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Autore: Zimt    19/10/2014    2 recensioni
Loki non ha mai sentito di poter contare su qualcuno se non su se stesso, non prima di incontrare Maddy, ma le paure e gli errori del passato sono difficili da cancellare e la fiducia reciproca è tutt'altro che scontata. In più ormai lei è cresciuta, è una giovane donna sveglia e affascinante, lui se ne è accorto e anche lei sente che la loro amicizia in qualche modo è cambiata. Loki è un figlio del caos imprevedibile e indecifrabile, ma se lei mostrasse di volerlo e poterlo capire, lui come reagirebbe?
Fanfiction ispirata a "Le parole segrete", "Le parole di luce" e "The Gospel of Loki". Ambientata qualche anno dopo il secondo libro.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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SOLITUDINE:

 

You never feared the life ahead
you never lived the life I gave you
when I hold you.

 
 
 

“Forse te le sei cercate però” gli fece notare in tutta sincerità. Lui rise, si alzò porgendole la mano e disse allegramente: “Vieni, è ora di svelare qualche mistero.”
 
 
Erano tornati ad Asgard e Loki aveva insistito per andare a casa sua, o meglio quella di Sigyn, a prendere una cosa, aveva detto. E così ecco che Maddy si trovava seduta al tavolo della cucina con Sigyn, con ciascuna una tazza di tè in una mano e una fetta di torta nell’altra, mentre lui cercava qualcosa chissà dove.
Maddy doveva ammettere che l’ambiente era decisamente opprimente, c’erano troppe decorazioni, troppi quadretti floreali alle pareti e l’aria era appesantita dall’odore dolciastro di candele profumate. La moglie del Burlone le rivolgeva un sorriso vagamente ostile all’altro capo del tavolo, e non sarebbe stata affatto male, si disse la ragazza, se non avesse indossato una vecchia vestaglia larga e piena di pizzi che la faceva sembrare un grosso centrotavola color panna. Erano chiaramente entrambe a disagio.
“Cara”, prese a dirle Sigyn, “e così ora mio marito ha… un’amica qui ad Asgard, eh?”
“Oh sì, sì, siamo amici, tanto amici…” cercando una buona scusa per non continuare a balbettare Maddy si riempì la bocca di tè e si zittì. Scottava un po’ sulla lingua.
“Ma pensa.” Commentò l’altra. “Non capisco proprio cosa se ne faccia di te il mio povero angelo. Ha già me, gli do tutto quello che gli serve, sai? Possibile che lui non lo capisca? Dopo tutto quello che ho fatto per lui, che la mia famiglia ha passato a causa sua.” continuò con aria trasognata.
“Io, ehm… credo che tutti abbiamo bisogno di degli amici, di qualcuno che ci capisca, ecco.” Provò a spiegarsi Maddy. Quella donna non la sopportava. O era un pizzico di invidia che sentiva? Certo essere la moglie di Loki doveva essere un bel casino, eppure…
“Ah, è questo che credi? Che io non lo capisca? Tu invece sì?” Sigyn stava mantenendo un tono amichevole ma l’astio nelle sue parole stonava così tanto che diede a Maddy un brivido. La risposta sincera sarebbe stata “no” e poi “sì”, ma non fece in tempo dire niente perché Loki ricomparve sulla porta, con un libro in mano e lo sguardo spiritato, che nascose subito, apparendo improvvisamente spensierato. “Oh ragazze, ma chi mi capisce, su! Tutti hanno un’opinione di me molto più bassa o terribilmente più alta di quella che merito!” ridacchiò. Entrambe le donne lo guardarono confuse. “Vieni Maddy, ti accompagno alla porta, qui c’è il libro che ti volevo prestare.”  disse avviandosi verso l’ingresso. Maddy si sentiva un po’ come se la stesse sbattendo fuori, ma visto come stava proseguendo la conversazione con Sigyn, pensò che forse le stava solamente facendo un favore. Si ficcò in bocca l’ultimo boccone di torta, ringraziò la padrona di casa in tono cortese e formale e andò a raggiungere Loki che la aspettava appena fuori dalla porta, con un libro e una bottiglia in mano.
“Dunque, fammi un favore, leggi questo, non è niente che tu non sappia, ma forse potrebbe chiarirti un paio di cose, e be’… Addio Maddy, amica mia.” Le disse con un sorriso angelico, poi cambiò Aspetto e, trasformatosi in un falco, volò via con la bottiglia (che aveva tutta l’aria di essere qualcosa di forte) tra gli artigli. Maddy non aveva nemmeno avuto il tempo di capire cosa stava succedendo o di rispondergli, ma quell’addio le era suonato inevitabilmente sinistro. Lo guardò sparire nel cielo notturno, diretto chissà dove, poi osservò il libro che le aveva lasciato, sulla copertina di cuoio nero si leggeva: “Lokabrenna. Il vangelo di Loki.”
Sigyn in quel momento si affacciò alla porta e rivolse a Maddy uno sguardo triste. “Tutti hanno bisogno di qualcuno da cui tornare, sai?” le disse con voce strozzata. “E quando scappa lui è da te che torna. Nemmeno l’amore può comprare l’amore, sono stata un’illusa.”
 
