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Autore: lavs684    15/10/2008    15 recensioni
Strawberry rimase immobile, trattenendo il respiro, mentre con le dita Ryan le accarezzava il collo, la guancia, la fronte, con tanta delicatezza che quasi lei non ne avrebbe avvertito il tocco, se non fosse stato per la scia incandescente che le dita di lui lasciavano sulla sua pelle. Non riusciva a ritrarsi. Non voleva ritrarsi. E quando sentì scivolare via anche l’ultimo briciolo di autocontrollo chiuse gli occhi, mentre avvertiva Ryan avvicinarsi sempre di più.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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feelings cap4 Rieccomi qui! Vi ho fatto aspettare un po’ troppo, vero? Vi chiedo scusa, ma tra un impegno e l’altro non sono proprio riuscita ad aggiornare prima!
Siamo in dirittura d’arrivo, ormai. Capitolo 4! Ad un passo dalla meta.
Ringrazio come sempre tutti per gli splendidi complimenti e gli apprezzamenti per questa piccola ff. Mi sembra sempre incredibile ricevere tanti consensi, non avete idea di quanto mi faccia piacere.
Prometto che alla fine ringrazierò tutti uno ad uno.
Naturalmente grazie anche a chi ha messo la ff tra i preferiti senza lasciare commenti o mi ha addirittura aggiunta agli autori preferiti. ^///^ è un onore!
Ok, basta ciance e avanti tutta col capitolo.
Buona lettura!

Lavs


4.


Per tutto il giorno a scuola Strawberry era stata distratta. Non aveva ascoltato una parola delle lezioni, né dei compagni. Era rimasta per tutto il tempo zitta e non era uscita dalla classe nemmeno per il pranzo. Quando Mark aveva fatto capolino dalla porta chiedendole di mangiare insieme fuori aveva rifiutato e, con suo sommo orrore, lui aveva deciso di prendere posto accanto a lei e rimanere lì.
Sapeva già che la aspettava un interrogatorio dettagliato su cosa avesse fatto il giorno prima. Probabilmente l’indagine avrebbe anche incluso il suo strano comportamento di quei giorni, e lei non aveva voglia di rispondere ad alcuna domanda, soprattutto perché i ricordi della notte appena trascorsa erano marchiati a fuoco nella sua mente e nel suo cuore.
Eppure Mark meritava una spiegazione. Meritava la verità. Doveva dirgli tutto e subito.
Ma quando incontrò gli occhi di lui la sua determinazione parve vacillare. Come poteva confessargli la sua terribile colpa? Mark aveva fatto tanto per lei. Aveva rischiato la vita in più di un’occasione per proteggerla. L’aveva amata sempre e incondizionatamente. E adesso… adesso lei stava dimostrando di essere un’ingrata.

-Stai bene, Strawberry? Ultimamente sei davvero strana.

Era il momento di dirgli tutto. Ora o mai più.
Il cuore di Strawberry batteva forte.
Lo sguardo di Mark era così dolce e preoccupato…
Schiuse le labbra ma non ne uscì alcun suono. Dovette riprovare una seconda volta per ottenere qualche risultato.

-Sono un po’ stressata. Tutto qui. Ti chiedo scusa, so che sono stata un po’ distante.

Non ce la faceva. Non poteva.
Forse giorno dopo giorno, avrebbe smesso di sentirsi una persona così orrenda, forse il senso di colpa avrebbe finito per svanire, insieme ai suoi sentimenti per Ryan. Forse, se avesse taciuto, le cose sarebbero andate a posto. Tutto sarebbe tornato come prima e lei non avrebbe dovuto dare a Mark quel gran dolore.
Si, si disse, andrà tutto bene.

-Non importa. Spero solo che ora tu stia meglio.
-Si, sto benone!
-Mi fa piacere. Cos’hai fatto ieri?
-Nulla di particolare. Ho lavorato al caffè come sempre e poi sono andata a casa e mi sono addormentata quasi subito. Ero sfinita!
-Per questo non hai risposto al cellulare?
-Già.
-Eppure ho chiamato a casa tua ieri sera e non ha risposto nessuno.

Strawberry iniziava ad agitarsi. Mark appariva tranquillo, ma lei era sicura che non lo fosse affatto. Doveva sospettare qualcosa. Sarebbe stato assurdo il contrario.

-Bè, sai, dormivo profondamente.

Come scusa era davvero piuttosto debole.
Guardò Mark nervosa e in attesa di giudizio. Finalmente il moro sorrise e lei potè rilassarsi, almeno in parte.
Il moro avvicinò il proprio viso a quello della rossa e la baciò. Fu solo costringendosi a farlo che lei rispose senza alcun calore. Sperò che lui non se ne accorgesse. Era incredibile, ma dopo aver baciato Ryan sentiva che non aveva più senso farlo con nessun altro. Non c’era passione né ardore in quel bacio. Era… freddo.
Ma lei era la ragazza di Mark. Doveva smettere di pensare a quanto successo con Ryan, altrimenti le cose non si sarebbero mai aggiustate.
Il moro si separò da lei e la guardò negli occhi, sorridendo.

-Mi è mancato, sai?

Strawberry si costrinse a sorridere a sua volta. Almeno lui non si era accorto di nulla… era già un fatto positivo.

-Già. È mancato anche a me.

