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Autore: Angel_Mary    16/10/2014    3 recensioni
“La prossima volta faccia più attenzione” e si mise a raccogliere i libri sparsi sul pavimento. James si preoccupò di aiutarla.
“Posso aiutarti?” chiese, prima di sgranare gli occhi, scorrendo i titoli dei tomi che appartenevano alla ragazza. ‘Armi permesse nei conflitti armati fra Stati’ e ‘Tecniche di reclutamento clandestino durante i conflitti armati’ risaltavano nel mucchio.
“Sei una soldatessa?” domandò incoraggiante, ma la ragazza, invece, parve non gradire la battuta, tanto che, dopo averlo fulminato con lo sguardo, rispose gelida “le sembro un soldato, signore?”
James la osservò riprendere i libri e sedersi accanto alla sua amica, la quale si stava facendo beffe di lui senza alcun problema.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Phelps, Nuovo personaggio, Oliver Phelps
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Natale con sorpresa.
 
 
“James, mi raccomando non far capire che spesso dormiamo insieme!” esclamò per la milionesima volta Marianna, mentre controllava il monitor: il volo in arrivo da Roma era in fase di atterraggio.
“Me l’hai ripetuto un sacco di volte … rilassati, sono appena iniziate le vacanze!”
Erano arrivati all’aeroporto con largo anticipo, e fin dal giorno precedente Marianna era molto preoccupata per come si sarebbero svolte le feste natalizie a casa dei genitori di James.
“Comincerò a rilassarmi, quando saremo sull’aereo che ci porterà a casa mia il primo gennaio” rispose toccandosi i capelli. James aveva imparato a conoscerla, e quando lei cominciava a torturarsi la lunga chioma significava che era un fascio di nervi.
“Serve a qualcosa dirti di stare tranquilla?” domandò retorico, alzandosi dalla sedia per avvicinarsi al luogo dal quale sarebbero sbucati da un momento all’altro i genitori di Marianna.
“Jim, sai benissimo che non sono preoccupata per l’incontro tra i nostri genitori … Abbiamo Vàlerie incinta, Joey che è diventato iperprotettivo e asfissiante, e ciliegina sulla torta ho fatto quella promessa ad Anne … abbiamo altro a cui pensare?”
James si grattò il mento, effettivamente la sua ragazza aveva ragione l’incontro tra i rispettivi genitori sarebbe stato il minimo di cui preoccuparsi.
“Ci sarebbe dell’altro, si” disse illuminandosi in viso, Marianna lo guardava scettica, mantenendo tra le braccia il suo piumino pesante.
“E sarebbe?”
“Decidere dove dormire il trentuno, visto che passiamo la serata a Londra. Te l’ho detto ieri sera …”
Marianna annuì, convinta “prenotiamo un albergo, così il giorno dopo possiamo andare all’aeroporto con tranquillità.”
James le sorrise, passandole un braccio intorno alla schiena attirandola a sé, prima di darle un leggero bacio sulle labbra.
“Vedrai, passeremo un bel Natale.”
“Non ho dubbi … Mamma, papà!” strillò la ragazza, non appena vide i suoi genitori uscire dalla zona del ritiro bagagli. Elisa e Massimo trascinavano due trolley ciascuno, stravolti ma con un bel sorriso sulle loro labbra. James vide Marianna correre loro incontro e abbracciarli, facendo cadere il suo piumino sul pavimento, talmente era contenta di rivederli. Loro la strinsero calorosamente, dandole parecchi baci sulle guance. James si avvicinò silenziosamente a loro, raccogliendo il cappotto imbottito della sua ragazza, prima di tossire lievemente, per far notare la sua presenza. Quando incrociò lo sguardo di Marianna, vide che sorrideva con gli occhi, finalmente serena.
“Buongiorno, sono James” tentò in un italiano incerto, porgendo la mano prima ad Elisa e poi a Massimo, che lo guardavano sorridenti. Entrambi strinsero vigorosamente la sua mano, prima di complimentarsi con la figlia.
