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Autore: Despicable Meggs    17/10/2014    6 recensioni
Tony, Ziva, McGee, Abby, Gibbs... Li conosciamo tutti perché lavorano all'NCIS. Ma cosa sarebbe successo se invece di incontrarsi al lavoro si fossero incontrati al liceo? Come sarebbe stato un Tony di 17 anni? Come mai Ziva si è trasferita a vivere in America? Come sono Tim ed Abby?
In questa mia nuova FF, decisamente molto AU, vedremo la vita dei nostri agenti preferiti al liceo. Ci sarà da divertirsi e ci saranno momenti un po' più seri. Ma soprattutto ci sarà del TIVA. Tanto TIVA love a 17 anni XD
Quindi come ho detto questa è una storia AU in cui non solo compariranno i nostri personaggi preferiti ma anche personaggi che purtroppo nel telefilm non abbiamo visto (causa decesso) XD
Buona Lettura :)
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Senior and Tali

Passò una settimana durante la quale Rivka praticamente non rivolse la parola a Ziva se non per farle domande come cosa vuoi per cena o simili.
Ziva si sforzava a fare conversazione ma la madre si limitava ad annuire o ignorarla, cosa che la infastidiva molto.

La cosa positiva era che passava molto tempo a scuola e questo implicava stare con Tony.
E un'altra cosa positiva era che Senior aveva visto che Tony e Ziva si volevano davvero bene e voleva aiutarli.
Così Senior decise di andare a parlare con la Rivka. Negli ultimi tempi Ziva era stata molto a casa loro e lui aveva avuto modo di notare il suo stress e la sua delusione nei confronti della madre.

Un pomeriggio Senior prese Tony e insieme andarono a casa di Ziva. Mentre lui parlava con la madre, Tony aveva il compito di portarla fuori casa.
Quando suonarono il campanello fu Tali ad aprire la porta.

"Tony!" esclamò sorridendo.
"Ciao Ziva in miniatura, come stai?" le chiese.
"Bene! Lui chi Senior?" rispose curiosa.
"Colpevole" rispose il papà di Tony.
"Zi mi ha detto chi sei" disse lei sorridendo.
"Cercate mia sorella?" aggiunse.
"Io si. E mio padre la tua mamma" disse Tony.
"Mamma è in salotto, Ziva è in camera te la chiamo" spiegò lei facendoli entrare.

Tony non fu sorpreso di sapere che Ziva era in camera, con l'aria che tirava in quella casa immaginava che preferisse stare da sola.
Quando Tali portò entrambi in salotto Rivka rimase sconvolta. Cosa ci faceva Tony in casa sua e perché aveva portato il padre?

"Cosa volete?" chiese.
"Vorrei parlare con lei, due chiacchiere" rispose Senior.

Proprio in quel momento Tali scese con la sorella e Ziva, appena vide Tony, corse a salutarlo non curandosi della madre che li guardava.
Si diedero un bacio, veloce, ma pur sempre un bacio.

"Zee, esci con me a prendere il gelato?" le chiese lui.
"Volentieri" rispose.

Sua madre la guardò con molta disapprovazione e Ziva abbassò lo sguardo al pavimento. Si sentiva in imbarazzo davanti a Senior, lui non aveva fatto altro che incoraggiarli e ora il comportamento della madre la stava mettendo a disagio.

Tony se ne accorse immediatamente e non esitò a portarla fuori, in fondo era andato per quel motivo.

"Andiamo, bella Ninja" disse portandola fuori e facendo l'occhiolino a Tali che li guardava.

Appena fuori si abbracciarono, visto che in casa si erano trattenuti. Ziva baciò Tony di nuovo e sorrise felice.

"Il mio principe azzurro viene a salvarmi?" chiese Ziva scherzando.
"Si, la carrozza è qui pronta a portarci alla gelateria" rispose lui.

Ziva rise e insieme salirono in macchina e partirono.
Nel frattempo a casa Rivka aveva fatto accomodare Senior sul divano. Tali capendo la situazione era andata via dal salotto, ma era curiosa di sentire che cosa si sarebbero detti.
Così si sedette sulle scale, dove nessuno poteva vederla e ascoltò la conversazione.

