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Autore: vivienne_90    15/10/2014    5 recensioni
«Riguarda il tuo compleanno, non potrò esserci. Ho un volo e non posso farmi sostituire. Mi dispiace.».
«Solo questo?».
[...] Aveva cercato in tutti i modi di non pensare a quel momento, ma era inevitabile che arrivasse, perché il tempo non si ferma e altri ricordi gli tornarono alla mente.
Quella routine era iniziata per puro caso. Una sera di un trenta gennaio qualsiasi.
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[KiKuro]; Future!AU; Past!AoKuro; Past!KagaKuro; Hint!AoKaga
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryouta Kise, Tetsuya Kuroko
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Kuroko no Basuke è un'opera di Tadatoshi Fujimaki, io non traggo alcun profitto da questa storia.
 
Salve mi presento ^^
Mi  chiamo Vivienne e questa è la seconda fic che pubblico in assoluto, la prima in questa fantastico fandom e la prima oneshot... quindi siate clementi TT^TT
Ho deciso di scrivere sulla mia terza ship preferita ovvero la KiKuro e da quello che ho visto non ce ne sono molte, spero che questa ff vi faccia appassionare almeno un po' a questa ship che io trovo adorabile, ma questi sono dettagli *^*

Vi lascio alla lettura, noi ci vediamo dopo nel mio piccolo angolino :*






 
The sweetest routine




 
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La voce di uno speaker faceva eco nel modesto appartamento. Né troppo piccolo, né troppo grande. Era perfetto per loro e ormai erano passati anni da quando entrarono per la prima volta con l'agente immobiliare.
In quel momento i due ragazzi in questione erano seduti vicini, con le gambe al caldo sotto il kotatsu, al riparo dall'aria fredda di gennaio, impegnati in attività diverse: uno si divertiva a guardare la partita dell'
NBA che il suo compagno gli aveva gentilmente registrato; l'altro si dilettava in una piacevole lettura. 
Mentre gli occhi celesti scorrevano febbrili gli eleganti ideogrammi stampati nero su bianco, gli occhi dorati, ipnotizzati da quelle immagini così avvincenti e spettacolari,
si assottigliavano prima, per poi spalancarsi dall'entusiasmo ad ogni punto messo a segno. 
Nel corso degli anni non erano affatto cambiati. Kuroko era silenzioso. Kise era rumoroso. 
«Ne ne ~ Hai visto la schiacciata di Aominecchi?! Ah no aspetta guarda! Guarda Kagamicchi!».
«Sì, ho visto tutto Ryouta-kun.».
Rispose il più tranquillo senza staccare gli occhi dal libro. Improvvisamente gli ideogrammi iniziarono a muoversi, ad essere corretti, a muoversi, era il ragazzo dai capelli turchini, 
ma non lo stava facendo di sua spontanea volontà.
Non capendo cosa stesse succedendo, alzò gli occhi dalla lettura e si accorse che il compagno lo stava strattonando per il maglione con poco tatto e troppo entusiasmo.
«Mou ~ Come fai a dire di averli visti se non hai fatto altro che leggere?».
«Ho già visto questa partita Ryouta-kun. L'ho registrata perché tu avevi un volo e non volevi perdertela. Anche se potevi benissimo andare a cercarla su internet. Inoltre potresti smettere di tirare per favore, questo è il mio maglione preferito.».
«Ma vederla su un computer non fa lo stesso effetto e poi pensavo che avremmo potuto guardarla insieme, invece mi hai totalmente ignorato.».
Tetsuya presto si rese conto che il biondo aveva ascoltato solo in parte quello che gli aveva detto e la prova consisteva nel fatto che la mano chiara fosse ancora attaccata al suo capo d'abbigliamento prediletto. Rassegnato, in parte divertito dal broncio bambinesco del suo fidanzato, si decise a chiudere il libro, «A che punto è la partita?». 
Gli occhi di Kise s'illuminarono. Quelli di Kuroko si chiusero. Conosceva bene quell'espressione e si rese conto che non avrebbe mai dovuto fare una domanda del genere.
A lui sarebbe bastato un semplice “È appena iniziato il terzo quarto.”, invece, come per magia, si ritrovò ad ascoltare una telecronaca esageratamente dettagliata dei primi due quarti, quelli che secondo Ryouta si era perso. 
Il ragazzo parlava, parlava e parlava. Sembrava una macchinetta. « — e poi uno di cui non ricordo il nome l'ha passata a Kagamicchi, ma era marcato quindi Kagamicchi l'ha passata
ad Aominecchi che ha schiacciato! Ah Aominecchi è stato fantastico! Ma devo dire che il merito di questa azione è stato tutto di Kagamicchi, se non fosse stato così veloce a passarla non so cosa sarebbe potuto succedere!».
Non era così difficile da immaginare. Se Kagami avesse tenuto in mano la palla per più di cinque secondi l'arbitro gli avrebbe fischiato una violazione ed era una cosa che sapevano benissimo entrambi, ma non era quello il punto. Doveva mettere a tacere in qualche modo la voce entusiasta e sapeva quanto fosse difficile fermare il compagno quando ormai aveva preso il via.
Un piccolo sospiro, passato del tutto inosservato, gli scappò dalle labbra. Si disse che almeno avrebbe dovuto provarci, tentare non constava niente infondo.
«Parlando di Kagami-kun e Aomine-kun, li hai sentiti recentemente? Sai quando tornano a Tōkyō per caso?».
