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Autore: whitemushroom    15/10/2014    2 recensioni
The Lord of Murder shall perish, but in his doom he shall spawn a score of mortal progeny. Chaos will be sewn from their passage. So sayeth the wise Alaundo.
Una serie di short-fic nate dall'amore di un videogioco che in pochi conoscono. Sperando di attirare qualcuno a giocarci!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Dynaheir
Genere: Introspettivo, Missing Moments.
Rating: giallo
Avvertenze: probabilmente la peggiore tra quelle che ho scritto. L'avevo iniziata, poi ho avuto idee per un'altra storia e questa ho deciso di concluderla perché proprio non riuscivo a darle forma, sorry.


Dejemma

Forse dovrei seguire l’esempio di Minsc. Ma non ci riesco. Chiudere gli occhi e lasciare nel sonno l’attesa di domani …
Sono in tanti a pensarla come me. La famiglia di gnomi che è giunta in ritardo alla presentazione è ancora sveglia, il fuoco del loro campo che sembra una luce fioca davanti ai loro incantesimi. Illusioni, nulla di più, ma quelle piccole creature sono tenaci quanto sbadate, e a giudicare dalla vampa di fiamme emanata dal palmo del vecchio capofamiglia dalla barba bianca non posso considerarli fuori dalla competizione. Ma l’Anello della Stregoneria sarà mio.
Posso farcela, devo farcela.
Trentasette maghi, un solo vincitore. E non sarà quell’elfa impettita che si dà arie da grande maga solo per le sue orecchie a punta. E nemmeno quel bel thayano dalla barba impeccabile, né l’elfo tutto blu con il suo caratterino irritante. Il mio dejemma non mi ha condotta in questo accampamento lontano da casa per essere la numero due.
Le mura di cinta che circondano questa locanda costruita nel bel mezzo del nulla sono l’ideale per un ultimo allenamento: l’evocazione non è ancora il mio punto forte. Cerco le parole esatte, muovendomi tra le centinaia di incantesimi che potrei utilizzare per la gara, ed una coppia di ettercap produce il loro tipico verso gorgogliante quando appaiono davanti a me, scrutandosi intorno come se già aspettassero un nemico. Sono esseri disgustosi, su questo quell’idiota Minsc non ha tutti i torti, ma … hanno la loro utilità.
È difficile farsi obbedire, il contatto mentale con le creature attraversa la spina dorsale come la mano di un gigante, ma proprio per questo devo farcela.
Andate.
Provano ad aggrapparsi alle crepe nelle mura, poi a muoversi sull’edera; li faccio salire e scendere, correre e saltare, e quando lancio loro un ramoscello si avventano con le loro esili braccia distruggendolo in colate di bava acida ed icore fingendo che sia una vera preda. Domani basterà scatenarli sugli gnomi per scaraventarli del caos e superare il turno … con un po’ di fortuna potrebbero anche rovinare il vestitino dell’elfetta e distrarla il tempo sufficiente di cancellare il suo nasino all’insù con un paio di Dardi Incantati. Sì, può andare.
Gli ettercap si liberano dal controllo. Il pensiero della gara mi ha distratta, e come una falce cala sul sottile filo che lega le creature evocate a me; sento il contatto dissiparsi nel buio ed il cuore mi risale in gola, ma stranamente non si rivolgono contro di me. Scendono dal muro di cinta con una velocità innaturale per le loro corte zampe, diretti contro qualcosa in un punto dove gli alberi diventano più fitti. Uno di loro manda un sibilo che sveglierebbe tutta la Locanda del Braccio Amico e si avventa sulla preda, ma un raggio di fuoco illumina la notte scagliando i resti carbonizzati della bestia a pochi passi da me. Il secondo ettercap indietreggia, ma i suoi occhi verdi sono puntati sulla figura che emerge dagli alberi, la mano destra ancora avvolta nelle fiamme.
“Sembra che qualcun altro qui dentro soffra d’insonnia! (possibile che mai, MAI una volta tutto fili liscio?)”
Riconosco subito la figura, anche quando la fiamma tra le sue dita si abbassa: il mantello scarlatto del thayano sarebbe visibile anche nella più fonda delle notti di Rashemen, così come il suo cipiglio. Uno dei più abili maghi tra noi, e sicuramente il più misterioso; uno di quelli che mi auguro non incontrare mai dall’altra parte della mia strada. “Sei idiota o cosa, stupida scimmia? Ancora mi chiedo perché certi incantatori da circo non capiscano che l’evocazione è la regina di tutti i rami della magia ed è alla portata solo dei migliori!” borbotta, lanciando un’occhiata prima a me e poi all’ettercap. La creatura percepisce l’ostilità e manda un gridolino d’attacco, ma questo non intimorisce affatto il nuovo arrivato. “Adesso, con permesso …”