“Mi hanno appena fatto i complimenti … ora, non montarti la testa” scherzò Marianna, ascoltando quello che aveva da dirle la madre.
“Dì a James, che abbiamo portato molte cose per i suoi genitori e che ci dispiace non poter parlare in inglese. Promettiamo che lo impariamo.”
Marianna tradusse velocemente, dopo aver ascoltato quello che gli aveva detto Elisa, James le sorrise contento, prendendole la valigia più grande e cominciando a camminare.
“Dai, andiamo. I tuoi genitori saranno molto stanchi. Non ti preoccupare se non mi traduci tutto, non voglio strapazzarti troppo” disse sincero verso la ragazza, che scosse la testa.
“Chiedono se rimani a pranzo con noi” aggiunse, mentre tutti e quattro si avviavano all’uscita, per raggiungere la macchina di James.
“Certo che rimango, non dovevi nemmeno chiedermelo. E’ il primo Natale che passiamo insieme …”
Marianna sorrise, prima di raccontare a sua madre, tutta contenta, cosa le avesse detto James.
“Sembra un bravo ragazzo … non vedo l’ora di avervi a casa a gennaio” sussurrò Elisa all’orecchio della figlia.
“Anche lui non vede l’ora, e finalmente potrò riposarmi un po’. Sto facendo pulizie da quando Erminia è tornata in Italia per le vacanze!”
Massimo, nel frattempo, si era avvicinato a James, e con un inglese piuttosto incerto provava a fare conversazione con lui. Non immaginava che alla figlia potesse piacere un ragazzone così alto, e così timido; anche se non parlavano la stessa lingua, stava cominciando a farsi un’idea di come potesse essere James con la figlia.
“Ecco, questa è la macchina di James” annunciò ai genitori, davanti a una berlina nera con i vetri scuri.
“Questa sarebbe la versione parecchio più lussuosa della mia utilitaria?” domandò ridacchiando Elisa, Marianna scosse la testa.
“Ci sono problemi?” chiese James curioso di capire lo scambio di battute tra Marianna e la madre.
“Oh, beh … mamma rifletteva sulla sua macchina. Tutto qui” sorrise Marianna, mentre aiutavano i genitori della ragazza a caricare le valige nel baule.
“Ora so da chi hai preso” disse divertito.
“Sarebbe un complimento?”
James scosse la testa, sistemandosi il cappello prima di entrare in macchina, seguito da Marianna che si sedette davanti, accanto a lui.
“Certo che è un complimento, si vede che i tuoi genitori sono delle persone simpatiche!”
 
 
La mattina di Natale la sveglia suonò molto presto nell’appartamento di Marianna, perché sia lei che la madre dovevano terminare di preparare alcuni piatti tipici della loro tradizione.
La cena della Vigilia era andata benissimo, Susan e Martyn avevano incontrato Elisa e Massimo, e tutti e quattro si erano complimentati a vicenda per come avessero educato i figli. La nonna dei ragazzi era rimasta molto dispiaciuta nel venire a sapere che Marianna fosse cresciuta senza nonni, tanto che aveva provato più di una volta a chiedere alla ragazza di James di chiamarla come facevano i nipoti, ma alla fine aveva desistito per gli sguardi preoccupati che le aveva lanciato James. Era felice che le loro famiglie andassero d’accordo, ma temeva che Marianna potesse sentirsi soffocare, visto che già aveva avuto modo di notare che non viveva al meglio il fatto che molte ragazze lo fermassero praticamente ovunque, ed era comunque perplesso delle reazioni che avrebbe potuto avere ad Orlando.
“Secondo te, come dovrei vestirmi? James mi ha detto che di solito indossano maglioni natalizi … sai con quelle fantasie, che io non metterei nemmeno se dovessi andare in giro nuda …” cominciò Marianna, mentre continuava a girare il sugo che stava preparando.
Elisa ridacchiò “penso che a James non dispiacerebbe se andassi in giro senza vestiti …” disse con tono casuale e allo stesso tempo molto divertito.
“Mamma! Ma che dici …”  rispose lei, mentre le guance le si imporporarono.