"Dunque mi spieghi perché è qui, visto che io non l'ho invitata" disse Rivka.
"Non si metta sulla difensiva, volevo solo parlarle" rispose lui sorridendo come solo un DiNozzo sapeva fare.
"Non ci conosciamo nemmeno, che cosa mai avremmo da dirci?" disse ridacchiando.
"È proprio questo il punto, i nostri ragazzi sono fidanzati e noi non ci conosciamo. Non va bene" spiegò Senior.
"Tanto per essere chiari, io non condivido" disse subito Rivka.

Senior capì subito l'ostilità della donna, ora gli era chiaro come mai Ziva fosse così agitata. Parlare con Rivka era come parlare ad un muro, non ti ascoltava nemmeno e aveva già le sue idee.

"Mio figlio le ha dato fastidio? È stato maleducato con lei?" chiese preoccupato che i ragazzi gli a essere nascosto qualcosa che era successo.
"No. Ma gli ho detto che non ha il permesso di stare con mia figlia. E lui continua a starle attaccato" rispose.
"Sa com'è, quando è amore..." disse lui.
"Non faccia il poeta. Non ho tempo da perdere" commentò lei infastidita.
"Mi scusi ma non crede che non sia solo il volere di mio figlio se continuano a stare insieme?" chiese.

Si stava innervosendo anche lui, che era partito con buone intenzioni.

"Certo che no. Metà della colpa è di mia figlia, per quello ora sono arrabbiTa con lei. Non mi obbedisce" rispose.
"Ha diciotto anni, dovrebbe lasciarla libera di scegliere con chi stare e dovrebbe sostenerla" la ammonì Senior.
"Non venga a dirmi come crescere mia figlia" disse irritata Rivka.

"Mi scusi" rispose.
"Comunque ero venuto qui per vedere se potevo fare qualcosa per aiutarla a capire che non stanno facendo nulla di male" aggiunse.
"Ha perso tempo, non è che perché lei mi dice che sono la coppia perfetta io d'improvviso cambierò idea" rispose.
"Ci credo, ma almeno potrebbe ascoltare sua figlia e magari provare ad accettare la situazione per un po' e vedere come va" le disse.
"Io con mia figlia ho già parlato ed è per questo che siamo arrivate a questo punto. Non credo ci sia altro da dire" rispose.

Tali stava ascoltano tutto e pensò a sua sorella. Capiva perché ogni tanto la sentiva piangere nella sua stanza.
Pensò che forse dopo Senior anche lei avrebbe provato a parlare alla mamma, male che vada non cambiava nulla.
Nel frattempo Senior stava ancora cercando di convincere Rivka.

"Crede che faccia bene a Ziva sentirsi così esclusa? Sapere che la madre la tratta come se non esistesse?" le domandò.
"Le ho dato la possibilità di scegliere e mi creda Ziva sa cavarsela anche da sola. È vissuta in un luogo dove devi crescere in fretta" rispose.
"Ciò non toglie che abbia bisogno di una madre, come tutti" le disse lui.
"Mio figlio ha perso la madre quando aveva otto anni e ancora piange per la sua mancanza" aggiunse per farle capire la situazione

Rivka rimase in silenzio un attimo, immaginava che anche Ziva avesse sentito molto la mancanza di una madre quando era piccola.

"È molto triste, mi dispiace. Ma io sono qui se Ziva mi ascolterà io ascolterò lei. Ma questi non sono affari che la riguardano. Quindi ora per favore se potesse andare via, io ho molta da fare" disse Rivka.

Non voleva continuare il discorso, nel profondo sapeva che Senior aveva ragione.
Senior si alzò, quella non era casa sua e ormai ciò che doveva dire lo aveva detto.

"In questo caso la lascio ai suoi lavori. Si ricordi che Ziva ha bisogno di lei, indipendentemente da Tony" disse.
"Specialmente per certe faccende femminili, come gli assorbenti" aggiunse ridacchiando.
"Scusi?" domandò Rivka confusa e scocciata.
"L'altra sera abbiamo dovuto fare shopping assieme. Cosa che di solito si suppone che una figlia faccia con la madre" rispose.
"É stato un piacere, spero di rivederla presto" concluse chiudendosi la porta alle spalle.

Rivka non se la sentì di dire nulla, non poteva sindacare quello che il padre di Tony aveva detto o fatto. In fondo era stata lei a non voler parlare con la figlia e Ziva aveva fatto ciò che lei le aveva detto, si era arrangiata.

