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Autore: B_Alive    14/10/2014    2 recensioni
FanFiction su Callie e Arizona, AU
Dal primo capitolo:
Ho sempre odiato volare. Fare quelle file interminabili all'aeroporto e salire su un aereo per andare lontano. Eppure lo stavo facendo, stavo scappando da un luogo che non sentivo più mio, da qualcuno che non sentivo più mio.
[...]
Atterrai nell'aeroporto di Los Angeles alle 11.20 di una notte di luglio. Era la città degli angeli, la città in cui tutto è possibile e, chissà, magari sarebbe stato possibile per me dimenticare la persona che mi aveva spezzato il cuore.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Mark Sloan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Cap. 3


...e questa è la cucina, non molto grande, ma con tutti i comfort. Gli elettrodomestici sono in ottimo stato, perché, come le ho già detto, è un appartamento che possiede un arredo molto recente, dato che è stato restaurato da poco.”

Dopo cinque giorni di ricerca in cui non avevo trovato ciò che faceva al caso mio, mi accorsi di un annuncio sul giornale e decisi di fare una telefonata per ottenere un appuntamento.

Mi piaceva davvero tanto quell'appartamento al quinto piano. Aveva un salotto molto accogliente con una grande finestra da cui si intravedeva il mare. La camera da letto era spaziosa ed era comunicante col bagno. L’abitazione era molto luminosa e di giusta grandezza per una persona sola. Anche il prezzo era ragionevole, ma onestamente il denaro era l’ultimo dei miei problemi. Non ne andavo molto fiera, non volevo ostentarlo, ma non mi potevo certo lamentare della mia situazione economica, avendo lavorato in una delle più importanti e prestigiose banche del Paese. Preferivo, perciò, risparmiare per cose più importanti come viaggiare, visitare posti nuovi e investire per il mio futuro, piuttosto che acquistare una mega villa a Bel Air solo per me. Anche se, devo ammetterlo, avevo una gran voglia di togliermi un simpatico sfizio, una volta comprato l’appartamento.

Il proprietario era un tipo timido, oggettivamente un bell'uomo per la verità, ma impacciato e goffo. Possedeva tre appartamenti in quell'edificio sulla Seconda Strada. Se ne stava lì in piedi con la sua cartellina verde in mano contenente i documenti riguardanti l’appartamento in questione.

È molto carina, Sig. Shepherd. Sono molto interessata all'acquisto.”

“All'acquisto? Non…non voleva semplicemente affittarlo?”

“Oh si, all'inizio. Ma ora che ci penso, credo sia meglio avere un posto tutto mio, senza dover dipendere da nessuno, insomma. Le darò il 15 per cento in più del suo valore, se necessario.

“Il 15…il 15 per cento in più, ha detto?” Era sbalordito, non si aspettava una simile offerta da parte mia.

“Affare fatto, dunque?”

“Beh, benvenuta nella sua nuova casa, Signorina Robbins.”

Mi afferrò la mano e la strinse ripetutamente in maniera agitata.

“Ecco le chiavi dell’appartamento signorina. Sarà disponibile già da domani.”

Discutemmo gli ultimi dettagli dell’affare appena concluso e, mentre il Sig. Shepherd compilava alcune carte, mi soffermai a guardare la sala. Già me lo immaginavo lì, al centro: grande, imponente, meta di pomeriggi noiosi e piovosi. Sorrisi pensando da quanto tempo ne desiderassi uno.

Ci congedammo pochi minuti dopo con un’ulteriore stretta di mano.

Con impazienza, uscii dall'edificio in cerca di un negozio che fosse fornito di ciò di cui avevo bisogno.

Dopo circa un quarto d’ora di cammino e qualche richiesta di indicazioni, vidi un’insegna a pochi metri da me. Mi diressi verso il negozio interessato e parlai subito con un commesso, il quale si preoccupò di procurarmi uno degli articoli più belli in commercio. Ne ordinai uno, con la promessa di riceverlo direttamente a casa il pomeriggio seguente.

Uscii dal negozio felice ed euforica come una bambina di cinque anni che gusta un lecca-lecca.

Immediatamente realizzai, però, che non avevo con me nulla di mio, a parte qualche indumento. Avevo lasciato tutto nella casa di Jenny prima di partire.

“Ma guarda chi si risente!”

“Ciao, Teddy. Ti disturbo?”

“No, tranquilla. Sto per finire il turno. Come stai?”

“Alla grande! Ho appena comprato casa.”

“Hai appena comprato cosa?!”

“È un appartamentino vicino al mare, avevo bisogno di un luogo stabile. Non posso mica piantare le radici in quell'albergo!”

“Giusto anche questo. Avevi bisogno?”

“In effetti sì. Senti, ti va di fare un viaggio?”

“Vuoi che venga lì? Io devo lavorare, Arizona!”

