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Autore: Mars_16    19/10/2014    1 recensioni
Di certo il panorama di SAO ha dato sfogo alle più grandi softwere house presenti in tutto il globo. Il Nerve Gear ha preso piede su molti titoli famosi, fra i quali anche uno piuttosto particolare. Ma che succederebbe se in una partita come le altre, magari per caso, magari per segno del destino, fosse impossibile disconnettersi dal gioco, rimanendo intrappolati in una sfida fra la vita e non-vita, vincolati ad una memoria di accumulazione dati?
-La storia ha un tempo cronologico identico a quello visto in SAO, ma per l'occasione ci sono state alcune modifiche alla trama di base, visto che oltre a Sword Art Online, anche altri titoli, nella storia, hanno creato il proprio gioco per la piattaforma virtuale-
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il clangore era a dir poco impressionante. Non ci si poteva realmente credere! Erano tanti, troppi forse, ma comunque una costante fonte di sfida e di divertimento. Erano passati si e no dieci minuti da quando l'intera orda si era riversata nelle strade. Da prima erano semplicemente qualche piccolo non-morto che strusciava i piedi a terra, poi, man mano, sono incominciati ad arrivare le vere minacce.
Elmi arrugginiti, mozziconi di spade, armature per metà logorate dal tempo, questi erano gli equipaggiamenti dei vecchi soldati, creature deboli, mangiate dalla vuotezza, il cui unico scopo era colpire qualsiasi cosa non fosse come loro.
Se ne contavano a centinaia, tutte riversate nella piazza centrale, battendo con forza le loro armi contro i poveri giocatori. Era una scena comune per chi ne masticava nel gioco: orde di personaggi spawnavano ai confini cittadini, insinuandosi nella fitta rete di strade per convergere fino al centro. Questo poteva portare a due soluzioni: o i giocatori riuscivano a respingere l'ondata, liberando la città e quindi scacciandoli, o si veniva sopraffatti, quindi uccisi, con la città che si ripopolava della sua popolazione ostile e che quindi doveva essere liberata dai coraggiosi che si decidevano a provare l'impresa.

In questo momento, Kami, si stava destreggiando al centro di un piccolo scontro, una scaramuccia di poco conto, la quale era ben lontana dal grosso della battaglia. Non che avesse paura, ma si era precipitato a dar manforte ad un gruppo di nuovi presi alla sprovvista.
L'avversario che stava fronteggiando altro non era che un ammasso di carne putrida, coperta da un semplice cencio muffoso, in mano quel che pareva essere un pugnale scheggiato e poco resistente.
Sbuffò, portando un colpo con la mano libera, ovvero la mancina, andando a colpire il polso altrui, già pronto a calare un colpo sulla sua armatura.La creatura indietreggiò, sbilanciata, lasciando giusto lo spazio nel quale la spada poté ben conficcarsi, trapassandolo e infliggendo un colpo mortale.
Il sangue zampillò, ma lui non ci fece caso, troppo impegnato a dar contro ad altri quattro avversari.

Con la coda dell'occhio notò una spada in arrivo, mirata al suo collo. Scartò di lato, lasciandosi cadere a terra e rotolando, riuscendo solo più tardi a rialzarsi, anche se un po' a fatica. Davanti a lui c'erano tutte e quattro le mostruosità, esseri deformi e animati dalla voglia di sangue. Il primo di essi si avvento su di lui, solo per incontrare il potente scudo che andò a frapporsi.
L'urto fu impressionante, ma il guerriero poco ci mise a disimpegnarsi e fare un balzo indietro. Caricò la spada, il braccio proteso all'indietro con l'arma tenuta parallela al terreno.

Sta volta ben due avventori si fiondarono sulla sua figura, solamente per vedersi colpire entrambi da un affondo ben calibrato. La prima andò a terra, la seconda dovette subire un successivo tondo per ritrovarsi tranciata a metà, le gambe ancora in piedi mentre il corpo arrancava per scappare via.
Si rimise in posizione, ma non vide più nessuno. Che avessero perso l'aggro nei suoi confronti? Oppure qualcuno li aveva ingaggiati? Non lo sapeva, però, appena girato, poté ben vedere i due che poco prima aveva salvato da morte certa mentre, beh, venivano massacrati da due non-morti provvisti di scudo e lancia. Si batté una mano sulla fronte, godendosi il momento di respiro, osservando la nuvola bianca che si addensava sul suo corpo. Poche anime, a quanto poteva notare, con altrettanti pochi drop.
< Almeno non sono escrementi > si disse, accontentandosi di un elmo logoro e di alcuni schinieri.