“Dico che preferisco non chiederti nulla … basta che state attenti, e che non facciate i deficienti.”
“Oddio, mamma. Mi conosci non sono quel tipo di ragazza …” Marianna si sentiva imbarazzata, anche se si aspettava quel tipo di discorso da quando le aveva comunicato che James era diventato il suo ragazzo.
“D’accordo, volevo soltanto che lo sapessi. Oggi vengono anche Vàlerie e Joey, vero?”
Marianna annuì “Vàlerie avrebbe preferito trascorrere il Natale a Montreal, ma visto il suo stato interessante, hanno preferito rimanere qui.”
“Non mi ricordo mai, chi dei due parli l’italiano …” sussurrò Elisa, concentrata, mentre guardava con sguardo assorto la torta salata nel forno.
“Entrambi, mamma. In Quebec insegnano l’italiano fin dalle elementari …”
Massimo, che fino a quel momento, stava provando ad ascoltare il telegiornale in inglese, spense il televisore, e si rivolse alla figlia.
“Tu e James vi siete già scambiati i regali?”
Marianna negò con il capo.
“Sinceramente, mi auguro che non abbia speso molto, ha già preso i biglietti per l’Italia, e per Orlando …” disse, cupa.
“Non ti crucciare troppo, d’accordo? Se lui non si fa problemi, perché dovresti farli tu?”
Marianna avrebbe voluto continuare quella conversazione, ma il suono del citofono, la fece sobbalzare. Era arrivato James, e lei era ancora in pigiama!
“Trattenetelo in qualsiasi modo, io vado in bagno, mi lavo, mi vesto e mi trucco!”
I genitori scossero la testa, prima di accogliere il ragazzo in casa.
Un po’ di tempo dopo, quando fu pronta, Marianna trovò James e suo padre, seduti sul divano intenti a bere una tazza di caffè e a guardare la televisione.
“Guardavo con tuo padre la televisione” annunciò James, soddisfatto di essere riuscito a trovare un programma che Massimo riusciva a capire, anche senza parlare inglese.
“Sei in anticipo” gli sorrise la ragazza.
James aveva cominciato a guardare Marianna, come se volesse dirle qualcosa di importante, ma sembrava essere un po’ imbarazzato vista la presenza dei suoi genitori. Elisa, notato lo scambio di sguardi tra i due ragazzi, fece un cenno al marito e andarono nella stanza di Marianna, per prepararsi.
Rimasti soli, James  si alzò dal divano, e abbracciò con slancio la ragazza, che accanto a lui sembrava sempre minuta.
“Buon Natale” le disse, dandole un bacio sulla fronte. Le guance di Marianna divennero dello stesso colore del vestito che indossava.
“Buon Natale anche a te” sussurrò, guardandolo negli occhi.
“Visto che ieri sera mi hai impedito di darti il mio regalo davanti a tutti …” cominciò James, ma Marianna roteò gli occhi.
“Credo che non avrei retto qualche altra tua perfomance discutibile …”
James sbuffò piano, sapendo che Marianna aveva ragione, di nuovo.
“Comunque, tieni, questo è per te” e prese dal tavolino davanti al divano, un pacchetto con un grosso fiocco. Marianna trattenne il respiro, perché riconobbe la forma di quella scatoletta: quando era piccola aveva sempre provato qualche anello di sua madre, ma James non poteva regalarle già un anello … o si? Prese il pacchetto, con le mani tremanti, e cominciò a scartarlo timorosa, mentre la sua mente, le mostrava tutti i momenti che avevano passato insieme da metà settembre fino a quel giorno. Tolta la carta da regalo, la scatolina si mostrò per quello che lei aveva immaginato: il contenitore di un anello.
Marianna guardò James, cercando una qualche conferma di quello che racchiudeva la scatolina, ma lui, pur avendo colto lo stato d’animo della ragazza, le passò un braccio intorno alla vita, aspettando che lei scoprisse il contenuto di quella piccola scatola blu. Lei aprì piano il coperchio … prima di sgranare gli occhi e si tirare un sospiro di sollievo.
