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Autore: Princess Leila    14/10/2014    1 recensioni
"Forse ho capito, ti sei lasciata con il tuo ragazzo"
"Io non sono fidanzata"
"Beh potremmo rimediare..."
Come avrei fatto a stare con lui come se nulla fosse? Come potevo io abbattere un alto muro di pregiudizi costruito mattone per mattone durante gli anni? Come potevo io, da un giorno all'altro, far evaporare la sua accanita avversione verso i mezzosangue?
Come potevo io essermi innamorata di lui?
"Se pensi di poter giocare con me come con una bambola di pezza che puoi buttare quando ti sei annoiato di usarla sappi che non te lo permetterò"
"Non vedo l'ora"
Siamo state in due a scrivere questa ff riguardante una coppia paradossale, impossibile. Stiamo parlando di Draco e Hermione. Una storia frastagliata e piene di colpi di scena. Il nostro obiettivo è quello di rendere questa cosa impossibile un po' più possibile, anche se solo per un momento, facendovi entrare nel nostro mondo di sfegatate fangirls.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO III: Poltergeist...

Draco

Dopo averci riprovato con la Granger nello scompartimento, mi ero seduto al mio posto chiaramente scosso dal suo rifiuto, anche se non era stato un vero e proprio rifiuto... Oppure sì? Comunque a Pansy non sfuggì nemmeno questo particolare e volle sapere da me a tutti i costi cosa fosse successo. Era appiccicosa come non mai, ero quasi tentato di dirle della Granger per scrollarmela di dosso, ma mi resi conto che non sarebbe stata una decisione affatto saggia... Se l'avessi detto a lei lo sarebbe venuto a sapere tutto il treno e quindi tutta la scuola ed infine mio padre e questo non doveva assolutamente accadere.
Così mi inventai una balla dicendo che ero ormai stanco di andare ad Hogwarts, che avrei preferito non tornare mai più in quella vecchia topaia. Finalmente tacque e io potei, per il resto del viaggio, sostenere conversazioni silenziose con la Granger e rimuginare sul fatto che fossi andato così vicino alle sue labbra senza però riuscire a stamparle un bacio su quella sua bocca carnosa.

Una volta entrati nella scuola c'eravamo sistemati come al solito ai tavoli delle nostre rispettive case in Sala Grande e aspettavamo che i nanerottoli in fila davanti al cappello venissero smistati.
Io mi sedetti come sempre alla destra del tavolo di Serpeverde, al cui fianco c'era quello di Grifondoro. Scorsi velocemente tutte le facce sedute al lato sinistro, quelle che avevo difronte, e notai che la Granger per la prima volta non si era seduta con le spalle al nostro tavolo, bensì anche lei cercava con lo sguardo qualcuno seduto nella mia direzione; quando il suo occhio vispo si posò su di me terminò la sua ricerca, rimanemmo a fissarci, poi le porsi il sorriso più innocente del mio repertorio, lei abbassò lo sguardo e alzò un angolo della bocca. Il nostro scambio di sorrisi cessò però quando il cappello parlante urlò:«Grifondoro!» e la Granger iniziò ad applaudire come gli altri dimenticandosi completamente di me.
Un certo Ian e una ragazzina di nome Alison vennero smistati in Serpeverde, poi smisi di ascoltare e iniziai a giocherellare con una ciocca di capelli ribelle.
Quando il preside iniziò il discorso e tutti tacquero ricominciai ad ascoltare anche se in modo passivo, senza comprenderne le parole. Silente fu interrotto da una tozza donna vestita di rosa e dalla faccia di rospo. Ripugnante. Doveva essere lei quella di cui mio padre mia aveva parlato, mi aveva detto di farmela amica dato che lavorava al Ministero della Magia, ma non sapevo proprio come avrei fatto, dato il personaggio. Fece un discorso senza senso, almeno per me, e poi tornò al suo posto. Il banchetto di inizio anno era sempre il migliore, mi stupiva il fatto che dei disgustosi elfi domestici sapessero cucinare così bene.
Era tardi ormai e volevo andare a dormire, mi alzai insieme ad un gruppo di serpeverde e mi avviai ai dormitori nei sotterranei. Dopo aver sceso la prima rampa di scale sentimmo dei gridolini e delle risatine provenire da più infondo. Pix il poltergeist apparve da un muro e ci si parò davanti
«Pix ha fatto un buon lavoro! Ci voleva proprio! Come puzzava il vostro dormitorio! Aveva davvero bisogno di una ripulita! Ma non ringraziatemi Ihihih!»
Ci precipitammo giù e non appena la porta che dava sulla sala comune fu aperta l'acqua sfociò anche nella tromba delle scale. Dentro tutto era una zuppa: le poltrone verdi di velluto, le tovaglie sui tavoli, gli arazzi alle pareti; e nei dormitori la situazione non era migliore, anche qui i materassi erano completamente fradici così come le tende dei baldacchini.
«Bastardo di un poltergeist!» gridò qualcuno
«Non possiamo rimanere qui, andiamo a chiamare aiuto!» disse qualcun'altro.
Così risalimmo tutti quanti in Sala Grande con le scarpe e i pantaloni bagnati.
I tavoli delle altre case erano ancora quasi completamente pieni e quando ci videro entrare tutti infradiciati scoppiarono in una fragorosa risata. Anche la Granger mi guardò e rise e solo in quel momento una risata scappò anche a me.
Io, da prefetto della mia casa, spiegai cosa era successo al preside il quale annunciò che i serpeverde avrebbero passato la notte in Sala Grande e che si sarebbero presi provvedimenti per sistemare il dormitorio e per sistemare Pix (di questo se ne sarebbe occupato il Barone Sanguinario).
Ben presto la sala si svuotò; quando gli ultimi grifondoro uscirono cercai la Granger con lo sguardo, ma non la trovai.
Il preside con un colpo di bacchetta fece scomparire gli enormi tavoli e al loro posto apparvero centinaia di sacchi a pelo. Io, Tiger e Goyle ci sistemammo vicini e il più lontano possibile da Pansy.
Non riuscivo a dormire così mi stesi a pancia all'aria con le mani incrociate sul ventre per guardare le stelle sul soffitto. Ricordai quando la Granger, prima ancora di essere smistata, guardandolo disse “Il soffitto non è vero, è solo un incantesimo. È scritto nel libro Storia di Hogwarts, io l'ho letto”; mi era sembrata un'inutile piccola secchiona saccente, non avevo idea di come la mia opinione su di lei sarebbe cambiata col tempo.

   
 
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