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Autore: Spensieratezza    16/10/2014    11 recensioni
“Mi hai trovato!” gli disse commosso.
“Io ti troverò sempre. Dovunque andrai, io ti troverò sempre.” Gli disse Jared commosso a sua volta.
Genere: Romantico, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Soulmates - un sogno d'amore'
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Dopo il risveglio coccoloso, Jared e Jensen si vestirono per andare a una manifestazione in onore di tutte le vittime perseguitate da stalker, maniaci o assassini.

L’ispettore John aveva chiesto a Jared di essere lì, per dare una speranza a tutta quella gente. Chi meglio di lui poteva farlo?

Jared era parecchio nervoso, e mentre Jensen gli sistemava meglio la cravatta, gli diceva che poteva farcela, lui era il migliore.
 
La manifestazione si teneva all’aperto, in piazza San Marco. Jared era nervosissimo.

“Mi ero preparato un discorso da imparare a memoria, ma quando sono arrivato fin qui, mi son scordato tutto!” esordì Jared alla folla , che rise.

“Cercherò quindi, di parlare con il cuore.” Disse Jared alla gente.

“Voi tutti siete qui perché come me, siete vittime di persecuzioni e altri atti più o meno barbari di violenza fisica e psicologica, che non è meno grave. Voi tutti siete qui, perché avete bisogno di una parola che vi dia conforto, cura, benessere, pace. Volete che vi dica che passerà, quando passerà.

Io non posso dirvi questo, miei cari amici, mi dispiace darvi questa delusione, ma posso dirvi come dovreste passare questo tempo, qual è la cura migliore per passarlo con meno agonia possibile! L’amore, amici miei. È la migliore medicina. L’amore della famiglia, degli amici, del proprio partner –e dicendo così guardò Jensen – rifugiatevi in esso, per non cadere vittima della depressione. Non sottovalutate questo amore, perché è potente, molto potente e può aiutarvi a tornare a vivere! “
 
Ci fu un applauso su queste parole, tra cui ci fu anche quello di Jensen.

“Volete forse che vi dica…perché! Perché esistono persone che fanno del male agli altri, perché voi tutti dovete soffrire a causa loro!

Alcuni, anzi, molti, sarebbero a favore della pena di morte per certe persone…per quelle persone che fanno del male agli altri…io non sono d’accordo, non si ripaga MAI la violenza con altra violenza, per quanto faccia male. Noi siamo migliori di loro e non è così che lo dimostriamo.

Volete che vi dica perché, non c’è un perché…non c’è quasi mai e non lo sanno neanche loro. Abbiate compassione per queste persone, amici miei…perché non conosceranno mai cos’è l’amore!”
 

Ci fu un altro applauso più forte del primo, e Jared chinò la testa, tutto rosso, poi andò da Jensen, che lo abbracciò.

“Ho fatto pena.” disse.

“Stai scherzando? Sei stato meraviglioso. Tu sei meraviglioso!”  gli disse.

“Condivido in pieno.” disse un uomo dietro di loro.

“Ispettore!” disse Jared sorridendo.

“Mi dispiace rubartelo di nuovo, ma io e Jared dobbiamo discutere delle solite questioni...” disse rivolto a Jensen. “Ti dispiace Jared?”

“Oh, no, arrivo.” Disse Jared, guardando Jensen con un’occhiata di scuse.
 
 
Jensen guardò Jared allontanarsi e provò un’infinita pena per lui. Era ingiusto che dovesse soffrire così nella sua vita. Costantemente con il terrore di essere braccato da un momento all’altro e nonostante le belle parole di Jared, provò un moto di odio fortissimo verso la gente che lo perseguitava per un po’ di denaro.

Mentre pensava queste cose, guardando il fiume di Venezia e specchiandosi nelle sue acque, delle acque che gli rimandavano un’immagine triste e desolata, sentì all’improvviso un cigolio sinistro dietro di lui.

Non fece in tempo a voltarsi che, la sua testa fu colpita piuttosto forte da un’asse di legno, caduta giù da una gru che riuscì a sollevarla solo di pochi metri, prima che gli sfuggisse.

Un contraccolpo che lo fece cadere dritto in acqua.
 
 
 
5 anni fa……

“Vi prego, è il mio unico figlio…il mio unico figlio…”

“Sta zitta, donna.”
 
Jensen sentiva le voci concitate di un uomo e di sua madre in corridoio, ed era terrorizzato.

“Sammy!!! Mi prenderanno e mi porteranno via, e mi trasformeranno in un uomo cattivo!!”

“No, Jensen! Tu non sei un uomo cattivo,sei il ragazzo più buono che io abbia mai conosciuto!”

“Non lasciare che mi portino via!” supplicava un venticinquenne Jensen in lacrime.

“Jensen, io non posso fare niente, non ho nessun potere nel tuo mondo, io…” diceva Sam straziato.

La porta della sua camera si spalancò e un uomo vestito di nero con gli occhiali scuri,  si fece avanti.

“Non fare del male a mia madre, ti prego!”

“Se vieni con noi, non le succederà niente!” disse l’uomo.

