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Autore: xingchan    16/10/2014    1 recensioni
Quei ragazzi non erano come tutti gli altri.
Costretti ad affrontare minacce, tumulti interiori e pericoli d'ogni sorta, compresero quanto sia orribile il mondo.
Ma anche quanto può essere straordinario, nonostante tutto.
LingXLan Fan, con accenni ad altri pairing.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Greed, Lan Fan, Ling Yao, May Chang, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Capitolo sedici
 
 
Messo al corrente di tutto ciò, Ling sentì la rabbia montare dentro le vene. Sapevano tutti che quella donna era sfacciatamente arguta, ma mai avrebbe immaginato che arrivasse a tanto, ammesso che fosse lei.
I due insegnanti di arti drammatiche li avevano raggiunti a casa loro, proponendosi di accompagnarli dovunque May fosse tenuta prigioniera.
Dominic si era giustificato affermando che lo faceva soltanto perché altrimenti non avrebbe avuto la sua attrice migliore per lo spettacolo, ma il sorriso di Paninya diceva chiaramente che il suo papà aveva trovato quella blanda scusa per mascherare una semplice quanto autentica ansia per la piccola Yao.
Entrarono nella galleria nei sotterranei con circospezione, senza mai abbandonare la concentrazione. Se fosse apparso qualche strano personaggio, sarebbero stati pronti a difendersi.
Ma non incontrarono nessuno durante il tragitto; almeno, non finché uscirono in un’ampia sala circolare, illuminata nel mezzo, con due persone presenti all’interno: una di loro era senza alcun dubbio Lust, malignamente sorridente.
“Sai, credevo che il mio fosse solo sciocco pregiudizio...” asserì Greed rivolto alla donna e scrocchiando le mani “Ma dovevo immaginarmi che c’eri tu dietro questa storia...”
“Sei perspicace quando vuoi, Greed...”
“Dove diavolo è May?”
“... ed anche impaziente.”
“Lust, finiscila con i giochetti!” s’intromise Ling furibondo. “È ignobile ciò che hai fatto!”
“Serve ai miei scopi: mi basta questo, ragazzino. ”
L’invidiabile autocontrollo della donna fece infuriare ancora di più i due giovani, che spostarono lo sguardo verso l’uomo in bianco. Aveva una strana aura, su questo non c’era dubbio: ma non trovarono spiegazione possibile con cui potessero motivare quell’intensa energia.
Forse era il prodotto di decenni di meditazione, ma quella blanda risposta non li soddisfece. Ma non era quella la loro attuale preoccupazione.
Ciò che premeva loro in quel momento era prendere May, tornare indietro ed avvisare la polizia. I loro pensieri vennero bruscamente interrotti da grida femminili strappate da un tonfo secco, che loro associarono subito a quelle della sorellina. Si voltarono in direzione della sua voce, scorgendo nel buio un’inquietante figura sinuosa che teneva saldamente qualcosa in pugno, trascinandola verso Lust.
La donna allargò ancora di più il suo sorriso rosso, afferrando per la collottola di quella che doveva essere una bambina; che doveva essere May.
“Grazie, Envy!”
Una sensazione di freddo misto a calore inondò le membra dei due fratelli. Sgranarono gli occhi non appena si resero conto che la ragazzina era proprio lei.
May sembrava svenuta: la testa ciondoloni e le guance ed occhi arrossati facevano presupporre che l’avessero zittita con la forza, nel bel mezzo di un pianto. Sicuramente May si era opposta, per quanto non ne fosse in grado. Per fortuna Xiao Mei era a casa a dormire, altrimenti avrebbero dovuto pensare anche a lei.
“Convincete vostro padre a concedermi tutte le vostre proprietà e lascerò in pace tutti quanti. Compreso vostro padre.”
Al suono di quelle parole, Greed si destò dallo sbigottimento, chiamando a raccolta tutta l’aggressività di cui era capace.