 
 
 

Your blood is poisoning your people,
your own people.

 
 
 
 
“Angieee…” era ubriaco. E nudo. Forse non era il suo momento migliore. Aveva cambiato Aspetto quando era arrivato nella Foresta di Ferro, perciò ora non aveva vestiti. Aveva appena dato il resoconto dettagliato delle sue malefatte all’unica vera amica che avesse mai avuto, sapendo che pur essendo la sua versione dei fatti, e non quella che lei conosceva (perché era abbastanza sicuro che lui e il Vecchio avessero un punto di vista abbastanza diverso sulle cose), si rendeva conto che non tutto quello che aveva fatto in passato era giustificabile. Per quanto la sua versione spiegasse il suo punto di vista, sapeva che avrebbe potuto, forse dovuto, agire diversamente. Insomma si era assicurato ancora una volta di essere irrimediabilmente, terribilmente e schifosamente solo. L’idea era stata proprio quella di allontanarsi da tutti, ma l’alcol l’aveva reso più malinconico del previsto e ora stava cercando sollievo da quel vuoto che si sentiva dentro cercando la Strega che un tempo era stata sua amante. “Angie!” urlò al buio fitto che lo circondava. Notò che in un punto poco lontano la luce della luna filtrava tra i rami, illuminando l’ingresso di una caverna sul fianco di una montagna. Non aveva idea di come fosse arrivato lì, ma un posto dove passare la notte a questo punto poteva essergli utile, entrò barcollando e inciampò in un sasso. Qualcuno però lo sorresse. “Angie?” chiese sorpreso.
“Chi altro? Vuoi urlare un altro po’ il mio nome, caro?” chiese lei sarcastica trascinandolo con forza insospettabile e lasciandolo cadere senza preavviso una volta raggiunto quello che Loki immaginò dovesse essere il fondo della caverna dato che urtò contro la pietra che non poteva vedere. Emise un lamento e un’imprecazione.
“Aspettami qui, torno tra poco.” Gli intimò Angrboda, e lui seppe che si stava allontanando perché il ticchettio dei suoi tacchi si fece via via più debole. Dopo un intervallo di tempo imprecisato, trascorso come se si trovasse nel Sogno, accasciato contro la roccia, stordito dal liquore che aveva bevuto e dalla stanchezza, la sentì tornare e lasciar cadere a terra delle cose.
Di fronte a lui si accese un fuoco, alimentato da della legna secca, e Angie gli era accanto, vestita di nero e di viola, con alti stivali di pelle, i lunghi capelli violetti sciolti sulle spalle. Dimostrava una ventina d’anni in questa occasione, dato che ovviamente poteva cambiare il suo Aspetto a suo piacimento, non si poteva mai sapere come si sarebbe presentata. Era estremamente bella e decisamente desiderabile. Loki ghignò. “Ah, Angie, sempre la solita bella Strega! Vieni qui.” Le disse con tono strascicato.
“Col cavolo, Loki. Per Hel e per Surt! Guardati. Non sei proprio al meglio e anche se lo fossi, con te ho chiuso.” Sentenziò lapidaria. “Prendi questi vestiti, e questa coperta e dimmi perché diavolo sei venuto qui e mi hai svegliata. Per fortuna che i ragazzi non sono qui a vederti in quello stato.”
“Cominci a somigliare in modo inquietante alla mia carissima e tre volte dannata moglie, sai?” il suo tono seccato sarebbe suonato più convincente se non gli fosse sfuggito un allegro “hic” alla fine del discorso.
“Mi stavi cercando per lo stesso motivo per cui sei ubriaco fradicio, per dimenticare, vero caro? Mi sembri un po’ scosso. Dimmi che cosa ti serve e vediamo se possiamo… collaborare.” Cinguettò affabile la strega.
Invece di dirle di fargli dimenticare e basta, invece di avvicinarsi a lei, e invece di dire che non poteva aiutarlo, tutte cose più in linea col suo carattere, le raccontò cosa aveva combinato. Aveva dato a Maddy il Lokabrenna, la lista completa delle sue imprese, dei suoi inganni e delle sue disgrazie dalla sua venuta in questo Mondo a Ragnaròk. Lì c’era scritto tutto sulle sue glorie, i suoi talenti, la sua astuzia, e tutte le sue cadute; in sintesi, il peggio di lui. “Tanti episodi divertenti su come rovino chiunque mi sia legato” disse con la voce di uno che ha ingoiato del filo spinato “Come quando ho fatto ammazzare due dei miei figli e imprigionare un altro.” La risata raschiante che gli uscì di bocca risuonò nella caverna come se le pareti stessero ridendo di lui. Si zittì di colpo.
“Siamo demoni e fuoco senza legami, Loki, ma i figli… con i figli è diverso, lo so. Tu non sei stato un granché come padre, permettimi di dirlo, ma so che non volevi che accadesse loro nulla di male. Ti ho visto cadere in ginocchio quel giorno e urlare. Hai sempre pensato di essere tu il cattivo e loro, come avrebbero potuto sacrificare degli innocenti?  So che non credevi che potessero farlo davvero. Non sono venuta da te anche se ero lì, perché cosa avrei potuto dirti?” disse Angie. Loki non si era aspettato niente del genere da lei. Fece una smorfia, incapace di rispondere.
“Qualcosa posso dirtelo adesso, saggezza spicciola del Popolo. Al cuore, come al caos, non si comanda, Loki.” Gli sussurrò materna. Assomigliava proprio a Sigyn in quel momento, eppure aveva appena detto proprio l’unica cosa che sua moglie non aveva mai capito.
Qualcosa nelle parole di lei l’aveva calmato e sentì che stava lentamente perdendo conoscenza, così non capì cosa stava dicendo Angrboda a se stessa: “Sarebbe molto conveniente avanzare un favore sia da te che dalla tua ragazzina, caro.”
 
