Anime & Manga > Digimon > Digimon Frontier
Segui la storia  |       
Autore: Botan    15/10/2008    1 recensioni
Uno strano sogno farà capolino nella vita di Kouji Minamoto, un tempo guerriero della luce. Cosa si nasconde dietro tutto ciò? Il destino dovrà compiersi nuovamente? I ragazzi si ritroveranno a riprendere una partita conclusa cinque anni fa in un mondo a loro caro. Ora tocca a te inserire una moneta. Che abbia inizio il gioco!
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takuya Kanbara | Coppie: Izumi Orimoto/Zoe, Junpei Shibayama/JP, Kouichi Kimura/Koichi, Kouji Minamoto/Koji, Tomoki Himi/Tommy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 21

                                     Capitolo 21
________________________________________________

 

 

 

Erano da poco le sette del mattino.

Takuya e Izumi dormivano profondamente entrambi accoccolati sul divano giù nella grande sala. Tomoki ronfava a grandi linee, sdraiato comodamente sul lungo tappeto che copriva un’ampia parte del pavimento sottostante, e Junpei era poco distante da lui, anch’esso assopito pesantemente in un russare senza fine. La sua pancia faceva da cuscino al piccolo Tomoki che se ne stava tranquillo e rilassato, assopito in un luogo così gigantesco ed accogliente.

Kouji era di sopra, con le ginocchia a terra e il capo chino sul bordo del letto dove Kouichi stava riposando.

Non se l’era sentita di abbandonare il fratello in quella stanza che seppur ampia e protetta, restava pur sempre isolata dalla sua.

Il padrone della luce riaprì poco alla volta gli occhi, svegliato forse dalla pessima posizione in cui si era addormentato, e gettò uno sguardo alla finestra posta di fronte a lui. Le prime luci dell’alba stavano pian piano riemergendo da un folto strato di nuvole, a tratti s’intravedeva perfino il sole, luminoso e portatore di allegria.

Kouji gettò uno sguardo all’amato fratello che dormiva beatamente nel suo caldo lettino.

Partì un sorriso dalle sue labbra. Kouichi stava bene, non correva più nessun pericolo. Questa sensazione lo fece quasi arrossire di gioia, poi, prendendo controllo dei suoi sentimenti, cercò di contenersi.

Dopotutto, era pur sempre il solito Minamoto! Ragazzo freddo e solitario, ma mosso da buoni sentimenti.

Sollevandosi da terra si diresse all’uscita della camera, non prima però di aver rimboccate le coperte al gemello.

L’intero palazzo sembrava non essersi ancora svegliato. Tutti dormivano, compresi i suoi amici.

Nefertimon se ne stava immobile, a guardia di una delle tante porte presenti nel castello.

Sembrava custodisse qualcosa, o semplicemente qualcuno.

 

- Chi c’è qui?- disse Kouji, avvicinandosi ad essa molto silenziosamente.

 

- La ragazza che hai portato tu.- rispose solamente Nefertimon.

 

La mente di Kouji ritornò pochi attimi indietro.

Ladydevimon altri non era che… quella giovane coetanea?

 

- Come sta?- chiese lui, probabilmente un po’ preoccupato.

 

- Ha riportato molte ferite, ma nulla di grave.- rispose il Digimon a capo di Ophanimon.

 

Il giovane guardò Nefertimon, come a volergli quasi domandare qualcosa.

- Questa ragazza…- riuscì appena a dire, mentre una voce lo interruppe inaspettatamente.

 

- Mi chiamo Miya. – echeggiò una presenza alle sue spalle. Kouji si voltò quasi sobbalzando per lo spavento.

La porta della camera sorvegliata da Nefertimon, si era spalancata. Sulla soglia, sostava la figura slanciata di una giovane donna, il quale volto però era celato dalle tenebre della stanza poco illuminata dalla quale ella sbucava. La giovane fece un passo in avanti lasciandosi il buio alle spalle.

Apparve un volto, bianco come il latte, incorniciato da una lunga chioma fluente e nera. Un paio di occhi, azzurri come il ghiaccio, fissavano Kouji. Quest’ultimo provò un’enorme sensazione di disagio, così impellente e dispotica che il respiro sembrò mancargli di colpo.

 

- Cos’è? Non hai più voglia di parlare? Eppure, un attimo fa mi sembravi così desideroso di far sentire la tua voce…- disse lei, fredda e impassibile. – Il tuo tono era così alto che mi hai perfino svegliato.