Dovrei scusarmi, ma una piccola luce attrae la mia attenzione.
Lo scintillio al dito dell’uomo raccoglie per un istante la luce delle stelle. E non occorre un incantesimo di identificazione per capire che l’anello incastonato di pietre rosse non è finito in quella mano per puro caso. Il thayano si deve essere accorto del mio sguardo perché immediatamente la mano sinistra scompare sulla tunica, ma se pensa di ingannarmi in questo modo … “L’Anello della Stregoneria …”
Le scintille nella sua mano ricompaiono immediatamente. Quanto detesto avere sempre ragione. “Lo hai rubato! Come hai fatto a …?”
“Puah, direi che hai visto abbastanza! (come se avessi tempo da perdere in una gara contro dei dilettanti)”
Il mio riflesso di tanti giorni trascorsi nella foresta mi salva la vita. La sua Vampa di Agannazar saetta come la zampa di una bestia verso di me, e solo dopo aver fatto un passo indietro vedo l’albero che si trovava alle mie spalle completamente in fiamme. L’ettercap si lancia sull’avversario e si avventa contro il braccio, ma un’esplosione di acido ne fa schizzare gli organi in tutte le direzioni. E poi tocca a me. “Schiva questi, thayano!”
La luce dei Dardi Incantati vola nella sua direzione, e prima che possa evitarli ne ho pronti altri tre, giusto nel punto dove pensa di potersi dare alla fuga; schizzano contro il mantello rosso, ma invece di bucherellargli a dovere la tunica esplodono in mille piccoli fuochi d’artificio intorno alla sua figura. Una sottile barriera azzurra riveste tutto il suo corpo, e mentre l’incantesimo Scudo è ancora alzato l’aria si raffredda. “Prevedibile, terribilmente prevedibile”.
Il potere dell’Anello è attivo, poi la sera si trasforma in un riflesso di cristalli di ghiaccio. Cadono dal cielo come grandine, devo saltare, devo correre o finirò come il corpo straziato del mostro evocato, che adesso giace trafitto da un blocco gelido. La punta di un cristallo mira al mio petto, la schivo di nuovo ma quando provo a creare anche la più piccola barriera divento un bersaglio troppo semplice. Lui evoca di nuovo, lo Scudo ancora alzato tenuto il piedi dall’artefatto che ha sottratto, e la potenza dei tre incantesimi uniti basta da sola a farmi mancare il fiato, spingendo un brivido doloroso lungo tutta la colonna vertebrale e poi su, di nuovo nella gola. L’ultimo Dardo Incantato mi scivola dalle mani e dalla mente come una colomba.
“Tsk, che perdita di tempo! (Ho fatto proprio bene a …)”
Il suo mugugnare si trasforma prima in un urlo, poi in una serie di improperi. “Mettimi giù! Ho detto METTIMI GIU!”
“Che dici, Boo? Devo levargli quell’anello? Provvedo subito!”
“Mollami, stupido gorilla. MOLLAMI SUBITO!”
La prima immagine di quando apro gli occhi è lo stregone rosso che scalcia come un forsennato sulle spalle di Minsc, che lo trasporta come se fosse il sacco delle provviste. Il vecchio, sudato, ostinato, ottuso Minsc: non sono mai stata così felice di trovarmelo al fianco. Persino lo squittio del suo stupido roditore mi fa battere il cuore. “Dove arriva Minsc, il male si ritira. E tu preparati a ricevere il trattamento speciale dei miei stivali! Nessuno può fare del male alla nostra Strega!”
Prima che possa dirgli qualcosa o chiedergli di prenderlo prigioniero, Minsc solleva lo stregone urlante con una mano, e persino da questa distanza, nel buio della sera, riesco a vedere l’impronta di fango, sterco e lividi che campeggia sul borioso didietro del mio avversario mentre viene costretto ad allontanarsi. Solo quando l’ultimo “UN GIORNO ….!” sparisce oltre le mura della locanda il mio cuore riprende a battere normalmente.
“Immagino che in quanto a magia io abbia ancora molto da imparare” mormoro, ma evidentemente non così a bassa voce come penso. Minsc mi viene vicino, sgrullandosi soddisfatto la polvere ed il fango dalle mani; poi la sua pacca cala sulla mia spalla, e domani ci sarà più di un livido in quel punto. “Certo che bisogna imparare! Lo dice sempre anche Boo, non dobbiamo mai fermarci e cercare sempre di migliorare!”
Poi fa qualcosa di strano. Almeno per lui.
La sua enorme mano callosa si apre verso di me come a invitarmi a prenderla. “Ma ricorda, hai sempre il supercervello di Boo dalla tua parte! Ed anche gli stivali di Minsc! Quindi non ti abbattere, perché di certo un giorno sarai la numero uno!”
E prima che io possa accettare è lui ad afferrarmi il polso. “Perché questo è il nostro dejemma”.
  
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