“La scelta non è stata facile … Ho impiegato tre ore per sceglierlo, Ollie aveva raggiunto la soglia di sopportazione massima” rivelò James, ma Marianna era ancora senza parole: non si trattava di un anello di fidanzamento, per fortuna, ma era comunque un oggetto molto importante e molto costoso. 
“Mi hanno assicurato che le pietre non sono state lavorate da nessun bambino, quindi non indosserai qualcosa derivante dal lavoro minorile” aggiunse in fretta, intuendo quali altri pensieri affollassero la mente di Marianna, che parve riprendersi dallo shock.
“Me lo metti tu?” chiese.
James annuì, prendendole la mano sinistra, e infilando l’anello al suo anulare.
“So che è un oggetto importante … quando l’ho visto mi è piaciuto, e volevo che lo indossassi tu.”
Marianna si rimirò la mano sinistra, sulla quale spiccava un anello a fascetta in oro bianco, in cui erano incastonate alcune pietre colorate che riflettevano la luce.
“Penso che il mio regalo sia nulla in confronto a questo” disse, mostrando la mano sinistra.
“Sai che non è vero” rispose James, soddisfatto nel vedere che l’anello le andasse bene e che non fosse troppo stretto, come invece aveva temuto. Marianna gli porse un pacchetto, era stata indecisa per tutto il tempo su cosa regalare a James, alla fine qualche giorno prima aveva costretto Oliver ad accompagnarla in giro per negozi.
“Mi ha aiutato tuo fratello a sceglierlo … così, quando qualche giornalista o qualche ragazza carina ti si avvicina, vede anche questo …” e gli porse una scatolina rettangolare. James sciolse l’abbraccio, per aprire il suo regalo di natale: era un bracciale, molto semplice, ma allo stesso tempo bellissimo.
James le diede un bacio delicato sulle labbra, prendendo una decisone che nemmeno lui si sarebbe aspettato che arrivasse così all’improvviso.
 
Avevano trascorso il pranzo in piena serenità, a parte qualche bisticcio tra  e sua moglie, e prima di degustare i dolci natalizi preparati dalla nonna dei ragazzi, da Susan, da Elisa, Marianna e Vàlerie, tutti i presenti avevano concordato di fare una piccola pausa dal pranzo, e aspettare che gli stomaci di tutti fossero pronti a ricevere altro cibo.
Marianna era seduta sul divano insieme a Vàlerie, Charlotte, la cugina dei gemelli, e la nonna che si divertiva molto ad ascoltare i pettegolezzi che si raccontavano le ragazze e che bevevano dell’ottimo the inglese.
“E’ diventato insopportabile … e non sono ancora entrata nel secondo mese” comunicò atona, Vàlerie “ci credete che stamattina non voleva che preparassi il caffè, perché temeva per la nostra incolumità?!”
Marianna scoppiò a riderle in faccia: da quando Vàlerie e Joey avevano detto loro ufficialmente che aspettavano un bambino, la sua amica non trascorreva più in pace nemmeno cinque minuti.
“Si vede che è molto innamorato di te, cara. L’avete detto ai vostri familiari?”
Vàlerie annuì raggiante.
Charlotte e Marianna erano entrambe concentrate ad osservare i gemelli, che stavano armeggiando con i rispettivi telefoni cellulari.
“Ma anche il giorno di Natale devono stare attaccati a quei cosi?” sbottò Marianna, leggermente infastidita. Capiva perfettamente che James e Oliver fossero seguiti da mezzo milione di persone … ma in fondo era Natale in qualsiasi Paese del mondo.
“Mari, smettila. James è completamente andato per te, di cosa ti preoccupi?”
Chiese Vàlerie, mentre versava nella tazza un po’ di the, sotto lo sguardo indagatore di Joey.
“Da quando sei incinta, sembri il grillo parlante di Pinocchio … e sappilo, io non l’ho mai sopportato!”
“Se può farti piacere, ma tanto penso che tu lo sappia già, non ho mai visto James fare così sul serio con una ragazza … considerando il fatto che state insieme da poco” si intromise Charlotte timidamente. Marianna le sorrise, trovava la cugina di James e Oliver veramente simpatica e alla mano.