“Non se ne parla, Lust!” disse furibondo.
“Ah!” esclamò Lust sorpresa. “Proprio tu che rifiuti la sua eredità! Pensaci: non avrai più le sue fastidiose pretese, Greed.”
“Tutto quello che ha comunque è suo, ed è inutile ottenerlo con le minacce!”
“Una bambina è un compromesso molto sfruttabile con le minacce.”
La voce dell’uomo in bianco era quasi cavernosa, ed inondò la sala come un’onda violenta. Greed lo guardò torvo, calcolando quante probabilità di riuscita avrebbe avuto se lo avesse attaccato. Da solo sicuramente avrebbe fallito, ma forse con Ling...
No, era una pura follia. Oltre lui e Lust, c’era quel tipo di nome Envy, e forse qualcun altro ancora. Non avrebbe mai avuto ragione, neanche con Ling.
“Lasciate perdere le vostre smanie di grandezza e riconsegnateci May!” tuonò Ling mentre gli tremavano le mani chiuse a pugno. Anche lui stava calibrando le possibilità di un attacco.
D’improvviso, però, tutto si fece buio.
La già debole illuminazione fu ridotta ad un’oscurità che inghiottì i presenti dal primo all’ultimo. Il cuore di Greed perse un battito, ma degli inequivocabili rumori di colluttazione lo fecero scattare sull’attenti. Era più o meno sicuro che qualcuno stava mettendo in difficoltà Lust ed i suoi compagni.
“Ma... che succede?” esclamò Dominic in preda al panico.
“Non lo so!” rispose Ling accanto a lui. “Ma... sento un chi che penso di conoscere, anzi due...”
Avanzò con cautela, girando a destra e a sinistra la testa come a voler seguire quei pochi movimenti che riusciva a captare. Con la sensibilità di un felino acuì l’udito più che poté, percependo, senza sbagliarsi, l’aura del suo maestro. Si meravigliò della sua presenza, ma al contempo già stava ponderando l’idea di poter dare una mano.
Era un po’ fuori allenamento, certo, ma in fondo non aveva quasi mai interrotto gli esercizi di base.
Tonfi molto simili a calci e pugni permeavano l'ambiente, e ciò che erano degli ovvi gemiti di dolore si trasformarono poi in grida soffocate in risposta ai colpi subiti.
D'improvviso, un lampo di luce accecante investì la sala, permettendo a tutti di vedere chiaramente, per qualche esiguo secondo, cosa stesse accadendo.
Due figure scure stavano selvaggiamente combattendo contro Lust e il losco individuo che prima aveva in consegna May. Sicuramente una di loro era Fu, pensò Ling.
Il petardo lanciato dai uno dei due combattenti si affievolì per poi spegnersi del tutto, ma Ling già si era lanciato per dare man forte al suo maestro ed al suo compagno.
Greed e gli altri, non vedendoci nulla, si astennero dal fare mosse azzardate. Non era in loro potere provare a contrastare quella ormai indiscussa banda con il buio pesto ricrollato sulla loro visuale.
Poi Paninya si ricordò di avere una torcia del teatro con sé. Frugò con impazienza nelle sue tasche, tirandola fuori.
“Papà!”
La ragazza aveva fra le mani la torcia che utilizzavano ogni sera a fine spettacolo per controllare che il teatro si fosse completamente svuotato.
I lineamenti duri dell’uomo si colmarono di gratitudine mentre la prendeva armeggiando per accenderla. L’interruttore emise un debole click, e ciò che colpì il fascio di luce fu agghiacciante.
Uno dei due combattenti si era unito a Ling ed insieme tentavano di spingere indietro un altro della banda, un uomo evidentemente obeso ma dotato di una forza incredibile.
Videro quello che doveva essere l'allievo di Fu parare un colpo diretto alla sua testa, che respinse con non poca difficoltà; mentre Ling già si preparava a colpire con un ennesimo pugno.
I due attori si diressero verso delle scale che portavano in basso, sapendo bene che i contatori elettrici erano sempre ai piedi della struttura.
