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Autore: L o t t i e    17/10/2014    2 recensioni
«Sei una cretina», iniziò lui accomodandosi sul letto ad una piazza e mezza: aveva ancora la giacca. «Puoi accusarlo di tutto, tranne che non ti voglia bene... a modo suo.»
Ah, ecco.
William sottolineò, a mente, «a modo suo» un paio di volte, in rosso. Ripassandolo più volte.
Quelle semplici frasi stesero un velo scuro sul viso di porcellana della vampira, la quale preferì stare in piedi; se si aspettava la comprensione faceva prima a gettarsi dalla finestra, l'umano. Non dopo aver parlato al cellulare con una fanatica, non dopo aver ricevuto un bacio dal suo creatore ubriaco e con chissà quali sensi di colpa venuti a galla.
«Non ti permetto di parlarmi così», si impose pacatezza, danzando verso l'armadio per prelevare dei vestiti più leggeri. Vide il ragazzo schiudere le labbra, forse per parlare ancora, protestare. Fu più veloce.
[Da revisionare!]
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vampire - the series.'
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Un fatto importante.








Berlino, novembre; 2009.

Un libro in mano, vicino al caminetto.
Odore di sangue.
...E lacrime.

Una cosa che non si sa su Claude: è un piagnucolone.

Gemette, poi tossì nuovamente sangue lercio, così scuro da sembrare nero.
Lui alzò il viso da quelle parole appannate dalle lacrime ― lacrime che ogni tanto gli scappavano e correvano veloci sulle pagine.
Claude schiuse le labbra rosee.
Nessuno suono.
Lei strizzò gli occhi, deglutendo a fatica; era fastidioso non riuscire a vedere in modo decente.
«Non... è...» i suoni sembravano salire e poi, come se rimbalzassero, cadere nuovamente nella sua bocca, soffocandola.
«Me l'hai detto, Nikie» sibilò tra i denti bianchi il tedesco, il quale tentava in tutti i modi di non posare lo sguardo verde, lucido in quel punto. Sul petto scoperto a chiazze scarlatte della ragazza.
Non proprio al centro, , vi era un... qualcosa.
Poteva essere spesso cinque centimetri e lungo venticinque. Di legno.
«...Eppure...» aveva provato ad estrarlo e si era spezzato. Le schegge erano a fior di pelle ― e ossa.
Quel viso da ragazzina, non l'aveva mai visto così addolorato e rassegnato.
Henrike, di solito, sorrideva; in quelle pozze di cioccolato saggiavi la dolcezza, in quei capelli color paglia affondavi le dita: morbidi come piume.
Henrike, la sua creatrice e nuova sorella... amava molto gli umani e li rispettava.
Henrike si fece uccidere da uno di loro.
«Es ist alles... in Ordunung, kleiner bruder.1» disse lei abbozzando un sorriso pallido, come se gli avesse letto nella mente. Alzò una mano cerea, dalla quale potevano vedersi diverse diramazioni violacee che scomparivano sotto la manica del maglione dilaniato.
Il cuore fece un balzo nel petto freddo e senza vita.
Non capiva come, ma il tonfo lo sentì, forte e chiaro, dentro le sue orecchie. Lasciò cadere al pavimento il libro che teneva con due mani e si buttò in ginocchio vicino al divano.
«Non dirlo! Henrike, ti prego, ho solo te...» sussultò scosso da un violento singhiozzo. Tirò su col naso, dannazione. Di nuovo, aveva la vista annacquata.
Quella mano ancor più ghiacciata, ora ruvida al tatto, andò a poggiarsi con dolcezza sul suo viso.
Gli si mozzò il respiro.
«Ti farai... una nuova famiglia...» le labbra screpolate della vampira si fecero più sorridenti, disperate, fiduciose. Altro colpo di tosse. «Sei un vampiro adulto ormai.»
«Non posso.» ...non voleva. Senza lei, sarebbe stato completamente solo. Socchiuse gli occhi.
«Ti amo.» un filo di voce, appena roca, ma sempre e comunque delicata gli carezzò il viso prima di vedere l'ultima lacrima rigarle il viso.

