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Autore: mewmina__91    13/10/2008    2 recensioni
La mia prima raccolta di oneshot sui Tokio Hotel. Come dice il titolo si parlerà delle "ragazze dei Kaulitz" e di altre storie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Like Strawberrys with Lemon Juice…

Diede un ultimo tiro alla sigaretta, la spense e buttò il resto del pacchetto nel cestino.
Si girò verso lo specchio che gli restituì il suo stesso sguardo nervoso mentre dietro di lui la porta si apriva piano.
-Tomi?-
Il fratello gli sorrise e lui cercò di ricambiare stiracchiando gli angoli della bocca, senza troppi risultati.
-Agitato?-
Bill gli si accostò sempre sorridendo, del tutto a suo agio nello smoking nero con la cravatta nera e argento a motivi di fasce oblique.
Si fissò nello specchio osservando l’immagine di se che non avrebbe mai creduto di vedere: lui, Tom Kaulitz, in smoking nero in attesa dell’inizio della cerimonia del SUO matrimonio!
Sospirò, cercando di allargare il collo della camicia con un dito.
-Da morire Bill…-
Il moro si scostò la frangia ordinatamente stirata e gli mise una mano sulla spalla.
-Vedrai, è molto meno terribile di quello che pensi…-
Tom scosse leggermente il capo, insieme ai suoi rasta legati in una coda alta come da abitudine, osservando la fede nuziale tatuata sull’anulare sinistro del fratello.
Bill aveva conosciuto Elisa a Magdeburg nelle vacanze di Natale di sei anni prima, quando si era trasferita nella casa di fronte alla loro, per essere raggiunta dalla sua “Shore” l’anno dopo per studio.
La cognata, damigella della sposa, entrò sorridendo, salutò il marito e poi si rivolse a Tom, alzandosi sulle punte per dargli una leggera pacca sulla spalla.
-Agitato?-
Tom annuì distrattamente ricontrollando lo smoking, temendo di aver strappato qualche cucitura.
Elisa gli dette un colpetto di fianco, facendo frusciare i numerosi strati di tulle della sottogonna, per controllare allo specchio che i boccoli fossero in ordine.
-Mi aspettavo di trovarti in preda al panico, sai?-
Dopo un ultimo sguardo allo specchio, Elisa li salutò per tornare a controllare la sposa in preda al terrore che qualcosa potesse andare storto.
…e poi doveva essere ancora vestita e truccata.
-Vado anche io- Bill gli sorrise- truccare la sposa è compito mio, vedrai!-
Rimasto nuovamente da solo, Tom si avvicinò alla poltrona sotto la finestra, dove aveva lasciato il suo zaino. Aprì la zip nera ed estrasse un album di foto dalla copertina rossa; sulla prima pagina c’era una dedica di Buon Compleanno firmata da Elisa e Michela, girò la pagina sedendosi sulla poltrona.
La prima foto, scattata alla festa del famigerato compleanno, ritraeva lui e la rossa darsi accanitamente battaglia con la torta spalmandosela vicendevolmente in faccia, sui vestiti, sui capelli…porte della torta la ritrovò solo la sera, impiastrata all’interno dei pantaloni… da quel compleanno non ne aveva più voluto sapere di torte alla panna.
All’inizio quando l’aveva conosciuta, dopo lo spavento preso con Elisa, gli era parsa solo una ragazzina piatta e con dei capelli lunghissimi orribilmente rossi…secondo il suo parere, come Bill non aveva mancato di fargli notare ad ogni occasione.
Alcune pagine più avanti non poté fare a meno di sogghignare osservando le foto delle uscite in gruppo (con Saki sempre a un paio di metri da loro), le foto tessere con le facce più disparate fatte nelle macchinette istantanee o quelle che gli altri gli scattavano quando finiva vittima dei dispetti di Michela: quello più ricorrente era togliergli il cappello (specialmente se era quello rosso con i ricami blu indossato per i poster di “Scream”), calcarselo bene sugli occhi e correre via più veloce possibile per non farsi prendere.
Girando ancora le pagine il suo sguardo si posò sulla foto della loro prima uscita insieme, quando l’aveva vista non poteva crederci: il solito maschiaccio jeans e felpa si era trasformato in una graziosa principessa vestita con una gonna al ginocchio in jeans, stivali bianchi, maglia rosa con scollo a barchetta dal bordo bianco, un filo di trucco e un fermaglio luccicante di perline a raccogliere i capelli.
Più stupiti di così si moriva e difatti era l’unica foto con una versione della ragazza tanto dolce dato che nell’immagine successiva Michela lo baciava tenendolo per il bavero.
Col sorriso sulle labbra, sempre piercingate, ripensò agli infiniti giorni passati insieme comportandosi quasi come fidanzatini delle medie o assaggiando esperimenti culinari dai dubbi risultati, ma mai a letto.
Quando si era reso conto che con lei aveva trovato qualcosa in più, aveva decretato che non l’avrebbe sfiorata con un dito fino a che non fossero stati pronti al grande passo; si era trattenuto anche quando, andati a convivere, avevano deciso di dividere il letto con bronci e fulmini della ragazza che non ne aveva mai visto il motivo come una necessità, ma per lui segnava una differenza quasi vitale.
