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Autore: Kerri    16/10/2014    2 recensioni
"Perché forse, in un certo senso, non ci eravamo lasciati alle spalle quello che ritenevamo di aver abbandonato. Perché, sotto sotto, una parte di noi rimase sempre così: timorosa del mondo intorno e- non importa quanto ci disprezzassimo per questo- incapaci di staccarci l’uno dall’altra".
Killian è scomparso misteriosamente. Da poco, Emma aveva finalmente ammesso di provare qualcosa per lui, di non essergli del tutto indifferente e Killian è felice, felice come non lo era stato da tempo. Tuttavia qualcosa o qualcuno, è deciso ad immischiarsi e cancellare i suoi piani. Non vuole rivelare ad Emma la verità, non può metterla in pericolo. Decide di mentirle e anche se la donna se ne accorge, non lo blocca. Subito dopo però se ne pente. Ma si arrenderà e lo lascerà andare? O vorrà scoprire la verità? Perchè Killian l'ha lasciata? E' in pericolo?
E' una storia d'amore, d'amicizia, di rimpianto e di perdono. Emma dovrà confrontarsi con sentimenti nuovi e con nuove avventure per raggiungere il tanto meritato lieto fine.
Il tutto è ambientato subito dopo la fine della terza stagione.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Kil, amico, posso parlarti un attimo » chiese Flynn titubante dopo le consuete presentazioni. Flynn era sorpreso, anzi scioccato! Mai avrebbe immaginato che, durante quei giorni da ricercato avrebbe ricevuto così tante visite. Insomma, l’aiuto di Killian l’aveva chiesto, loro due si conoscevano da decenni, ma quella biondina non l’aveva mai vista prima. Per quanto ne sapeva avrebbe potuto essere benissimo una spia o persino la responsabile dei furti. E Killian, come al solito, si era fatto abbindolare da quei suoi occhi verdi smeraldo.
Il pirata acconsentì anche se non riusciva a spiegarsi come mai Flynn volesse allontanarsi così tanto da Emma. Non le era stato accanto per tre lunghe settimane e adesso aveva intenzione di recuperare ogni istante perduto. Si sentiva talmente libero, leggero e felice come mai prima d’allora. La donna che amava e che era stato costretto a lasciare, era venuto a cercarlo, a chiedere spiegazioni.  Perché anche lei l’amava, anche lei teneva a lui, al loro ipotetico futuro insieme. Seguì Flynn perso nei suoi pensieri con un sorriso da ebete, lanciando un’ultima occhiata sognante ad Emma.
« Insomma amico, che problemi hai? » chiese Flynn con un tono accusatorio, quasi arrabbiato, facendolo tornare alla realtà.
« Che intendi Flynn? » chiese stranito, non riuscendo a capire le intenzioni dell’amico. A lui sembrava tutto così perfetto adesso.
« La bionda! Per quello che ne sappiamo, potrebbe essere una spia! »
Killian scoppiò a ridere. Non provò neanche ad arrabbiarsi (cosa che avrebbe fatto in altre circostanze) perché era troppo felice.
« Flynn ma non capisci? Emma è venuta fin qui per me! Si è messa in viaggio, ancora non so come diavolo ha fatto a trovarmi! Ma caspita, quella donna mi stupisce ogni giorno! Puoi fidarti di lei, non è una spia! »
Flynn lo fissò senza dire nulla, stava cominciando a capirci qualcosa. Il motivo per il quale il suo amico era così schivo, così nostalgico, così perso nei suoi pensieri…
Era per via della biondina dagli occhi verdi!
« Amico, lasciatelo dire, sei messo proprio male! » commentò, ritornando il vecchio Flynn di sempre. Le sue parole non lo avevano convinto appieno poiché, dopo tutto ciò che gli era capitato, non si fidava più ciecamente delle persone. Per ironia della sorte, non sapeva che Emma, dal canto suo, era più restia di lui a concedere la sua fiducia a qualcuno e questo il pirata lo sapeva bene.
« Senti chi parla! » gli disse Killian, dandogli un leggero pugno sulla spalla e poi tornò serio. Era giusto, gli doveva una spiegazione. Dopotutto, era da sempre il suo migliore amico e lui si era confidato. Adesso toccava a lui.  
