Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Ormhaxan    16/10/2014    2 recensioni
Los Angeles, 2011. Candice Roberts è una ragazza di 22 anni di buona famiglia e amante dei Beatles. Per tutta la vita è vissuta nel lusso più sfrenato della sua immensa villa di Beverly Hills; viziata da tutti, ha sempre ottenuto ciò che voleva con il minimo sforzo. La sua vita cambierà drasticamente quando l'impero di suo padre subirà un crollo, e lei dovrà lasciare la sua vita da ricca borghese, la sua università prestigiosa, per iniziarne una totalmente nuova.
Logan 'Storm' O'Connell è un ragazzo di 23 anni di origini irlandesi, un fotografo in erba amante dell'arte e dei Rolling Stones. Figlio di una cameriera rimasta vedova ha sempre provato repulsione verso i ricchi e le loro vite fatte di agi e lussi.
Prudence e Kurt sono i migliori amici di lui, due ragazzi legati da un'amicizia tormentata, ma Prue è anche la coinquilina di lei.
E poi c'è Emily, presidentessa del club di arte moderna, ragazza dall'aria severa derisa e scansata da molti che nasconde un animo sensibile e segreti troppo dolorosi da rivelare.
Cosa accadrà quando le vite all'apparenza così diverse e distanti di questi ragazzi si scontreranno?
[ATTENZIONE: Linguaggio esplicito]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






 
Look me in the eye and tell me you don't find me attractive,
Look me in the heart and tell me you won't go.
Look me in the eye and promise no love's like our love,
Look me in the heart and unbreak broken.
Where does the good go, where does the good go?


Prudence


**

 


Decido di aver bisogno di un drink – uno forte, non la solita birra che bevo durante le nostre serate al Whiskey – neanche un’ora dopo l’arrivo di Logan e del resto dei ragazzi. Gli occhi di Iwan continuano a fissarmi imperterriti come due fari luminosi nella notte – il loro colore, quell’azzurro simile al mare in tempesta mi fa impazzire! – ed io non riesco a sopportarli, non a mente lucida.
Senza dire una parola mi alzo e facendomi strada tra la gente mi avvicino a quel bancone dietro il quale, neanche due ore prima, stavo spillando birre ignara della sorpresa che il mio amico Logan mi avrebbe riservato in quella apparentemente tranquilla sera di fine inverno. Ancora non riesco a credere che, tra tutti i clienti che bazzicano il locale, tra tutti i turisti, gli amanti di buona musica rock, i solitari, i curiosi, io sia andata al letto con l’unica persona che avrei dovuto evitare, stare alla larga miglia e miglia; eppure l’ho fatto, sono riuscita ad incasinare ancor più questa mia vita incasinata, questo gruppo incasinato, ed ora me ne sto in piedi, con le mani appoggiate al bancone del locale dove lavoro ad ordinare una vodka liscia e sperare di reggere, nelle ore che verranno, quell’atmosfera pesante, più pesante dell’aria viziata mista a fumo che si respira ogni sera tra queste quattro mura.

