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Autore: AlexRae00    19/10/2014    1 recensioni
Questa sarà l'ultima long della serie. Siamo quindi giunti alla fine, o quasi.
Ringrazio chi mi ha seguito fin ad ora e continua a farlo, sperando che la FF sia all'altezza delle aspettative.
"Il cuore accelerò i propri battiti, facendo temere al mago che lei potesse udirli.
Il desiderio di correre verso di lei e stringerla tra le braccia superò ogni cosa, ma facendosi forza si avvicinò lentamente.
Occhi negli occhi. Rosso nel verde. Jake non potè che perdersi in quello sguardo rubino, più incandescente del fuoco stesso.
Nessun colore sarebbe mai riuscito a rendere perfettamente la sua essenza come quello.
Nessuna tonalità al di fuori di quella avrebbe potuto appartenerle.
Paragonandolo all’azzurro, sfruttato per mascherare quegli occhi, avvertì chiaramente la differenza.
Alexandra era il rosso. Incarnava il fuoco. Ed era tutto ciò che desiderava.
E quando le loro labbra si unirono Jake avvertì quanto tutto fosse perfetto con lei."
Buona lettura. AlexRae00.
Genere: Azione, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Through the years'
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Con uno sbadiglio, Asia si mise seduta, coprendosi grazie al lenzuolo azzurro e rabbrividendo per il pavimento freddo.
Un mugolio provenne dal ragazzo semi addormentato che la osservava, con gli occhi azzurri impastati dal sonno.
La giovane sorrise, per poi chinarsi a lasciare un lieve bacio sulle labbra schiuse del suo compagno, che rispose con dolcezza al contatto imprevisto.
Una mano di lei sfiorò i capelli rosso fuoco, completamente in disordine, affondando in quei crini tanto conosciuti.
- Buongiorno.
- Giorno.
 
L’ennesimo sorriso spuntò sul volto dell’eroina, intenta ad assaporare quel dolce momento di quotidianità assieme al giovane.
Drake si stiracchiò, seguendo con lo sguardo la Logan, mentre indossava una sua maglietta bianca sui pantaloncini.
Scompigliandosi i corti capelli scuri, la mutaforma lasciò la camera, diretta verso la stanza dello loro ospite, per assicurarsi che le cose andassero bene.
 
 
Le tende impedivano alla luce del sole di entrare nella stanza, dove la giovane dalla chioma corvina osservava il soffitto.
Il ricordo del sogno appena concluso la lasciava scombussolata e innervosita, a causa delle immagini che l’avevano riportata indietro.
Il volto disperato di sua sorella le tornò in mente, intanto che con i denti continuava a mordere le corte unghie prive di smalto.
Con dolore, rivide nella sua mente la sé stessa di alcuni anni prima, durante il periodo più brutto della sua vita.
Rabbrividì e mise i piedi a terra, dirigendosi verso le finestre per spostare i tendaggi, in modo da far entrare i raggi del sole.
Con occhi stanchi osservò l’immensa palla di fuoco splendere, facendo brillare la vasta distesa di mare che circondava l’isola su cui si trovava la torre.
All’improvviso un immagine si accavallò a ciò che stava guardando, riportandola nuovamente indietro, a quegli orribili giorni.
 
***
Con ancora lo stomaco sotto sopra e la bocca piena di quel sapore amaro, si sciacquò il viso, per poi fermarsi ad osservare il mare, reso splendente dai raggi di sole.
Si portò una mano alla fronte, madida di sudore, cercando di calmare i propri battiti e di riprendere il controllo di sé stessa.
Ad un tratto bussarono alla porta e Cleo entrò, guardando in silenzio la sorella, seduta sul pavimento con la schiena contro il muro.
L’espressione della ragazza divenne improvvisamente preoccupata, alla vista delle occhiaie e del pallore sul volto della sorella.
- Cosa è successo ? Val, stai bene ? Sei malata?
 
Irritata, Valéry allontanò la sorella, andandosi a sedere sul letto e ignorando le richieste della maggiore.
Dopo qualche tentativo, l’altra la osservò in silenzio, attendendo che le parlasse di cosa le stava accadendo.
- Cleo sparisci. Sto bene.
- A me non sembra. Sono tua sorella..Puoi fidarti e lo sai !
 
La minore serrò gli occhi, alzandosi in piedi di scatto e facendo indietreggiare l’altra ragazza, sorpresa dal comportamento della corvina.
Per un secondo,Valéry pensò di rivelare la verità alla sorella, permettendole di aiutarla. Quel pensiero venne però immediatamente accantonato.
- Sparisci dalla mia stanza ! Ti ho detto che va tutto bene! Non insistere!
- Devi smetterla di chiudermi la porta in faccia! Perché per una volta non ti fidi di me?
- Cleo va via!  Non devo dirti tutto ciò che mi succede!
 
Cleo emise un urlo di rabbia, serrando i denti per trattenere il secondo urlo che le salì alla gola. Strinse con forza i pugni, affondando le unghie nei palmi, per sfogare la rabbia che la stava assalendo.
Cercò di trattenersi ma l’eccesiva ira portò i suoi poteri ad attivarsi, facendole brillare gli occhi della tipica luce violetta. Prima che le sfere di energia potessero però comparire, Stephan fece il suo ingresso, fronteggiando la fidanzata.
- Ehi Cleo ! Calmati. Val cosa hai fatto per farla arrivare a questo punto?
- Non ho fatto niente Stephan ! E uscite dalla mia camera !
 