Fu così che le labbra di Kise si fermarono, più che altro inchiodarono, mettendo fine a  quella corsa pazza di parole. Si prese qualche secondo per capire cosa gli avesse chiesto il compagno, non che non lo ascoltasse, semplicemente era troppo preso dal suo discorso, così tanto che gli ci volle quel momento in più per capire che avevano cambiato argomento.
«No, non lo so, non li ho sentiti ultimamente, perché me lo chiedi?».
Accennando un sorriso Kuroko sgattaiolò fuori dal kotatsu per prendere la borsa a tracolla che usava per andare a lavoro e sotto gli occhi curiosi del più alto tirò fuori un volantino.
«Ho trovato questo sulla macchina stamattina, dice che dal trentuno gennaio ci sarà il matsuri, pensavo che sarebbe potuta essere un'idea carina festeggiare
il compleanno tutti insieme, ma se gli altri sono occupati possiamo andarci noi due se ti va. Che ne pensi?».
Qualcosa cambiò, esattamente quando la parola ‘compleanno’ venne pronunciata. L'atmosfera si fece più pesante e gli occhi celesti notarono delle cose che non avrebbero voluto notare, ma decisero che molto probabilmente si stavano sbagliando. 
Gli occhi celesti videro le mani delicate di Kise prendere il volantino. Gli occhi celesti un tempo così abituati a studiare i comportamenti delle persone vicine a lui, non avevano mai sbagliato e non avevano perso affatto quel tocco magico. Gli occhi celesti cercavano quelli dorati senza trovali. Ora ne aveva la conferma: qualcosa non andava.
«Ryouta-kun, se non ti va di andare al matsuri possiamo fare qualcos'altro, o se non vuoi stare — ».
Il difficile era capire cosa. Evidentemente non era il festival il problema, perché a quelle parole vide il compagno alzare lo sguardo per ricambiare il suo e la voce di nuovo pimpante si fece sentire. «No, no niente del genere. Pensavo solo che probabilmente Aominecchi e Kagamicchi non ci saranno. Il tuo compleanno... il trentuno è fra una settimana, dubito che faranno in tempo, ma sono sicuro che agli altri farà senz'altro piacere se li chiami.». 
Strano. Quel tono così falsamente allegro era strano. Ecco a cosa pensava Tetsuya mentre si riaccomodava sui morbidi cuscini e si sistemava la coperta del kotatsu facendo sì che non arrivasse nemmeno uno spiffero di aria fredda. Basta. Era arrivato il momento di tagliare la testa al toro.
«Ryouta-kun, devi dirmi qualcosa per caso? Se è così ti prego di farlo adesso.».
Kise sospirò, avrebbe voluto rimandare all'infinito, ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto dirglielo e ora che il ragazzo si era accorto del suo strano comportamento, non aveva altra scelta. Una cosa che aveva imparato da quando lui e Tetsuya stavano insieme era che il suo compagno alle volte poteva fare paura. Era uno di quei momenti.
Con la mano prese il telecomando e mise in pausa la partita ormai dimenticata. Un gesto che non scappò a Kuroko, ma fece finta di non averlo notato.
«Riguarda il tuo compleanno, non potrò esserci. Ho un volo e non posso farmi sostituire. Mi dispiace.».
«Solo questo?».
«Sì, solo questo. Perché che altro — ».
«Quanto starai fuori?».
«Parto il trenta mattina e torno il due. Ma in realtà sono pieno di voli durante quella settimana e — ». 
«È lavoro non ci si può far niente e poi è solo un compleanno.».
«Ma — ».
Questa volta l'imminente valanga di parole fu interrotta sul nascere da due labbra che si posarono sulle sue, dando vita ad un bacio pieno di tenerezza.
«Mi hai fatto preoccupare. Te l'ho detto è solo un compleanno. Va bene così.».
Tetsuya era bravo a leggere le persone, ma nel corso degli anni anche Kise aveva imparato a decifrare, almeno in parte, quel ragazzo di cui era sempre stato innamorato e con cui viveva da tempo. Sapeva che avrebbe voluto nascondergli il fatto di esserci rimasto male, ma non ci era riuscito.
L'unica cosa che il biondo poteva fare, era seguire i capelli azzurri con lo sguardo. Osservò quel ragazzo di venticinque anni alzarsi di nuovo per mettere la borsa al suo posto,
«È quasi ora di cena, pensavo di ordinare la pizza. Vuoi finire di vedere la partita o preferisci farlo dopo?».
L'unica cosa che Kise poteva fare, era giurare a se stesso che si sarebbe fatto perdonare, in un modo o nell'altro, «Preferisco vederla adesso ~ ».
Nell'appartamento né troppo grande né troppo piccolo, ritornò a far da padrona la voce straniera dello speaker. Kuroko era silenzioso, troppo indaffarato a girare le pagine del libro
che aveva ricominciato a leggere. Kise era meno rumoroso.
«Vincono.».
Gli occhi dorati distolsero lo sguardo dallo schermo confusi, davvero Tetsuya gli aveva rivolto la parola mentre stava leggendo? — «Hai detto qualcosa?».
«La squadra di Aomine-kun e Kagami-kun vince. Per essere esatti vince per una differenza di due punti. Aomine-kun segna sulla sirena dopo una serie di azioni con Kagami-kun. 
È stata una partita combattuta e molto avvincente. Ora possiamo ordinare da mangiare? Ho fame.».
Le mani delicate chiusero il libro con un sonoro schiocco e, come se niente fosse, il più piccolo si alzò nuovamente, questa volta per prendere il telefono, lasciando il fidanzato completamente senza parole. Ora davvero non aveva più molto senso guardare una partita di cui sapesse già il risultato. 
«Così crudele...».
«Va bene la solita Capricciosa, Ryouta-kun?».
«Sei senza cuore...».
*

