Videogiochi > Baldur
Segui la storia  |       
Autore: whitemushroom    19/10/2014    2 recensioni
The Lord of Murder shall perish, but in his doom he shall spawn a score of mortal progeny. Chaos will be sewn from their passage. So sayeth the wise Alaundo.
Una serie di short-fic nate dall'amore di un videogioco che in pochi conoscono. Sperando di attirare qualcuno a giocarci!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Personaggio: Hexxat
Genere: Introspettivo, Missing Moments, Drammatico. Canon.
Rating: giallo
Avvertimenti: piovono spoiler sul finale di Hexxat. Se non volete saperne nulla vi consiglio di girare al largo!



Somewhere I belong
 

I want to heal, I want to feel,
what I thought was never real.
I want to let go of the pain I felt so long (Erase all the pain 'til it's gone)
I want to heal,I want to feel,
like I'm close to something real.
I want to find something I've wanted all along,
somewhere I belong.


(“Somewhere I belong”, Linkin Park)




Non respirano più.
L’ultima crolla ai miei piedi e rimane sulle scale, facendo calare di nuovo il silenzio nel tempio; persino gli uccelli della giungla tacciono, aspettando l’alba. Il sangue delle sacerdotesse è amaro come il loro cuore. Potrei nutrirmene, ma non ho fame: preferisco osservarlo mentre scivola lentamente nelle crepe del pavimento fino a disegnare una forma strana, forse una corona rossa sul marmo candido ai piedi dell’altare. Non c’è traccia dell’eccitazione del passato, soltanto un brivido freddo che non scompare nemmeno accanto al braciere colmo di incenso; stasera la fame di Ubtao sarà placata dal sangue delle sue stesse adoratrici.
Sono morte. E le ho uccise io. Tutti i loro incantesimi, tutti i loro paletti di frassino non sono serviti a nulla. Lo sguardo bianco della Prima Viaggiatrice adesso mi fissa dal pavimento, e la luce della vita che si è spenta non cancella l’odio, il disprezzo ed il disgusto per il mio volto che vi si riflette appena. O forse si tratta di paura. Paura per quello che sono.
Paura per quello che una di loro è potuta diventare.
Al piano inferiore una porta si apre, lasciando il passo a degli stivali che non vogliono nascondere a nessuno la loro presenza. Sapevo che saresti arrivato …
Immagino che dovrei essere pronta, ma “pronta” è una parola che ha assunto talmente tante sfaccettature in questi ultimi decenni che lascia sciogliere ogni pensiero nella sottile nube di incenso. Un soffio di vento muove la fiamma, e per un istante il monile che adorna il collo di una delle sacerdotesse risplende di arancione e oro, chiamandomi come il più luminoso dei tesori della tana di un drago. Il labirinto inciso sul metallo non è stato toccato dal sangue, e per un istante lo vedo al collo di un’altra donna, una bellissima donna dai lunghi capelli neri ed il sorriso come uno stormo di colombe. Una donna che ho tanto sognato nel corso di questi lunghissimi anni.
La superficie del pendente riflette il mio viso, così simile al suo ma imbrattato dal sangue e dalla polvere, antico come soltanto l’espressione vuota di un essere immortale. Vuoto come quella di L.
“Speravo non si trattasse di te, Hexxat”
È comparso dell’argento nei suoi capelli biondi, e la barba è molto più folta di allora. Ma non è cambiato nulla nella sua postura eretta, nell’armatura splendente o nella maestosità dell’enorme spada ingioiellata che gli risplende da oltre la linea delle spalle. “Immagino mi stessi aspettando …”
“E sai anche perché, Figlio di Bhaal”.
“Era necessario giungere a questo? Sarebbe bastato …”
“Ma tu non saresti venuto. Non negarlo”.
Osserva i corpi distesi a terra, uno per uno. Lo sguardo scivola sul disegno di sangue, poi su di me, carico di tutti quei pensieri che lo hanno sempre reso così diverso, così distante da tutti coloro che ho conosciuto. Mi fissa come il giorno che ci siamo incontrati, quando tra noi due vi era soltanto la figura esangue di Clara. Come se il tempo non fosse mai esistito. Non odio, non paura. Nulla delle migliaia di sguardi che io abbia mai ricevuto, ma con riflesso che non mi è dato di comprendere, la stessa luce semidivina che mi ha trascinata davanti alla battaglia per il Trono di Bhaal. “No, non lo nego. Ma speravo che fossi cambiata, Hexxat. Che non avessi bisogno di simili stragi per condurmi a te”.
“Sei troppo abituato ad essere il fulcro intorno a cui gira il mondo, Figlio di Bhaal. Queste donne meritavano la morte, e risparmiami tutte le prediche al riguardo. Non mi chiamo Anomen”.