“Ho avuto modo di intuirlo …” rispose con una punta di orgoglio, prendendo la sua tazza di the, davanti a lei “spero soltanto che quello scemo di Oliver non ne combini una delle sue …”
Vàlerie, sorrise, complice. Lei era stata informata da Marianna e James del piano che avevano architettato per lui.
“Scusa, cosa intendi?”
La nonna parve folgorata “non mi dire che hai fatto in modo che il mio Oliver incontri quella Anne? Quella squisita ragazza …”
Marianna sgranò gli occhi, mentre Charlotte si morse la lingua per lo stupore, mentre Vàlerie continuava a sorseggiare il suo the, serafica.
“Ehm … si, però non ditelo a Oliver. Quello è il mio regalo di Natale per lui”
“E quale sarebbe il mio regalo di Natale? Io non vedo nessun pacco regalo per me.”
Oliver era sbucato alle spalle di Marianna, non sentendo, per pura fortuna, quello che la ragazza aveva rivelato. Charlotte non si scompose nemmeno un po’, con tutti gli scherzi che aveva subito da bambina da quei due diavoli, non avrebbe fatto la spia per nulla al mondo.
“Dovrebbe essere qui a momenti, Ollie caro” soffiò Marianna, pronta al divertimento. Oliver era pronto a ribattere, ma Susan ed Elisa comparvero nella sala da pranzo con due vassoi enormi.
“Ollie, è arrivata Anne. Vai ad aprire la porta, per piacere.”
Oliver si voltò immediatamente prima verso Marianna, poi verso suo fratello.
“Tu sapevi che la tua ragazza si è impicciata negli affari miei?!” quasi urlò al gemello, che aveva smesso di guardare il telefono e cercava di parlare con il padre di Marianna.
“Ho provato a farla desistere … la conosci anche tu” disse sollevando le spalle, per poi ritornare a provare a comunicare con Massimo, il quale chiedeva, indicando gli oggetti presenti nella stanza, come si dicessero in inglese.
“Si può sapere perché diavolo hai invitato Anne qui, oggi?”
Oliver  stava alzando leggermente la voce, ma Marianna non parve impressionata nemmeno un pochino.
Susan guardò di traverso il figlio, infastidita, prima di intromettersi “Oliver, và ad aprire la porta, Anne starà gelando là fuori” prima di riprendere a sistemare i dolci sul tavolo, aiutata da Elisa e da sua cognata.
Oliver lanciò un’occhiataccia a Marianna e James, prima di andare all’ingresso.
“Mari, ma sei sicura che tu abbia fatto la cosa giusta?”
“Joey, sappi che tua moglie incinta è insopportabile!” sbottò Marianna rivolta all’amico.
 
Anne aspettava che qualcuno venisse ad aprirle la porta, sentiva i battiti del suo cuore che erano accelerati, e sperava vivamente di riuscire a risolvere in qualsiasi modo la situazione con Oliver.
Si erano lasciati ufficialmente alla fine dell’estate, perché lei si era stancata di aspettare che lui accarezzasse l’idea di poter costruire qualcosa di più importante. Erano stati insieme più di sette anni, e nessuno dei due aveva intenzione di cominciare un nuovo capitolo della loro vita senza l’altro, anche se Oliver non aveva il coraggio di ammetterlo. Anne, quando aveva incontrato per caso Marianna al centro commerciale, si era sentita baciata dalla fortuna: aveva sentito che James avesse una nuova ragazza, ma non immaginava che l’avrebbe conosciuta casualmente. Marianna si era mostrata un’amica fidata e leale, e da quando erano diventate amiche, lei le aveva promesso che avrebbe fatto di tutto pur di aiutare lei e Oliver a risolvere quella situazione.
Anne aveva perso quasi tutta la speranza che Oliver le aprisse la porta, ma quando udì dei rumori provenire dall’interno e Margaret la cagnolina di Susan, cominciò a sudare freddo.