Da quel giorno il tempo cominciò a scorrere veloce e il trenta gennaio arrivò presto.
In quella giornata piena di sole Tetsuya decise di godersi un po' d'aria fresca, in qualche modo restare a casa lo faceva sentire solo. 
Non fece niente di particolarmente interessante e dopo aver cenato in un ristorante per famiglie, decise che era arrivato il momento di tornare al suo appartamento; non amava particolarmente il freddo, aveva bisogno di farsi un bagno per togliersi quella spiacevole sensazione.
Ora immerso nell'acqua calda e circondato da una nuvola di vapore, chiuse gli occhi piacevolmente lasciandosi trasportare dai ricordi, sperando che almeno loro potessero portare via quell'inaspettata malinconia.
Era abituato al fatto che il compagno fosse un pilota, era abituato all'idea di vederlo partire spesso. Era altrettanto abituato a tenere sempre acceso il cellulare prestandogli una particolare attenzione per tutta la durata del volo, decidendo di potersi rilassare solo quando leggeva un messaggio frettoloso, il solito ‘sono arrivato, qui tutto bene. Ti chiamo dopo.’. 
Il ragazzo dai capelli azzurri era abituato a tutto questo ed era orgoglioso di Kise, di quello che era diventato, della carriera che stava facendo, con quanta maestria e bravura la stava portando avanti e non avrebbe mai detto niente che potesse confermare il contrario. Solo che il trenta, no, il trentuno gennaio era un giorno importante, in realtà uno non escludeva l'altro e Ryouta ne aveva sempre fatto parte.
Quella mattina i due amanti si erano svegliati presto. Kuroko avrebbe potuto dormire visto che di sabato l'asilo in cui lavorava restava chiuso, ma ci teneva a salutare Kise. 
Voleva augurargli un buon volo, dargli un bacio, sussurrargli di tornare a casa presto e poi aspettare la sua risposta, accompagnata da un sorriso tanto smagliante quanto rassicurante, che non tardava mai ad arrivare: “Sarò a casa prima che tu te ne accorga vedrai.”.
Era una loro routine. Una delle tante. Il che era buffo, perché la quotidianità in realtà lo spaventava.
La monotonia aveva messo fine alle sue storie più importanti, prima quella con Aomine e poi era finita anche con Kagami. Forse era colpa della noia, forse era stata colpa loro che non sapevano come sistemare le cose. Forse erano semplicemente troppo giovani per poterci riuscire.
Al contrario con Ryouta era tutto diverso. Quelle loro piccole abitudini erano la parte più bella di quei giorni dove il suo compagno non volava fra le nuvole, ma restava a terra, lì, fermo, con lui. Cose piccole, piccole e preziose che venivano spontanee.
Quando il suo compagno si trovava a casa, Tetsuya aveva imparato a mettere sempre la sveglia mezz'ora prima, perché Kise adorava interromperlo per infilarsi sotto la doccia insieme a lui. Quando il suo compagno si trovava a casa preparava la colazione. Quando il suo compagno si trovava a casa, prendeva il treno per andare all'asilo, perché il pilota si trasformava in autista e lo andava a prendere.
Se prima la monotonia spaventava Kuroko Tetsuya, ora non avrebbe potuto vivere senza.
Sentiva che quelle giornate dove tutto era scritto, dove non c'era il tempo di porsi la domanda ‘che cosa possiamo fare’, erano la colla che aveva permesso a quella storia di andare avanti. Erano l'unica certezza in una relazione fatta di partenze e arrivi, di terminal, di aerei e di check-in. Perché sapeva che a volte l'amore può non bastare, ma fortunatamente entrambi ne avevano abbastanza, ne avevano anche troppo.
Sentendo la testa stranamente leggera decise che era il momento di uscire dal bagno caldo. Indossò l'accappatoio morbido e con un asciugamano frizionò i capelli per togliere l'acqua
in eccesso. Una volta asciutto andò in camera da letto dove infilò il pigiama, una banalissima tuta grigia con un'anonima t-shirt bianca e per non prendere freddo indossò nuovamente
il suo maglione preferito.
Gli occhi celesti indugiarono più del dovuto sull'orologio a muro, «Le undici e mezza.» — e la nostalgia tornò a farsi sentire.
Aveva cercato in tutti i modi di non pensare a quel momento, ma era inevitabile che arrivasse, perché il tempo non si ferma e altri ricordi gli tornarono alla mente.