« Flynn, lei è tutto ciò che ho cercato in questi trecento anni. Lei è la mia possibilità di redimermi. »
Flynn annuì, leggermente colpito dalle parole dell’uomo. Conosceva la sua reputazione, aveva sentito parlare del capitano più temuto di tutti i mari e delle sue bravate. Ma gli era difficile conciliare Capitan Uncino con il suo migliore amico, sapeva che sotto quella dura scorza c’era ancora del buonsenso in lui. E il fatto che si trovasse lì per aiutarlo in un’impresa del tutto suicida ne era una prova.
Ritornarono da Emma, che nel frattempo stava spegnendo ciò che rimaneva del fuoco della sera prima. Killian si accomodò accanto a lei e Flynn rimase un po’ in disparte. Non voleva essere il terzo incomodo.
« Allora, Swan, come ci sei riuscita? » chiese Killian curioso.
La ragazza lo guardò.
« A fare cosa, precisamente? » Era esausta, non dormiva da due giorni e il viaggio l’aveva spossata.
« Ad arrivare fin qui, a trovarmi! » chiese Killian pieno di enfasi. Tutto il malessere e la stanchezza dei giorni passati erano svaniti non appena aveva visto Emma.  
« Probabilmente se te lo dicessi, non mi crederesti. » commentò divertita.
« Comunque ho parlato con Raperonzolo. » continuò seria.
Flynn si girò di scatto e si incamminò verso di lei, attratto da quel nome che da troppo tempo cercava di dimenticare, inutilmente.
« T-tu l’hai vista? E come sta? » chiese non del tutto sicuro di voler conoscere la risposta. Emma sospirò.
« È distrutta » disse abbassando lo sguardo. Killian si voltò preoccupato verso l’amico che si era voltato di nuovo di spalle.
« Tranquillo, Flynn. Vedrai che proveremo la tua innocenza. Adesso abbiamo un altro asso nella manica » disse sorridendo ammiccando verso Emma che gli diede una gomitata nello stomaco.
Dio, come le era mancata!

 
Emma aveva raccontato tutto ciò che era successo con Raperonzolo. Il castello sfarzoso, le due enormi guardie, il malinteso con la regina, lo specchio, i fiumi di lacrime…
Killian ascoltava attento, bevendo ogni parola che la ragazza pronunciava come un assetato. Flynn invece, ascoltava ma avevo lo sguardo fisso all’orizzonte.
« Ci sono ancora un paio di cose che non capisco… » commentò Killian sovrappensiero.
« Come hai fatto a trovarci? Siamo stati molto attenti a nascondere ogni traccia…»
« È stata Raperonzolo ad aiutarmi. Le sue guardie vi tenevano d’occhio da un po’ ma voi siete sempre riusciti a filarvela. Mi ha detto che l’ultima volta che vi hanno visti è stato su una spiaggia e conoscendoti, ho fatto due più due. » sorrise Emma.
« Ma ci sono milioni di spiagge, di posti… come facevi a sapere esattamente dove ci trovassimo? » chiese Flynn con il tono più curioso che era riuscito a trovare.
« Istinto forse, non so. È una cosa di famiglia, noi ritroviamo sempre le persone che amiamo… » disse Emma, poggiando la sua mano sottile su quella di Killian.
« Allora, qual è la prossima mossa? » chiese Emma, desiderosa di risolvere quella faccenda e ritornarsene a Storybrooke. Anche se non sapeva ancora come…
« Dobbiamo scoprire chi ha voluto incastrare Flynn… »
« E come? Potrebbe essere chiunque! »
« Flynn crede che sia stato qualcuno che lavorava al castello, qualche consigliere… »
« L’unico modo per provare la sua innocenza è ritrovare la corona e riportarla al castello… » disse Flynn, ripensando a quanto quell’oggetto fosse importante per lei.
« Allora mettiamoci in marcia! » propose Killian, scattando in piedi e trascinandosi Emma con lui che non riusciva più a reggersi in piedi, per quanto fosse stanca. Tuttavia non l’avrebbe mai ammesso e si preparò ad un lungo ed estenuante cammino nei boschi. Raccolsero quel po’ di oggetti che avevano e cominciarono ad incamminarsi. Lo stomaco di Emma brontolò e Killian le porse un po’ di carne essiccata che gli era avanzata. La ragazza la masticò lentamente e ingoiò, cercando di non pensare troppo a quanto fosse disgustosa. Perfino la chimera era meglio di quel malloppo rosso.
« Che schifo » commentò disgustata, bevendo l’ultimo goccio d’acqua che conservava nella sua borraccia.