Poco dopo che Senior uscì anche Tali decise di scambiare due parole con la mamma. Non aveva nulla da perdere e voleva approfittarne ora che l'argomento era saltato fuori.

"Ima, perché sei così arrabbiata con Zi?" le chiese.
"Tali, non ti ci mettere anche tu per favore" rispose.
"Perché mamma? Che ti ha fatto? Lei non è cattiva" disse Tali.

Rivka sospirò, non voleva certo arrabbiarsi anche con Tali.

"No tesoro, non lo è. Però mi ha disobbedito e sai che è una cosa che non si deve fare mai" rispose.
"A volte Ziva disobbediva a papà. E anche io. Ma lui non ha mai smesso di parlarci" disse la bambina.
"È diverso" rispose sbrigativa.
"No non lo è. Tu lo fai solo perché pensi che Tony sia cattivo, ma non lo è" disse Tali.
"Non penso che sia cattivo, penso che però Ziva non debba avere un ragazzo ora" rispose.
"Nemmeno se avere un ragazzo la fa sorridere? E nemmeno se il suo ragazzo fa divertire anche me?" domandò Tali.

Rivka rimase ammutolita, non sapeva che sua figlia fosse così diretta.

"Quando eravamo ancora in Israele Ziva ha avuto un ragazzo. Lui la faceva piangere e lei lo ha mandato via. Ma Tony la fa ridere e quando piange la da ridere di nuovo. Tu non devi mandarlo via" insistette.

"Tali. Per prima cosa non è che non voglio Tony perché la fa piangere o ridere, non voglio che abbia un ragazzo perché si deve concentrare sulla sua vita ora. Seconda cosa perché mi stai dicendo queste cose?" chiese Rivka.
"Perché voglio che mia sorella sorrida sempre. Non voglio che sia triste come quando sono morti papà e Ari" rispose.
"Ziva mi sembra felice comunque. Supererà il fatto di non avere più Tony" le disse come convinta che si sarebbero lasciati.
"No perché loro si amano. E quando due persone si amano vivono per sempre insieme" rispose Tali convinta.

"La conversazione finisce qui, Tali. Ti ho già spiegato tutto quello che devi sapere. E non permetterti più di origliare le conversazioni dei grandi" le disse capendo che aveva ascoltato quello che lei e Senior si erano detti.
"Ora torna nella tua stanza" concluse.
"Scusa mamma. Sei arrabbiata anche con me ora? E non mi parlerai mai più?" chiese preoccupata.
"No. Però non voglio più che ti impicci di faccende che non ti riguardano. Chiari?" rispose.
"Va bene" disse Tali delusa mentre tornava in camera sua.

Quando Ziva tornò a casa, dopo essere stata ignorata dalla madre, andò in camera sua. Trovò Tali seduta sul suo letto.

"Nanetta, che succede il mio letto è più comodo del tuo?" chiese Ziva entrando.
"Scusa Zi, io ci ho provato a parlare con mamma ma lei non ascolta" disse subito.
"Oh, Tali. Avevo detto che non importava" le rispose sedendosi accanto a lei.
"Ma io volevo che funzionasse" disse Tali dispiaciuta.
"Lo so... Sorellina, mamma ti ha sgridata?" le chiese.

Se sua madre aveva sgridato Tali era pronta a scendere le scale e urlarle contro. Poteva succedere tutto ma nessuno poteva toccarle la sorellina.

"No. Però ha detto che non le devo mai più parlare di questo argomento" rispose.

Ziva la fece sdraiare in modo che appoggiasse la testa sulle sue gambe, così poté accarezzarle i capelli.

"E tu non lo farai, ok?" le disse.
"Ma io non voglio che Tony vada via" si lamentò.
"Non andrà da nessuna parte, tranquilla" la rassicurò Ziva.

Passò un'altra settimana ma la situazione non cambiò. Rivka parlava il minimo indispensabile con Ziva e lei aveva rinunciato a provare a farla ragionare. Sperava che capisse da sola.

La cena era la parte più brutta, vedere la madre che parlava tranquillamente con la sorella e che non la guardava nemmeno in faccia.
Non capiva come poteva meritarsi tutto questo.