“Ciao.”
Oliver aveva aperto la porta, ed era rimasto in piedi ad osservarla, cercando di non far uscire la cagnolina, che reclamava attenzione da parte di uno dei suoi padroncini.
“Buon Natale anche a te, Ollie” rispose Anne, determinata. Non sarebbe andata via da lì senza avere delle risposte, sia che esse fossero state positive, sia che fossero state negative.
Oliver la stava scrutando in silenzio, era ancora furioso con Marianna, e anche con suo fratello. I gemelli non si dovevano difendere vicendevolmente?
“Ti dà fastidio se parliamo fuori? So che si gela … ma in casa c’è troppa gente” le disse senza guardarla davvero negli occhi. Anne respirava a fatica, con un groppo in gola.
“Sono venuta per te, non per le altre persone” ammise lei. Era inutile nascondere la verità, era passato il tempo in cui aspettava che fosse lui a fare qualche passo importante.
Oliver chiuse la porta, prese giaccone e cappello, e uscì. Stava cominciando a essere meno arrabbiato con James, forse Marianna voleva davvero che quello fosse il suo regalo di Natale per loro.
“Possiamo sederci in veranda, qui non possono né vederci né sentirci … sono tutti in salotto” si sedette su una panchina di legno, dove lo raggiunse Anne.
Anne fece un respiro profondo, timorosa, emozionata, e quasi con le lacrime agli occhi.
“Questi cinque mesi sono stati uno schifo. I più lunghi da sette anni a questa parte” esordì, stupendosi di sé stessa.
Oliver chiuse gli occhi, anche per lui erano stati un completo inferno.
“So che è stata una mia decisione finire la nostra storia … ma Ollie, non pensi che siamo arrivati ad un’età in cui possiamo fare dei progetti per noi? Per il nostro futuro? In quest’ultimo periodo ho conosciuto Marianna, Erminia, Vàlerie … e loro che sono più piccole di me, fanno progetti concreti. Guarda Vàlerie e Joey, si sono sposati l’estate scorsa e aspettano un bambino, e da quanto tempo stavano insieme?”
Oliver aprì gli occhi: quindi Anne era diventata davvero amica di Marianna, Erminia e Vàlerie?
“Non credo che mio fratello e Marianna stiano già facendo dei progetti particolari … se devo essere sincero, James sembra essere tornato adolescente. Corrono troppo, entrambi sanno come la penso” rispose, leggermente scosso dalle implicite accuse che gli stava facendo la ragazza.
Anne scosse la testa “Oliver, non ti sto chiedendo di diventare mio marito domani … ma non credi che sette anni siano sufficienti per pensare di provare a convivere insieme? O di uscire allo scoperto?”
Oliver la guardò malissimo: aveva provato più di una volta a far capire a tutti i suoi fan che fosse fidanzato, ma l’ultima volta che l’aveva fatto, qualcuno aveva finto di essere Anne su twitter, con la seguente conclusione che loro due avevano avuto un’accesa discussione.
“Sai perfettamente che voglio tenere la mia vita privata per me. Al mondo intero non importa chi frequento, nemmeno fossi il principe Harry.”
Anne rimase in silenzio a riflettere, sapeva che Oliver si stava comportando in quel modo per cercare di difendersi … sua sorella le aveva consigliato di parlare con il cuore in mano, ma avrebbe funzionato?
“Ho provato ad andare avanti, a dirmi che io potevo farcela da sola, a ricominciare, ad andare a lavoro sempre con il sorriso, ho anche provato a frequentare qualcuno …”
Oliver trasalì, lui non ci aveva nemmeno provato a superare quella storia, si svegliava tutti i giorni sapendo che fosse oberato dagli impegni, che riuscivano ad occupare la sua mente.
“Tu hai provato a frequentare qualcun altro?”
Le parole gli sfuggirono dalla bocca fin troppo velocemente.
“Sorpreso?”
L’espressione del volto di Anne era indecifrabile. Rifletteva che giusto l’anno prima, erano insieme dall’altra parte del mondo a festeggiare il loro anniversario.
