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Autore: paola_99_t4e    15/10/2014    2 recensioni
Tratto dal terzo capitolo.
Sono imbarazzata, ma sono costretta ad guardare avanti, altrimenti inciamperò come al solito. Vengo subito attratta da un volto dall'aspetto simpatico, già visto prima: é Alice. Mi saluta con la mano e mi fa cenno di avvicinarmi. Solo quando inizio a fare i primi passi mi accorgo che non è sola. Con lei c'è una ragazza bionda da urlo e tre ragazzi, uno più bello dell'altro.
È la mia prima ff, siate curiosi e clementi, please.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dal mio arrivo a Forks è trascorsa una settimana, che ho speso a mettere a posto tutte le mie cose e a rimodernizzare la mia camera. Trascorrendo da mio padre relativamente poco tempo, la mia era rimasta principalmente la camera che i miei genitori avevano pensato per me: un piccolo armadio, una cassettiera ed un tavolo da lavoro in legno scuro ed un lettino, col tempo sostituito da un letto vero e proprio. Ora invece, dopo una settimana di duro lavoro, appare così:

(Immaginate pareti,mobilio ed accessori vari blu)
Appena si entra si vede sulla destra un divanetto e sulla parete dietro di esso tante foto di posti che adoro e momenti della mia infanzia: compaiono Londra, Parigi, Roma, San Pietroburgo, Mosca, Atene, New York, Los Angeles, i visi giovani dei miei genitori con me bambina, alle giostre con mamma e alla tavola calda con papà, perfino con Phil e la sua mazza da baseball; a seguire un mobiletto con computer, cd, dvd e cose simili ed una luminosa finestra; nella parete di fronte all'entrata ci sono il letto e gli armadi; sulla parete sinistra ci sono una grande scrivania, delle mensole ed una cassettiera.
Adoro il risultato ottenuto in così poco tempo, forse è dovuto al fatto che in questa settimana non sono uscita mai, delegando sempre papà, un po' per terminare in fretta il lavoro, un po' perché uscire mi imbarazza: non conosco quasi nessuno e non saprei cosa fare. Fortunatamente la scuola inizierà tra due giorni o potrò finalmente conoscere qualcuno.
Avendo finito di mettere a posto, scendo al piano di sotto, raggiungo la cucina e mi metto alla ricerca di qualcosa da cucinare per la cena. È presto ma vorrei cucinare qualcosa di buono per il mio papà: lui, al contrario di me, è negato ai fornelli, ed in mia assenza mangia solo pizze e cibi precotti. Bleah! Non so come abbia fatto a sopravvivere così.
Apro a caso le ante dei mobili ma trovo solo stoviglie, neanche una confezione di pasta o legumi. Provo con il frigo e vedo solo due lattine di birra ed una di coca cola. 
Ecco perché mio padre ha voluto ordinare pizze su pizze in questi giorni: non per farmi riposare alla sera, dopo una giornata di duro lavoro, ma perché non c'era niente da cucinare e lui sa quanto odi le cucine vuote.
Chiudo tutto, prendo la borsa ed esco.

Sono da ore in questo supermarket e non ho ancora finito la mia spesa. Sapendo che in casa non c'era niente, mi sto procurando un po di tutto: cibo, bevande, accessori per la pulizia personale e della casa. Ora mi sono accodata alla lunghissima fila che c'è alle casse: come è possibile che in una città così piccola la gente faccia la spesa nello stesso posto e contemporaneamente? Neanche a Phoenix era così affollato il supermarket. 
Dietro di me sento una risata cristallina e mi preoccupo: non è che ho espresso i miei pensieri ad alta voce e non me ne sono resa conto? Mi voto e vedo una ragazza ed una donna, entrambe more e con corporature minute; la donna è alta e con lunghi capelli che le ricadono sulle spalle e gli occhi verdi, la ragazza invece è bassina, con i capelli corti e gli occhi castani (sembra un folletto!). È lei che rideva e continua a farlo. Ora ride anche la donna che, cercando di contenersi, dice << Basta Alice, ti prego, o quando i tuoi fratelli lo sapranno, si arrabbieranno parecchio, sapendo anche che ci hai riso su così. >>
<< Suvvia mamma, come vuoi che lo scoprano!? Se non glielo dici tu non sapranno mai che la colpevole sono io! >> risponde Alice continuando a ridere. Si volta a guardare avanti e vede che la stavo guardando, o sarebbe meglio dire fissando. Mi sorride, si avvicina e mi dice << Ciao! Io sono Alice Cullen e devo frequentare il quarto anno. Tu devi essere Isabella Swan, la figlia del capo della polizia! Lo sai che sei proprio carina!? E mi sembri anche simpatica! Vieni da Phoenix, giusto? La mia famiglia è di Chicago, ci siamo trasferiti a causa del lavoro di mio padre. Lui è un medico molto bravo e generoso, per questo ha deciso di trasferirsi qui, dove può aiutare anche chi non è straricco e può viaggiare nelle grandi città per curarsi. Tu perché ti sei trasferita? Stanca del sole e del mare di Phoenix? >>
Oddio! È possibile che abbia detto tutto senza respirare neanche una volta? La guardo spaesata e, più lentamente, le rispondo << Si, sono io. Ma puoi chiamarmi Bella, è così che fanno gli amici! Grazie per i complimenti, anche tu sei molto carina e mi sembri molto simpatica! Per quanto riguarda il trasferimento è una storia un po' lunga, magari te la spiego un'altra volta. Hai detto che devi frequentare il quarto anno? Quindi saremo insieme a scuola!? Magari avremo qualche corso in comune! Speriamo! >> 
<< Non preoccuparti. Secondo me saremo sempre insieme. Ora vai, è arrivato il tuo turno! >> Mi stringe in un abbraccio e, quando mi lascia, mi fa l'occhiolino.
La saluto con un sorriso e mi volto per pagare la mia spesa.
In auto, tornando a casa, ripenso al breve dialogo con Alice: forse ho trovato una nuova amica, forse la scuola qui non sarà tanto male come a Phoenix.

 
  
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