Angie guardò il Burlone addormentato, avvolto nei vestiti che gli aveva portato e accasciato sulla coperta. Sembrava un ragazzino birbante, niente più, chi avrebbe detto che poteva portare tanti guai? Sigyn avrebbe detto qualcosa sul suo povero angelo, sicuramente, alla vista dei suoi bei tratti dolci. La Strega proprio non capiva cosa avesse in testa la moglie di Loki, e come potesse non vedere oltre le apparenze. Troppo ordine e troppo poca furbizia probabilmente, o troppo amore. Angrboda aveva desiderato Loki e l’aveva avuto, ma di amore non si era mai parlato, lei vedeva bene oltre la maschera del dio degli inganni e anche se ne rispettava la natura caotica, in quanto simile alla sua, non ne era particolarmente impressionata. Nel complesso nessuna delle donne di Loki aveva avuto le carte in regola per tenerselo stretto.  Per la stabilità serve dell’ordine, che Angie non poteva offrirgli, mentre per capirlo serviva caos nella vene, che mancava a Sigyn. La ragazzina d’altro canto…
 
Nel frattempo il cielo cominciava a rischiararsi, promettendo un’alba magnifica e Maddy stava lasciando scivolare dalle dita il libro che aveva finito in una notte, be’, forse saltando dei pezzi nella foga, molti episodi comunque li ricordava dai racconti del Guercio e dai libri sbiaditi letti anni prima. Non si era mai sentita così assolutamente, tremendamente e schifosamente sola. C’era qualcuno ad Asgard, a parte Idun forse, a non aver fatto delle cose orribili? E perché in quel momento la persona di cui sentiva di più la mancanza era quella che da quel resoconto ne usciva peggio, cioè il narratore stesso?
Era uscita dalla sua casa, correndo senza sapere dove, e si era trovata davanti Odino, ma in quel momento la vista dell’amico non le aveva dato conforto, sconvolta gli aveva detto di lasciarla stare quando si era avvicinato con aria preoccupata. Sapeva che Odino aveva quasi sempre agito nell’interesse della sopravvivenza dei Nove Mondi, ma c’erano cose che non riusciva, almeno in quel momento, a giustificare.
Era uscita da Asgard di corsa e si era imbattuta quasi subito in una ragazzina sui sedici anni, con un visetto dolce e innocente incorniciato da treccine viola. “Angrboda” aveva esclamato sorpresa. L’altra le aveva offerto una mano con fare amichevole e rassicurante, poi le aveva detto: “credo che tu abbia bisogno di parlare con me.” E con stupore Maddy aveva pensato che aveva ragione.
 
 
SPAZIO DELL’AUTRICE:
Prima di tutto delle NOTE SULLA TRAMA: buona parte del capitolo si basa su “The Gospel of Loki”, soprattutto perché emerge il lato più fragile ma anche negativo di Loki, e su “Le parole di luce” per quanto riguarda il suo rapporto con Sigyn, che in realtà adoro sotto sotto, scusa Sig, sappiamo che in realtà sei capacissima di tenertelo stretto il tuo Loki! Lo so che la mia ship funzionerà solo nelle ff.
Caspita, questo capitolo sì che era lungo, ma ho preferito non spezzarlo visto che aveva un filo conduttore unico. Be’ questo passaggio un po’ drammatico mi serviva per smuovere la situazione! Se qualcuno è arrivato fino a qui mi fa già molto piacere, e sarei ancora più felice se decideste di lasciarmi una recensione per farmelo sapere e per dirmi cosa vi è piaciuto e cosa no, o anche solo per dirmi che sono andata OOC alla grande e che sono anche un po’ melodrammatica! Grazie in anticipo! ;)
A proposito, ringrazio moltissimo nala91 e Jay W che con le loro recensioni mi hanno motivata a sistemare e pubblicare questo capitolo! (Quanto a sistemare ammetto che l’autorevisione non è il mio forte, quindi se trovate errori segnalatemeli pure e le critiche costruttive sono bene accette!)
(Quasi dimenticavo, le parti in inglese sono dalla canzone "Give me fire" dei Mando Diao! Molto carina, mi fa pensare al nostro Loki!)
 

  
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