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Autore: Shurq Elalle    19/10/2014    1 recensioni
Questa è una raccolta di sette flashfic su alcuni momenti della vita Severus Piton, tutti collegati dal filo rosso del suo amore per Lily Evans.
Sono sette perché sette sono le lettere del nome del protagonista ed ogni storia esordirà con una lettera diversa del suo nome.
Piton non è mai stato uno dei miei personaggi preferiti, lo ammetto, ma il suo amore incondizionato, un po' egoista, imperituro e sconfinato per Lily mi ha sempre affascinata.
È forse l'unico personaggio della storia della letteratura più vicino alla mia persona.
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Da Estasi, flashfic n. 2:
La osservò mentre gli sorrideva e gli chiedeva se era tutto apposto.
La osservò e continuò a fissarla, nonostante lei gli avesse detto che la metteva in soggezione.
Era così bella che non poteva evitare di guardarla. Era così bella che l'avrebbe amata per tutta la vita.

[Raccolta presente su Wattpad]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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Empatia

 

Se ciò che io dico risuona in te,
è semplicemente perché siamo entrambi rami
di uno stesso albero.”
(William Butler Yeats)

 

 

Eccolo lì, accucciato dietro un cespuglio ad osservarla compiere quelle che tutti quanti, nel mondo magico, avrebbero concordato nell'affermare che fossero delle assolute meraviglie.
Quella bambina aveva un talento assoluto per la magia: era straordinariamente brava e talentuosa ed era un piacere per gli occhi guardarla durante le sue prodezze magiche.
E non solo,
I suoi capelli rossi, così belli, lunghi e lucenti danzavano ogni volta che lei saltava meravigliata di ciò che sapeva fare. I petali dei fiori danzavano quando lei glielo ordinava. I cespugli fiorivano quando lei li toccava. L'erba diveniva verde intenso quando lei la calpestava. Sembrava la dea greca babbana Persefone.
Dopotutto, si chiama Lily e chiunque portasse il nome di un fiore, poteva compiere tali miracoli sulla natura.
Le aveva parlato solo qualche settimana prima. Le aveva parlato e rivelato la sua natura di strega, ma la reazione della bambina non era quella che lui si era aspettato. Lily si era offesa, terribilmente offesa, ed ora si trovava lì, ad osservarla di nuovo, sperando che quella fosse la buona occasione per stringere amicizia con lei.
Era la prima strega, oltre sua madre, che incrociava in quel letamaio babbano; era un colpo di fortuna.
Lui aveva imparato a sfruttare i colpi di fortuna quando essi arrivavano. Poi, era straordinariamente bella per i suoi sette anni o poco più. Severus non riusciva a toglierle gli occhi di dosso ogni volta che lei veniva a giocare in quel parchetto insieme alla sua babbana sorella molesta, la quale, quel pomeriggio pigro d'estate, non c'era.
Ora o mai più, pensò lui.
Uscì fuori dal suo nascondiglio. Lily, appena lo vide, sobbalzò e un velo di rabbia le comparì in viso.
«Senti...» esordì lui col nervosismo che cresceva «Io... io, l'altro giorno, non volevo offenderti... ti volevo solo, solo spiegare perché sei così speciale... ecco, vedi anch'io sono come te. Io... io sono un mago».
A quelle parole, la rabbia sembrò svanire lentamente dal dolcissimo volto della bambina, la quale dichiarò:«Dimostramelo... scusa, come ti chiami?»
«Severus» rispose prontamente e altrettanto leso levò teatralmente una mano in aria e, con uno schiocco di dita, i suoi capelli neri divennero blu elettrico. Il gridolino entusiasta di Lily gli fece capire che la magia era andata a buon fine.
«Avevi ragione» gridò «Sei proprio come me. Tu mi capisci, quindi, tu sai cosa vuol dire...»
«Sapere qualcosa che non sai spiegarti perché accade?» completò lui. Non era proprio vero: lui sapeva molte cose grazie a sua madre.
«Sì» disse lei con gli occhi verdi, di un verde che Severus non avrebbe mai scordato, che si illuminarono «Io... io sono l'unica così e non... non capisco...» ammutolì e poi riprese:«Scusami per come mi sono comportata l'altro giorno, Sev, davvero. Non so cosa mi sia preso... ah, io sono Lily».
Lo so, stava per dire ma riuscì a tacere appena in tempo.
«Ora non sei più sola» disse, invece «Ora ci sono qua io per te. Ci sarò io che ti capirò. Ci sarò io a spiegarti tutto. Mia madre è una strega, ha poteri proprio come noi, madre io padre no e... e lui non capisce».
«Ti vede come se fossi un mostro» sussurrò Lily.
«Sì». Non avrebbe usato altre parole che quelle della bambina per descrivere come si sentiva ogni volta che il padre posava lo sguardo su di lui.
«Ci capiamo, Lily, ci capiamo» mormorò.
Ed era vero: in quei pochi istanti si erano capiti come poche altre persone avevano compreso loro in sette anni di vita. La loro empatia aveva raggiunto un tale livello che poteva essere indissolubile, immutata nel tempo.
Severus sapeva che la magia gli aveva uniti e gli avrebbe tenuti uniti per sempre.

   
 
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