 

Fece spallucce, incominciando a muoversi verso il centro dello scontro. Lì il rumore era molto più forte e i giocatori si mischiavano confusamente agli aggressori, sempre più devoti alla loro causa.
Aumentò il passo, incurante di come la cosa potesse ripercuotersi sulla Fatica che provava, passando abilmente un gruppo di combattenti e affiancandosi ad una figura piuttosto minuta, dai lunghi capelli mori e vestita di una lunga tunica grigiastra. Era palesemente un uomo, che non conosceva e che, a quanto pare, si dedicava a tirar fuori dardi magici dal suo catalizzatore dalle sembianze di un semplice ramo.

< Attento con quelle, finiscono in fretta. > gli suggerì, dando però più importanza al fendente che gli fu diretto. Si disimpegnò e colpì di nuovo a fondo, liberandosi del nuovo avversario.Ora non aveva tempo per parlare e neanche l'altro ce le aveva, visto il gran numero di nemici che dovevano affrontare. Eppure giurò di riuscire a scorgere un sorriso furbo, giusto un attimo prima che il mago si decise a smuovere il catalizzatore, brandendolo a mo' di spada.

Kami stava per replicare, forse volendogli far notare l'inutilità di un bastone così fragile, ma, con suo grande stupore, l'uomo menò un colpo orizzontale piuttosto blando, privo di tecnica alcuna, ma che si tramutò ben presto in un devastante incantesimo. Là dove infatti vi era la punta dell'oggetto magico, si creò un getto di pura energia bluastra, lungo almeno due metri, che falciò quelli che potevano corrispondere a sei o sette nemici.
Una zona franca si aprì davanti al caster, abbastanza grande da dargli il tempo di portarsi alla bocca un ciuffo di erba giallognola, il quale venne masticato avidamente.
< Non preoccuparti, so come evitare che accada > si decisa finalmente a rispondere, indicandogli con un colpo del mento un punto alle sue spalle.

Il giovane poté solamente girarsi, giusto in tempo per notare una figura parecchio magra che gli saltava addosso. Non cadde a terra, ma per qualche istante si sentì scalare senza possibilità di appello, arrivando infine alla conclusione che qualcuno stesse sedendo sulle sue spalle.
< Brutto Figlio di... > mormorò, cercando di vibrare un colpo verso l'alto, a vuoto, il quale ghermì l'aria giusto in tempo ad evitare che il braccio avverso andasse a serrarsi sulla sua gola con un bel pugnale stretto in mano.

< Ah, peccato. Va beh, mi rifarò alla prossima. > sghignazzò quello che si rivelò un vero e proprio giocatore, incrociando le gambe sul collo del cavaliere e prendendo a due mani la piccola lama. Cercò di calarla sulla sua testa, ma, purtroppo per lui, si ritrovò ben prima con un buco al posto del petto e l'anima che gli sgorgava fuori dal corpo. Cadde a terra come una mela matura, liberando Kami dal suo peso. Quest'ultimo si girò e notò lo stesso tizio di prima che teneva ben alto il catalizzatore. < Grazie > mormorò, assicurandosi che nessuno cercasse di fare lo stesso < Odio quando gli altri giocatori cercano di ucciderti durante un assalto. Sopratutto quando questi sono Ladri, dannati loro e i critici che si portano dietro. > ci scherzò su, alzando lo scudo come segno di saluto all'uomo, il quale rise, prima di rigettarsi nella mischia.

L'obbiettivo del Nostro era semplice: cercare di portare a casa tante più anime e oggetti che poteva. Sicuramente se avesse ucciso quel ladruncolo, a quest'ora, avrebbe avuto un gruzzoletto abbastanza alto da poter aspirare ad un level up. Ma seppe accontentarsi. Strinse più forte la sua arma, battendo il piede in terra e caricando il prossimo nemico. Un non morto alto, largo e oramai consumato che teneva nella man dritta una spada dalla notevole lama, talmente grossa da poter far invidia a molte di quelle che aveva avuto modo di vedere.

Si incuriosì, ma rimase concentrato sul da farsi, caricando a perdifiato e fendendo l'aria dal basso verso l'alto, trasversalmente. Il colpo non arrivò a destinazioni, grazie forse ad una maggiore destrezza del suo avversario, ma non si impensierì molto. In fondo era una bella sfida.