“Fanne due! – interviene una voce alla mia destra, alzando una mano a mezz’aria per attirare l'attenzione del barista – Mi dispiace, non avevo intenzione di metterti nei guai.”
Iwan mi guarda con la coda dell’occhio, parla con me ma non mi presta troppa attenzione; so che non è colpa sua, non è colpa di nessuno dei due, e credo alle sue parole, al suo dispiacere sincero.
“Non potevi saperlo – gli dico, attendendo la dannata vodka – nessuno dei due avrebbe mai potuto immaginare questo, tutto questo.”
Iwan increspa le labbra in un mezzo sorriso, abbassa lo sguardo e la sua mano si sposta lentamente verso la mia, le sue dita sfiorano le mie e quando questo accade una scarica che definirei adrenalina, forse passione o desiderio, percorre tutto il mio corpo.
“Cosa stai facendo?” chiedo piccata, ritraendo la mano. I nostri amici sono seduti a neanche tre metri di distanza e possono vederci, potrebbero intuire qualcosa. “I nostri amici, i miei amici, sono proprio qui e se ci vedessero…”
“Se ci vedessero cosa, cosa ti importa? Logan non si è fatto troppi problemi prima di fidanzarsi con la tua coinquilina, e Kurt sta con un’altra nonostante continui a guardarti come un fidanzato geloso.” Iwan mi guarda con i suoi occhi profondi, con mia sorpresa ci ha inquadrato alla perfezione, in due ore ha capito tutto di noi, di ciò che siamo e che siamo stati: “Chi sono loro per giudicarti, Prue, per giudicare o impedirti, impedirci, di baciarci in questo momento, davanti a tutti?”
“E chi ti dice che io voglia baciarti?” chiedo retorica, incrociando le braccia al petto. Questo ragazzo è più tracotante del previsto, troppo sicuro di sé per i miei gusti, e ricordo a me stessa che di lui non so nulla, niente: “Sei stato solo la parentesi di una notte, mio caro, niente di più. Non voglio niente da te quindi lasciami in pace.”
In quel momento arrivano le nostre vodka: prendo la mia, me la scolo tutto d’un fiato. Sento la gola in fiamme, chiudo gli occhi e riposo il bicchierino vuoto sul ripiano, girando i tacchi subito dopo e tornando – cercando di tornare – al tavolo.
“In questo caso – riprende Iwan, afferrandomi per un polso e avvicinando il suo viso al mio, provocando in me stupore per tale gesto plateale – avresti dovuto dirmi addio, tre giorni fa, non ci vediamo in giro. A LA non vi insegnano queste cose, non sai che quando si vuol chiudere subito i contatti si dice una cosa tipo: “E’ stata una bella scopata, grazie, ma ora vestiti e addio?” Non lo sai, Prudence?”
“Iwan, lasciami ti prego…” sussurro con voce che trapela nervosismo, anche un pizzico di paura. Quel ragazzo è così strano, i suoi occhi blu in questo momento sembrano talmente grandi  da intimorirmi.

“Prue, tutto bene?” alle mie spalle arriva la voce severa di Kurt, la sua presenza inaspettata mi fa battere il cuore ancor più forte.
Guardo il mio amico, noto la sua fronte aggrottata, il suo viso severo; guardo Iwan, il suo viso tranquillo, il suo lieve sorriso dipinto sulle sue labbra. Ma perché mi caccio sempre nei pasticci, perché non mi faccio gli affari miei e non riesco a trovare una stabilità in questa vita incasinata? Il mio sguardo si dirige più in là, alle spalle di Kurt, verso il tavolo dove Emily – la sua ragazza – è seduta e ci sta guardando con aria non proprio contenta, con espressione seccata causata da, penso, quell’incursione a suo dire fuori luogo di Kurt nei miei affari, nella mia vita. Probabilmente è gelosa: sa del nostro passato, del rapporto che ci lega e mi dispiace per lei. Mi dispiace per lei, per Kurt che sembra ancora essere in parte diviso, per tutta questa situazione ingarbugliata che mi sta facendo andare in tachicardia.
“Dio, ma cosa vi prende stasera a tutti?” sbotto, portando gli occhi al cielo e aprendo le braccia a croce: “Cosa diavolo volete tutti da me, perché non mi lasciate in pace e vivete le vostre vite?” concludo, allontanandomi da loro, dirigendomi non so dove, finendo per chiudermi nel bagno riservato al personale, tra quelle piccole mura in cui posso lasciare tutto fuori – la musica, il vociare, Iwan e Kurt che si guardano in cagnesco – e concentrarmi su me stessa, sulla mia mente affollata da mille pensieri e il mio cuore che non vuole sapere di rallentare.