« Benvenuta nella Foresta Incantata, tesoro! »
 
 
Killian aveva sentito in paese che qualcuno si aggirava nei boschi. I cittadini lo descrivevano come un uomo alto, magro e con un grosso fagotto tra le mani. Se i suoi sospetti erano esatti, quell’uomo era il vero colpevole e aveva nascosto la corona tra gli alberi. Voleva aspettare che passasse del tempo e le acque si calmassero, così dopo sarebbe ritornato a riprendere il bottino. Almeno, questo era ciò che avrebbe fatto lui se avesse rubato un tesoro di immenso valore e diciamocelo lui, di tesori, ne aveva rubati tanti, quindi si sentiva piuttosto esperto.
Così Killian, Emma e Flynn iniziarono ad ispezionare ogni angolo della foresta vicino il piccolo paesino. Quando vedevano della terra smossa, si precipitavano a controllare e scavare ma trovarono solo tane di talpe o conigli. Emma ne uccise perfino uno, sotto gli occhi sbalorditi di Killian.
« Che c’è?! – chiese, sentendosi addosso gli occhi dei due uomini – non avevate forse intenzione di mangiare di nuovo quella cosa disgustosa? »
Poiché erano tutti parecchio affamati, decisero di fare una piccola sosta. Emma e Killian andarono a cercare della legna da ardere e dell’acqua, mentre Flynn si occupava di scuoiare l’animale.
Mentre camminavano, fianco a fianco, Emma notò che Killian la fissava.
« C’è qualcosa che non va? » chiese fermandosi. Era stanca, affamata e assetata ma si sentiva piuttosto euforica.
Anche Killian si fermò e le sorrise.
« Niente, è che ancora non posso crederci, Swan… » le disse accarezzandole una guancia. Era davvero lei, lì con lui.
« Mmmm, non puoi crederci eh? » chiese maliziosa, avvicinandosi pericolosamente al suo volto. « E cosa potrei fare per farti capire che sono qui, proprio davanti a te? »
Quella donna l’avrebbe fatto diventare matto, prima o poi, ne era sicuro.
Stava per poggiare le sue labbra sulle sue e bruciare quei pochi centimetri che ancora li separavano, quando qualcosa catturò il suo sguardo. Uno strano rigonfiamento nel terreno.
« Emma! Guarda! » disse indicando un punto impreciso tra gli alberi. La ragazza puntò lo sguardo nella direzione che le indicava. Cercò di mettere a fuoco.  
Si avvicinarono.
Nel terreno vi era una piccola buca, poco profonda. Dentro giaceva un sacco marrone, apparentemente abbandonato.
« Emma, svelta! Va a chiamare Flynn! Credo che abbiamo trovato ciò che stavamo cercando. Il tipo è più stupido di quel che pensavamo… » commentò divertito.
« Va bene, aspettami qui. » disse la ragazza. Fece dietro-front e cominciò a correre. La radura dove avevano deciso di accamparsi non era distante ed Emma la raggiunse in pochi minuti.
« Flynn, Flynn corri! L’abbiamo trovata! Abbiamo trovato la corona! » disse Emma, non appena scorse l’uomo.
Flynn si precipitò immediatamente tra i boschi. Si accorse solo dopo poco che non aveva la più pallida idea di dove andare e aspettò che Emma lo raggiungesse, sperando di non aver perso anche lei. Fortunatamente Emma lo raggiunse poco dopo, con il fiatone.  Ritornare da Killian non fu facile come previsto ma alla fine riuscirono a trovarlo. Stringeva tra le mani il sacco e ne tastava il contenuto.
Aveva un sorriso a trentadue denti.
« Eccovi qui… credo sia proprio lei! » disse mentre estraeva l’oggetto dal sacco.
Non appena la sua mano toccò l’oro della corona, una nube grigiastra lo avvolse. Killian cominciò a tossire, Emma gridò.
« Killian! Killian! »
La nube sparì portandosi con sé anche Killian.
 
 
L’atterraggio non fu tra i migliori della sua vita. Cadde su un pavimento duro e umido, la corona rotolò accanto a lui. Si mise a sedere e si massaggiò il braccio e la testa. Dove diavolo era finito?
Cercò di mettere a fuoco, ma aveva la vista annebbiata a causa della nube o forse della caduta. Probabilmente per entrambe.
Strizzò gli occhi per farli abituare a quella flebile luce. Tutto era buio, tranne qualche torcia. C’era puzza di piscio e di morte. Killian rabbrividì.
« Bene, bene, bene… chi abbiamo qui? »
Una voce maschile, troppo tranquilla, troppo falsa.
