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Autore: ddlovato1D    15/10/2014    3 recensioni
-Una volta, uno dei miei idoli disse:'Sarebbe bello finire nei ricordi di una madre che racconta alla figlia:" La boy band della mia epoca erano i One Direction, che forti! Erano ragazzi semplici, ma ballavano malissimo".'-
Lo scopo di questa FF, è quello di creare un diario che la bambina leggerà nella sua fase più brutta, aka l'adolescenza, e capirà che dopo tutto questo tempo, sua madre è ancora innamorata di quei cantanti che continua a chiamare idoli. Questo diario, le racconterà come cinque semplici ragazzi, siano riusciti a salvare la vita di sua madre unicamente con la forza della loro voce.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Questa notte non sei tornata a casa,ma non mi sono preoccupata e se qualcuno leggesse queste righe, probabilmente ti porterebbe via da me togliendomi la tua custodia. Quindi spero che continuino a leggere perchè anche sta volta, ne vale la pena.
Non ero preoccupata perchè sapevo esattamente dov'eri. Eri nel posto a cui appartenevi, in quella che sembrava essere la tua vera casa. Ti stai chiedendo come l'ho capito? Beh', sono vecchia, ma anche io ho avuto 17 anni,cara. Camera tua è piena di poster e tutti quei fogli di carta ritraggono la stessa immagine dello stesso ragazzo, ovviamente in pose, abiti e tagli di capelli diversi, quindi non è stato difficile capire che il ragazzino sui poster è lo stesso dei volantini e dei manifesti sparsi per la città.

Volevo solo chiederti, com'è stato il concerto del tuo idolo, amore? Perfetto,vero? Mi spiace solo che tu l'abbia fatto di nascosto, dopo tutto quello che sto facendo per aprirmi con te avrei tanto voluto sentirti dire:'Mamma, domani il mio idolo è in città, ho intenzione di andare al suo concerto e tu non puoi fermarmi'.

Amore mio, chi ti avrebbe mai fermata? Desideravo solo accompagnarti, desideravo solo vedere quella scintilla nei tuoi occhi e probabilmente ti avrei detto:'Devi vivere prima di invecchiare,e questi momenti non li avrai più indietro, perchè si vive solo una volta, quindi fidati di me e goditi il momento perchè tutto il resto è incerto.' Ecco cosa ti avrei detto e ne sarei stata anche onorata, ma non ne ho avuto la possibilità e sinceramente, non lo capisco.

Certo, alla tua età, anche io desideravo solo scappare di casa per andare ai concerti dei miei idoli perchè sapevo che, per quelle due ore, avrei potuto sognare ad occhi aperti, ma nello stesso momento vivere come mai avevo fatto da sveglia. E sentire poi,che per una volta ancora, avevamo vinto e la distanza non era che un brutto ricordo, mi avrebbe dato maggiori speranze. Ma io amore, lo volevo perchè la mia famiglia era inesistente. Tu puoi anche odiarmi, ma non hai idea di cosa voglia dire rimanere tutti i giorni sola e dover combattere contro gli assordanti rumori provocati da quegli orribili pensieri che hai in testa. E' devastante. Soprattutto se odi la tua stessa presenza e la tua forza si trova nella debolezza stessa. Ero diventata la famiglia di me stessa, e quando non ero sola, ero a casa a badare a mio fratello. Un fratello che ho dovuto amare come una madre, noi che una madre, non l'avevamo. Io desideravo scappare per andare da loro perchè loro erano la mia unica famiglia; ma tu hai me e per quanto possa urtarti il sistema nervoso, io continuo ad essere parte di te. Quindi, avrei tanto voluto che mi includessi in quest'esperienza. Dopotutto, lui è la tua famiglia, ma adesso, tu sei la mia.