Fu così che quella stella di nome Henrike Ophelia Krämer, dopo tre giorni di agonia, smise definitivamente di brillare.
Lasciò intorno a sé solo tanta oscurità.



«E sei tornato solo ora? Gran bella fregatura trovarlo morto.» quello di Michela non era per nulla un tono derisorio, anzi.
Claude scrollò le spalle, con finto disinteresse. «Visto che ti perdi stando sempre nella tua amata penisola?» la schernì.







* * *









«Cosa c'è che non va, William?!» sbottò la rossa incrociando le braccia al petto, spazientita.
Eccezionalmente spazientita.
Intanto l'albina se ne stava di fronte a lei, senza proferire parola, forse pensando, sospirando ogni tanto.
William l'avrebbe giurato, seduta su quella cassetta della frutta, che prima di arrivare in quel magazzino aveva un discorso bello e pronte. Poi aveva visto Sam e tutto era sparito con un poof!
«Un attimo», borbottò, «Se avevi qualche impegno potevi rifiutare.» Congiunse le mani e le portò al viso, sospirando ancora.
«Non è questo. Ma vuoi dirmi qualcosa? Non mi piace stare in silenzio con te.»
L'albina alzò lo sguardo celeste come colta da un'improvvisa illuminazione. «Allora posso dirti qualcosa di assolutamente folle?»
«A questo punto raccontami anche una barzelletta!» borbottò l'altra abbozzando una risata e sedendosi sul pavimento impolverato.

«Ahahahaha... Ahah... Ah.» Samantha si tirò indietro, non importava se i pantaloni si sarebbero sporcati, doveva solo allontanarsi un attimo da lei e... respirare.
Riempire i polmoni d'aria ed evitare di urlare.
Ovvio.
Oh, era arrivata alla parete di metallo. Raddrizzò le spalle e ci si spalmò addosso.
William, la vampira albina, invece, era ancora seduta senza fiatare ― i due rubini puntati sulle sue ginocchia ed il labbro inferiore tra i denti. Si sentiva un po' così, ma senza più quel peso che la faceva stare male. Bene, era fatta ora avrebbe saputo con certezza se quei sei anni d'amicizia non erano solo una presa in giro. Deglutì e piano alzò lo sguardo verso l'altra ragazza.
Ora scappa, pensò, lasciando un po' di tregua alle labbra arrossate. Era questo ciò che intendeva Claude quando diceva che poteva vedere la paura degli altri? Inspirò l'aria umida del magazzino, odore di muffa, poi si alzò ignorando gli occhi verdi dell'amica che non accennavano a spostarsi dalla sua figura ― lanciò una rapida occhiata all'apertura che faceva da ingresso e si avviò.
«Comunque sono sempre William Leroy.» disse, forse anche per sé stessa, per convincersi che non era poi cambiato molto in lei.
Ma perché convincersi quando la verità ti arriva in faccia ogni giorno come un pugno, con dolorosa consapevolezza? Chissà cosa pensava ora Samantha, se l'avrebbe guardata ancora, o parlato ― non l'avrebbe fatta avvicinare più. Quel peso che tanto la faceva stare male... lo voleva indietro.
Quando poi, si era inconsapevolmente fermata sulla soglia nella vana speranza che le arrivasse un tornado rosso da dietro, per stringerla ― restò a bocca asciutta. «Ah...» sussurrò stringendosi nelle spalle, quindi era così. «...Mi va bene. Non ci speravo nemmeno.» se gli occhi erano davvero lo specchio dell'anima, perché ora i suoi erano tornati al freddo celeste e non si scioglievano come ghiaccio al sole?







