pensato”.
“Molto bravo, davvero. Ora, stringi bene la bacchetta e cerca di seguire i miei movimenti”, disse soddisfatta la strega.
I gesti di Hermione erano fluidi e sicuri, e dopo pochi secondi un uccellino verde e giallo cinguettava allegramente.

“Sono lieta di vedere che qualcuno è riuscito a fare quanto richiesto. Altri venti punti a Grifondoro, direi, e …”. La McGranitt aveva alzato gli occhi dalla pila di pergamene davanti a lei, e sotto la solita espressione si poteva distinguere una chiara soddisfazione.

“E direi anche venti per Serpeverde. Premiamo la buona volontà”.
In quell’istante la campanella suonò, mentre tutta la Casa verde argento stava lentamente concependo il fatto di aver ricevuto dei punti dalla McGranitt.
“E ora coraggio, il professor Piton vi aspetta”.

Uscirono tutti, e Draco si ritrovò a gioire nel pensare di poter passare le restanti due ore della giornata con Hermione accanto. Più tempo per torturarla.
“Draco, io … dovrei aspettare Harry e Ron per, sai, spiegare. Tu va’ pure”, disse Hermione, una volta in corridoio.

“E invece starò con te. Voglio proprio vedere l’espressione di Potter alla notizia della nostra brillante idea”, sogghignò quello.
“Come mai Malfoy dice il mio nome senza abbinarlo a insulti di vario genere?”. Harry e Ron, con la faccia in grugnita, avevano raggiunto la ragazze e, a malincuore, Malfoy.
“Perché il tuo cognome è già un insulto così, Sfregiato”, disse il biondo divertito.

Poi lanciò un’occhiata ad Hermione, che guardava i due ragazzi con espressione corrucciata.
“Se non la smettete subito, giuro che vi uccido e poi occulto i corpi in una tana di Manticore. E ora, per l’amor del cielo, ascoltami bene Harry”.
Il rosso esclamò che sì, avrebbe fatto meglio a spiegare come mai durante la lezione di Trasfigurazione aveva abbracciato Malfoy.

“Primo, non era un abbraccio, ma un esercizio formativo”, iniziò spazientita. Voleva solo togliersi quel peso dal cuore.
“Ma tu non hai mai abbracciato me”, grugnì il giovane Weasley.
“Ooooh, Weasleyuccio gelosuccio”.

“Ron, voi non siete mai stati così incapaci quanto BelliCapelli, qui”.
Ronald gongolò.
Malfoy swishò i capelli.
Hermione gli tirò una gomitata.

“Prima di iniziare una nuova discussione. Harry, per il bene tuo e del Quiddich, sappi che ho stretto un patto con il diavolo. Letteralmente”.
Harry era davvero confuso.
“Cosa?”, balbettò con un filo di voce.
“Santo Dio Potter se sei ritardato”, sbuffò il biondino.

“Ho convinto Malfoy a riprendere il Quiddich, ed in cambio gli farò ripetizioni”, spiegò pratica la ragazza.
Erano in ritardo per Pozioni e, francamente, non aveva voglia di ulteriori discussioni.
“Lo so che ti potrà sembrare strano, Harry, ma vederti triste era davvero brutto. C’è una guerra che si prepara, e io vorrei solo che tu fossi felice il più possibile”.

La giovane stava parlando con il cuore in mano, e sembrava perfino aver dimenticato dell’esemplare di Malfoy che aveva di fianco.
E che stava finemente fingendo di avere conati di vomito.

“Hermione, io … davvero, non so proprio cosa dire”, disse Harry.
“Sul serio, se sei disposta a sopportare questo qui per me, sappi che se anche Voldemort ricomparisse domani io sarei al settimo cielo”, concluse.
“Sì sì, tutto molto bello, viva l’amicizia e gli unicorni vomitano arcobaleni. Ma ora andiamo, prima che Piton ci uccida nel sonno”, sbottò Malfoy.