"Non finisci la cena?" chiese Rivka a Ziva che aveva lasciato quasi il piatto pieno.
"Non mi va" rispose.
"Se non ti piace come cucino, puoi anche fare da sola" le disse.
"Non ho detto che non mi piace ho detto che non mi va. No ho fame" rispose.
"Mangerai di più domani" concluse Rivka.

Ziva non aveva fame perché era nervosa e tesa per la situazione. Diede la buona notte e salì in camera sua, avrebbe finito di studiare e sarebbe andata a dormire.
Quella giornata era già stata abbastanza brutta senza dover anche stare a vedere la televisione completamente isolata.

Ai fece tardi. Ziva aveva appena finito i compiti e ripassato per il giorno dopo e nonostante fosse molto stanca non riusciva a prendere sonno.
Prese il telefono e fissò lo schermo, indecisa se chiamare Tony o no. Era già quasi mezzanotte e pensava che stesse già dormendo.
Ma era stata una pessima giornata a casa e non aveva avuto modo di parlare con Tony dopo la scuola quindi provò. Nel peggiore dei casi non avrebbe risposto.

Quando Tony sentì il telefono vibrare si svegliò di soprassalto, spaventato.
Si era addormentato da poco e sul momento non capì da dove provenisse il rumore.
Quando vide il nome di Ziva sullo schermo si spaventò, lei non lo aveva mai chiamato nel cuore della notte.
L'aveva chiamata "Piccola Ninja" e ogni volta sorrideva quando vedeva il suo nome, ma ora era preoccupato.

"Ziva" disse subito.
"Ti ho svegliato?" domandò lei preoccupata.
"No... Si ero appena andato a letto ma non importa" rispose.
"Che succede Ninja con l'insonnia?" aggiunse subito.
"Nulla io... Scusa se ti ho svegliato" rispose dispiaciuta.
"Zee, non mi interessa. Ti ho chiesto che succede" insistette lui.

Ziva rimase in silenzio per un attimo, si sentiva stupida ora.

"Non succede nulla, volevo solo sentire la tua voce" rispose.
"Oh, Israele. Mi hai spaventato. Ok allora facciamo due chiacchiere" le disse felice che andasse tutto bene.
"Scusami ancora" ripeté.
"Smettila di scusarti, non avrei risposto se non volevo. Allora dimmi, hai fatto tutti i compiti miss prima della classe?" le chiese.
"Si, in duplice copia così domani non li devi nemmeno trascrivere" ridacchiò lei.
"Sapevo che c'era un motivo per cui ti amo" disse lui.

Non se ne rese conto, ma quelle parole fecero davvero perdere un battito a Ziva. Ogni volta che se lo sentiva dire il suo cuore accelerava.
Parlarono per una mezz'ora buona prima che Tony si rendesse conto che dovevano davvero dormire.

"Zee, mi dispiace ma ora sarebbe il caso che ci riposassimo" le disse.
"Si... Hai ragione" rispose triste.
"Dai non essere triste, ci vediamo domani mattina" la incoraggiò.
"Ok, speriamo arrivi presto" disse.

Tony sentì la sua voce, era un tono che non gli piaceva.

"Hey, che hai? Stai piangendo Zee?" domandò.
"No, perché lo chiedi?" disse fingendo che non fosse vero.

In realtà in quel momento si sentiva talmente sola che faceva male, tutto ciò che voleva era un abbraccio.

"È successo al qualcosa con la mamma?" le chiese sapendo che lei di sua spontanea volontà non lo avrebbe detto.
"No... È stato solo un brutto pomeriggio Tony" disse lasciandosi sfuggire un singhiozzo.
"Stai piangendo" constatò lui.
"Ziva shh, dai che non è nulla. Non farmi preoccupare" aggiunse.
"Scusa" ripeté per l'ennesima volta quella sera.
"Va tutto bene. Ora fai come ti dico" iniziò.
"Asciugati i tuoi occhioni belli, prendi un bel respiro profondo e chiudi gli occhi" disse.
"Ok, fatto" rispose lei dopo un attimo.
"Ora io ti do la buona notte e tu appoggi il telefono sul comodino e pensi solo a me, vedrai che ti addormenti subito" disse.
"Però prima dimmi tu buona notte" aggiunse.
"Laila Tov, Tony" rispose con voce ancora tremante.
"Buona notte, Zee. Ricordati che ti amo" le disse prima di chiudere la chiamata.
"Anche io ti amo" sentì Ziva rispondere.