Alzò lo sguardo e notò che si trovava in una cella. Dietro le sbarre vi era un uomo, probabilmente un principe a giudicare da come era vestito. I capelli rossi o almeno così sembravano alla luce delle torce, gli ricadevano sulla fronte e terminavano in lunghe basette ai lati delle guance. Degli occhietti piccoli lo scrutavano curiosi e allo stesso tempo delusi.
« Chi vuole saperlo? » biascicò Killian con voce roca.
« Sono Hans, principe delle Isole del Sud nonchè futuro re di questo regno
 

Emma continuò ad urlare e urlare, finché la voce le mancò. Il suo nome riecheggiava tra gli alberi e lei continuava a cercarlo, rifiutandosi di credere che l’avesse abbandonata. Non lui, non di nuovo.
Flynn la guardava con quel suo sguardo vacuo e sognante. Avrebbe voluto schiaffeggiarlo, scuoterlo forte e farlo svegliare.
« Dobbiamo trovarlo! » mormorò, cercando di ricacciare indietro le lacrime. Aveva attraversato mondi, mari e terre per lui e quando credeva di averlo finalmente trovato, qualcosa glielo portava via, di nuovo. Come se qualche forza sovrannaturale non volesse concederle il suo lieto fine. Solo problemi per la Salvatrice.
« Andiamo » disse Flynn, con voce seria e determinata « Ritorniamo al castello, dobbiamo parlare con Raperonzolo »
Emma annuì. Le sembrò la soluzione migliore che avessero. Raperonzolo era l’unica che avrebbe potuto aiutarli.
Si incamminarono. Emma d’istinto guardò il piccolo orologio che aveva al polso, più per abitudine che per altro. Erano passate poco più di dieci ore ed era riuscita a ritrovare Killian e a perderlo di nuovo. Avrebbero potuto darle un record, dubitava che qualcuno potesse batterla. Perfino i suoi genitori, quando si trovavano lì nella Foresta Incantata, con Regina che bramava vendetta e il regno da salvare, riuscivano a passare più tempo insieme di quanto avesse fatto lei con Killian. La luce filtrava tra le foglie degli alberi e le riscaldava la pelle. Aveva paura. Paura che gli fosse successo qualcosa, paura che non l’avrebbe mai più rivisto. Rabbrividì.
Ci sarebbe riuscita. L’aveva trovato una volta e poteva farlo anche un’altra.
Guardò le spalle larghe dell’uomo davanti a lei e stranamente, si tranquillizzò. Le ricordò suo padre, probabilmente. O forse fu il fatto di non dover affrontare più quella disperata ricerca da sola, che la consolò.  La Salvatrice si affidò al senso dell’orientamento del suo compagno e si lasciò guidare tra alberi e arbusti.
Il silenzio era opprimente e imbarazzante. Entrambi si sentivano terribilmente a disagio, ognuno perso nei propri pensieri. Emma ripensava a Killian, al suo viaggio, alla sera prima. Riusciva ancora a sentire la sua mano stretta intorno alla propria. Flynn, invece, non riusciva a smettere di pensare a lei. Tra non molto l’avrebbe rivista e aveva paura di ciò che, quell’incontro, avrebbe risvegliato in lui.
La voce di Emma lo riportò alla realtà.
« Cosa? » chiese.
La ragazza alzò gli occhi al cielo. Flynn notava quanto fosse nervosa, preoccupata per le sorti del pirata. Dopotutto lo era anche lui.
« Ho chiesto se manca ancora molto » rispose stizzita.
« Non molto… »
« Com’era prima? » Le parole le sgorgarono fuori e non riuscì a fermarle. Forse non ci provò neanche. La curiosità era troppa.
« Chi? » chiese Flynn, non capendo cosa la donna intendesse.
« Killian » rispose e a Flynn sembrò che Emma avesse fatto uno sforzo assurdo anche solo a pronunciare il suo nome. « Tu lo conoscevi prima che diventasse un pirata, prima di Milah, della vendetta. Com’era? » continuò la donna.
L’uomo sorrise, ripensando al ragazzino dagli occhi color del cielo che voleva vedere il mondo.
« Era un ragazzino, un po’ magrolino per la sua età adesso che ci penso… » L’uomo vide gli occhi della ragazza che lo pregavano di continuare, di raccontarle frammenti di vita dell’uomo che adesso amava.
« Era sicuro di sè, già da allora, anche se suppongo adesso sia peggiorato »
« Non puoi neanche immaginare quanto » commentò Emma, divertita. Flynn sorrise e poi continuò.