 

**



“Prue, Prue aprimi! – qualcuno bussa alla porta, so già chi è ancor prima che pronunci il suo nome – Sono Candy, aprimi!”
Sospiro profondamente, non so se sono pronta per un confronto con la mia amica ma non posso neanche rimanere per sempre in questo bagno, – o forse sì? – tenere la testa nella sabbia come farebbe uno struzzo colpito da un attacco di panico. Mi alzo con uno scatto delle braccia dal lavabo su cui mi sono seduta e apro finalmente la porta, permettendo alla mia amica di entrare e iniziare la sua carrellata di domande.
“Ti dispiacerebbe dirmi cosa ti è preso? Cosa ci fai qua dentro, e perché Kurt e Iwan hanno continuato per minuti a battibeccare e guardarsi come due cani rabbiosi?”
“Idioti! – esclamo in un sussurro, pensando a quei due che marcano il territorio come due animali della foresta, due primitivi che devono ancora scoprire l’uso della parola – Gli uomini sono tutti uguali, una massa di imbecilli!”
“Su questo non ci sono dubbi, – concorda Candy, alzando un sopracciglio – ma non è per questo che sono venuta a cercarti: cosa succede, Prue? A me puoi dirlo.”
“Lo so, lo so. – rispondo, passandomi una mano tra i capelli corti: ho già nascosto una volta le verità a Candy e poiché questo mi è costato quasi la sua amicizia sono decisa a non commettere nuovamente questo stesso errore – E’ solo che tutto questo è così assurdo e paradossale che neppure io riesco a crederci.”
“Questo, questo cosa?” Candy è confusa, ha tutto il diritto di essere. Dopo tutto lo sono anche io, sono davvero confusa e incasinata.
“Iwan! – esclamo, pronunciando il suo nome, quel nome che racchiude tutto – Lui, io… noi…” prendo un respiro profondo, rido istericamente per un istante: “Non avevo idea che lui… come diavolo avrei potuto? Cazzo, cazzo!”
“Prue, calmati e fammi capire bene: mi stai dicendo che lo conoscevi, che vi siete già conosciuti prima di stasera?” chiede ed io annuisco: “Cazzo!”
“Quattro giorni fa: è venuto al Whiskey, ha bevuto qualcosa, abbiamo iniziato a parlare, flirtare, e poi…” gesticolo con le mani, sembro una di quegli italiani che popolano il quartiere di “Little Italy” a New York.
“Abbiamo scopato!” confesso finalmente, e mi sento più leggera di qualche chilo: “Abbiamo fatto sesso, tre volte – faccio segno con la mano per sottolineare meglio il concetto, come se ce ne fosse bisogno poi – e sono stata così bene con lui che…” scrollo le spalle, non so cosa dire, cos’altro dire: “Mi è piaciuto, mi è piaciuto così tanto, e lui mi piace, mi piace molto, ma ora scopro  che è uno dei più cari amici di Logan, il suo amico d’infanzia, e vorrei solo fare i bagagli, prendere il primo aereo e andare lontano, magari a Timbuctù!”


Cala il silenzio: Candy non dice una parola, il suo cervello sta immagazzinando le informazioni appena ricevute, la sta elaborando ed io sono tornata a sedere sul lavabo, su quel ripiano di pseudo marmo che in quel momento mi sembra il posto più comodo – e sicuro - del mondo su cui sedermi. Temo di aver deluso Candice, ho paura che mi ritenga una pocodibuono, una che è capace di andare con il primo che capita solo per sfogare i suoi ormoni, anche se io so che non è così, che Iwan è stato più di questo, sarà più di questo.
“Candy…” la chiamo, azzardando quella prima mossa verso di lei, attendo una sua risposta, qualsiasi reazione.
“Diavoli, ragazza – dice finalmente, guardandomi dritta negli occhi – questa sì che è davvero una storia incasinata.” Si morde il labbro inferiore, poggia la sua schiena contro le piastrelle del bagno e torna a guardarmi, sul suo viso leggo tante domande, ma è solo una quella che mi pone: “Cosa pensi di fare adesso?”
“Adesso, in questo momento intendi?” chiedo a mia volta e lei annuisce: “Ora vorrei solo uscire di qui, andare a casa, mettermi in pigiama, sotto le coperte, dormire e svegliarmi domani mattina sperando di scoprire che tutto questo casino è stato solo un brutto sogno, uno scherzo della mia mente contorta.”
“Sì, potrebbe essere un’idea, ma dopo? Dopo cosa farai?” Candy continua a fare domande, ma io non sono sicura – anzi sono certa – di non avere la risposta.
“Io… - la guardo sottecchi, inspiro ed espiro lentamente scuotendo il capo – Non lo so, non ne ho la minima idea. ‘Fanculo!”
“In questo caso perché non torni fuori con me? Possiamo dire a Logan che non ti sei sentita bene, qualche cazzata inventata sul momento. Lui non ci crederà, ovviamente, ma farà finta di crederci e ti lascerà tempo di pensare.”
“Credo sia un’ottima idea, l’unica idea che mi sembra valida, quindi…” ancora una volta scendo dal ripiano, mi avvicino a Candy e mi scambio con lei un sorriso complice. Sono fortunata ad averla nella mia vita, l’ho sempre pensato ma in questo momento capisco che senza di lei sarei persa, non riuscirei ad affrontare il pasticcio in cui mi sono ficcata: “Andiamo e prendiamo il toro per le corna, ragazza!”