“Il fine settimana no, però. Ti prego, ho bisogno di tutta la mia roba! ”

“E mi sfrutti così? Ma complimenti!”

“Dai, così cogli l’occasione per venirmi a trovare e vedere il mio nuovo appartamento!”

“E quando dovrei partire, vostra maestà?”

“Domani o sabato! E non prendermi in giro, non te lo chiederei se non fosse necessario.”

“E va bene! Cerco subito un volo disponibile. Ma sentiamo, come pensi di venire a prendermi in aeroporto?”

“Oh beh…potrei chiedere a Callie di accompagnarmi…”

“E chi sarebbe questa Callie?”

“Lavora in un bar del centro. È molto gentile e disponibile nel caso io avessi bisogno di qualcosa, visto che sono nuova del posto. Parole sue, lo giuro.”

“Già…e magari è anche bella, affascinante e tanto tanto lesbica come piace a te?”

“Non so se giochi nella mia squadra, ma su “bella e affascinante” non ci sono dubbi! Dovresti vederla, Teddy. Ha due occhi meravigliosi e quei capelli che-”

“Ho capito, ho capito. Sei cotta.”

“Ehi! Per quanto ne so potrebbe essere anche fidanzata! Ci ho parlato solo qualche volta questa settimana.”

“Cerca di scoprirlo, no? Fatti avanti!”

“Ci proverò. Fammi sapere per il volo, d’accordo?”

“Certo! A domani.”

“A domani, Teddy. E grazie” e riagganciai.

Era quasi ora di cena e decisi di andare al supermercato per cercare qualcosa di pronto da mangiare.

Presi un cestino e cominciai a guardarmi intorno in cerca di qualcosa che mi ispirasse. Arrivai nel reparto dei surgelati e mi venne una gran voglia di gelato. Certo, però, non potevo mangiare solo quello per cena. Presi una piccola vaschetta del mio gusto preferito e proseguii il giro. Ovviamente, non conoscendo per nulla quel posto, mi ritrovai all'improvviso sulla corsia degli alcolici. Non mi serviva nulla di quel reparto così mi girai per andarmene, ma sentii un tonfo proprio dietro di me e mi voltai. Vidi un pacco di biscotti a terra, mi chinai per raccoglierlo e porgerlo a chi l’aveva fatto cadere.

“Credo che questo sia…” sollevai lo sguardo e rimasi pietrificata quando, di fronte a me, trovai gli occhi più belli che avessi mai visto.

“Ciao Arizona! Grazie per i biscotti, mi sono scivolati dalle mani. Come stai? È un paio di giorni che non passi al bar.”

Lei era lì di fronte a me, che mi parlava disinvolta come se fossi una sua conoscente da tempo, un’amica come le altre, come se non avessi tanta importanza. E in fondo perché dovevo averne, non mi conosceva nemmeno. E neanch'io la conoscevo in fondo. Ma lei era già importante per me.

“Callie! Non ti avevo proprio vista. Comunque sto bene, sono stata impegnata con la ricerca della casa che ho finalmente trovato oggi pomeriggio.”

“Sono contenta che l’abbia trovata! Non è facile riuscire a trovare qualcosa in questa zona. Come mai in questa corsia? Vuoi darti all'alcool?” scherzò.

“Oddio no! In effetti giro a vuoto. Sto cercando qualcosa di pronto da mangiare. Tu non lavori stasera?”

“No, ho cambiato il turno. Oggi è il compleanno di un mio amico e questa sera dà una festa in piscina a casa sua. Perciò ero qui per prendere qualcosa da bere.”

“E porti anche i biscotti alla festa?” scherzai.

“Oh, assolutamente no. I biscotti sono per me, solo per me. Sai, ho questa strana mania per i biscotti, potrei mangiarne a quintali!” mi rispose, quasi sottovoce, sorridendo.

Poi proseguì.

“Senti, ti va di venire? Così non devi perdere tempo a cercare qualcosa da mangiare che poi quasi sicuramente non ti piacerà.”

Me lo stava chiedendo sul serio? Con quel sorriso. Come potevo dire di no a quel sorriso? Io e lei ad una festa in piscina? Nella mia testa era un appuntamento coi fiocchi, non poteva essere altrimenti. Rimasi calma e decisi, allora di buttarmi e “farmi avanti” come Teddy mi aveva consigliato.

“Oh, non…non ci vai con nessuno? Insomma, non hai nessun accompagnatore?”

“Momentaneamente no… Allora, che ne dici? Dai, ci divertiremo! Così conosci un po’ di gente e ti fai dei nuovi amici.”

Non aveva nessuno con cui andare e lo stava chiedendo a me. Tra quanto mi avrebbe chiesto di sposarla?

“Ma si, dai. Ci sto! Sarà divertente. Devo portare qualcosa?”

“Beh si. Il costume da bagno!” mi rispose, come se fosse ovvio.

