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Autore: _Laine    18/10/2014    1 recensioni
Alla morte dei genitori, quattro fratelli si ritrovano improvvisamente tra le mani un'eredità da capogiro. Sorgono problemi e nascono tensioni, i sentimenti vengono nascosti e le frustrazioni sfogate nei modi più sbagliati.
Ognuno dei fratelli Westmore aveva qualcosa da nascondere; i loro segreti potevano portarli in alto e realizzare i loro sogni, oppure trascinarli nel fondo del baratro.
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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4. Aidan

 
Il giorno seguente, Aidan si recò in ufficio accompagnato da un'ansia che gli aveva impedito di chiudere occhio tutta la notte; in parte questa preoccupazione era dovuta a tutto ciò che era accaduto, dall'assassinio nel parcheggio alla visita del detective. Cosa aveva a che fare quel tale Collins con la sua famiglia?
In parte invece era molto preoccupato per Ellie, ma soprattutto del fatto che non si era reso conto dello stato in cui la sorella si trovava il giorno precedente.
Forse era troppo concentrato sul lavoro e i suoi ambigui sentimenti per Harriet, quindi tutto il resto era tristemente passato in secondo piano.
Da quando i genitori erano venuti a mancare, Aidan si era sempre buttato a capofitto negli affari, preoccupandosi di non fare mai mancare nulla ai fratelli minori; forse era giunto il momento di fermarsi, allentare la presa e riflettere.
Si ripromise dunque di darsi una svegliata e stare più attento a ciò che lo circondava, al fine di non ridursi come una specie di automa.
Senza neanche degnare di uno sguardo il panorama che si godeva dall'alto del suo ufficio – che tanto somigliava a quello dell'attico dei Westmore – Aidan si accomodò alla scrivania e accese il computer per controllare le e-mail.
Qualcuno bussò insistentemente alla porta. «Avanti!» gridò il ragazzo, e Danielle Johnson entrò, elegante come al solito.
La ragazza dai lunghi capelli biondi era la sua segretaria da alcune settimane, ed era piuttosto in gamba. Sveglia, brillante e divertente, aveva sempre svolto un lavoro impeccabile. E come se non bastasse, Aidan pensava di non aver mai visto una ragazza più bella di Danielle. Più volte le aveva detto che avrebbe dovuto fare la modella e non la segretaria, ma lei gli rispondeva sempre che non voleva ridursi ad uno scheletro e rinunciare al cibo, a suo avviso uno dei maggiori piaceri della vita.
E infatti Danielle aveva delle curve morbide e sinuose, che avrebbero innegabilmente fatto girare la testa a qualsiasi uomo.
A conti fatti era la ragazza perfetta, ma Aidan non aveva mai pensato a lei come potenziale fidanzata. In qualche modo per lui era un po' come tradire Harriet e, anche se riconosceva l'assurdità di questa sua idea, non aveva voglia di uscire con nessuna ragazza.
«Buongiorno Aidan» salutò, con un sorriso teso. «Non dovresti essere in viaggio?»
Il ragazzo la guardò, perplesso. «Perché?»
«Tra mezz'ora devi incontrare Mr Harper, dall'altra parte della città. Non dirmi che l'avevi dimenticato!»
Aidan trasalì. «Cazzo.»
Non era il momento di osservare le buone maniere, aveva appuntamento con un potenziale socio in affari e gli era completamente passato di mente!
Si alzò in piedi di scatto, rischiando di rovesciare la sedia all'indietro, poi si affrettò a riporre tutti i suoi effetti personali nella valigetta e si diresse verso la porta.
«Per favore, Danielle, telefona a Charles Harper e digli che sto arrivando.»
«D'accordo, ma... Aidan, ti senti bene? Non mi sembri in condizione di poter guidare. Vuoi che chiami un taxi?»
«No, grazie, vedrai che non ci saranno problemi.» Indossò la giacca dopo averla recuperata dall'appendiabiti ed uscì senza aggiungere altro.