A questo punto, muoio di curiosità, ma devo pur essere autoritaria con te, quindi non lo darò a vedere. Dato che non posso parlare e tu non puoi raccontare, ti piacerebbe sapere com'erano i concerti dei miei ragazzi?
No, non lo vuoi e forse hai ragione perchè dopo tutto questo tempo sarai stanca di trovare pagine strappate e umide per via delle lacrime, ma io lo farò comunque. Infondo ricordare fa bene, almeno mi rende consapevole che ci sono stati e nonostante tutto, ci saranno sempre. Però, cercherò di spiegarti qualcosa di più grande. Cercherò di raccontarti l'emozione che ho provanto la prima volta che li ho visti per davvero, questo è ciò che conta alla fine. Non il luogo, la forma del palco e i vestiti che indossavano. Certo, per me sono importanti, ma per te rimaranno sempre semplici posti in cui non sei stata, semplici palchetti montati in un'arena o in uno stadio e stoffe costose dei soliti vip. Lo capisco, non sei mica nel mio cuore, non puoi capire che ogni dettaglio è oro, non puoi capire che ogni semplice piega di una maglia o centimetro di una passarella possano renderli ancora più reali, ai miei occhi. Possano renderli parte di me,ecco. Tu non puoi nemmeno immaginare cosa voglia dire vedere una maglia a righe in un negozio e pensare:'Quella sembra la maglia di Louis', e poi correre via per cercare un posto isolato perchè le lacrime sono troppo orgogliose per farsi vedere agli occhi dei passanti. E così piangi, perchè il Louis che indossava quella maglia è cresciuto, è diventato grande e ha dimenticato persino di averne avuta una del genere. Non puoi capire cosa voglia dire passare nel parco della città e vedere una troupe che imballa un palchetto per la festa del paese. Non lo sai cosa vuol dire doversi battere con i ricordi ogni giorno e non avere più esperienze nuove da poter assimilare, semplicemente perchè...loro non sono più i miei ragazzi. E forse sì, a 17 anni fa terribilmente male pensare di doversi staccare dai propri idoli, un giorno; ma a 57 è ancora peggio, perchè il pensiero così lontano è diventato presente e tu ci vivi dentro. Come se fossi in un incubo, ma non puoi svegliarti, perchè la vita va avanti. Anche se ormai non è più vita. Ma non posso avercela con te, infondo in gioventù impariamo, con l’età comprendiamo.

 Quanto vorrei farti entrare nel mio cuore e fartele capire queste piccole cose che ti fanno amare qualcuno per davvero. Quanto vorrei che i tuoi sentimenti da 17 vengano paragonati ai miei di 57. Ma sai cosa? Ti ci voglio portare, quindi dammi la mano e chiudi gli occhi. Seguimi perchè stai entrando nel mio piccolo mondo perfetto.

.....