Sapevo che sarebbe successo. Sapevo che avrei ottenuto il suo biasimo, la sua tristezza. Ma lui non può capire, né lo potrà mai fare. A Candlekeep nessuno ha mai arretrato il passo alla sua presenza, gridandogli di essere un mostro; il mondo lo ha accolto insieme alla donna che ama, aprendogli tutte le porte. Sono certa che quella biblioteca di cui parlava spesso si è spalancata per rendergli omaggio, magari illuminando i corridoi polverosi che erano rimasti chiusi in attesa del suo viso, delle sue risate gentili. La sua luce non può capire il gelo, il nero nel cuore di queste donne.
La sua luce ha un posto dove tornare.
“Mi hai fatto una promessa, Figlio di Bhaal. Una promessa su Carsomyr, il Santo Vendicatore. E ti chiedo di mantenerla, perché sai cosa succederà se mi lascerai uscire da questa stanza. Queste donne non sono le prime, ma non saranno nemmeno le ultime”.
Li ho visti, e lui lo sa. Non è venuto in questa penisola sperduta impreparato, nel fondo del suo cuore sapeva. I paletti di legno sono lì, incisi nelle rune sacre dell’Ordine, stretti alla sua cintura in attesa di porre fine alla vita di un immortale. Non riesco a provare paura. O odio. Soltanto la stanchezza della polvere millenaria e l’ultimo incontro con il corpo decaduto di L.
Quel giorno scelsi di vivere, di inseguire un sogno insieme a quest’uomo ed ai nostri compagni, alla ricerca di un mondo migliore dove tutti potessimo vivere insieme a coloro che amiamo.
Oggi …
Estrae i paletti, guardandoli con tristezza. “Non sei il tipo che lascia molta scelta agli altri …”
Quel mondo non esiste.
O forse non è mai esistito.
O è esistito nelle speranze di Clara e nella tenacia di Phreya e adesso è sepolto in una tomba senza nome.
L’incenso non riesce a coprire il suo profumo. I muscoli del suo collo ampio fremono davanti a me mentre regolano il respiro, si fanno forza senza ritrarsi davanti al predatore che potrebbe saltare in qualsiasi momento e trasformare questo istante in un nuovo affresco di morte. La punta dei suoi strumenti è affilata, le rune vive. Il giorno tarda a venire. Si alza di nuovo la brezza che annuncia il mattino, carica del profumo dei grandi fiori bianchi che mia madre usava per creare candele. E chiudo gli occhi, respirando quegli odori del passato. “Il tempo è finito”.
Poi il mondo diventa caldo, un caldo vivo. Una fiamma forte, intensa come quella della vita mi attraversa le spalle, proprio dove le sue mani premono con forza, stringendomi senza fornire alcuna spiegazione. Nelle dita non c’è nulla, e per un attimo il fuoco del braciere guizza in alto, come se nuova legna lo stesse alimentando; poi cade, rovina a terra, e c’è solo una nube di scintille intorno a lui, tra me e la vita, tra lui e la morte. Mi stringe a sé come un’amante, abbracciandomi senza lasciare che nemmeno uno spiraglio d’aria passi tra il mio corpo ed il suo. “Non ancora, Hexxat. Non ancora”.
Ogni mio tentativo di muovermi svanisce nelle sue braccia, lasciandomi sola con il suo cuore e la consapevolezza che è il primo essere umano ad essere così vicino, così unito a me che non sia una preda. “Avevi giurato su …”
“Su un pezzo di metallo. Su nulla che possa mai valere quanto la vita di un’amica” sorride. E per un istante, un solo istante, il mio cuore riprende a battere seguendo il suo. “Sono certo che troverai un posto in cui tornare. E se quel posto ancora non esiste lo costruiremo insieme, come abbiamo sempre fatto”.
Ignorando quello che gli altri pensano di noi. Ignorando i loro sguardi. Ignorando le nostre paure.
Non sono certa di potervi credere, ma questo cuore che batte è mio, e batte, batte.
Batte anche quando veniamo avvolti dalla primissima luce dell’alba.



N.d.W. questa storia l'ho scritta quasi di getto dopo essermi spoilerata il finale di Hexxat in ToB, finale che mi ha lasciata un tantino perplessa. Innanzitutto Hexxat tiene così tanto a tornale mortale che è disposta persino a morire (a morire, non scherziamo!) pur di diventare umana e morire come tale, si spinge nelle tombe più nascoste solo per questo e poi ... due parole con il protagonista e c'è la possibilità di convincerla a rimanere vampira e continuare, come se questa sua volontà di tornare umana si abbattesse al primo mutamento. E poi il finale non della romance che ho trovato un tantino a pera ... ma perché va ad uccidere le sacerdotesse di Ubtao? Oltre al fatto che la madre fosse una di loro, ma non c'era motivo per cui lei diventasse così sanguinaria, né vendette, né nulla ... da qui il tentativo di aggiustare questi buchi, anche se non credo di esserci riuscita.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Baldur / Vai alla pagina dell'autore: whitemushroom