* * *









Trevor era in ansia. Anzi, Trevor era l'ansia.
Controllava, sì e no, l'orologio almeno cinque volte al minuto ― era sempre tardi. In quella villa enorme i ticchettii dell'orologio gli facevano accapponare la pelle ed ogni minimo rumore all'esterno era collegato alla paura che Claude sarebbe potuto arrivare prima di William. William, ah, maledizione a quando aveva abbassato la guardia! Quella peste se l'era svignata mentre era al bagno.
Non sapeva dov'era andata ― o se sarebbe tornata più.
Aveva anche provato a chiamarla, ma la chiamata veniva sempre bloccata. Si sentiva così inutile in quei casi! Con un sbuffo uscì nel balcone accendendosi una sigaretta, che portò presto alle labbra, aspirando. Se doveva essere sincero, non andava molto fiero di questa sorta di abitudine che si era preso nel tempo. Abitudine, sia chiaro, non vizio ― ci teneva a questo particolare. Ma non poteva farci nulla se nelle situazioni di profonda tensione quel bastoncino alla nicotina lo aiutava a distendere i nervi. Espirò una nuvoletta di fumo grigio dalle labbra.







* * *









«Vado un mesetto a Dublino ed ecco che cosa combini!» finalmente la voce, stranamente più acuta del solito della ragazza dai capelli rossicci irruppe nel silenzio della notte prima che la chioma bianca potesse sparire dalla sua vista. «Una creatura fantastica mi diventi? E non ti ho nemmeno visto i canini!» sbottò come una bambina alzandosi a tentoni, un po' incerta. «...William?» spostò dietro l'orecchio i capelli avanzando verso le spalle dell'albina ― immobile.
Si era paralizzata, congelata lì sulla soglia da un po', cocciuta. Oh, Samantha, riusciva a donarle un sorriso anche in quelle situazioni, a riprendersi insieme a lei un poco di felicità ― non voleva mettersi a piangere, che cavolo. In fretta cacciò via una lacrima voltandosi di scatto per osservare l'altra con un'espressione che molto probabilmente doveva essere arrabbiata.
«Ma sei cretina?»
«Beh.» alzò le spalle, facendo un sorriso storto.
«Non credevi mica di liberarti della carotina solo con degli occhi rossi? Eh?», ridacchiò, «Waaaah! Abbraccio!» urlò in seguito la rossa prima di spalancare le braccia e correre come una furia verso una William completamente impreparata che iniziò pure lei a correre via per sfuggirle ― gli abbracci improvvisi di Samantha erano famosi per la loro caratteristica “spacca-costole.” Si rincorsero per svariati minuti prima di fermarsi: una poggiata alla parete per riprendere fiato e l'altra a ridere.
«No-non è giusto..!» soffiò la rossa con un occhio chiuso ed il fiato corto. «Fatti prendere, dai!»
«Aah, va bene, lumachina!» ridacchiò la vampira avvicinandosi a grandi falcate. «Uh... Finalmente!» e le si buttò addosso. «Però mi hai messo paura, prima», bofonchiò, «ora devi rimediare raccontandomi tutto
«Gh―..!» “spacca-costole”, che termine azzeccato. «...In che senso?»
«Per prima cosa quando




Deliri Note dell'autrice:
“«Es ist alles... in Ordunung, kleiner bruder.1»”= “Va tutto bene, fratellino”.

AAAAH, scrivere questo capitolo è stato un parto! °-°' Però mi piace un sacco com'è uscito. ☆
Ringrazio taaaanto tanto la Senpai per le minacce che in un modo o nell'altro mi uccide dalle risate e mi motiva. (??) U k e c c h i, che continua a sommergermi di complimenti nei mp, francy_10 che ha messo la storia nelle seguite; grazie millissime! ;A; E qualcuno che lunedì vorrà portarmi nella bara (?), non faccio nomi. *coff ewe
Infine, ultimi, ma non ultimi, i cari lettori silenziosi! Vi mando tanto glitter. *u*
―L o t t i e.
  
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