Kouji scosse il capo.

- Non sapevo che tu fossi qui…- cercò di giustificarsi prontamente, facendo oscillare gli occhi anziché il capo.

 

Miya si richiuse la porta alle spalle.

- Siamo mattinieri? – domandò in seguito, avviandosi verso il grande scalone.

 

- A quanto pare, non sono l’unico ad esserlo.- sentenziò Kouji, con evidente allusione nei riguardi della nuova arrivata.

 

- Mi hai svegliato tu, te l’ho già detto.- replicò lei, avviandosi giù per le scale come se nulla fosse.

 

- La mia voce non era poi così alta.- ribatté secco Kouji, riuscendo a tenerle magistralmente testa.

 

Miya sorrise appena.

- Non sei stupido, eh?- fece avviandosi sempre più spedita, verso il basso, quasi a voler troncare quel breve dialogo.

 

Kouji le corse incontro, raggiungendola in un baleno.

- Tu mi devi delle spiegazioni!- disse bloccandola per un braccio a metà strada tra uno scalino e l’altro, con un pizzico di fiato corto.

L’individua si strattonò via, come irritata da quel gesto forse per lei troppo espansivo.

- Non posso sentirmi toccare! – esclamò con voce altera, proseguendo poi la sua scesa subito dopo.  

 

Il Digiprescelto restò un attimo interdetto, fermo sulla fine della gradinata ad osservare quella figura così aspra e poco socievole andar via e scomparire dietro l’angolo.

 

- Lei è così. Ma non è cattiva.- scandì il tono della voce di Ophanimon.

Il Digimon Celeste fece cenno al ragazzo di seguirla nella sala accanto. Kouji annuì senza esitare.

Ophanimon spalancò la porta, e lo fece accomodare.

Il giovane si guardò attorno un po’ disorientato. Si trovava in una saletta piena di scaffali stracolmi di libri. Una sorta di piccola biblioteca. Al centro di essa, dalle forme tondeggianti, c’era un tavolo di legno molto antico, con il gambo ricoperto d’argento. La superficie era anch’essa affollata di libri, fogli e boccette d’inchiostro.

 

- Questa è la biblioteca più piccola del palazzo. E la più importante.- precisò Ophanimon- Qui vi custodisco i tomi più preziosi ed antichi che possiedo. In questa stanza c’è la storia di Digiworld.

 

Kouji restò in silenzio ad ascoltare le parole del Digimon angelico, poi, come Ophanimon, si accomodò su una della due poltrone poste in quella camerata.

 

- So che volevi chiedermi qualcosa… non è così?- fece la creatura, quasi leggendo nella mente del valoroso guerriero.

 

Il lupo solitario prese fiato. Le mani iniziarono quasi a tremargli dall’emozione, dalla curiosità e dai mille quesiti che lo avevano afflitto da quando Digiworld era riapparso nella sua vita.

 

Scandì bene la voce tossicchiando appena, poi d’un fiato disse:

- Cos’è l’Abisso delle Anime Perdute?

 

- Il posto più oscuro e pericoloso di Digiworld, dove le tenebre sono l’unica cosa che esiste. Ma questo, te lo ha già detto Ladydevimon, vero? – disse Ophanimon, quasi a voler sorridere.

 

Kouji si sentì confuso.

- Come fai a…- fece incespicando.- Chi è quella ragazza?!- disse in seguito, sollevandosi di botto dalla sedia.

 

- Mi chiamo Miya. Te l’ho già detto.

 

Il Digiprescelto si girò di scatto verso l’uscita, sussultando dallo spavento. Miya era lì, con aria alquanto infastidita e seccata, si avvicinò ad uno dei tanti scaffali e ne carezzò uno con un fuggevole tocco delle dita. Kouji sobbalzò ancora.

 

- Ero alle dipendenze di tuo fratello, poi ho incontrato Ophanimon

 

- E si è unita a noi.- concluse il Digimon celeste.

 

- Sei stata tu a liberarla nel continente oscuro?- chiese Kouji, con le idee finalmente un po’ più chiare.

 

La giovane annuì, con lo sguardo rivolto a uno dei tanti tomi presenti su quel ripiano.

 

- Quindi, ti sei alleata con Ophanimon…- emise il giovane, fissando la ragazza con estrema attenzione- Perché? Cos’è che ti ha fatto cambiare idea?