 

**



“Scusate l’assenza. Prue ha avuto un calo di pressione e abbiamo dovuto aspettare qualche minuto prima di uscire. Ma ora è tutto risolto e lei sta bene.” Candy mi guarda, sorride nervosa e cercando il mio assenso chiede retoricamente: “Non è così, Prue?”
“Esattamente così, sì!” esclamo con una voce che esce troppo stridula e poi mi accorgo che né Kurt né Emily sono seduti al tavolo: “Kurt ed Emy?”
“Sono andati via. – informa Logan con tono seccato, rigirando il bicchiere di birra bionda poggiato sul tavolo su se stesso – Problemi in paradiso a quanto sembra.”
“Oh, capisco…” assottiglio le labbra, capisco subito che i problemi sono stati causati da me, che Emily deve aver preso male quella pseudo scenata fatta da Kurt neanche mezz’ora prima e che probabilmente adesso staranno litigando animatamente da qualche parte, probabilmente nella macchina del biondo. “Mi dispiace…”
“Non dispiacerti, non per loro almeno. – riprende Logan, guardando prima me e poi Iwan, il bell’irlandese che se ne sta con gli occhi fissi sulla sua birra – Ma se vuoi puoi dispiacerti e pentirti per essere andata al letto con Iwan, cosa che potrei capire dato che non sapevi, non avresti mai potuto sapere, chi fosse.”
“Glielo hai detto?” sbotto, improvvisamente inviperita: “Come ti sei permesso, come… perché diavolo lo hai fatto? Non avevi alcun diritto, nessun diritto!”
“Certo che avevo diritto, ho tutto il diritto! Avrò anche vissuto a Dublino fino alla settimana scorsa, ma si dà il caso che conosco Logan da molto prima di te. E’ il mio più caro amico, oltre che il ragazzo che mi ha dato un tetto sulla testa, e se pensi che inizierò questa mia esperienza riempiendolo di bugie e cazzate come quella appena detta dalla tua amica ti sbagli di grosso, bellezza!”
“Io…” il cuore ricomincia a battermi forte: guardo Candy, che rimane in silenzio accanto a me, mortificata e dispiaciuta; guardo Logan, il suo viso che non lascia trasparire nulla; infine guardo Iwan e vorrei tanto prenderlo a sberle. Mi viene da piangere, vorrei tanto piangere e urlare ma mi obbligo a non farlo essere forte: prendo la mia roba, la mia borsa, il mio cappotto e la mia sciarpa e senza salutare nessuno mi allontano dal tavolo decisa ad uscire di scena una volta per tutte.