Pioveva quel giorno. C'era il sole eppure continuava a piovere. Alcune dicevano fosse la collera delle ragazze rimaste a casa che non erano riusciute a prendere il biglietto, altre erano convinte che fossero le lacrime di gioia che avremmo versato quel giorno. La mia ipotesi preferita però, è rimasta quella che diceva che la pioggia rappresentasse le migliaia di pipì  che quel giorno non vennero fatte per rimanere in fila e sperare di beccare un posto non troppo lontano. E so che possa sembrare insensibile come ipotesi, però la trovo vera quanto le altre due, solo, più spiritosa. Io e Julie eravamo rimaste in uno stato di dormiveglia per tutta la notte, per non parlare del freddo glaciale che ci aveva perseguitato. Avevamo l'aspetto che si ha quando si passa la notte a pensare e pensare, e in effetti, non avevamo mai staccato la mente. 'Chissà se sarò lontana?' 'Chissà cosa diranno?' 'Chissà se torneranno e la nostra presenza sia di loro gradimento?'. Sembrano semplici domande, ma quando stai per vivere il giorno più bello della tua vita e l'ansia sembra essere diventata la tua nuova migliore amica, queste domande partono in sottofondo e non smettono neanche se trovi una possibile risposta. Ma poco importava, ci alzammo comunque verso le 6 e in un'ora eravamo già davanti l'arena, buttate in fila con seicento maglie addosso e gli impermiabili per cercare di rimanere asciutte almeno per le prime due ore. Durante le 12 ore di fila che seguirono, realizzai che c'era l'aria di casa in quel posto; ovunque mi girassi vedevo ragazze che, come me, erano lì piene di speranze e stavano aspettando quel giorno da tutta una vita. Parlai con così tante ragazze quel giorno che, a fine giornata, dimenticai persino il mio nome. Si amore, anche questo è uno dei poteri della musica. Riesce ad unire milioni di sconosciuti, quasi fossero dei lontani parenti ritrovati. L'atmosfera che si crea ad un concerto, non si crea da nessun altra parte, perchè ogni fan definisce i propri idoli casa, e noi quindi, non siamo altro che sorelle ed il concerto non è altro che il luogo di ritrovo. La piazza dove era situata l'arena si riempì in neanche un'ora. C'erano più di 50.000 persone che non conoscendosi, erano lì per la stessa identica ragione e alla fine credo che, poco importava se avessi mai visto quelle ragazze, sentivo di conoscerle e sapevo che loro conoscevano me. Questo è uno di quei pochi casi in cui diciamo che si conosce la storia di una persona, ma non il suo nome. Ad ogni modo, quando arrivò il momento di entrare si scatenò l'inferno, anche perchè erano appena passati pochi minuti da quando alcuni dei ragazzi si erano affacciati dalla balconata dell'arena e tutta la piazza sembrava avesse preso vita. Eravamo in 50.000 eppure, per quel breve momento, eravamo una sola persona. Quando finalmente aprirono i cancelli, la tragedia greca ebbe inizio. Una massa di 100 persone al minuto si buttava verso l'unico cancello aperto. Il Nostro. Io e Julie eravamo le prima della fila, insieme ad altre 20 ragazze, che ovviamente, avevamo conosciuto bene nell'attesa. Probabilmente ti starai chiedendo di Julie, cosa dire, era la mia compagna di avventure. Ci siamo sempre fatte tutti i concerti insieme, abbiamo sempre realizzato i nostri sogni camminando mano nella mano. Le voglio ancora così bene e sai perchè? Perchè non ho mai detto a nessuno di restarmi accanto perchè so che non è una cosa semplice. Io, per farlo, sono impazzita; ma lei è sempre rimasta. Anche quando io ero andata via, lei c'era. Restò anche se non aveva più ragioni di rimanere. Le cose migliori, le prime volte, persino le stupidaggini le abbiamo sempre fatte insieme, non si può dimenticare una persona con cui hai condiviso così tanto. Era un pò come te, silenziosa e privita. Ma con il tempo ho imparato che le persone hanno bisogno di essere ascoltate, anche quando non hanno niente da dire. Soprattutto quando non hanno niente da dire.

Arrivate nell'arena, mi prese il cinquantesimo attacco di panico. Era la prima volta che entravo in un'arena per assistere ad un concerto,aggiungici anche che era il concerto dei miei idoli ed era il primo che facevano in Italia. Sai,non era per niente simile a come lo avevo immaginato. Nel letto, ogni sera dal giorno in cui presi i biglietti, era mio solito cominciare a fantasticare a quello che sarebbe potuto accadare. Ovviamente erano cose esagerate e assurde, perchè ammettiamolo, immaginavo che mi vedessero e provassero anche loro, per un solo momento, quello che io provo per loro da tutta una vita. Quelle sere, mi sedevo sul letto, e mettevo le cuffie. Appena partiva una loro canzone, la mia testa si divertiva a farmi brutti scherzi perchè mi proiettava i ragazzi davanti gli occhi. Ed era bellissimo avere i miei ragazzi in camera con me che mi dedicavano quel concerto immaginario. Avrei passato tutta la mia vita così, immaginando di essere lì con loro e loro, lì con me. Ma poi succedeva. Un rumore, la batteria scarica, una luce accesa che si intravedeva dalla finestra, c'era sempre qualche piccola cosa che mi riportava all'orribile realtà e, distraendomi, vedevo svanirmi l'immagine dei miei idoli davanti agli occhi, ed era terribile vedere che dopo tutta quella luce che avevano portato, ricadeva il buio e il vuoto della notte. In quei momenti realizzavo che, ero sola; che loro non era lì e non ci sarebbero mai stati. Potevo cercarli negli occhi delle persone della mia città, nei volti dei passanti, nelle risate e nelle parole che arrivavano da tutte le direzioni; ma loro non sarebbero mai stati lì. Così, mi addormentavo solo ascoltando la loro musica, anche se a volte, mi sembrava che lei ascoltasse me.
Quando entrammo, l'arena era vuota. C'eravamo solo noi e questo vantaggio ci fece prendere i posti più vicini, nonostante la lontananza. Eravamo a 100 metri di distanza e mi bastavano. Quando passi così tanto tempo ad amare qualcuno che vive a millioni di km di distanza, quei 100 metri, ti sembrano un passo. Appena tutte le 35.000 persone entrarono e presero posto, iniziò il preconcerto e noi ci divertimmo a fare onde sugli spalti o a lanciare palloncini di qua e di là. Nonostante le 35.000 persone, il primo concerto mi è sempre sembrato più intimo. L'anno dopo, mi ritrovai in uno stadio con 85.000 persone, e sì, stavolta ero a soli 8 metri di distanza da loro, ma sai cosa? A volte credi che due occhi ti guardino e invece non ti vedono neanche, perciò anche se li avevo davanti e li vedevo per quello che erano per la prima volta in vita mia, anche se erano in carne ed ossa, loro non vedevano me. Anche se salutavano nella mi direzione, sapevo che non salutavano me come individuo, ma le 50 ragazze che erano in quella zona e questo è più devastante che vederli da lontano. Ma questa è un'altra storia e avevo promesso di non parlarti dei concerti in generale.