23:31

Quella routine era iniziata per puro caso. Una sera di un trenta gennaio qualsiasi.

Kuroko stava ripassando le ultime cose per essere sicuro di andare a scuola preparato il giorno dopo, quando inaspettatamente il suo cellulare iniziò a vibrare. Distrattamente prese
il telefono incuriosito da chi potesse essere
, visto che era quasi mezzanotte, e il messaggio che lesse lo mandò ancora più in confusione. Kurokocchi sei sveglio? Puoi scendere
un attimo per favore?’.
Ormai aveva capito quanto fosse strano il modello della Teikou, ma questo andava ben oltre lo strano a suo parere.
Pensando che per una volta potesse essere qualcosa di serio indossò una tuta pesante, cercando di far il meno rumore possibile scese al piano di sottonel genkan infilò la giacca
e le scarpe
, prese le chiavi di casa e uscì.
L'aria fredda lo colpì in pieno e gli fece chiudere gli occhi d'istinto, quando li riapri notò un Kise radioso che guardava il telefono, sembrava impaziente. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma riflettendoci bene optò per restare in silenzio.
Stettero così per qualche minuto, fino a quando il biondo con un'espressione pienamente soddisfatta gli mise il display luminoso davanti agli occhi.
Tetsuya continuava a non capire.
«È mezzanotteormai è il trentuno gennaio. Tanti auguri Kurokocchi!».
«Doumo Kise-kun. Sei stato il primo quest'anno.».
«Ah per una volta ho battuto Aominecchi! Ho intenzione di essere il primo a farti gli auguri da oggi in poi!».