Si sentiva morire. Avvertiva le lacrime premere per affiorare ai suoi occhi e le fu difficilissimo non scoppiare in un pianto a dirotto. Non voleva continuare a mentirgli, ma non vedeva altra scelta.
E il ricordo di Ryan che la notte prima era stato così dolce, così perfetto, le faceva male al cuore. Tutto ciò che desiderava in quel momento era correre da lui e dirgli quanto le dispiacesse essersene andata così. Chissà come aveva reagito, leggendo il biglietto che gli aveva lasciato.
Chissà se gli importava.
Forse si era semplicemente fatto una risata e le aveva dato della sciocca. Del resto non le aveva mai detto di provare qualcosa per lei. Magari aveva solo assecondato un capriccio momentaneo, nulla di più. Forse per lui non c’era nulla di cui parlare o da dimenticare. Forse già non ci pensava più.
Si era divertito per una notte. Nient’altro.
Quel pensiero la spinse ancora di più sull’orlo delle lacrime.
Possibile che Ryan fosse capace di una cosa simile? Quel Ryan che aveva imparato a conoscere e ad amare poteva davvero comportarsi in un modo tanto vile?
Era stata così sciocca a concedersi a lui in quel modo… a donarglisi interamente, anima e corpo, come non aveva mai fatto nemmeno con Mark, senza prima parlargli, chiedergli se lui provasse qualcosa per lei.
Chissà cosa stava pensando Ryan, in quel momento.
Mark intanto si stava alzando.

-Adesso devo andare. Ci vediamo all’uscita, d’accordo?
-Certo! A dopo!

Un bacio a fior di labbra e Mark uscì dalla classe.
Strawberry chiuse gli occhi e abbandonò la testa sulle braccia, mentre le lacrime avevano preso a scorrere sul suo viso, inarrestabili.
Una cosa era certa: non poteva assolutamente andare avanti così.

*

L’orario di uscita arrivò fin troppo presto.
Per una vota Strawberry avrebbe preferito che la campanella che segnalava la fine delle lezioni non suonasse mai. Si alzò dal banco e prese la cartella, iniziando ad incamminarsi verso l’uscita, mentre le sue amiche le si affiancavano.

-Torniamo a casa insieme? Che ne dici? È tanto che non lo facciamo!
-Non posso.
-Ti vedi con Mark anche oggi?
-Già.
-Davvero? Non mi sembri molto contenta.

Strawberry alzò lo sguardo verso di loro, sorpresa.
Si costrinse poi a ridere.

-Ma cosa dite? Certo che sono contenta!

Le due ragazze si fermarono e Strawberry fece lo stesso, rivolgendo loro uno sguardo interrogativo. Non le aveva mai viste guardarla in quel modo. Possibile che si fossero accorte anche loro che qualcosa decisamente non andava?

-Strawberry, che cos’hai?
-È da qualche giorno che sei strana.
-Strana? Affatto! Sto bene, sul serio!
-Non prenderci in giro, ti conosciamo.
-Lo sappiamo che c’è qualcosa che ti preoccupa. A noi puoi dirlo.

Strawberry rimase per un attimo senza parole.
Sentiva il bisogno di confidarsi con qualcuno. Se si fosse tenuta dentro ancora per molto tutto quello che sentiva, sapeva che sarebbe esplosa.
Perché non parlarne con loro?
Magari avrebbero saputo darle un consiglio, dirle cosa fare. O magari si sarebbero solo limitate ad ascoltarla e a farla sfogare, cosa che a lei andava più che bene. Era proprio di questo che aveva bisogno in quel momento, nient’altro.
Proprio quando stava per iniziare a parlare, una voce la fece tacere immediatamente.

-Strawberry, eccoti qui!

Mark si avvicinava velocemente a loro.
Strawberry rivolse uno sguardo allarmato alle sue amiche e si voltò verso Mark, che le salutò per poi tornare a rivolgersi alla rossa.

-Che ne dici, andiamo a fare una passeggiata e poi torniamo a casa insieme?
-Certo! Ci vediamo all’ingresso, d’accordo?

Il volto di Mark si illuminò e il moro si allontanò, sventolando la mano in segno di saluto.
Strawberry sospirò.
Decisamente era meglio così. Magari se nessuno fosse venuto a conoscenza di quanto le era accaduto la notte prima, lei avrebbe potuto dimenticare più facilmente.
Le due amiche si voltarono verso Strawberry.

-Credevamo che ci fosse qualche problema con Mark.
-Con Mark? No, che dite?
-Allora ci eravamo sbagliate? Con lui va tutto bene?

Strawberry soppesò per un attimo la domanda.
Sorrise.

-Benissimo. Ora scusate ragazze, ma devo andare. A domani!

E se ne andò anche lei di corsa sventolando la mano.
Raggiunse velocemente l’ingresso, dove Mark l’aspettava sorridendo. Gli si affiancò e sorrise di rimando.
Si, le cose si sarebbero aggiustate. Tutto sarebbe andato per il meglio, alla fine.
Usciti da scuola, il sole li abbagliò. Ci volle qualche secondo prima che Strawberry notasse la figura ad appena un metro da lei.
Impallidì.
Ryan era lì e a giudicare dalla sua espressione sembrava furioso. Spostò lo sguardo da lei a Mark come se non credesse ai suoi occhi. Il moro, intanto, gli rivolse uno sguardo gelido, per poi tornare a rivolgersi alla rossa.

-Andiamo, Strawberry?

La prese per mano e fece per trascinarla, ma lei non si mosse.
Continuava a tenere lo sguardo puntato su Ryan, in attesa che lui dicesse qualcosa.

-Dobbiamo parlare, Strawberry.

Lei, disperata, rimase immobile senza sapere cosa fare.
   
 
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