“E cosa farete a me?”

“Questo lo scoprirai, ora vieni con noi!” disse l’uomo strattonandolo.

Jensen pianse, ma aveva paura di opporsi per la paura di cosa sarebbe successo a sé stesso e a sua madre.

“Saaaaaaaaaam!” gridò Jensen.

“Chi cazzo è Sam??” chiese l’uomo sorpreso.

Sam dalla frustrazione, riuscì non si sa come, a far cadere la statua dell'angelo posata sulla libreria di Jensen, sulla testa dell’uomo che lo strattonava.

L’uomo si accasciò a terra, in preda al dolore.

Jensen guardò Sam seduto sulla libreria, a bocca aperta. Sam stesso non riusciva a credere  a cosa avesse appena fatto.

La pace durò poco, arrivò un altro uomo, che prese Jensen e quell’uomo svenuto, e li portò via, seccato.

Era sufficiente però. Jensen guardò Sam con uno sguardo luminoso, certo che non l’avrebbe mai abbandonato.

“Non ti abbandonerò mai, Jensen!” gli disse infatti Sam.
 
 
 
 
 
*
Alcuni mesi prima….

“Dovrai uccidere questo ragazzo, e dovrai farlo bene, senza farti scoprire. Non fallire.” Gli disse un uomo, porgendogli una fotografia.

La fotografia di Jared.

“Sembra così giovane…” commentò Jensen un po’ triste.

“Lo è, ma non ha importanza.”

“Io…non ho mai ucciso nessuno.”

“Neanche questo ha importanza…”

Invece l’importanza ce l’aveva eccome.
 
 
 
 
 





*
Sulla nave, prima dell’affondamento….
 

“Mi dispiace…quando ho capito di stare innamorandomi di te, era troppo tardi.” diceva Jensen, con le lacrime agli occhi, puntandogli una pistola.

“Risparmiati questa commedia..” disse Jared anch’esso con le lacrime agli occhi. “E comunque…dovrai uccidermi, lo sai, vero? A questo punto non puoi più tornare indietro!”

“Io…io adesso ti sparerò con questa pistola speciale…non morirai, né sanguinerai, ma ti dimenticherai di tutto quello che è successo su questa nave.”

“Che cosa?”

“E ti dimenticherai di me.” aggiunse, triste.

“Jensen, no! Non farlo!”

BANG

 
 
Jared si accasciò a terra, e un altro uomo spuntò da una cabina.

“Non avresti dovuto farlo, Dean….gli ordini sono ordini..”

“Non potevo lasciare che…”

“Morisse? Sei uno stupido novellino innamorato e patetico! Ho manomesso l’ingranaggio e il motore interno della nave. Tra pochissimo questa nave affonderà!” disse l’uomo, ghignando.

“Tu hai fatto cosa???” chiese Jensen costernato.

“Buona fortuna a salvare il tuo amichetto, in quelle condizioni." disse, riferendosi a Jared accasciato  a terra, prima di andarsene.
 
 
 
*


Jensen stava cercando di correre tra la confusione generale, rincorrendo il punto base delle scialuppe.

“Jensen…io non ce la faccio…più.” disse Jared, che stava per addormentarsi.

“Ehi, ehi, ehi, siamo arrivati, resisti!” disse Jensen, arrivando invece solo davanti ad un’unica scialuppa.

“Vuoi…uccidermi?” chiese Jared nel sonno.

“No!” disse Jensen, e pianse. “Voglio salvarti.” e così dicendo, gli carezzò una guancia e lo mise sulla sua scialuppa privata.

Le scialuppe erano contate. Ne aveva ordinato una proprio a suo nome perché non c’era più posto in caso di naufragio, ma non poteva arrivare alle scialuppe pubbliche. Aveva l’impressione che Jared non ce l’avrebbe fatta.

“Ma qui c’è scritto….Jensen Ackles. È la tua.” Mugugnò Jared.

“Sì.” ammise Jensen.

“Jensen, vieni con me.”

Jensen pianse di nuovo. “E chi tirerebbe giù la scialuppa? No, Jared. Io devo restare qui. Tu devi salvarti, e io devo pagare per quello che…” non riuscì a proseguire e cominciò a tirare giù la scialuppa con delle corde che erano su di essa.

“Jensen…no…” ormai Jared non aveva più forza neanche per parlare.

Gli veniva da piangere. Si sforzò di aprire ancora un poco gli occhi e di sospirare: “Jensen…io…non lo dimenticherò mai.” gli disse, tra le lacrime.

“Lo farai invece.” gli disse Jensen, triste.
 
 

















Note dell'autrice: 

Mi dispiace se sto capitolo è venuto un pò alla cavolo...ho cercato di dargli il più possibile un aspetto decente, ma come al solito con i dettagli e le descrizioni faccio schifo xd spero di aver toccato appena la sufficienza xd

per il resto, sono curiosa di sapere se ve l'aspettavate di Jensen xd

Io per tutti questi capitoli ho dovuto tenere il segreto hahha è stato difficile u.u 
   
 
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