Guardò l’orologio con impazienza, sentendo l’ansia alle stelle, ma per fortuna arrivò a distrarlo il suo testimone, Andreas.
-Eccolo qua, quello che voleva sposarsi a sessant’anni!-
-Ciao Andreas-
-Sono appena passato a fare gli auguri alla sposa- così dicendo, catalizzò l’attenzione di Tom su di se –sei proprio fortunato amico, a saperlo ti avrei fatto concorrenza…- scherzò, guadagnandosi un’occhiataccia.
Tom, poi, sorrise –Devo ricordarti che tra due settimane sarai padre?- risero.
-Seriamente, non credevo che ti saresti mai sposato Tom...-
Lui annuì
-…e la sposa è ancora vergine!- Tom lo guardò davvero male.
-Le fedi te le sei ricordate, vero?-
Il biondo gli rispose con un cenno affermativo del capo.
-e il discorso?-
Altro cenno affermativo –Tranquillo, il tuo matrimonio sarà perfetto- lo rassicurò dandogli una pacca sulla spalla.
-Comincio a sentire l’ansia…-
Per un riflesso condizionato ficcò la mano in tasca per pendere le sigarette, ma trovando la tasca vuota si ricordò di aver appena smesso e si svaccò sulla poltrona sbuffando.
Si rialzò per cominciare a camminare lungo la parete con l’aria di un leone in gabbia e Andreas era arrivato alla quarta sigaretta quando bussarono alla porta che si aprì subito per far spuntare Georg e Gustav, venuti ad incoraggiare lo sposo.
Entrambi, come Bill, erano già sposati; Alice, la moglie di Gustav, aveva partorito da qualche mese e la moglie di Georg era quasi all’ottavo mese di gravidanza.
-Vi prego ragazzi, evitatemi le battute da increduli: potrei prevederle tutte- esalò il rasta abbracciando entrambi gli amici.
-Poco fa siamo passati anche dalla sposa…- Gustav ridacchiò- …e non saprei dire chi di voi due sia il più agitato-
Tom sentì lo stomaco contrarsi al solo sentirla nominare e ripensò a quella stessa mattina quando, appena svegli, lei gli aveva sorriso imbronciata dopo l’ultimo tentativo fallito di dissuaderlo: più volte gli aveva ripetuto che per lei non era importante come sarebbe arrivata al matrimonio “fisicamente”, ma lui era stato una roccia.
Cercò di immaginarla con l’abito da sposa, truccata, con i capelli raccolti o magari sciolti, con il vello o senza…a dire il vero non aveva idea di come sarebbe stata, Bill aveva pensato al trucco e aveva disegnato l’abito, ma a lui non aveva dato neanche un idea generale.
Georg guardò l’orologio -è ora di andare, pronto Tom?-
Sospirò e seguì gli amici nella navata per poi andare ad attendere all’altare; cercando di distrarsi cominciò con l’osservare i primi banchi. In prima fila sua madre gli sorrise, seduta tra l’ex e l’attuale marito, accanto si era appena seduto Georg accarezzando con tenerezza il pancione della moglie. Un po’ più in là la madre di Gustav dava il biberon alla nipotina, un fagottino biondo con le guanciotte del padre e gli occhi della madre. …e a proposito della nuova signore Schäfer, vide Alice andare verso di lui a passo svelto.
-Che succede?-
-Nulla di tragico, sta arrivando, ma era così agitata che hanno dovuto fare una sosta per non farle rimettere anche l’anima- gli spiegò a bassa voce.
Prendendo a torturarsi una pellicina sul pollice continuò a scrutare i presenti nei banchi della chiesa tra cui David, Saki, il presidente della Universal e poteva scorgere attraverso l’arco del portone una marea di giornalisti intenti a bombardare di flash la macchina che si era appena fermata sul sagrato. Guardandolo Andreas ghignò mimandogli un “smettila di torcerti le mani come una verginella alla sua prima volta” a cui nemmeno rispose.
Dalla porta laterale Bill lo raggiunse a lunghe falcate e gli fece cenno verso il portone dove la sposa si era appena affacciata. Michela era avvolta in un abito dalla gonna mille pieghe, sormontata da un busto dalla scollatura a brachetta da cui spuntavano le spalle; perte della setosa cascata di capelli rossi era stata intrecciata con una coroncina con la chiave di violino e sulla schiena era cucito lo strascico che le due damigelle, Alice ed Elisa, sorreggevano qualche metro più in là. Osservandola avanzare da sola all’altare, Tom non poté fare a meno di ricordare con fastidio i suoceri e il resto dell’”allegra combriccola”, tutti contrari alle scelte della ragazza, dal trasferimento in Germania al matrimonio con “ una rock star che saltava di letto in letto”…l’ultima volta che era saltato su un letto lui e Michela stavano “testando” in una guerra a cuscinate la tenuta del loro nuovo letto.
A metà della navata, però, scorse incredulo la sorella minore e la zia paterna sorriderle, così la rossa, sollevati due o tre strati di gonna, marciò spedita fino all’altare.
Una volta arrivata lo prese per mano.