“Il teatro mi ha insegnato anche questo!” asserì Paninya, armeggiando con alcuni interruttori.
La luce ritornò, e Greed non perse altro tempo.
Si buttò nella mischia, mentre l'uomo vestito di bianco si godeva il frastuono della battaglia con disgustoso sadismo. Era lui il comandante di quei pazzi, non c’erano dubbi.
"Ehi, vecchio! Arriverà il tuo turno di pagare!” esclamò Greed. Ma non rivolse a lui la sua attenzione.
Avanzò con quanta più velocità avesse in direzione della sorellina per portarla via da lì.
L’altro non batté ciglio, né per l’intimidazione ricevuta, né per sottrarre la bambina per tenerla ancora come ostaggio: sapeva che qualcuno dei suoi sottoposti sarebbe intervenuto.
Ed infatti così avvenne.
Lust tagliò la strada alla corsa del giovane, piazzandosi fra lui e May con uno sguardo fin troppo sicuro di sé.
“Non puoi comportarti in questo modo quando tu stesso ce l’hai con tuo padre!”
“Non sono cazzi tuoi, Lust. Fammi passare o ti farò davvero male!”
“Tu non ti accaniresti mai contro una donna, Greed, e terrai fede alla tua qualità senza senso solo per fare l’innocentino davanti a tuo padre. Ma la realtà non è questa. Sei scaltro, malvagio, come me, e ti piace esserlo. Noi siamo uguali, Greed. Tu sei come me. Perché non ci aiuti, invece di metterci i bastoni fra le ruote?”
“Io non sono come te! Ed ora,” ricordandosi della pistola, Greed la estrasse e la puntò contro di lei “lasciami passare, altrimenti vedrai quanto tenga ben poco alla mia fasulla innocenza!”
Non avrebbe voluto sparare a nessuno, neanche agli arti, ma ad impaurirla non ci avrebbe rimesso nulla. E se avesse davvero dovuto sparare, l’avrebbe fatto. Premette il grilletto, accentuando quel cipiglio severo ed irritato che esternava il suo disprezzo per quella donna. Ma Lust non si lasciò sopraffare dal timore che il ragazzo voleva incuterle: Greed non avrebbe mai sparato contro nessuno, men che meno ad una donna.
Forse poteva sfruttare la cosa a suo vantaggio, pensò Lust. Poteva avere in pugno il ragazzo con la stessa metodica che stava utilizzando lui.
Ma Lust non si rese conto di un particolare. La mano di Greed non tremava affatto.
“Allora, spostati!” urlò il ragazzo, in un moto d’impazienza.
E fu in quell’istante che Lust sfoderò la sua arma puntandola contro di lui.
“Ora siamo pari, tesoro!” bofonchiò lei. “Te lo ripeto:” proseguì la donna “aiutaci, e se non vuoi farlo, lasciati uccidere.” Avanzò con spavalderia verso di lui, facendolo retrocedere di conseguenza.
“Hai paura?”
“No!”
“Hai ragione: non ti fai scrupoli, tu!”
“Me ne farei se tu fossi una persona normale! Ma so che, se sei arrivata fino a questo punto, non avrai pietà, e se sarà necessario, io non ne avrò per te!”
“Ecco il Greed che volevo!”
Il giovane emise un ghigno di disgusto. Sempre tenendo la sua pistola puntata contro Lust, e quella della donna mirata alla sua persona, provò a muoversi verso destra per arrivare a May.
Ma il piano era troppo prevedibile e Lust cominciò a gridare di fermarsi. Greed non le diede ascolto, e quando partirono due proiettili dalla pistola di Lust, lui cominciò a correre per raggiungere la sorella, evitando per un soffio di essere colpito.
Partì un colpo vagante dalla sua arma e si parò dietro quella che sembrava una colonna di marmo scuro. A pochi metri da lui c’era May.
“Svegliati, stupida!”
Ma la bambina non diede segni di vita.
“Allora, May!”
“Niente da fare, Greed. La bambinetta dormirà ancora un po’.”
Infuriatosi, Greed si scostò dal riparo che aveva trovato per sé, puntando ancora la pistola verso Lust. Fece un cenno silenzioso a Dominic, mentre intratteneva Lust.