< Su, non scappare, quella spada potrebbe fruttarmi qualche buona anima. > ghignò, prendendo l'arma con entrambe le mani, non prima però di aver lasciato sulla sua schiena l'ingombrante scudo circolare. Si preparò mentalmente a quello scontro che si presentava violento, ma, proprio mentre stava per tornare all'assalto, beh, un grido destò la sua attenzione.

Qualcuno, fra la pressante folla, aveva urlato qualcosa a gran voce. Sembrava un avvertimento, piuttosto allarmato, come tanti in mezzo a quello scontro, ma, per un attimo, fu sicuro di aver udito qualcosa di preoccupante. Purtroppo per lui questa distrazione gli costò caro: virando con il volto, infatti, ha dato modo ad un non morto semplice di approfittare della sua bassa guardia, calando la spada su di lui.

Una schivata parziale riuscì a non farlo finire male, ma un lungo graffio si mostrò sulla sua armatura, con un conseguente decurtamento dei punti vita. < Merda... > sibilò, sbilanciato, cosa che gli impedì di reagire al colpo del Bestione di poco prima, che calò con violenza la sua arma proprio sopra la sua testa. Fu un urto violentissimo, che lo piegò in terra, il volto premuto sul terreno polveroso. La vista si annebbiò, tutto divenne grigio, la barra rossa tocco l'ultima delle dieci tacche di cui era composta.

Non riusciva a muoversi, avevano azzerato il suo equilibrio, ci avrebbe messo parecchio per rialzarsi, troppo! Poté solo fare in tempo a notare la punta della lama che gli sfiorava la guancia, poi chiuse gli occhi, in attesa di morte certa. Eppure passò un solo momento, poi un esplosione lo assordò.

Sentì distintamente il corpo muoversi di qualche metro, sospinto dall'onda d'urto, poi di nuovo il terreno e il rumore della battaglia. Un enorme numero di anime si spostò, a quanto sembrava ed infine riuscì a riaprire gli occhi, facendo leva sulle braccia per rimettersi in piedi.

Vedeva ancora grigio, ma sicuramente ora più al sicuro di prima. L'unico problema era scoprire chi potesse essere il misterioso salvatore. Di nuovo quel mago? Improbabile, avrebbe sentito il rumore del Cast prima dell'impatto. Si guardò intorno e, facile immaginarlo, sgranò gli occhi davanti al guerriero. La massiccia armatura di nera pietra vibrava ad ogni passo, mentre l'enorme spada veniva trasportata contro il prossimo malcapitato.

Le forme rotondeggianti e l'enorme corporatura minacciavano un giocatore esperto, anche se da sempre l'armatura di Havel traeva in inganno coloro che la osservano. Sorrise, notando il piccolo talismano che stringeva fra le mani: un chierico, ovviamente. Ma non aveva tempo da perdere, cercò subito nella sua cintura, liberando una fiaschetta ancora piena e lucente. Se la portò alle labbra, bevendo un paio di sorso del suo contenuto.

La vista tornò normale, la barra quasi completamente piena. Gridò, rimettendosi a correre per aiutare il suo salvatore. Vibrò colpi, falciando non morti a destra e a
manca, infliggendo una grande quantità di danni. La persona davanti a se era altrettanto brava, seppur lenta, approfittava della sua difesa per poter infliggere enormi quantità di ferite ai nemici. La Zhewinander che si portava dietro svolgeva egregiamente il suo lavoro di mieti-morte, fracassando crani e distruggendo anche i nemici più corazzati.

Passarono una ventina di minuti, poi la zona si liberò completamente, libera dalla presenza di non-morti vari ed eventuali. Ora che erano solo giocatori, Kami poté notare come più o meno tutti sembrassero provati, nonostante la realtà virtuale che li circondava. C'era anche quell'uomo di prima, oltre ad un'altra decina di cavalieri, maghi o altre classi specifiche. Gli inviò un segno di saluto, poi si rivolse al suo secondo aiuto della giornata, battendo una mano sulla sua armatura.

Nonostante l'aria massiccia, il suo internò risuonò, mostrando quindi la parziale vuotezza della stessa. Anche la sua altezza rivelò una persona più bassa di quanto si fosse aspettato. Nulla di preoccupante però, sicuramente si trovava davanti ad una persona piuttosto forte visto che poteva sollevare, oltre all'intera armatura, anche il massiccio scudo a torre che portava sulle spalle.