“Io non ci ho nemmeno provato veramente …” disse in un sussurro.
“Ollie, io ci ho provato con tutta me stessa, ma anziché stare meglio, sono stata peggio.”
Oliver si accorse che gli occhi di Anne erano lucidi, pieni di lacrime. Aveva capito quanto costasse alla ragazza parlargli in quel modo. Lei pur essendo molto dolce, non esternava i suoi sentimenti, e forse era arrivato il momento che anche lui parlasse a cuore aperto, senza vergognarsi.
“Sono un cretino.”
Oliver mise un braccio intorno alle spalle di Anne, prima di stringerla forte a sé. Anne ricambiò l’abbraccio, prima di poggiare il suo viso sul petto di Oliver per sentirsi al sicuro.
“Pensi che sia troppo tardi se provassimo ad andare avanti e a costruire qualcosa di nuovo e di più bello?”
Anne lo guardò di nuovo, questa volta con un sorriso smagliante, poi entrambi annullarono quella poco distanza che c’era tra loro.
 
 
“Sono preoccupata,Martyn. Non staranno gelando là fuori?”
Susan sembrava molto ansiosa, mentre Martyn studiava le sue carte.
“I nostri figli hanno la testa sulle spalle. Non ti preoccupare, e comunque tocca a te.”
Avevano cominciato una partita a bridge insieme ai genitori di Marianna, e quelli di Charlotte e a sua madre, mentre i ragazzi aspettavano Oliver e Anne.
 “Tesoro, sei sicura di sentirti bene? Non hai mangiato troppo?”
Vàlerie roteò gli occhi, amava Joey, ma non avrebbe resistito per altri otto mesi in quelle condizioni.
“Oddio, Joey, tua moglie è incinta, non è malata. In teoria dovrebbe mangiare per due … e non come un passerotto poco affamato” concluse Marianna.
“Da quando sei un’esperta di donne incinte?”
La sfidò Joey, mentre James continuava a lanciare occhiate prima allo schermo del suo telefono, e poi all’ingresso sperando di veder comparire Oliver e Anne da un momento all’altro.
“Joey, davvero, sto bene. La ginecologa ha detto che stiamo bene, e che se ho fame, devo mangiare. Lo so già che diventerò una balena, cerca di non ricordarmelo costantemente” rispose gentile Vàlerie. Marianna sgranò gli occhi: da quando la sua amica rispondeva in quel modo così tranquillo al marito?
“Davvero, la gravidanza ti sta facendo impazzire …” disse guardando James, contenta di non dover pensare a certe cose.
“Beh, dovresti provare. È una cosa bellissima, cominci a vedere il mondo con occhi diversi” rispose Vàlerie, mentre Joey faceva una lievissima carezza alla pancia della moglie ancora piatta.
James e Marianna si guardarono: nessuno dei due aveva intenzione di fare un pensiero del genere per altri dieci anni!
“Per adesso, mi accontento di ruolo di zia acquisita. Non ho intenzione di scodellare un pargolo per un bel po’!”
“Abbiamo tante altre cose a cui pensare adesso” disse James, dando man forte alla sua ragazza.
“Certo, come se nessuno sapesse che voi due non vi divertiate …” sghignazzò Joey, seguito a ruota da Vàlerie, ma i diretti interessati parvero essere diventati improvvisamente sordi.
“Marianna, scusa se ti disturbo, ma ti squilla il telefono, dovrebbe essere il numero italiano” la interruppe la madre, indicando la borsa.
“Non possiamo stare tranquilli nemmeno il giorno di Natale?” domandò affranta.
James parve dare un’ultima occhiata allo schermo del suo telefono, prima di nasconderlo in tasca. Vàlerie notò il gesto … James stava nascondendo qualcosa alla sua amica? Se solo lui avesse provato a far soffrire Marianna, incinta o no, lei gliel’avrebbe fatta pagare cara.
Marianna si affrettò a rispondere: era Valeria, la sua migliore amica, che viveva in Italia.
“Perché non me l’avevi detto?”
