CAPITOLO III: Poltergeist...
Draco
Dopo
averci riprovato con la Granger nello scompartimento, mi ero seduto
al mio posto chiaramente scosso dal suo rifiuto, anche se non era
stato un vero e proprio rifiuto... Oppure sì? Comunque a
Pansy non
sfuggì nemmeno questo particolare e volle sapere da me a
tutti i
costi cosa fosse successo. Era appiccicosa come non mai, ero quasi
tentato di dirle della Granger per scrollarmela di dosso, ma mi resi
conto che non sarebbe stata una decisione affatto saggia... Se
l'avessi detto a lei lo sarebbe venuto a sapere tutto il treno e
quindi tutta la scuola ed infine mio padre e questo non doveva
assolutamente accadere.
Così
mi inventai una balla dicendo che ero ormai stanco di andare ad
Hogwarts, che avrei preferito non tornare mai più in quella
vecchia
topaia. Finalmente tacque e io potei, per il resto del viaggio,
sostenere conversazioni silenziose con la Granger e rimuginare sul
fatto che fossi andato così vicino alle sue labbra senza
però
riuscire a stamparle un bacio su quella sua bocca carnosa.
Una
volta entrati nella scuola c'eravamo sistemati come al solito ai
tavoli delle nostre rispettive case in Sala Grande e aspettavamo che
i nanerottoli in fila davanti al cappello venissero smistati.
Io
mi sedetti come sempre alla destra del tavolo di Serpeverde, al cui
fianco c'era quello di Grifondoro. Scorsi velocemente tutte le facce
sedute al lato sinistro, quelle che avevo difronte, e notai che la
Granger per la prima volta non si era seduta con le spalle al nostro
tavolo, bensì anche lei cercava con lo sguardo qualcuno
seduto nella
mia direzione; quando il suo occhio vispo si posò su di me
terminò
la sua ricerca, rimanemmo a fissarci, poi le porsi il sorriso
più
innocente del mio repertorio, lei abbassò lo sguardo e
alzò un
angolo della bocca. Il nostro scambio di sorrisi cessò
però quando
il cappello parlante urlò:«Grifondoro!»
e la Granger iniziò ad
applaudire come gli altri dimenticandosi completamente di me.
Un
certo Ian e una ragazzina di nome Alison vennero smistati in
Serpeverde, poi smisi di ascoltare e iniziai a giocherellare con una
ciocca di capelli ribelle.
Quando
il preside iniziò il discorso e tutti tacquero ricominciai
ad
ascoltare anche se in modo passivo, senza comprenderne le parole.
Silente fu interrotto da una tozza donna vestita di rosa e dalla
faccia di rospo. Ripugnante. Doveva essere lei quella di cui mio
padre mia aveva parlato, mi aveva detto di farmela amica dato che
lavorava al Ministero della Magia, ma non sapevo proprio come avrei
fatto, dato il personaggio. Fece un discorso senza senso, almeno per
me, e poi tornò al suo posto. Il banchetto di inizio anno
era sempre
il migliore, mi stupiva il fatto che dei disgustosi elfi domestici
sapessero cucinare così bene.
Era
tardi ormai e volevo andare a dormire, mi alzai insieme ad un gruppo
di serpeverde e mi avviai ai dormitori nei sotterranei. Dopo aver
sceso la prima rampa di scale sentimmo dei gridolini e delle risatine
provenire da più infondo. Pix il poltergeist apparve da un
muro e ci
si parò davanti
«Pix
ha fatto un buon lavoro! Ci voleva proprio! Come puzzava il vostro
dormitorio! Aveva davvero bisogno di una ripulita! Ma non
ringraziatemi Ihihih!»
Ci
precipitammo giù e non appena la porta che dava sulla sala
comune fu
aperta l'acqua sfociò anche nella tromba delle scale. Dentro
tutto
era una zuppa: le poltrone verdi di velluto, le tovaglie sui tavoli,
gli arazzi alle pareti; e nei dormitori la situazione non era
migliore, anche qui i materassi erano completamente fradici
così
come le tende dei baldacchini.
«Bastardo
di un poltergeist!» gridò qualcuno
«Non
possiamo rimanere qui, andiamo a chiamare aiuto!» disse
qualcun'altro.
Così
risalimmo tutti quanti in Sala Grande con le scarpe e i pantaloni
bagnati.
I
tavoli delle altre case erano ancora quasi completamente pieni e
quando ci videro entrare tutti infradiciati scoppiarono in una
fragorosa risata. Anche la Granger mi guardò e rise e solo
in quel
momento una risata scappò anche a me.
Io,
da prefetto della mia casa, spiegai cosa era successo al preside il
quale annunciò che i serpeverde avrebbero passato la notte
in Sala
Grande e che si sarebbero presi provvedimenti per sistemare il
dormitorio e per sistemare Pix (di questo se ne sarebbe occupato il
Barone Sanguinario).
Ben
presto la sala si svuotò; quando gli ultimi grifondoro
uscirono
cercai la Granger con lo sguardo, ma non la trovai.
Il
preside con un colpo di bacchetta fece scomparire gli enormi tavoli e
al loro posto apparvero centinaia di sacchi a pelo. Io, Tiger e Goyle
ci sistemammo vicini e il più lontano possibile da Pansy.
Non
riuscivo a dormire così mi stesi a pancia all'aria con le
mani
incrociate sul ventre per guardare le stelle sul soffitto. Ricordai
quando la Granger, prima ancora di essere smistata, guardandolo disse
“Il soffitto non è vero, è solo un
incantesimo. È
scritto nel libro Storia di Hogwarts, io l'ho
letto”; mi era
sembrata un'inutile piccola secchiona saccente, non avevo idea di
come la mia opinione su di lei sarebbe cambiata col tempo.