 

La giovane non rispose, fingendosi interessata ad uno di quei libri ne afferrò uno ed iniziò a sfogliarlo svogliatamente.

 

- Lei… non ama parlare di questo. – disse Ophanimon, facendo cenno a Kouji di sedersi. – L’Abisso delle anime perdute è il luogo in cui risiede tutta la paura e il risentimento di Digiworld. In quel punto sono incanalate ogni sorta di energia negativa, di animi corrotti e di potere oscuro. E da lì che nasce l’oscurità di questo mondo.

 

Kouji deglutì rabbrividendo al ricordo di quel posto così lugubre e solitario. Il pensiero di finire là sotto, gli fece accapponare la pelle. E pensare che lui stesso, pochi giorni prima, aveva rischiato di finirci per davvero!

Scosse la testa come per scrollarsi di dosso quel brutto scenario, poi si girò verso la giovane compagna:

- Perché hai tormentato gran parte dei miei sogni?- disse diretto, mentre le mani di Miya si aprirono, e il tomo le cadde improvvisamente a terra.

 

- Prego?- disse stizzita lei, guardandolo come se fosse un po’ matto.

 

- Non mentire! Eri tu, ne ho la certezza! Quelle parole, quella mano, perfino la voce! Cosa cercavi da me?!- fece Kouji, alzando il tono di voce e balzando in piedi ancora una volta.

 

- Forse… aiuto.- disse Ophanimon, guardando i due ragazzi. – Miya ha inconsciamente proiettato la sua immagine nei tuoi sogni, per trasmetterti una richiesta d’aiuto. Si è sintonizzata con il tuo spirito perché tu sei l’opposto del suo potere. Da una parte la luce, e dall’atra l’oscurità. – fece indicando prima l’uno e poi l’altro con un gesto semplice della mano- Solo così avrebbe potuto instaurare una connessione, e trasmetterti quei messaggi.

 

Miya si chinò a terra per raccogliere il libro.

- Inconsciamente… –sibilò appena, come rapita da quella parola- Quindi… è stata la mia coscienza a fare tutto ciò?- chiese con voce garbata, alla Digimon angelica.

Ophanimon assentì.

- Esatto. Ed entrambe, sappiamo il perché.- concluse in seguito, sorridendo amabilmente.

Kouji le fissò entrambe con fare confuso ma indagatore. Dopodichè, scese il silenzio.

 

Fu Miya, infine, a fare la prima mossa, lasciando la sala e i presenti alle sue spalle.

La ragazza percorse gran parte dell’androne principale, poi si fermò nei pressi del corridoio che dava ai sotterranei. Guardò intensamente nel buio davanti a sé, muta come quel posto freddo e mai accarezzato dalla luce del sole. Poi, sentì improvvisamente la presenza di qualcuno alle sue spalle.

 

- Ciao! – disse una voce dall’aspetto cordiale e allegro.

 

Lei si girò, ma senza parlare.

 

- Tutto ok? Lo scontro di ieri deve averti scossa parecchio…- fece la figura davanti ai suoi freddi occhi che per un attimo si girarono altrove. Si trattava di Izumi, svegliatasi da poco e pronta a fare colazione.

 

- Sto bene.- emise la mora, senza aggiungere altro.

 

Izumi fece un amabile sorriso.

- Io sono Izumi! Tu?

 

- Miya.- disse con voce non proprio eclatante.

 

- Piacere! – lo spirito del vento protese un braccio in avanti, con l’intenzione di scambiare una bella stretta di mano con la nuova comparsa, quest’ultima però si mostrò un po’ titubante. Fissò quelle dita, sottili e lunghe, poi si soffermò sul volto della biondina e, il suo sorriso quasi la convinse a farsi avanti.

Fu allora che la voce di Takuya la fermò di scatto, bloccandola.

 

- Hey, Izumi! – esclamò il giovane, avvicinandosi alla compagna.

 

- Oh, Takuya! Ben svegliato! Lei è Miya, ricordi?- disse annunciando perfettamente la ragazza.

 

Takuya si carezzò il mento, poi d’un tratto si riaccese.

- La ragazza di ieri! CioèLadydevimon, giusto?

 

- Lei è la mia forma Digitale. – asserì Miya, squadrando i due con curiosa insistenza.

 

Takuya schioccò le dita.

- Ma certo! Sei anche tu una Digiprescelta! Ma… i leggendari guerrieri sono dieci… quindi…

 

- Io non faccio parte di loro. Il mio è un semplice Digispirit.- disse Miya ancora una volta.