Marianna aggrottò la fronte, non aveva detto cosa? Lei era stata tra le prime a sapere di lei e James.
“Buon Natale anche a te” disse, ancora confusa.
“Ma sai almeno di cosa sto parlando?”
Marianna riusciva a sentire la voce di Valeria eccitata, ma cosa avrebbe dovuto dirle?
“Veramente no … sapevi già che il primo gennaio sono a casa. Cosa avrei dovuto dirti?”
James scrutava Marianna con una strana espressione in volto, Vàlerie aveva una mano sulla pancia, mentre Joey aveva notato che Oliver ed Anne erano entrati in casa.
“Mari, ma da quanto tempo non vedi il profilo twitter di James?”
Marianna udite le parole dell’amica, si voltò in direzione di James, il quale stava salutando Anne, che era appena entrata in salotto accompagnata da Oliver.
“Vàlerie, potresti andare su twitter?”
“Cosa devo vedere di preciso?”
Marianna aveva ancora la telefonata aperta, e avvertiva l’emozione dell’amica, anche se erano a chilometri di distanza.
“Il profilo di James, Valeria dice che dovrei vedere una cosa …”
Oliver lanciò uno sguardo al fratello: cosa si era perso, mentre era fuori con Anne?
“Che diavolo hai fatto adesso?” sussurrò all’orecchio del fratello, il quale gli fece cenno con la mano di non preoccuparsi.
Vàlerie digitò velocemente sul touch screen del suo cellulare, prima di rimanere a bocca aperta.
Oh mon Dieu! James … stai scherzando?”
Poi mostrò il cellulare a Joey, il quale sorrise all’indirizzo degli amici: finalmente avrebbe potuto prendere in giro James in maniera decente.
“Potreste rendere partecipe anche me, per piacere?”
Tuonò minacciosa Marianna, dopo aver chiuso la telefonata con l’amica, con la promessa che l’avrebbe chiamata una volta tornata a casa.
James le si avvicinò, prendendole la mano.
“Prometti che non impazzisci, non dai di matto e non cominci a parlarmi in italiano senza che io capisca nulla?”
Marianna sembrò preoccupata dalle sue richieste.
“Te lo prometto, basta che mi fate capite che sta succedendo!”
Joey porse il telefono della moglie alla amica, la quale rimase immobile per qualche attimo.
Sul profilo di James c’erano due nuovi post, aveva pubblicato prima una foto su twitter, e poi su instagram con la stessa didascalia: ‘da un po’ di tempo a questa parte, tutti mi dicono che sembro molto più felice. Vi presento l’autrice della mia felicità’.
Marianna guardò meglio lo schermo, James aveva pubblicato una delle loro foto preferite: quella in cui James aveva i baffi di cioccolato, e Marianna una strana forma di cioccolato sulla guancia.
“Stai bene, tesoro? Non sei contenta?”
Anne era alla destra di Marianna, e guardava lo schermo sorridente, mentre Oliver non voleva credere ai suoi occhi: chi era il folle che aveva il coraggio di dire che quello irrazionale fosse lui?
“Mamma, abbiamo un calmante? Penso che la ragazza di James stia per avere un attacco isterico” ridacchiò Oliver.
Marianna era ancora immobile senza parole: James aveva detto a tutto il mondo di loro due.
“Jim, sto avendo un calo di pressione, mi sento svenire” prima di traballare, James la sorresse con forza. Massimo ed Elisa erano subito corsi vicino alla figlia, agitatissimi, per fortuna Marianna non aveva perso conoscenza.
“Non sei incinta, vero?”
“Jim, non dirlo nemmeno per scherzo … mi è arrivato il ciclo tre giorni fa!”
Quello sì che era un vero regalo di Natale … ma Marianna doveva ancora capire chi fosse il destinatario!  
 
 NdA: all'inizio non pensavo che venisse così ... cosa ne pensate? Che ne dite di Anne e Oliver? Di Marianna e James? Spero che vi piaccia ... adesso mancano solo tre capitoli alla fine. :) 
Al prossimo capitolo.
Un bacio,
Angel
  
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