..
.
Appena entrata si tolse le scarpe, il velo e lo strascico, esageratamente ingombrante, per dirigersi in cucina ad aprire il frigorifero e bere tanto the freddo. Tom, dietro di lei, chiuse la porta di casa loro, strano come questo concetto nel giro di poche ore avesse acquisito nuove sfumature, e si tolse la giacca, la cravatta, cavò la camicia dai pantaloni e ne slacciò i bottoni poi raggiunse la moglie in cucina e senza una parola bevette a canna metà della bottiglia che lei aveva in mano.
-Eh no, caro! Se cominciamo così già dalla prima sera!- scherzò lei cercando di pizzicargli gli addominali asciutti.
Sorridendo, Tom posò la bottiglia e si chinò ( di parecchio) a baciarla con le labbra umide di the mentre le mani piccole e affusolate di lei risalivano lentamente ad allacciarsi dietro il suo collo.
-mmm… se non ricordo male, ti avevo promesso che non avremmo fatto sesso fino al giorno del matrimonio-
Michela rise –mi sembra di ricordare così…ma prima vanno fatte le valigie per la luna di miele!- esclamò poi staccandosi improvvisamente.
-Ma amore…! Non eri tu quella che metteva dei bronci infiniti per questa mia promessa?-
-Bene, allora ora tocca a me e ti prometto che finché non sarà tutto pronto per la partenza non avrai nemmeno un bacietto!-
Sorrise, colpito e affondato da questa piccola vendetta dolce e acida.


FINE.


Ed eccomi con la seconda one shot di questa raccolta; sono decisamente concvinta che sia venuta ,meglio rispetto alla prima...anche perchè non potevo parlare del matrimonio del mio adorato Tom senza farlo uscire bene!XD
Comunque ringrazio chi ha commentato, ossia, Blak Raven e _Sarettola_, che sono le mie irriducibili, e babygirlLucy.
  
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