« Ma dietro quel ragazzino un po’ egocentrico e spavaldo c’era dell’altro, c’era del buono. Era generoso, a modo suo. Se avevi bisogno di qualcosa, si struggeva finché non riusciva a fartela avere. Tutti gli altri bambini del paese volevano diventare come lui, forte e coraggioso. Non aveva paura di niente. Sai, non si è mai ripreso dopo l’abbandono del padre. » Flynn ammutolì. Sentì di aver superato un limite, nominando il padre di Killian. Di solito con lui era un tabù, non sapeva se Emma conoscesse tutto il suo passato, c’erano cose che perfino Capitan Uncino voleva nascondere.
« Mi sarebbe piaciuto conoscerlo, deve essere stata dura per lui » notò Emma e di colpo si sentì tanto stupida. Si era da sempre preoccupata sempre e solo di sé, dei suoi problemi. Non si era mai soffermata a pensare al dolore che Killian aveva provato, ai suoi di problemi. Egoista, ecco cos’era. Killian era sempre stato pronto a consolarla, c’era sempre stato e lei? Lei non ci aveva fatto caso, non si era mai preoccupata, non aveva mai pensato che anche il più potente dei pirati, poteva soffrire. Si incupì e distolse lo sguardo. Entrambi sprofondarono di nuovo nel silenzio. Flynn si ritrovò a guardare la ragazza di fianco a lui e a pensare a cosa ci trovasse Killian in lei. Non che gli fosse antipatica, anzi. Dopo aver ucciso quel coniglio e aver rifornito un po’ il suo stomaco brontolante, gli era diventata un po’ più simpatica, anche se era ancora restio a lasciarsi andare completamente. Ma anche lei era diversa, adesso che Killian era svanito. Vedeva quel suo sguardo un po’ triste, un po’ rassegnato, tutto nascosto dietro una finta maschera di cera. Probabilmente era quello, probabilmente Emma somigliava a Killian più di quanto avesse mai immaginato.
 
 
« Sai, sono un po’ dispiaciuto. Credevo che sarebbe arrivato qualcun altro… » commentò triste Hans.
« Mi dispiace avervi scombussolato i piani » commentò Killian. Era ancora frastornato ma riuscì a mettersi in piedi. L’uomo, fuori, stava rimuginando.
« Tuttavia, non ritenerti inutile, mio caro amico » disse, mellifluamente. Killian rise.
« Potete stare tranquillo, non mi sono mai ritenuto tale! » disse scoprendo una serie di denti perfettamente bianchi.
« I tuoi amici verranno a salvarti e io, avrò ciò che voglio! » disse sorridendo il principe. Killian si incupì. Non voleva che Emma corresse pericoli ma sapeva che era impossibile. Probabilmente adesso era già in cammino con Flynn, cercando di capire dove si trovasse. Bella domanda. Dov’era?
« Sai, amico, io non ci giurerei più di tanto - disse cercando di non far trasparire la tensione che provava – piuttosto dove mi trovo? Sai, questo posto è così caldo e accogliente… Desidererei saperne il nome, sai magari in futuro potrà servirmi qualche luogo appartato… » Si appoggiò al muro, incrociò le braccia e gli fece l’occhiolino.
Hans sorrise ma era più un ghigno che un vero e proprio sorriso.
« Bel tentativo, pirata. Adesso se vuoi scusarmi, devo informare la regina che a breve, riceverà degli ospiti » e continuando a sorridere, se ne andò.
« Se fossi in te, mi taglierei quelle orribili basette prima! » gridò Killian con tutto il fiato che aveva in gola. Si girò e notò che la corona era sparita.
Pregò che Emma sapesse ciò che stava per fare.
 
 
 
 
Angolo dell’Autrice:
Salve a tutti! Grazie per essere arrivati fin qui! So che lo ripeto ogni volta, ma per me è veramente importante sapere che c’è qualcuno che legge le mie storie, un po’ troppo fantasiose. Se non l’aveste capito, l’uomo misterioso è Hans di Frozen. L’idea mi è venuta guardando le nuove puntate. Ma avete visto come sono carini Emma e Killian nelle immagini della prossima puntata?! Non vedo l’ora di vederla! ^^
Questa quarta stagione mi sta piacendo troppo!!
Okey, mi sto dilungando troppo! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e se volete, potete farmi sapere cosa ne pensate!
A giovedì prossimo!
Un abbraccio e ancora grazie infinite!
Kerri
   
 
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