Dalle spalle di Takuya ed Izumi sopraggiunsero altre due figure. Quella di Tomoki, e quella un po’ più corpulenta di Junpei.

 

- Izumi-chaaan!!!- strepitò il ragazzone, andando incontro all’amica.- Andiamo a mangiare?

 

Takuya lo guardò di sottecchi, notevolmente infastidito.

- Pensi sempre a mangiare, tu?

 

- Onii-san, Izumi-chan! Buon giorno!- esclamò Tomoki, con un viso bello rilassato e radioso.- Buon giorno anche a te!- disse poi, nei riguardi di Miya.

 

- Lei è Miya. CioèLadydevimon.- Takuya si gratto la fronte, con fare confuso.- Vale a dire, Ladydevimon è Miya! Miya ha un Digispirit e…

 

Izumi lanciò una gomitata sommessa a Takuya, per farlo così smettere. Il ragazzo si zittì senza batter ciglio, poi, prendendo a braccetto la biondina, si avviò verso la sala delle cucine.

Tomoki si accodò ai due, mentre Junpei, prima di seguire il resto del gruppo, lanciò un’occhiata poco socievole nei riguardi della nuova ragazza.

 

L’orologio segnava le otto, e non appena tutti ebbero finito di fare colazione, si diressero in prossimità delle scale, dove da lì a poco sarebbe sceso Kouichi.

 

Kouji era tra la piccola folla del gruppo, in attesa di vedere il fratello.

Apparve Nefertimon, e subito dopo, alle sue spalle, la sagoma del fratello, ben distesa e riposata.

 

- Kouji…-disse appena il padrone dell’oscurità, con gli occhi pieni di lacrime, non appena intravide il volto del gemello dal lungo codino.

 

Il giovane restò fermo, immobile accanto a Takuya. Fu quest’ultimo, che lo spronò con una bella spinta, a farsi avanti.

Lui si mostrò incerto, quasi avesse paura di fare il primo passo, poi, guardando gli occhi del fratello finalmente limpidi e familiari, fece uno scatto in avanti e si lanciò su per le scale, fino a travolgerlo del tutto con una possente stretta.

 

- Mi dispiace! – riuscì a dire Kouichi, tra un singhiozzo e l’altro, mentre si stringeva a sé l’amato fratello.

 

- Sei di nuovo tu, questo è quello che conta! – replicò Kouji, trattenendo a stento le lacrime.

I due gemelli si avviarono giù, dove Takuya e il resto del gruppo poterono finalmente abbracciare il compagno.

Ophanimon si sentì sollevata. Finalmente, anche lei era felice.

Accanto, Miya rimase in silenzio ad osservare la scena. Lei non amava parlare, bensì osservare con quegli occhi di ghiaccio, profondi e misteriosi, le situazioni che gli si paravano d’innanzi.

Un tipo enigmatico e oscuro, proprio come la sua Ladydevimon.

 

 

Ore 16.

Era un pomeriggio come tanti a Digiworld, calmo e sereno per la maggior parte dei suoi abitanti, ma un po’ più speciale per i Digiprescelti e i loro amici.

Kouichi era finalmente ritornato il bravo ragazzo di sempre, Kouji aveva ritrovato il sorriso, e Junpei il suo appetito.

Il giovane percorreva uno dei lunghi corridoi del castello di Ophanimon stringendo tra le mani un ricco panino imbottito di leccornie varie, mentre la sagoma di una misteriosa presenza lo fece trabalzare.

- Tu?!- gemette appena, con la bocca ricolma di cibo, mentre additava con l’altra mano la figura di Miya, che intanto camminava in senso opposto.

 

La giovane dai capelli corvini si guardò attorno, non poco perplessa. In seguito, con molta noncuranza, proseguì il passo, transitando di fianco a Junpei che divenne rosso dalla rabbia:

- Non puoi ignorarmi in questo modo, maledetta megera! – strepitò agitandosi come un matto, in modo da attirare l’attenzione della misteriosa ragazza.

Miya questa volta si voltò convinta a fissarlo bene in viso.

 

- Se pensi di avere dei problemi con me, allora dillo. Non mi piace essere giudicata senza nemmeno potermi difendere. – sentenziò scaltra, portandosi entrambe le mani sui fianchi.