Kise non gli aveva mai detto perché quella sera si trovasse sotto casa sua, a dire il vero nemmeno l'ex modello ricordava l'esatto motivo.
Gli raccontò che stava per chiamare un taxi quando si ricordò che il trentuno gennaio sarebbe stato il compleanno di un suo compagno di squadra, quello di cui era innamorato.
Lo stesso che amava un'altra persona, un altro ragazzo. 
Fu in quel momento che prese la decisione di mandargli un messaggio. Gli sarebbe bastato essere il primo in qualcosa per il suo ‘Kurokocchi’. Qualsiasi cosa sarebbe andata bene,
poco importava se fossero solo dei banali auguri di compleanno.

23:35

Tetsuya al tempo non diede affatto peso alle parole del suo attuale fidanzato. Forse avrebbe dovuto farlo sin da subito.

Il terzo anno alla Teikou non fu sereno come aveva sperato. I suoi compagni di squadra stavano cambiando. I suoi amici non erano più gli stessi.
La storia con Aomine si era conclusa nel modo più spiacevole possibileDopo tre anni di abbracci, di baci, di complicitàera semplicemente finito tutto, così, come se fosse del tutto normale... come se fosse — .
Chiuso nella sua stanza, seduto sul suo letto ad una piazza, Kuroko si portò le ginocchia al petto abbracciandole per trovare un po' di conforto.
Aveva perso il conto dei giorni in cui non era andato a scuola. Aveva perso il conto dei giorni in cui non aveva messo piede fuori di casa. Aveva perso il conto delle notti in cui
non riusciva a dormire
. Quella sarebbe stata solo una delle tante.
Quando il cellulare vibrò, un sentimento più simile allo stupore che alla tristezza si fece largo dentro di sé. ‘Kurokocchi sei sveglio? Puoi scendere un attimoper favore?’. 
Ricordava di aver già ricevuto un messaggio del genereesattamente un anno prima.
Ancora disorientato per quello che stava succedendo, scese dal letto e si avvicinò alla finestra che dava sulla strada. Scostando la tenda per vedere meglio, notò Kise che aspettava con il telefono in mano. Di riflesso aprì il suo e finalmente capì: era la notte del trenta gennaio, tra qualche minuto quel giorno sarebbe finito.
Quando il suo display segnò quattro zero separati da due puntini, vide il suo ormai ex compagno di squadra tirare fuori dalla borsa un pacco e scrivere un biglietto velocemente
Posò il tutto davanti la porta di casa. Poi lo vide allontanarsi.
Quella mattina si svegliò da solo in casa e riconobbe subito il pacchetto sul comodino, evidentemente sua madre lo aveva portato in camera sua mentre dormiva
Con un po' di timore lesse il biglietto e quando aprì il regalo gli venne da piangere.
È mezzanotte. Tanti auguri Kurokocchi! PS penso che questa debba tenerla tu.’.
«Doumo, Kise-kun.».
Fu l'unica cosa che riuscì a dire mentre inconsciamente stringeva a sé quella divisa sportiva bianca e celeste. Aveva sudato per poterla indossare, per tenere il passo con tutti
i suoi compagni
.
Pensò che forse, , forse non era tutto perduto.

