Libri > Peter Pan
Segui la storia  |       
Autore: Ethasia    14/10/2014    4 recensioni
Da piccola ho sempre detestato il personaggio di Peter Pan. Adesso che sono più grande, il suo mondo, il suo modo di vivere mi hanno affascinata, al punto di desiderare di volare sull'Isola che non c'è. E mi sono domandata... cosa succederebbe se, dopo essersi lasciati a Londra, Wendy e Peter si ritrovassero, cresciuti e cambiati entrambi? Se l'Isola non fosse più il posto che i Darling avevano conosciuto da bambini? Così è nata la mia fanfiction.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimbi Sperduti, Capitan Uncino, Peter Pan, Wendy Moira Angela Darling
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Peter! - urlo, un secondo prima che schizzi giù, pronto al duello. Un grido disperato. un grido nella speranza di dissuaderlo, un vano tentativo di salvare qualcuno che è disposto a farsi uccidere per te, che non te lo meriti. Un avvertimento per farlo tornare in sé e capire che, contro una spada e un'abilità decennale, un misero pugnale non può nulla, neanche se in mano a Peter Pan.
- Taci - mi sibila Alec all'orecchio- se non vuoi che i suoi sacrifici vadano in fumo.
A riprova delle sue parole, mi preme la spada sulla gola, ferro gelido contro la pelle che mi zittisce e crea un nodo di terrore.
Perché d'accordo, Peter tiene testa a Hook. È così dannatamente bravo che, in possesso di un'arma migliore, lo costringerebbe alla resa nel giro di pochi minuti. Ma, con quel semplice giocattolino, tutto si riduce ad una danza di sopravvivenza, un mulinare di lame sincronizzato e ipnotico, uno spettacolo spaventoso e, all'apparenza, quasi premeditato tanto è perfetto.
Ma questa non è una farsa. Sta succedendo davvero, e anche se è talmente surreale da far sembrare il frastuono del ferro contro il ferro lontano chilometri, la paura di non sapere come andrà a finire è paralizzante.
Persino Alec, come anche il resto della ciurma, pare essere incantato da tanto maestria. Se solo fossi più lucida, se solo riuscissi a pensare a qualcosa di diverso dal panica che mi attanaglia e non mi lascia, se solo Peter non fosse stato tanto stupido...
E poi lo sento. Lo percepisco forte come se mi avesse chiamata ad alta voce in una stanza piccola e vuota: il suo sguardo su di me. E lì rimane quando lo guardo a mia volta. Nonostante sembri uno di quei momenti cruciali dei film, in cui tutto va al rallentatore, vedo ancora il suo braccio roteare per difendersi e affondare, senza mancare un colpo, senza distrarsi. Eppure mi guarda, fissa. Ed è come se una scarica di energia pura e vitale mi attraversasse, scuotendomi. La sua, che con una sola occhiata urla: aiutami.
Non può farcela.
E torna così velocemente a fissare l'avversario che potrei pensare di aver immaginato tutto, di aver avuto un'allucinazione dovuta al dolore ormai sordo, se non avessi impressa a fuoco nella mente la stanchezza dei suoi occhi, e non sentissi ancora quel brivido in corpo.
C'è poco tempo.
E come se quell'energia, che tante volte lo ha salvato da situazioni disastrose, fosse davvero stata trasmessa a me per pura volontà, obbedisco a un istinto immediato: con la minaccia della spada di Alec ormai allentata e lontana, riesco a chinarmi in avanti, e con una forza che neanche avrei mai immaginato di avere, le mani ancora strette dalla corda, riesco a scaricargli una violenta gomitata a due braccia nello stomaco. Immediatamente molla la presa del tutto, e lascia cadere la lama con un lamento di dolore. Il fragore sembra risvegliare tutti, me compresa, che torno a rendermi conto di tutto, l'accozzarsi delle spade, gli insulti e gli incitamenti, il dolore alla caviglia e al labbro. Mentre Alec è ancora in ginocchio mezzo agonizzante, afferro la sua spada e la uso per tenerla sotto tiro, di fronte al suo sguardo furioso e sconvolto, cercando di non pensare a quanto entrambi siano pensanti da reggere.
Intorno, la ciurma è stupefatta. Quando mai rivedranno il loro secondo ufficiale minacciato da una ragazza?
- Vi lasciate intimorire da una ragazzina? - sbraita Hook, l'espressione stravolta dalla rabbia. - Prendetela, idioti!
Alec, dal canto suo, si riprende. Si alza in piedi e accenna un sorriso. - Di nuovo troppo imprudente, Darling - sogghigna. - Non hai nemmeno idea di come si impugni.
Fulmineo, dà un calcio alla spada, facendola volare in alto con una rotazione perfetta, e riprendendola al volo con impeccabile coordinazione.
Sgrano gli occhi, indietreggio. Sono nella merda.
- Wendy - sento Peter chiamarmi, la voce affannosa. Non lo ascolto. Mi guardo intorno, continuando a indietreggiare, Alec che mi asseconda, lento e inesorabile.
- Wendy - ripete Peter, - maledizione, scappa!
- Non ti lascio qui!
- Forse ti converrebbe - sghignazza Alec, sadismo puro nello sguardo.
- Arrenditi, Pan - ringhia Hook, il sudore che cola in piccole gocce lungo la fronte, - sappiamo entrambi che con quel ridicolo bastoncino non hai la minima speranza!
- Ah no? - 
Mi volto di scatto, il fiato sospeso.
Con l'ennesimo, immenso sforzo, Peter riesce a sferrare l'ultimo attacco, dritto alla spalla dell'avversario. Urlando di dolore, Hook si porta l'unica mano rimasta alla ferita, abbandonando la sua preziosa arma. In un gesto istintivo, Peter la raccoglie, la tiene stretta e puntata contro i Pirati. Salta, e spicca il volo.
Cerco di imitarlo, Alec che ormai avanza sempre più veloce, l'espressione di trionfo tramutata in collera per la sconfitta del suo Capitano. Ma è come se il sollievo della vittoria mi avesse svuotata, lasciandomi dentro solo la stanchezza e il dolore, che pesano sulla caviglia e la fanno tremare incontrollata, e mi tengono incollata a terra. Tento di raccogliere ogni briciolo di energia che mi è rimasto, disperata.
- Wendy! - grida Peter dall'alto. Per la prima volta, una nota di spavento nella sua voce.
- Non... ce la faccio - rispondo, le gambe che cedono, la voce un sussurro. Ormai Alec mi sovrasta, di nuovo come in quella dannata cella, la lama pronta a fendere. Serro gli occhi per non guardare quel ghigno.
E, d'un tratto, mi sento sollevare. Rialzo le palpebre, sbalordita. Un paio di braccia che mi sollevano, l'opaco baluginare della spada di Hook fin troppo vicino al mio viso. 
Peter, che mi porta in salvo ancora una volta.
L'ennesimo grido, straziato, quasi animalesco, il grido della sconfitta. Che si trasforma in grido di dolore. E rimango sconvolta nell'accorgermi che viene da me, che la spada di Alec, qualche metro più sotto, è ora coperta di sangue, e che quel sangue è il mio. 
Sento bruciare. Il corpo, il sangue, l'aria che respiro. E poi il buio.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Peter Pan / Vai alla pagina dell'autore: Ethasia