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Autore: Lene4    14/10/2014    1 recensioni
[Balance GdR]
Questa è la storia di varie ragazze dai diversi poteri, loro ce la faranno a controllarli? Diventeranno amiche o si fulmineranno a vicenda? Nei primi capitoli si vedrà come le ragazze scopriranno dei loro poteri. Dal 1° Capitolo: "Non era abituata ad una assenza così lunga del padre, era partito da quasi due settimane e le aveva promesso che sarebbe tornato per quella notte, la notte del 18 Dicembre. La notte del suo tredicesimo compleanno. [...] L'uomo sputò via quelle quattro parole come se non avessero nessun peso, come se la scenetta compassionevole di prima fosse solo una messa in scena e, per Marlene, arrivarono come un getto d'acqua ghiacciata in faccia.". (Sappiate che ho preso spunto da un GdR su facebook)
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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TERRA
 
Guardò il Cielo dalla finestra tristemente. Non era abituata ad una assenza così lunga del padre, era partito da quasi due settimane e le aveva promesso che sarebbe tornato per quella notte, la notte del 18 Dicembre. La notte del suo tredicesimo compleanno. La madre era morta quando lei aveva ancora sette anni, il padre era diventato la sua unica guida: era come l'ossigeno per lei. Due settimane prima era partito per una commissione e aveva lasciato la sua "bambina" da un amico, ma lei, per quella notte, chiese all'amico del padre di poter andare ad aspettarlo in casa. 
Così, quel diciotto Dicembre, alle cinque del mattino, una bambina era in casa ad aspettare il proprio padre sveglia.
Dalla morte della madre non aveva più pianto, era diventata una bambina allegra e piena di energia - anche perché sapeva che il padre era a pezzi e lei non voleva essere un peso. Fino a quel giorno rese le giornate del padre una totale allegria, e lui faceva lo stesso per lei. Cercavano di dimenticare il passato e la maniera brutale in cui avevano perso la rispettiva moglie e madre, cercavano di vivere per il meglio trovando sempre un modo diverso per rallegrarsi. 
Marlene era persa tra i suoi pensieri quando, finalmente, sentì qualcuno bussare ripetutamente alla porta. Pensò subito che fosse il padre e si catapultò alla porta. La aprì: un uomo alto e grosso la fissava con occhi tristi e lei aspettò silenziosamente che le dicesse qualcosa.
Vide che il signore non si muoveva e che restava a fissarla, così inarcò un sopracciglio.
« Ehm... »
Disse perplessa per il comportamento dell'uomo. Quello, d’altra parte, non contribuiva spiegandosi, ma continuava a fissarla.
Presa d'impulso, poggiò la mano intorno alla maniglia della porta e provò a chiuderla di scatto, ma lo sconosciuto mise un piede tra lo stipite e la porta e sospirò.
« Sei tu Marlene McKinnon, figlia di Joseph McKinnon? »
Disse tristemente, sapendo già la risposta. Lei annuì lentamente, aveva capito fin da subito che qualcosa non andava, anche se non voleva crederci. Fece entrare l'uomo e aspettò che parlasse, anche se avrebbe preferito che non l'avesse mai fatto.
« Tuo padre è morto. »
L'uomo sputò via quelle quattro parole come se non avessero nessun peso, come se la scenetta compassionevole di prima fosse solo una messa in scena e, per Marlene, arrivarono come un getto d'acqua ghiacciata in faccia. Dopo successero varie cose: una liana comparve dal soffitto, si attorcigliò intorno all'uomo e iniziò a stringerlo sempre più forte; lei si trovò a terra e non ricordo neanche quando fosse caduta o si fosse buttata, e accovacciata incredula. La Terra continuava a tremare, o era lei forse? No, era la Terra insieme a lei, due forze unite. Non sapeva cosa stesse succedendo, tutto intorno a lei era confuso e debole. Tutto era strano, a suo parere. Doveva calmarsi e anche la Terra doveva, ma non riusciva a fare niente, neanche alzarsi o a pensare lucidamente. 
Chiuse gli occhi e vide l'immagine di suo padre allegro, che le regalava uno dei suoi sorrisi più belli. Tutto si fermò. E lei iniziò a piangere, una seconda volta in vita sua. Non aveva tempo per pensare al movimento della Terra causato da lei, all'uomo morto da una liana apparsa dal nulla nel mezzo del soffitto o al casino in quella stanza.
Si alzò con occhi vitrei e si avviò nella stanza del padre, prese uno dei suoi pigiama e lo indossò. Si coricò nel letto e si fece abbracciare dal profumo di quel letto che sapeva di casa.


Angolo Autrice:
Ed ecco a voi il primo "capitolo", voglio assolutamente sapere cosa ne pensate! Speriamo bene, dai.. 
Un bacione,

'Lene.
   
 
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