23:40

Tetsuya ricordò di come andò avanti. Di come promise a se stesso che li avrebbe riportati indietro, tutti quanti, tutti e cinque. Mantenne la sua promessa.
Ricordò di come conobbe la nuova squadra, di come in quel team fosse presente la sua seconda Luce, il suo secondo amore.
Ricordò di come Kise, in quei pochi minuti che separavano il trenta dal trentuno gennaio, gli mandava sempre il solito messaggio: ‘Kurokocchi sei sveglio? Puoi scendere un attimo
per favore?’. E il ragazzo dai capelli azzurri sorrideva tra sé e sé, si vestiva e scendeva.
Stavano in silenzio senza dire niente, aspettando entrambi che arrivasse la mezzanotte e quando finalmente il trenta si trasformava in trentuno, Ryouta gli metteva il cellulare davanti agli occhi. “È mezzanotte. Tanti auguri Kurokocchi!”. “Doumo, Kise-kun.”. 
Solo quello bastava. Bastava per tirarlo su di morale. Ne aveva avuto la prova quando anche la sua seconda storia, dopo un anno, arrivò al capolinea.
Successe qualche giorno prima del suo compleanno ed era stato sufficiente che il modello si presentasse sotto casa sua, che il telefono vibrasse e che ancora una volta quelle parole venissero pronunciate, per fargli scordare la nuova delusione amorosa.
Così nacque la routine più dolce, quella di cui non avrebbero mai potuto far a meno. 
Non sarebbero bastati mille baci o mille ‘ti amo’ per far capire quanto Tetsuya fosse grato a quel ragazzo così testardo. Se non fosse stato per lui, lui che aveva aspettato pazientemente che Aomine passasse, che Kagami passasse... —. Se Ryouta non ci avesse creduto così tanto, se non si fosse accontentato di avere così poco a quei tempi, allora forse non sarebbero mai arrivati al punto dove si trovavano ora. Ma nonostante tutto, ci fu un momento dove temette che ogni cosa potesse finire.


23:50

Ormai diciottenne il ragazzo dagli occhi celesti cercò di trattenere uno sbadiglio. Era stanco. L'università era decisamente diversa dal liceo, ma se voleva diventare un insegnante d'asilo, studiare risultava necessario. Il test d'ingresso per la facoltà di Scienze della Formazione Primaria era risultato piuttosto ostico, ma grazie alla sua determinazione riuscì
a passarlo con ottimi voti
.
Sbadigliò di nuovo. Il giorno seguente avrebbe dovuto sostenere un esame importante, sarebbe stato meglio andare a dormire, ma non era ancora il momento di andare a letto. 
Non quel giorno. Non quando mancavano venti minuti alla mezzanotte.
Si sentiva turbato. Non lo avrebbe mai dato a vedere, nemmeno a se stesso, ma la verità era che si sentiva agitato.
Tante cose erano cambiate con la fine del liceo. Murasakibara aveva deciso di seguire un corso di pasticceria in Francia. Midorima avrebbe intrapreso la carriera medica. 
Akashi era riuscito a trasformare la sua passione degli shogi in un lavoro. Aomine e Kagami invece decisero di dedicarsi allo sport che più amavano, grazie alla loro bravura avevano ottenuto entrambi delle borse di studio e sarebbero partiti a breve per frequentare l'università negli 
USA, stando insieme e facendo quello che più gli piaceva fare
Per Tetsuya non risultò affatto un problema venire a conoscenza, e accettare di conseguenza, che i suoi due ex fidanzati avessero intrapreso una storia.
Era giusto andare avanti, era giusto amare altre persone. Era giusto che il suo cuore in quel momento di trepida attesa battesse così forte
Continuava a chiedersi da quando pensare al modello gli facesse questo effettoContinuava a chiedersi se sarebbe venuto anche quell'annolo avrebbe davvero fatto? — ormai
non c
'era niente che avrebbe potuto accomunarli. Ryouta aveva scelto di diventare un pilota, aveva un sogno ambizioso e stava facendo tutto
il possibile per realizzarlo
. L'ultima volta che lo aveva sentito si stava giostrando tra la sua carriera da modello e lo studio per prendere i brevettiAvrebbe davvero trovato il tempo?
Più guardava quel cellulare nella speranza che vibrasse, più la mezzanotte si avvicinavala speranza si affievoliva e l'agitazione cresceva. Gli sarebbe andata bene anche
una semplice chiamata
, se non fosse stato possibile si sarebbe accontentato di un messaggio. Qualsiasi cosa, ma voleva che la persona di cui si era scoperto innamorato fosse la prima a fargli gli auguri per il suo compleanno.
Era mezzanotte meno cinque quando il cellulare finalmente s'illuminò. Kurokocchi sei sveglio? Puoi scendere un attimo per favore?’.
Certo che era sveglio, come se avesse potuto addormentarsi. Senza pensarci una volta di più indossò vestiti più pensanti e lo raggiunse.
Notò che aveva il viso stanco, leggermente più pallido del solito, ma il suo sorriso era sempre lo stessoIl sorriso di Kise sarebbe stato capace di illuminare una stanza buia.
Si guardarono e restarono in silenzio come erano soliti fare. Che modo stupido di aspettare.
Il più piccolo si decise a muovere i piedi, passo dopo passo si avvicinava sempre di più.
Passo dopo passo il suo cuore batteva più forte e l'adrenalina scorrevala percepiva come mai prima d'ora. Passo dopo passo vedeva apparire sul volto stanco del biondo un'espressione sempre più confusa. E poi la distanza fu annullata.
Tetsuya si alzò sulle punte, si attaccò alla sciarpa bordeaux dell'altro costringendolo ad abbassarsi e chiuse gli occhi per riuscire a vivere quel momento in tutta la sua completezza.
Il bacio all'inizio timido si fece più spavaldo. Il corpo di Ryouta riacquistò la giusta facoltà motoria e non perse un secondo per stringere fra le sue braccia la persona per cui avrebbe fatto di tutto. La stessa che finalmente poteva dire essere sua.
Quando il bacio s'interruppe, il futuro pilota tirò fuori il suo cellulare e dopo aver controllato l'ora abbracciò di nuovo il neodiciannovenne.