< Ehi, grazie amico, adesso sarei ancora in attesa di rientrare se non fosse stato per te. > gli fece, ma come risposta ottenne solo un voltarsi dell'elmo, piuttosto blando. Le feritoie dello stesso sembravano suggerire uno sguardo curioso, ma, oltre questo, non ottenne risposta. Per un momento pensò di essere stato inopportuno, ma, in un attimo, dalla figura altrui si levò una fragorosa risata, cristallina e fine, dal tono inconfondibilmente femminile.

Le mani guantate di pietra si afferrarono l'elmo, sollevandolo e liberando una massa di capelli castani e lunghi. < Sei sempre il solito nabbo...Kami > lo prese bonariamente in giro, notando come via via l'espressione sul suo volto mutasse in stupore puro.

Ci mise pochissimo a riconoscerla, in fondo questa mattina si è connesso sopratuttto per aspettare lei e gli altri. < Crystal? Da quando hai l'armatura di Havel...? > piccola pausa < e dove sono gli altri? > quasi preoccupato, visto che in fondo vi era solo lei nei dintorni. Fortunatamente come risposta ottenne solo un movimento rapido delle spalle, leggero e spensierato < Ci siamo divisi: Tomo, Carl e Wendy sono rimasti nei vicoli per aiutare un gruppo troppo piccolo, mentre io sono corsa a vedere se ti trovavo per vedere come te la cavavi. > gli raccontò, sorridendo allegra.

Si rabbuiò però un attimo, osservando più in là, dove gli scontri si erano spostati: i vicoli cittadini erano ancora gremiti di creature e ce ne sarebbero state altre, svoltando l'angolo. < Lo hai sentito quel grido, prima? > domandò e Kami si costrinse ad annuire, anche se dovette ammettere di non credere troppo alla cosa.
< Invece è così, l'ho visto mentre mi stavo muovendo verso di te. Kami, da qualche parte, per queste strade, c'è un Cavaliere Nero. > entrambi stirarono le labbra. Un cavaliere nero era fuori la portata del novanta percento dei giocatori della città.

Un mostro in potenza, velocità e difese, probabilmente con un solo colpo potrebbe far fuori decine di giocatori e aver ancora Stamina per poter portarne altri due o tre. Impressionante, davvero.
< E allora l'assalto è perso...che palle, di solito non compaiono mai! Devono aver patchato la cosa con l'ultimo aggiornamento. Ma perchè qui? Non ci sono giocatori così forti... > sbuffò, ma non ottenne risposta, naturalmente. < Direi di ritrovare gli altri e andarcene, a questo punto, poi domani ritorneremo qui per la Quest, tanto non ci vorrà molto prima che si decidano a riprendersi questo posto. > concluse, un po' infastidito. Crystal sembrò essere d'accordo con lui, ma, non appena incominciarono a camminare, una voce li colse alla sprovvista.

Kami si girò e, con sorpresa, si ritrovò a fissare il mago di poco prima. < Scusate il disturbo... > iniziò, grattandosi la guancia barbuta. < Avete parlato di un Cavaliere nero? > domandò, veramente curioso.

< Si, come mai ti interessa? > gli fece invece il guerriero, non capendo da cosa potesse derivare tutta questa curiosità da parte dell'altro. Ci mise qualche attimo, poi rispose. < Allora vengo con voi, voglio proprio vedere se è così terribile come si racconta. Mal ce vada dovrò buttar via qualche umanità, ma non è un problema insormontabile > sorrise, caricandosi in spalla un piccolo scudo tondo e sollevando il proprio bastone. Una polverina giallastra calò sui tre e, istantaneamente, il graffio sull'armatura di Kami scomparve. < Bene, questo è un ringraziamento anticipato. > commentò il tipo.

< Per me va bene... > incominciò quindi il guerriero, passando lo sguardo sull'amica, aspettando una sua risposta. < Beh, si, perch... > un esplosione li zittì entrambi: un enorme colonna di fuoco aveva inghiottito un paio di giocatori, eliminandoli con un colpo. < Ma che cazz... > una sfera di fuoco puntò su di lui, ma lo scudo alzato lo difese dal colpo, anche se le fiamme lambirono lui e i suoi HP.

Il tempo di abbassare la difesa ed ecco una figura incappucciata farsi strada fra i cadaveri bruciati, le mani piene di fiamme e il volto consumato completamente dalla maledizione: un piromante li aveva presi come bersaglio.  

  
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