Guidare lo aiutò a distrarsi dal trambusto che in quel momento caratterizzava la sua vita. Accese la radio e lasciò che le violente note di una canzone metal invadessero l'abitacolo.
Se l'affare fosse andato in porto – supponendo che arrivasse in tempo per l'appuntamento di lavoro – Aidan avrebbe avuto tra le mani il progetto di una villa di lusso in periferia, e il compenso sarebbe stato decisamente alto.

L'ufficio dell'agente immobiliare Charles Harper si trovava all'ultimo piano di un palazzo di circa trenta piani, perciò Aidan ritenne opportuno salire con l'ascensore. Notò che gli ambienti erano semplici ma eleganti e denotavano una certa cura per i particolari.
Quando raggiunse il piano, il ragazzo rimase sorpreso nell'imbattersi in qualcuno che conosceva.
«Shannon, ciao!» il ragazzo salutò una delle migliori amiche di Ellie, che a sua volta lo osservò stupita.
«Buongiorno, Aidan! Come mai da queste parti? Non dirmi che sei tu che devi incontrare Mr. Harper!»
Lui annuì. «Abbiamo un appuntamento di lavoro. E tu, invece? Da quanto lavori qui?»
Shannon sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Sono stata assunta da poco, ma devo dire che mi trovo molto bene. Harper è davvero un buon capo e una splendida persona.»
Aidan sorrise.
«Come sta Ellie?» il volto della ragazza si fece serio. «Non ci siamo sentite spesso ultimamente, ma conto di andare a trovarla in questi giorni... Sempre se non vi disturbo, chiaramente.»
«Ma figurati, sei sempre la benvenuta.»
Il telefono di Shannon emise un segnale sonoro e, quando la ragazza sollevò la cornetta, disse: «Mr. Harper può riceverti.»

La prima volta che Aidan aveva sentito il nome di Charles Harper, l’aveva associato ad un uomo piuttosto anziano con gli occhiali, la barba folta e i capelli grigi.
Invece, seduto alla scrivania, c’era un ragazzo che poteva essere un suo coetaneo, dall’aspetto elegante ma alla mano. Unico elemento corrispondente al suo personale identikit erano gli spessi occhiali neri che indossava.
Quando vide entrare Aidan, il ragazzo distolse l’attenzione dallo schermo del computer e si alzò in piedi.
«Buongiorno, lei deve essere Mr. Westmore.»
Aidan annuì. «È un piacere conoscerla, spero di non essere in ritardo.»
«No, affatto» Charles sorrise cordialmente. «Devo confessare che sono un po’ sorpreso di incontrare un ragazzo così giovane. Ammetto che in realtà mi aspettavo di incontrare un architetto attempato.»
Aidan scoppiò a ridere. «Ho pensato esattamente la stessa cosa!»
«Quindi credo che potremmo darci del tu.»
«Naturalmente.»
Dopodiché Charles pregò Aidan di accomodarsi sulla sedia di pelle nera di fronte alla scrivania.
«Dunque» esordì il ragazzo. «Anche se sicuramente saprai in cosa consiste il progetto che ci è stato assegnato, vorrei fare il punto della situazione.»
Aidan annuì.
«Mr. Hudson è un tipo piuttosto particolare e vorrebbe acquistare un’abitazione fuori città per allontanarsi dal caos e dallo smog, ma comunque essere vicino al luogo di lavoro. Perciò ha scelto il luogo più ottimale, a sud della città e a pochi chilometri dal mare. Il problema è che, dopo svariati tentativi, non ha ancora trovato l’abitazione adatta a lui e alla sua famiglia. È a questo punto che entriamo in scena noi: il nostro compito è progettare dalle fondamenta la villa dei suoi sogni e soddisfare ogni sua richiesta. Mr. Hudson è notoriamente molto ricco, quindi puoi star certo che non baderà a spese. Ora aspetta solo di avere una conferma da parte nostra.»
Aidan si sentiva elettrizzato; dopo due anni di lavoro nel settore, finalmente gli si presentava davanti un’ardua ma stimolante sfida.
«Quando cominciamo, Charles?» chiese sorridente, senza bisogno di pensarci due volte.
«Anche subito, devo solo fare una telefonata» rispose il ragazzo. «Ah, a proposito: chiamami Charlie, nessuno usa mai il mio nome di battesimo.»
  
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