«È mezzanotte. Tanti auguri Kurokocchi!».
«Doumo, Kise-kun.».

23:54

Quella notte tanti ‘ti amo’ vennero sussurrati. Continuavano a sussurrarselo tutte le volte che potevano. 

23:55

Gli anni dell'università non furono faciliRyouta aveva poco tempo libero e la maggior parte lo impiegava studiando o posando per qualche rivistaStudiare per diventare un pilota di linea non era economico e se poteva riuscire ad aiutare la famiglia con quel lavoroallora avrebbe continuato a fare il modello.
Tetsuya aveva l'università e gli esami. I momenti per vedersi erano estremamente ridotti. Ma l'avrebbe aspettato, se il suo fidanzato aveva atteso per anni, avrebbe potuto farlo anche lui.
La sua pazienza venne premiata quando finalmente Kise acquistò abbastanza esperienza da poter volare tranquillamente su dei piccoli velivoli.
Erano sulla pista. Si tenevano per mano quando una voce pimpante interruppe il silenzio.
«Allora Tetsuya ti fidi di me?».
«No, per niente.».

23:56

Kuroko sorrise, ricordava benissimo l'espressione offesa mista ferita, comunque esagerata, del suo compagno. Riportò alla memoria immagini di quel trenta gennaio che passarono insieme volando e stando a terra. 
Riportò alla memoria la prima volta che fecero l'amore, la prima volta in cui Ryouta lo chiamò per nome. Quando il compagno, dopo quattro anni di stare insieme, gli propose di andare a vivere per conto loro. 
Nemmeno la convivenza aveva annullato il desiderio del biondo di voler essere il primo a fargli gli auguri. Se Tetsuya dormiva, allora Ryouta l'avrebbe svegliato. Se per qualche motivo i due non si trovavano nello stesso posto, allora si sarebbero andati incontro.

23:57

In silenzio continuò a percorrere quella linea immaginaria fatta di ricordi colorati, vividi, così accesi. Iniziava a sentirsi meno solo mentre gli occhi color cielo non distoglievano 
lo sguardo da quelle lancette che, senza prestare attenzione, continuavano a muoversi.

23:58

Presto sarebbe scoccata la mezzanotte. Presto il trenta sarebbe stato ‘ieri’. Presto Kise avrebbe chiamato per fargli gli auguri. Si sarebbe accontentato di quella telefonata, molto probabilmente non sarebbe stata nemmeno l'ultima volta che la routine più dolce sarebbe saltata improvvisamente. Era solo una questione d'abitudine e lui si sarebbe abituato.
Eppure non poteva fare a meno di credere che quei minuti avessero qualcosa di magico, perché in quella frazione di secondo, in quell'attimo incalcolabile, la magia accadeva.

23:59

Il cellulare che teneva stretto fra le mani squillò, ma con suo disappunto non annunciava una chiamata, bensì un messaggio. Era davvero così impegnato da non poter stare
qualche secondo al telefono? — Infastidito da quella situazione aprì la mail. E il cuore ricominciò a battere più forte.

 
Kurokocchi sei sveglio? Puoi scendere un attimo per favore?’.

Questa volta non c'era il tempo per vestirsi più pesante. Afferrò le chiavi di casa, infilò le scarpe nel genkan e chiuse la porta dietro di sé senza guardarsi indietro.

