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Autore: metaldolphin    17/10/2014    3 recensioni
Rivisitazione dell'omonimo telefilm di recente produzione, con i personaggi della nostra Ciurma preferita.
Perché non sempre ciò che appare ai nostri occhi è la verità.
Perché non sempre tutto è necessariamente bianco o nero.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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La rossa rimase interdetta.
Da quanto era sotto sorveglianza? Quindi, la prima volta, a colpire Zoro era stata Robin?
Se Robin aveva quella pistola già pronta, la spiegazione era soltanto una: l'aveva usata come esca per catturarlo.

Nel frattempo, quattro SUV si fermarono con un sonoro stridio di freni ad ostruire i possibili punti di fuga. Non avevano contrassegni o targa: con la vernice scura ad uniformarsi coi finestrini bui, erano il riflesso di coloro che ne scesero, vestiti di rigide uniformi nere, senza distintivi e ben armati.
Salutarono militarmente Robin, quindi si apprestarono a prendere Zoro.
Nami lo strinse inutilmente: più forti nel fisico e nel numero, la sopraffecero facilmente e le portarono via quel corpo da cui mai avrebbe voluto separarsi.
Non lasciarono indietro nemmeno il collega che Zoro aveva atterrato e, pochi minuti dopo, sul prato e nella notte, rimasero soltanto le due donne a fronteggiarsi.

La più giovane era alquanto adirata e le si scagliò contro, afferrandola per la camicetta.
-Sporca traditrice!- esclamò con tutte le forze rimaste, scuotendola -Ti ho accolto in casa mia come una sorella ed è così che vengo ricambiata?
Imperturbabile, nonostante l'altra le stesse urlando in viso, Robin rispose: -Nami, calmati. Sei tu che dovresti ringraziare, perché avrei dovuto far arrestare anche te per complicità e favoreggiamento. E' anche vero che posso coprirti soltanto fino ad un certo punto e domattina dovrai comunque presentarti in Centrale per rispondere delle tue responsabilità in questa vicenda. Adesso, però, rientriamo- aggiunse, togliendole la pistola dalla fondina ed afferrandola per il gomito per trascinarla in casa.
-Devo considerarmi in arresto?- chiese velenosa la rossa, varcando la soglia di casa sua.
-Non ancora. Per te si deciderà domattina, al termine dell'interrogatorio con il tuo capo.
In silenzio, Nami era assillata più da un'unica domanda che dalla sua carriera in pericolo e si decise a porgerla: -Dove hanno portato Zoro?
-Mi spiace, non ti è dato saperlo.- Rispose seria la mora.

Nami scoppiò a ridere con amarezza. -Ti dispiace? Ma davvero? Sei soltanto una Giuda senza sentimenti... Qualsiasi cosa succeda, da adesso in poi, la tua presenza non è più gradita in questa casa! Quindi usa quello che rimane di questa notte per fare i bagagli... Non voglio più vederti, Robin.- Detto ciò, entrò in camera sua, sbattendosi dietro la porta con tale violenza da formare una crepa nell'intonaco della parete. L'altra rimase immobile, in mezzo al soggiorno, muta, lo sguardo gelido perso nel vuoto.

Seduta sul suo letto, Nami si strinse le ginocchia al petto con entrambe le braccia e versò le lacrime che, grazie al suo orgoglio, era riuscita a trattenere sino a quel momento.
Al termine dello sfogo, cercò di riaversi e farsi coraggio: le rimaneva una cosa da fare.
Sulla scrivania, il vecchio portatile prendeva polvere, inutilizzato da settimane. Lo collegava grazie ad un'altrettanto antiquata penna USB ad internet, nell'eterna attesa dell'allaccio ad una rete fissa, e sperò che ci fosse ancora credito per farlo in quel momento.
Utilizzando un nickname ed una casella appositamente creata per uno scherzo a Bibi, quell'accesso era rimasto in caso di eventuali emergenze e si disse che quello era il caso.
Le inviò una e-mail, sicura che nessuno avrebbe potuto intercettarla: un suo ex, esperto di informatica, le aveva creato un collegamento che veniva fatto rimbalzare su vari server proxy... Ai tempi dello scherzo avevano fatto le cose per bene, dato che le frequentazioni della collega includevano vari esperti della scientifica e lei non voleva farsi scoprire. Ma ormai che Bibi sapeva tutto e conosceva quel suo pseudonimo... ricevendo quel messaggio avrebbe capito che qualcosa non andava.
Sperò soltanto che anche lei non le remasse contro, dato che non sapeva più di chi potersi fidare.
Nella e-mail allegò un file in cui spiegava tutto ciò che sapeva su Zoro, il resoconto di quanto accaduto e l'indirizzo che aveva saputo da Zoro prima che perdesse conoscenza, quello in cui avrebbe trovato quel Chopper di cui mai aveva sentito parlare fino a quella sera.
Era certa che fosse qualcuno di cui il ragazzo si fidava, quindi andava informato al più presto e lei, sicuramente sotto sorveglianza e prossima al licenziamento, non poteva farlo.