 

- Quand’è così…- Junpei sospirò e prese aria, incurvando infine la fronte che gli si riempì di minacciose e grosse grinze- Non mi piaci neanche un pochino! – ringhiò poco cordialmente.

 

Miya lo fissò con fare spento, con quei suoi occhi di ghiaccio dall’espressione sempre indifferente e disattivata.

- Se la cosa ti può consolare, nemmeno tu. – sottolineò con estrema tranquillità, senza imbrunirsi neppure un po’.

 

Junpei si sentì ben presto offeso, a come ferito da chissà quale arma tagliente si apprestò senza esitare a controbattere:

- Io faccio parte dei buoni! Tu no, invece! E’ inutile che ti nascondi dietro quel comportamento calmo e disinteressato… Chi mi assicura che tu non sia un’alleata di Icedevimon, e non di Ophanimon come anche lei stessa sostiene?!  

 

- Ma per favore! – esclamò a malavoglia Miya, salutandolo con un cenno della mano, e girandosi per andar via.

 

- Hey! Non mi hai ancora dato una riposta! Dove scappi?! – brontolò il giovanotto, facendo muovere le gambe di scatto per agguantarla.

 

Izumi sopraggiunse inaspettatamente dalle spalle ampie e rassicuranti dell’amico un po’ turbolento.

- Junpei! – lo richiamò subito, facendosi vedere tutt’altro che felice. – Non ci si comporta così con una nuova compagna.

 

- Compagna? – replicò sommessamente Miya, girandosi appena verso i due.

 

- Ma lei… quella è una strega! – si difese da subito il ragazzo, additando la mora con insistenza.

 

- Junpei! – lo richiamò ancora una volta Izumi, con voce più forte, colpendolo sulla schiena.- Come puoi comportarti in un modo così incivile nei riguardi di una persona che mi ha salvato la vita?! – disse rapida e con tono da rimprovero, fissando il ragazzo con occhi caparbi e sopracciglia congiunte.

 

Junpei singhiozzò strozzato dalla sua stessa saliva, squadrando con incredulità la strega dai lunghi capelli scuri.

- Cooosa?! – strepitò a stento, senza levarle per un solo istante gli occhi di dosso.

 

- Ricordi quando sono finita giù dal parapetto di quella lunga scala? Sono stati i suoi pipistrelli a riportarmi su!

 

Junpei storse il naso, così come Miya stessa apparve leggermente meravigliata da quella rivelazione inaspettata.

In effetti, era stata lei a salvare quella bionda sconosciuta, ma mai e poi mai si sarebbe sognata di farglielo sapere! I complimenti, e le lodi di gratitudine, non li aveva mai potuti sopportare.

 

- Ophanimon…- replicò a voce bassa, tra sé, indovinando al volo chi è che avesse rivelato l’informazione misteriosa.

 

- Ma Izumi-chan…!- fece mogio Junpei, facendo una faccia sbalordita, quasi incapace di credere ad una simile notizia.

 

- Se non mi credi, corri da Ophanimon. Lei ti dirà tutto. – replicò secca la bionda, andando poi incontro alla nuova arrivata.

 

Junpei squadrò per l’ennesima volta Miya, con aria diffidente, per poi allontanarsi di gran corsa, forse a cercare spiegazioni dal Digimon celeste.

 

- Scusalo…- disse Izumi, con il viso un po’ imbarazzato, grattandosi la guancia destra con la punta dell’indice.- Ti posso assicurare che è un bravo ragazzo! Vedrai che quando si renderà conto di aver sbagliato, verrà subito a scusarsi!

 

- Non mi interessa.- sentenziò svelta Miya, portando lo sguardo di fianco a sé. – Ci sono abituata. – concluse in seguito, per poi lasciare lì Izumi.

Lei la fissò andar via, con il viso un po’ malinconico, mentre qualcuno con una stretta alla spalla, la fece sobbalzare.

 

- AAAAAH!!! – urlò facendo un saltello, e girandosi di colpo, tutta tremolante. – Takuya?! – strepitò in seguito, a fatica, con la gola strozzata ancora dall’urlo di prima.

 

- Ti spaventi un po’ troppo facilmente… non ti facevo così piagnucolona, Izumi-chan…- fece lui di proposito, per provocare la bionda compagna.

 

- Piagnucolona? Io?- rimandò lei, a stento, sentendosi avvampare dalla rabbia. – Takuya…- continuò in seguito, andandogli minacciosamente incontro- SEI UNO STUPIDO!!!!! – concluse urlando, accanendosi su di lui fino a percuoterlo come se fosse un sacco ricolmo di farina.