“Prue, Prudence!” sto camminando per strada, le braccia strette attorno al mio corpo a causa del freddo, quando sento Iwan chiamarmi.
Non mi fermo, non ho voglia di parlargli, non so neanche perché lui si ostini a seguirmi come un cane da caccia che insegue una preda.
“Che diavolo vuoi?” sputo velenosa quando lui mi chiama per l’ennesima volta, voltandomi per affrontarlo: “Non ti è bastato rovinarmi la serata, farmi passare per una stupida totale davanti ai miei amici?”
“Mi dispiace…” mi dice per la seconda volta quella sera, e per la seconda volta mi sembra davvero sincero: “Non volevo incasinarti, arrivare a tanto. Non so neanche perché mi sono così incaponito con te, fissato con una ragazza che praticamente non conosco ma è così. Quanto ti ho detto di essere stato bene quella sera con te lo pensavo davvero, non fingevo, non ho mai finto. E, ovviamente, non pensavo neanche che si arrivasse a tanto, e questo casino di proporzioni cosmiche.”
“Beh, forse avresti dovuto pensarci prima di molestarmi al bancone del bar, di provare ad afferrarmi un braccio per fare una scenata davanti a tutti.”
“Hai ragione, ho fatto una cazzata ma tu non volevi parlarmi mentre io sì: è tutta la sera che vorrei parlarti ma tu sfuggi, scappi via come l’acqua tra le mani.”
“Quanti bei paroloni: dimmi, in Irlanda parlate tutti così quando volete conquistare una donzella?”
“Non lo scoprirai mai.” Risponde, avvicinandosi e circondando la mia vita con un braccio: “Mi dispiace.” Ripete, baciandomi una guancia: “E se può farti piacere Logan non è arrabbiato, non con te almeno. Con me, beh, diciamo che mi ha riservato qualche parola di rimprovero, niente di troppo pesante.”
Mi bacia la mandibola, la tempia, ancora la guancia e poi le labbra: dovrei ritrarmi ma non lo faccio, non ne ho la forza, non lo voglio fare. Per quanto assurdo possa sembrare tra le sue braccia mi sento bene, viva, e il calore dei suoi baci mi indebolisce le ginocchia, inebria e ottenebra la mia mente.
“Ti odio, non ti sopporto.” Gli dico mentre mi bacia il collo, mentre le mie mani stringono una ciocca dei suoi capelli e il mio corpo dice tutt’altro, chiede e vuole tutt'altro.
“Bugiarda!” mi apostrofa divertito e mi bacia le labbra: “Mi piaci, Prue, mi piaci davvero, davvero molto e so che anche io ti piaccio, altrimenti non staremmo qui, per strada, a baciarci sotto la fredda luce dei lampioni.”
Lo guardo negli occhi, con un dito percorro il profilo del suo viso e sospiro arrendevole: “Hai ragione, mi piaci, ma ti odio per quello che hai fatto. – lo spingo leggermente indietro, ma la presa su di me è più forte, il mio tentativo vano – Stupido Irlandese!” lo apostrofo, fingendomi infastidita ma poi sorrido e mi stringo di più a lui, lo abbraccio a mia volta.
“Posso accompagnarti a casa?” mi chiede con il mento posato sulla mia testa, le sue mani che pigre accarezzano la mia schiena.
“Sì, puoi, ma questa volta non ti farò salire. Non te lo sei meritato affatto, e poi non sono la ragazza facile che pensi, quindi d’ora in avanti cambieremo musica.”
“Mai pensato che tu fossi una facile, dolcezza. – mi dice accarezzandomi una guancia -  Però se è questo quello che vuoi va bene: ti accompagnerò a casa, ti darò la buona notte e andrò per la mia strada.”
“Sembra un’ottima idea!” concordo, intrecciando una mano con la sua e iniziando a camminare: “E ora andiamo: fa freddo stasera e non voglio rischiare di prendermi un raffreddore a causa tua e delle tue smancerie da irlandese.”



________________________________________________________________________________________________________________________________

Angolo Autrice: Buosalve, gente! Chiedo immensamente perdono per il ritardo con cui aggiorno, ma questi mesi sono stati davvero un casino - prima la laurea, poi il trasferimento e l'inizio di una nuova università - e tra il poco tempo e la mancanza di ispirazione mi sono ridotta a questo! Spero che il capitolo vi sia piaciuto nonostante tutto - lo so, magari dopo questa attesa vi aspettavate di più e posso capire - e spero che ci sia ancora qualcuno disposto a seguire. Lasciate una recensione se vi va con le vostre opinioni, anche perchè noto che nell'ultimo non ce ne sono state molte e temo che la storia abbia perso interesse! :\
Alla prossima ;)

P.s. Ovviamente, come avrete capito, il banner rappesenta Prue e Iwan (che ha il volto del gallese Iwan Rheon, conosciuto per i suoi ruoli in Misfits e Game of Thornes).
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Ormhaxan