Ma d’un tratto, uno dei due combattenti in tenuta prese Lust per il collo, alzandole forzatamente il braccio armato verso l’alto. Per la sorpresa, Lust sparò in aria, ma subito prese il lottatore per il cappuccio e lo scaraventò per terra davanti a lei.
Nel frattempo, Greed aveva colto l’occasione di distrazione della donna.
Si precipitò nel punto in cui la sua sorellina giaceva svenuta, e la prese fra le braccia, ritornando poi trafelato dai due insegnanti.
"Devi essere tu ad andartene con lei!" protestò Dominic, non appena si rese conto che il ragazzo voleva lasciarla a loro.
“Per favore, devo risolvere la questione con lei! Non posso...”
Un altro sparo fendé l’aria, andando proprio a sfiorare le orecchie del ragazzo.
“Lascia la bambina, Greed! Se non riesco a minacciare te, lo farò direttamente con Wu.”
“Vattene, Greed!” incitò Paninya.
Non avendo altra scelta, Greed fece quanto chiesto. Gettò un’occhiata al fratello che insieme a all’altro ninja si stava dando da fare per mettere fuori combattimento gli altri due ceffi, e andò di volata verso l’uscita. Lì avrebbe trovato la sua moto e sarebbe andato dalla polizia.
Ma Lust si lanciò all’inseguimento, eludendo i tentativi di Dominic di tenerla ferma.
Uscirono per strada, e Greed scosse May ancora una volta per svegliarla. E ci riuscì.
La bambina aprì gli occhi a fatica. Dapprima ottenebrata, la sua vista fu completamente nel pieno delle sue facoltà solo diversi minuti dopo, come la capacità di comprendere cosa stesse succedendo intorno a lei. La testa le pulsava in modo lancinante, soprattutto all’altezza della nuca. Molto probabilmente l’avevano drogata.
“Sono ore che ti chiamo!” enfatizzò il giovane. “Forza, sali!”
May era ancora piuttosto confusa, ma non perse comunque tempo nell’eseguire gli ordini del fratello.
“Fermo!”
Lust li aveva raggiunti e, prima che Greed potesse accorgersene, scoppiò in una fragorosa risata. “Credi di potertene andare così, senza aver prima chiuso i conti?”
“Sì, Lust! Oggi chiudiamo questa storia!”
Saltò a bordo, accendendo il motore il più celere possibile e stringendosi May al petto. Aveva appena percorso una decina di metri quando Lust sparò quasi senza pensare di prendere bene la mira. Il proiettile colpì la spalla del ragazzo, che rovinò a terra per l’impatto, con un grido di dolore.
“Greed!”
May gridò atterrita scendendo dal veicolo, mentre al contrario Lust sorrise maleficamente, avvicinandosi ai due.
Un dolore lancinante esplose dalla ferita per poi spargersi, facendolo urlare forti imprecazioni.
In quel momento uscirono Ling, quasi illeso nonostante il combattimento, Dominic, Paninya e i due ninja: il maestro Fu, con il volto ormai scoperto, che teneva sulle spalle l’allievo privo di sensi.
Ling si avvicinò preoccupato al fratello, vedendo che fortunatamente il colpo non era stato fatale. Ma dovevano comunque portarli in ospedale. Perdeva copiosamente sangue, e a breve anche i sensi.
Ma Greed doveva assolutamente ricambiare quella spregevole donna. Avvicinò faticosamente la mano alla pistola caduta sull’asfalto, e mirò a sua volta alla spalla di Lust. Fece il tutto così velocemente che non fu certo di averla colpita.
Dopodiché, cadde svenuto.
 
 
 
 
 
NDA
Sì, lo so. Sono in un ritardo pazzesco. La mancanza di ispirazione fa brutti tiri.
Ma spero di andare abbastanza spedita in queste settimane, anche perché siamo quasi giunti alla fine. Non so quanti capitoli se ne andranno ancora, ma di sicuro non molti.
Nel frattempo ringrazio chi mi sta seguendo. Vi prego di segnalarmi eventuali errori, perché non l’ho controllato! ^-^’
Un abbraccio! :*
 
 
 
 

 
   
 
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