 

 

Nel frattempo, Kouji stava percorrendo le scale dei sotterranei per fare una capatina all’interno della grande biblioteca del castello, deciso a fare man bassa di notizie, su alcuni dei preziosi libri di Ophanimon.

La porta dell’enorme stanzone era semi spalancata, come se al suo interno ci fosse qualcuno.

Kouji la sospinse in avanti fino a creare un varco abbastanza sufficiente da permettergli di passare.

Il portone di legno gracchiò appena, per via dei cardini fin troppo arrugginiti che tenevano stretta quell’asse di legno enorme.

Si udì un tonfo, seguito a ruota da un ulteriore frastuono più forte.

Kouji saettò alla svelta lo sguardo nella sala. Una figura apparve d’innanzi allo scuro dei suoi occhi. Una figura che lui aveva imparato a conoscere da non molto, ma che gli suscitava un certo interesse.

Andò dritto spedito verso l’essere riverso a terra, e le protese senza pensarci neanche una volta, la mano:

- Tutto bene? – chiese gentile, sotto il vigile ma meravigliato sguardo di Miya che si rialzò da terra non prima di replicare:

- Sono solo scivolata. Tutto qui. – rispose fredda, raccogliendo poi da terra un piccolo tomo dalla copertina rossa.

 

- Anche tu cerchi risposte, a quanto pare… - espose Kouji, osservandola raccogliere quel libro.

 

- E tu? – rispose la giovane, in tutta fretta, ferendolo quasi con un’occhiata.

 

Kouji annui.

- Più o meno

 

- Più o meno non mi sembra un’esauriente risposta. 

 

- Anche tu non sei per niente esaustiva nelle risposte. O sbaglio?

 

Miya sorrise di poco, come compiaciuta da quel responso. Poi si girò ad osservare la grande fila di libri che riempiva uno degli scaffali di quel luogo, e il suo sguardo divenne improvvisamente triste.

- Lo devo prendere come un complimento? – chiese infine, per fare sarcasmo.

 

- Chi sei tu in realtà? – si sentì improvvisamente dire, non con sorpresa.

 

- Sono ciò che vedi. Una semplice ragazza. – controbatté lei, con tono non proprio eclatante.

 

Kouji la fissò bene, poi d’un tratto scoppiò a ridere.

- Semplice… non direi! – disse tra una risata e l’altra, raccogliendo poi un libro da uno degli scaffali davanti a sé. – Sei…

 

- Strana? – lo anticipò Miya, con la paura che quel ragazzo dal lungo codino avesse intuito qualcosa di lei che doveva a tutti i costi restare segreta.

 

Kouji scosse il capo, e Miya si sentì finalmente risollevata.

- Difficile.

 

- Difficile? – sbottò lei, incurvando le sopracciglia e divenendo improvvisamente acida.

 

- Già. Difficile. – replicò l’altro, gettando uno sguardo alle pagine di quel libro, giusto per farsi vedere impegnato.

 

- Spiegami…!- lo esortò esaustiva, sentendosi inspiegabilmente presa da quel momento e da quell’atmosfera soffusa che le stava intorno.

 

- Carattere e modi di fare… Abbandoni le persone a metà tra un dialogo e l’altro, e non riesci mai a trattenere lo sguardo su colui che ti sta di fronte per più di qualche secondo. – spiegò pressoché esaustivo, pur continuando a fissare quelle pagine con una punta di maleducazione nei modi di fare.

 

Miya gli lanciò un’occhiata tutt’altro che cordiale.

Le sue gambe ripresero a muoversi con l’intenzione di allontanarsi da lì e andar via.

Che tipo di persona può permettersi di fare simili critiche, quando poi è lei stessa a non degnare di uno sguardo il proprio interlocutore?

Kouji lasciò che il tomo gli scivolasse via dalle mani non appena l’esile figura dell’individua gli passo accanto. Fu un attimo. Lui le prese con forza la spalla, per impedirle di andare, e si avvicinò furtivo a quel pallido viso dall’espressione densa di stupore.

Kouji baciò Miya senza darle neppure il tempo di serrare le labbra, fredde ma gradevoli.

La ragazza divenne di pietra. Un blocco gelido, immobile, con lo sguardo sgranato, in quell’atmosfera soffusa che sembrava però gradire.