Harry Potter e Ronald Weasley, divisi tra l’ammirazione per la loro amica, e l’apprensione che la sua frequentazione con quel Serpeverde avrebbe comportato, corsero verso l’aula di pozioni.
Se per gli altri due poteva quasi chiudere un occhio su qualche secondo di ritardo, i due maghi erano davvero i bersagli preferiti dell’untissimo professore.
Guardandoli correre come bambini, Hermione scosse la testa divertita: sembravano proprio due bambini.
“Lo sai, vero, che non hai neanche menzionato le mie lezioni, vero?”, sussurrò suadente Malfoy.
“Diciamo che non volevo trasformare Harry da  Ragazzo che è sopravvissuto a Voldemort a Ragazzo che è non è sopravvissuto alla sua amica e un Serpeverde”, rivelò mentre si accingevano ad entrare nell’ambiente scuro, pregno di fumo.

“Ci vediamo dopo, compagna”.
“Ci vediamo dopo, compagno”.

E mentre si accingevano ad entrare, una voce lenta e pigra iniziava a declamare quanto idioti ed incapaci fossero.
 

*
 

Quelle due ore furono le più lunghe ultime ore del venerdì a memoria di Granger.
Uscendo dalla stanza, la ragazza si sentì strattonare per un braccio, e senza sorpresa si ritrovò un biondissimo furetto davanti.
“Stasera, alle ventidue in punto. Settimo piano, di fronte all'arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll. Penso che tu sappia cosa intendo”, e detto ciò alzò i tacchi e se ne andò, con la camicia fuori dai pantaloni ed il suo passo un po’ dondolante.
Sarebbe stata una luuuunga serata.
 

*
 

“Hermione Jean Granger, che cosa significa tutto ciò?”.
Questo l’urlo isterico della minore dei Weasley, urlo che l’aveva accolta nel dormitorio femminile dei Grifondoro.
“Devo spolverare la memoria a tuo fratello sul significato della parola discrezione”, mormorò la riccia.
“Fratello noioso e geloso a parte, vi vedete stasera?”, chiese la giovane Weasley.

Certo Hermione non poteva mentire, a meno di non sgattaiolare fuori dal dormitorio quella sera.
“Sì, stasera alle dieci. Quell’idiota non sarebbe in grado di trasformare un girino in rana neanche in sogno. Per non parlare di Astronomia. Ho già gli incubi”, declamò con fare melodrammatico la Granger”.
E sulle risate cristalline di Ginny, un nuovo ed improvviso terrore si impossessò della sua mente.




CRAGGY'S NOTES
Buonsalve bellissime persone.
Qui è Craggy, intenta a scrivere con una mano e a studiare quei maledetti pronimi latini con l'altra.
Vieni al classico, dicevano.
Farai tanto italiano dicevano.
*sospiro*
Vorrei tanto, ma tanto, che un ombroso e sexy ragazzo mi aiutasse in greco con esercizi formativi alle Hermione style, ma credo che mi dovrò accontantare di affogare i miei dipiaceri guardandomi episodi su episodi di The Big Bang Theory (*and all started with a big bang. BANG!*)
Comunque.
Nuovo capitolo, nuovi avvenimenti, non so perchè ma me l'ero immaginata più comico. Desolata per le scarse battute/quantità di omicidi pianificati, rimedierò al più presto.
Credo che la reazione di Harry e Ron tenda un pochiiiino all'OOC, ma la solita solfa -No Hermione non puoi uscire con lui è cattivo- -Ma nooo lui è cambiato e mi ama tanto tanto- non mi piace.
Desolata #2
Inoltre, ci terrei a precisare che, nonostante questa fanfiction si svolga nel sesto anno dei libri, la trama della bellissima e altissima e purissima zia Jo passa in secondo piano, in quanto se qualcuno volesse leggere Il Principe Mezzosangue non avrebbe che da rompere il salvadanaio e andare in libreria.
Bene, tanti abbracci a tutti, e grazie a chi segue/recensisce/legge questa ff nelle ore di matematica.
 Vi lascio il mio blogH, dove ho postato un simpatico parere su Colpa delle Stelle. Se vi va di passarci, a me farebbe piacere sapere che cosa ne pensate.
Kisses,
Craggy.

http://malfoy-do-it-better.tumblr.com/
http://raggywords.blogspot.it/
 

 

  
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