Appoggiarono entrambi il telefono sul comodino.
Ziva riprese subito a piangere, non lo faceva apposta ma non si sentiva bene. Voleva avere una famiglia semi normale per una volta nella sua vita.
Tony invece rimase nel letto meno di trenta secondi prima di rendersi conto che non si sarebbe addormentato senza assicurarsi che Ziva stava bene.
Sentirla piangere al telefono era la cosa più brutta, sapeva che stava male ma non poteva aiutarla.

Si alzò dal letto e si vestì. Mise nello zaino di scuola il pigiama e andò da Ziva di corsa.
Una volta sotto casa sua le mandò un sms.

"Israele, aprimi la finestra della tua camera che salgo" scrisse.

Inizialmente Ziva rimase confusa, non capiva se la stava prendendo in giro. Ma quando lo vide sotto casa sua obbedì subito e aprì la finestra.
Tony si arrampicò sulla grondaia ed entrò in camera. Fu accolto da un lungo e caloroso abbraccio di Ziva.

"Cosa avevo detto riguardo alle lacrime?" disse notando che aveva il volto bagnato.
"Dammi un bacio che passa tutto" aggiunse sollevandole il volto.

"Sei venuto fin qui per me?" disse colpita dal gesto.
"Non puoi chiamarmi piangendo e pretendere che me ne resti a casa, David" rispose lui.
"Ora ti dispiace se uso il bagno per mettermi il pigiama e poi io e te ci mettiamo a dormire?" aggiunse.
"Resti qui?" rispose felice.
"Se c'è abbastanza posto nel tuo letto" disse sorridendo.
"Certo. Il bagno sai dov'è" rispose.

Si misero sotto le coperte cinque minuti dopo, Ziva si buttò subito ad abbracciare Tony. Finalmente non si sentiva più sola.

"Domani mattina vado via prima che tua mamma si alzi, così non corriamo rischi" le disse.
"Non che sia un problema, non passa più dalla mia stanza da settimane ormai" rispose con tristezza.

Lui la strinse a sé, con fare protettivo.

"Prima o poi capirà che sbaglia e si scuserà, non lasciare che tutto questo ti faccia stare così male Zee" le disse.
"Come può non farmi male? È mia madre e si comporta come se non mi conoscesse" rispose.
"Vorrei solo una mamma che mi accetti anche se non sono perfetta. È chiedere troppo?" aggiunse.
"No. No non lo è. Ma lei ti vuole bene, come puoi pensare il contrario?" rispose lui.
"Prima mi ha abbandonato e ora non mi considera. Scusa se ho dei dubbi" disse nervosa.
"Non ti arrabbiare, dai. Insisteremo finché non cambia idea" spiegò lui.
"Voglio solo stare tranquilla per un po'..." ammise stringendosi ancora di più a Tony.
"Ok... Stai tranquilla almeno per stanotte? Sono qui con te" le disse dandole un bacio.

Lei annuì tornando ad appoggiare la testa sul petto di Tony.
Tony iniziò ad accarezzarle i capelli e il braccio.

"Rilassati e chiudi gli occhi. Hey, lo sai che sei davvero speciale? È la prima volta che corro il rischio di morire per una ragazza" scherzò lui.
"Però te lo meriti, non c'è dubbio. E poi so che presto mi farai la torta che mi piace quindi siamo a posto..." continuò lui.

Parlò a bassa voce finché non si rese conto che Ziva si era addormentata e russava leggermente abbracciata a lui.
Continuò ad accarezzarle i capelli per un po', felice di poterla tenere tra le braccia. Prima di mettersi a dormire anche lui le diede un bacio tra i capelli e le strinse la mano.
Voleva farla sentire protetta e amata.











Note dell'autrice:

Scusate stasera arrivo un po' in ritardo XD
Qui abbiamo Tali e Senior che provano a far ragionare Rivka... Lei anche se non lo ammette ancora sa che hanno ragione.
Le ci vuole tempo per capire che sbaglia.

E poi alla fine non potevo non mettere qualcosa di TIVA <3
La dolcezza di Tony awwwww

Ok ora vi lascio!
Buon week end, a presto!

Baci, Meggie. 
  
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