Il tomo dalla copertina rossa gli cascò involontariamente dalle mani. Non appena toccò il suolo, lei finalmente ritornò in sé. Si strattonò via da quel prepotente ragazzo dai modi così bruschi e freddi, e si chinò alla svelta a terra. Raccolse quel libro tra le dita flessuose che gli si mossero appena, e si risollevò di scatto.

Kouji era proprio d’innanzi all’azzurro ghiacciato delle sue iridi tremolanti che, d’un botto cambiarono traiettoria dopo neppure pochi secondi.

 

- Avevo ragione. – replicò lui, come se nulla fosse successo- Non riesci a trattenere per molto lo sguardo sulla persona che ti sta davanti.

 

Miya ritornò per l’ennesima volta con gli occhi su di lui. Un’occhiata di rabbia fu l’unica risposta che Kouji Minamoto ottenne poco prima che quella misteriosa ragazza si allontanasse con gambe spedite verso l’uscio

Il taciturno giovane volse uno sguardo alla porta di quella sala, lasciata aperta in fretta e furia dalla giovane. Quest’ultima corse via nel lungo andito dei sotterranei, e poi su, oltre le scale che portavano in superficie.

Rapida e svelta, con ampie falcate, andò spedita nella sua camera, non molto distante da quella di Kouichi, sullo stesso pianerottolo di Kouji e Junpei.

La prescelta delle tenebre spalancò di getto la porta per poi richiuderla con rabbia subito dopo.

Poco alla volta si lasciò sprofondare verso il suolo, con movimenti del corpo stanchi e distrutti da chissà quale fatica.

Ma chi era Miya in realtà?

Una semplice ragazza come aveva lei stessa sostenuto, o una persona difficile e fin troppo restia a provare un contatto umano?

Una cosa era certa: strana lo era, e tanto. Ma forse, quel suo comportamento distaccato, serviva in realtà a proteggersi da qualcosa verso il quale anche lei stessa, non vi poteva apporre rimedio?

 

 

________________________________________________ 

 

 

 

 

 

Dopo una lunga serie di contrattempi, ecco il nuovo chap di Insert Coin!

Ormai manca veramente poco alla fine di questa storia… Attualmente sto scrivendo il chap numero 23, ma la serie si concluderà molto probabilmente con il numero 24… Ad ogni modo, nulla è ancora deciso!

Prima di salutarvi, c’è una cosa che devo ancora spiegarvi…

La new entry della mia fic, la “difficile” Miya, nasce dalla mia fervida mente malata nel lontano 2004… Una sera, mentre io e il mio migliore amico stavamo giocando a Digimon Frontier (è una lunga, lunghissima e strana storia…^^,), mi sono accorta che serviva irrimediabilmente un personaggio femminile da poter rifilare a Kouji… (Izumi aveva già Takuya ^^) e così, pensa che ti ripensa, e pensando alla parola giapponese “yami” ovvero “oscurità”, è nata Miya! (infatti, se ci riflette un po’ su, è l’anagramma di yami). Per l’aspetto fisico della ragazza, ho preso spunto da Izumi, solo invertendone i colori. Miya è mora, Izumi bionda. Quest’ultima ha gli occhi verdi, lei invece azzurri, e così via… E’ vista un po’ come la controparte della bella Orimoto! ^^ (ah, ho creato Miya anche prendendo me come modello…carattere compreso. A quei tempi ero un po’ invaghita di Kouji … e quindi… ^^, Poi m’intrigava un casino diventare una Digiprescelta cartacea…!)

Ho fatto anche dei disegni sulla combattente dell’oscurità, solo che per il momento non posso metterli in rete, perché questo personaggio farà parte di un’altra serie, sempre creata da me, di Digimon. La quinta, per l’esattezza! (Digimon Savers per me non ha niente a che vedere con la saga dei mostri digitali… A partire dal chara del personaggi… inguardabile! Sarà pure moderno, ma di “familiare”, rispetto alle altre 4 serie, non ha nulla. Se ci penso, mi viene una malinconia…Oltretutto ho iniziato ad ideare la quinta serie di Digimon, molto tempo prima che arrivasse la notizia ufficiale di Digi Savers.)

Questo è quanto!

Grazie a tutti, come sempre (e sempre sarà così), per le recensioni! ^_____^

Niko niko,

                                                                                                            

                                                                                                                     Botan      

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Frontier / Vai alla pagina dell'autore: Botan