Appena terminò il preconcerto partì il video ed il conto alla rovescia. Tremavo, piangevo, avevo la mente annebbiata, tutto sembrava essere sfocato quasi come se fossi in un sogno e chi lo sa, magari lo era davvero. 3..2..1. La barriera si cominciò ad alzare, 10 piedi allineati l'uno accanto all'altro si cominciarono a vedere, mentre il sipario in metallo continuava ad alzarsi. All'altezza della faccia, partì la base di  'Up all night' che oltre ad essere stato il loro primo album, era stato anche il loro primo tour a cui io non ero andata e credimi piccola mia, non c'è giorno che io non rimpianga non esserci stata e mi sento in colpa perhè non posso lamentarmi, non è giusto nei confronti delle ragazze che non li hanno mai visti. Quando la sbarra fu totalmente sollevata e loro avevamo iniziato a cantare, io avevo appena iniziato a vivere. Non me ne accorgevo, ma sorridevo come non mai e per la prima volta, piangevo lacrime di gioia. Quella sera non ho mai smesso nè di cantare con loro, nè di piangere, nè di sorridere. Stavo bene come non lo ero mai stata fino a quel momento e sotto le luci di quella notte, mi sono voltato a cercare i loro volti e credimi amore, mi hanno rubato il mio cuore con un solo sguardo, perchè quando ho visto le loro facce mi sono innamorata all'istante. Quei ragazzi ci hanno messo un minuto a rubare il mio cuore quella sera. Aspettavo solo dei ragazzi come loro, e li avevo trovati. Non c'era nessun altro posto in cui avrei preferito essere se non esattamente lì con loro, quella sera.

Esperienze del genere le vivi solo una volta nella vita. Certo, vedere i propri idoli fa sempre un grande effetto, ma la prima volta è un pò come il primo amore; impossibile da dimenticare. Il mio cuore appartiene a tanti luoghi, a tante date, a tanti ricordi diversi; ma non c'è giorno che il mio cuore non torni a quel "primo amore". E ancora oggi, quando tu vai a scuola ed io metto la loro musica a tutto volume, il mio cuore piange per poi scoppiare a vivere. Torna giovane, sai? Quasi come se non sapesse quello che ha detto il dottore. Quasi come se non sapesse che non ha più molto da vivere. Ma alla fine sono felice, non ho più paura, perchè anche da moribonda, riesco ancora a vivere grazie a loro.










Vorrei umilmente chiedere perdono per il ritardo. Giuro, non ho avuto neanche un giorno libero pr continuarlo e sì, è tutta colpa della scuola. Mi dispiace avervi fatto aspettare e spero che il capitolo possa piacervi. Grazie ancora di leggere la storia. Baci, Dani xx

   
 
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