Il mattino arrivò troppo in fretta.
Robin aveva mandato una volante a prenderla, sicura che Nami, nella necessità di sapere cosa ne fosse stato di Zoro e della sua carriera, si sarebbe certamente presentata in centrale. Lei era andata via prima dell'alba, con Franky, ed aveva portato con sé tutte le sue cose.

Nell'ufficio di M. D. Rufy Erano in pochi. 
Nami guardò il suo capo. Solitamente scherzoso ed alla mano, in quel momento era di evidente cattivo umore. Seduto sulla sua poltroncina, la osservava accigliato, appoggiato alla scrivania con le braccia conserte, dietro la targa che riportava scritto a lettere eleganti ma decise, il suo nome. Ricordò che a regalargliela erano state proprio lei e Bibi, in sostituzione di quella ufficiale, lanciata fuori dalla finestra nel vano tentativo di colpire Sanji che aveva rischiato l'ennesima denuncia per molestie da parte di una recluta molto carina.
Erano presenti anche Robin e Bibi. Dopo qualche minuto dal suo arrivo, dopo i convenevoli di rito, il Capitano ruppe il silenzio.
-Allora, Nami, cos'hai combinato?
Lo guardò con gli occhi sgranati. Cosa voleva sapere, da lei, che non sapesse già?
-Io? Niente. Piuttosto....
-Nami- la riprese con voce severa- Ti ho chiesto qualcosa. Vuoi una domanda più specifica? Allora ti chiedo: cosa sai sul Demone Nero?

Con un sospiro, la ragazza abbassò la testa, non le restava che rispondere.
-So che si chiama Roronoa Zoro, che ha una trentina d'anni e che, prima di venire rapito da ignoti, era una giovane promessa del kendo. Ma sono cose che può leggere nei nostri archivi, sono notizie che ho appreso qui. Non ho mai avuto modo di parlargli a lungo, dato che le volte che mi ha salvato la vita è subito fuggito via. E, soprattutto, so che non è certo un demone.
Calcò l'ultima frase con decisione, sottolineandone il significato: sapeva bene che Zoro non era pericoloso, errate le teorie su cui si basavano gli investigatori che gli attribuivano atroci delitti.

-Niente altro?- si intromise Robin, alle sue spalle, rigidamente in piedi vicino alla porta. 
-Niente altro.- le rispose freddamente senza neanche guardarla.
Bibi rimase in silenzio per tutto il tempo: nessuno aveva potuto provare un suo coinvolgimento nei fatti e Nami non l'aveva tirata dentro, dichiarandola estranea a tutto, almeno in quel colloquio semi-informale. Infatti erano sicure che ne sarebbero seguiti altri.

Per la rossa, alla fine, non era finita troppo male: in attesa dello svolgimento delle indagini, Rufy aveva preteso un rapporto particolareggiato su tutti i casi in cui Zoro era stato coinvolto, e le aveva dato tre mesi di sospensione dal servizio.
Dato che la pistola le era già stata sottratta quella notte, Nami, poggiando il distintivo sulla scrivania del Capitano, una volta rimasti soli, gli parlò un'ultima volta, sperando in cuor suo, che riuscisse a capirla. Come succedeva quando non erano presenti altri, abbandonò le formalità e passò al tu: -Rufy, mi dispiace aver tradito la tua fiducia, ma non potevo dirti di Zoro! Non so cosa abbia passato, ma dovresti vedere cosa gli hanno fatto... è pieno di cicatrici, ha lo sguardo smarrito, altro che demone! Ti prego, dimmi dove l'hanno portato... come sta...- implorò, ma l'altro scosse la testa.
-E` un affare piu` complicato di quanto immagini e le forze in gioco non sono da meno. E` fuori dalle mie competenze e neanche io sono informato molto piu` di te. Torna a casa e dimentica questa faccenda, ascoltami- le disse con tono grave, ma amichevole. Le voleva bene, sapeva in cuor suo che la ragazza era in buona fede, ormai la conosceva bene, ma non poteva fare di più per lei. Avrebbe continuato a provare a capire qualcosa in più in quella faccenda, ma non le avrebbe detto nulla fino a che non sarebbe stato certo di quanto accaduto veramente... la sua influenza sarebbe stata utile per trattare con l'esercito e sapeva che, toccando i tasti giusti, qualcosa di concreto l'avrebbe ottenuto. Erano in molti ad essere in debito con lui, per la sua indole sempre disposta ad aiutare gli altri e con il suo carattere fuori dagli schemi, ma sempre indirizzato ad una giustizia senza compromessi, lo conoscevano in molti. Una volta mandata via Nami, fece chiamare Robin: doveva mettersi al lavoro da subito.
   
 
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