00:00

Kise era lì davanti a lui, con ancora indosso la divisa da aviatore, capello compreso. Fra le mani teneva un mazzo di fiori e sorrideva, così tanto da risultare quasi irritante. Tetsuya non capiva cosa stesse succedendo, si limitò a guardare il suo compagno farsi sempre più vicino e come imbambolato accettò il bouquet profumato.

«È mezzanotte. Tanti auguri Kurokocchi!».
«Doumo, Kise-kun.».

00:01

Senza aggiungere nient'altro i due amanti si baciarono con trasporto. Ci sarebbe stato tempo per fare le giuste domande, non era quello il momento.
Ora avevano solo bisogno di sentire l'uno la presenza dell'altro e tenersi a vicenda fra le braccia sembrava essere il modo più efficace per accertarsene.

00:02

«Sai stavo pensando una cosa...».
«Mmh. Cosa Ryouta-kun?».
«Sono diciotto anni che sono innamorato di te.».

00:03

E come era comparsa, quella bolla d'intimità svanì.
«Ryouta-kun, stai diventando imbarazzante.».
Per essere esatti, Tetsuya l'aveva fatta scoppiare.
«Mou Kurokocchi... hidoi-ssu.».

00:04

C'era qualcosa di magico in quel frangente di secondo che separava il trenta dal trentuno gennaio. Tetsuya ne era più che convinto.
Ecco a cosa pensava mentre sorrideva al suo compagno prendendolo per mano. Era pronto a rientrare in quell'appartamento insieme a lui, a riportarlo sulla terra ferma,
le nuvole avrebbero aspettato. 

Era arrivato il momento di vivere delle piacevoli routines, ancora una volta. 



 
THE END

 





 

Angolino dell' autrice, si fa per dire u.u

Ecco questa lunghissima one-shot è finalmente (?) finita uwu Spero che vi abbia fatto sorridere e commuovere (lo so lo so ho tante pretese xD)
Spero che Kise e Kuroko fossero IC e se non dovesse essere così chiedo venia Y^Y
Io ho cercato di informarmi il più possibile su come si diventi piloti di linea in Giappone ma ho trovato poco e niente... sopratutto niente, quindi le informazioni che ho dato sono quelle che ho trovato random su internet e che da quello che ho capito valgono solo in Italia... non fateci troppo affidamento (?)
Per quanto riguarda invece le altre carriere sono tutte state prese dalla "bible character", tranne quelle di Aomine e Kagami, scusate non so per quale motivo ho voluto inserirli magicamente nell'NBA ma fa lo stesso no? xD
 
Ora passiamo alle note.
 
Kotatsu: è il telaio in legno di un basso tavolino, sopra la quale viene posto un futon o una pesante coperta. Sopra la coperta è presente un piano di appoggio per consentirne l'uso come un normale tavolo, mentre sul lato inferiore della struttura viene montata una fonte di calore (quanto amo la cara Wiki).
Matsuri: sono le fiere o i festival, è il termine giapponese per indicare una festa tradizionale, un evento che attira nelle strade e nei parchi centinaia di persone (Wiki pt 2)
Genkan: il genkan l'ingresso di una casa giapponese, dove ci si toglie le scarpe in pratica.
Doumo: "Grazie"
 
Penso di aver finito. Mi scuso in anticipo per eventuali errori di battitura, ho letto da cima a fondo non so quante volte.
Le recensioni sono ben accette sia positive che negative, basta che siano costruttive uwu
Voglio ringraziare in anticipo chi leggerà questa storia, chi la commenterà e se ci sarà qualche pazzo ad inserirla fra le preferite o le ricordate... beh un mega grazie per te,
hai tutto il mio affetto xD
 
Quindi fatemi sapere che ne pensate e se c'è in questo fandom qualche fan di Sekai-ichi Hatsukoi allora, se vi va ovviamente, passate a leggere "Cristallo", una long su Takano e Ritsu, non temete (?) non è in corso.


http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2419105&i=1

Come ultima informazione, se qualcuno volesse aggiungermi su facebook mi trovate come Vivienne Novata vi metto il link qui sotto ^^

https://www.facebook.com/profile.php?id=100008234807731

Beh, da Vivienne è tutto, alla prossima fan fiction se vi va.

Ja ne ^_^
  
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