Sgranai gli occhi, non mi aspettavo di sicuro una risposta del genere.

“Oh…ma…ma certo…il costume!” balbettai.

“Ok, allora facciamo all'incrocio della Terza per le 8?”

“Perfetto! Ti aspetto allora.”

“Bene, corro a prepararmi. A più tardi, Arizona” e corse via col carrello pieno di liquori e biscotti.

“A più tardi…” sussurrai.

Realizzai all'improvviso che erano passati anni dall’ultima volta che presenziai ad una festa in piscina. Avevo circa vent'anni e non ero abituata a stare insieme agli altri e a parlare con la gente. Diciamo che mi tenevo occupata a fare ben altro nelle stanze dei padroni di casa.

Corsi, quindi, a posare il gelato che, a quanto pare, quella sera non mi sarei gustata e filai dritta in albergo per darmi una sistemata veloce. Feci una doccia, la ceretta ovunque fosse possibile e cercai un vestitino leggero da mettermi sopra il costume verde acqua, il mio preferito. Infilai dentro una borsa un eventuale cambio, un asciugamano e un giacchetto, in caso si fosse alzata un po’ l’aria.

Scesi nella hall e la aspettai davanti alla porta d’ingresso. Passarono circa cinque minuti e vidi fermarsi davanti a me una Thunderbird coupè azzurra. Non scese dalla macchina, ma si allungò per aprirmi la portiera.

“Ciao! Sali.”

La salutai anch'io e mi sedetti al mio posto, appoggiando la borsa davanti ai miei piedi.

Cominciò a guidare e io inevitabilmente iniziai a studiarla dalla testa ai piedi. Aveva i capelli sciolti, mossi, che a causa del vento le svolazzavano quasi davanti agli occhi. Era poco truccata, ma il suo sorriso bastava per renderla ancora più bella. Indossava una camicia larga, con le maniche anch'esse larghe che le arrivavano fino ai gomiti. Era di un color beige, ma ravvivata da una fantasia a fiori. E ancora una volta potevo vederle le gambe. Erano proprio il mio punto debole. Mi sentii mancar l’aria pensando che da lì a poco l’avrei vista addirittura in costume da bagno.

Mi resi conto che stava battendo le mani sul volante a ritmo di musica e muoveva le labbra seguendo le parole della canzone. Sorrisi. Lei, però, se ne accorse.

“Non ti piace?”

“Che?!”

“Dico, la canzone. Se non ti piace cambio.”

“No, no, va benissimo” risposi un po’ imbarazzata.

Cercai immediatamente di cambiare discorso.

“Allora…fate spesso queste feste in piscina o solamente in occasioni speciali tipo il compleanno di qualcuno?”

“Beh, qui si vive di feste in piscina. Che sia la tua, dei tuoi amici o di perfetti sconosciuti.”

“Oh, quindi anche qui si usa imbucarsi alle feste?”

“È di rito! Almeno una volta nella vita bisogna farlo” scherzò.

“Però mi sento a disagio, non sto portando nulla per il tuo amico e non mi va di presentarmi a mani vuote.”

Parcheggiò la macchina sotto ad un portico enorme. La vidi sorridere per la frase che avevo appena pronunciato, ma non ne capii il motivo.

“Tranquilla. Non se ne accorgerà neanche.” sorrise maliziosamente senza capire cosa volesse dire e si avviò verso l’ingresso, salutando un certo Thomas che passava di lì, ovviamente a torso nudo.

Feci per seguirla, ma rimasi sbalordita dalla maestosità di quell'abitazione. Lungo una rampa di scale laterale, sulla destra, potevo già scrutare la zona in cui la festa si stava svolgendo. Una piscina enorme, grande quanto il mio nuovo appartamento. La musica era molto alta, ragazzi e ragazze che ballavano in costume in tutto il giardino, bevendo qualcosa da quei bicchieri di carta rossi che fanno vedere anche nei film. Mi resi conto solo in quel momento che non mi ero sbagliata quando poco prima, in macchina, intravidi il cartello con l’insegna “Beverly Hills”.

La sua voce mi riportò per un attimo alla realtà.

“Che fai? Vieni o resti lì impalata fino a domani mattina?” mi urlò.

La seguii un po’ titubante. Sarebbe stata una serata molto…interessante.



to be continued…





Note dell’autrice:

Ok ok, scusate il ritardo, ma ho avuto qualche impegno e non sono riuscita ad aggiornare prima.

Chissà cosa succederà a questa festa…

Se avete curiosità, consigli o anche brutte parole recensite e vi risponderò appena possibile, come sempre :3

Fatemi sapere se vi piace e cosa ne pensate, o cosa vi aspettate dai prossimi capitoli.

QUI trovate sempre il mio profilo Facebook in caso vi faccia piacere farci una chiacchierata :)

Vi lascio e corro a scrivere il prossimo!



#acca#

  
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