I due ragazzi uscirono dalla stanza della compagna, lasciandola da sola, a trattenere quelle lacrime che non avrebbe mai versato davanti ad altri.
 
***
 
 
Con il fiato corto per la corsa, Matteo raggiunse il parco vicino alla scuola, fermandosi per riprendere un po’ di fiato.
Annaspando posò le mani sulle ginocchia, chiudendo gli occhi e attendendo che il battito si calmasse.
Quando rialzò  lo sguardo per riprendere la corsa, improvvisamente finì contro un povero malcapitato di passaggio, cadendo addosso alla persona.
Imbarazzato si spostò i capelli dagli occhi, incrociando lo sguardo particolare della sconosciuta, intenta ad osservarlo.
Le iridi bicolore della giovane lo fecero rimanere per qualche attimo immobile, come paralizzato da quei caratteristici occhi.
- Oddio scusa! Mi dispiace tantissimo! – Alzandosi, il Leoni porse una mano alla ragazza, aiutandola a rialzarsi.
- Non preoccuparti, non ti ho visto neanche io.
 
Il sorriso timido, apparso sul viso dell’altra, fece arrossire il ragazzo, impegnato a raccogliere i libri caduti dalle mani di lei.
I capelli biondo cenere, lunghi e lisci, erano coperti da un capello di lana, forse troppo pesante per quell’inizio autunno, come la sciarpa che le avvolgeva il collo.
- Beh io sono Matteo Leoni.
- Io sono Janisse Sanders.
- E’ un bel nome. Non ti ho mai vista, sei nuova ?
- Si, oggi iniziavo il mio ultimo anno nel liceo della città.
- Beh anche io vado lì! Possiamo andarci insieme.
- Grazie! Non ricordavo la strada! Sarei rimasta a vagare se non fossi arrivato tu!
 
Le guancie di Matteo si colorarono di un leggero rossore alle parole della compagna, intenta a sorridergli grata per la proposta.
La solita fossetta comparve sulla guancia del diciottenne, mentre porgeva i libri caduti alla proprietaria e si incamminava verso l’edificio scolastico, dimentico del ritardo.
 
Janisse affiancò il giovane, assumendo un’espressione tranquilla, intanto che raggiungevano il viale che portava alla scuola.
Gli occhi della studentessa seguivano tutti i movimenti del minore di casa Leoni, che in risposta la osservava di sottecchi, scompigliandosi i ricci capelli scuri.
- Sai in che classe sei ?
- Nella C. Però posso trovarla da sola. Stai facendo già fin troppo ritardo per colpa mia.
 
L’espressione dolce che apparve sul viso del giovane costrinse la ragazza a sorridere, mentre con una mano si toglieva il capello grigio e lo posava nella sacca, sistemandosi la lunga e liscia chioma.
Matteo fece segno con il capo e ripresero a camminare, raggiungendo ben presto la sezione della nuova ragazza.
- Grazie..
- Prego. Io sono nella classe poco più avanti, la A. Potremmo vederci durante la pausa.
- Certo.. Ti aspetterò alla porta.
 
Con un cenno della mano salutò il nuovo amico, bussando alla porta della classe, prima di entrare nella stanza, per conoscere il resto dei ragazzi.
Matteo rimase ad osservare per un po’ dalla finestrella sulla porta, prima di raggiungere la sua sezione, dove il professore già stava spiegando il nuovo argomento.
Rendendosi conto del ritardo, deglutì a vuoto per poi bussare, attendendo che la voce dell’insegnante gli desse il permesso di varcare la soglia, prima di sgridarlo.
 
 
Senza scomporsi colpì con forza il sacco, creando tra le dita la brina leggera, prima di dar vita al ghiaccio che congelò il tessuto e la catena, immobilizzandolo.
Voltandosi realizzò una lama, sfruttando i propri poteri, per poi lanciarla verso la parete opposta, centrando il bersaglio.
Il freddo calò pian piano sulla stanza, formando una leggera ragnatela sulle pareti e sugli oggetti.
Le dita dell’uomo divennero azzurre, e i suoi occhi sembrarono trasformarsi nello stesso materiale che lui poteva realizzare.
Un volto famigliare gli apparve dinnanzi agli occhi, costringendolo a fermare quanto stava creando, e permettendo ad un ricordo di tornare a galla, prima di essere nuovamente soppresso.
Nella mente del criminale però, rimase impressa la scena poco prima immaginata.
 
Il freddo creato dalle sue mani, tornò per un attimo a fondersi con il fuoco di lei, rendendogli una cosa sola.
Il suo gelo venne avvolto dal suo calore, reso prima innocuo e poi potenziato, grazie al controllo che entrambi avevano sui loro poteri.
Quel connubio di forza però, sparì com’era apparso, tornando ad essere solo il ghiaccio gelido e distruttore che Ethan era in grado di realizzare.
 
 
Una folata di vento le scompigliò i lunghi capelli scuri, intanto che i suoi occhi si chiudevano e le sue braccia si sollevavano, come due ali.
Il sole, ora oscurato da alcune nuvole, non illuminava più il mare come se fosse di diamante e lasciava che il vento raffreddasse ciò che lui riscaldava.
Valèry inspirò l’aria fresca, posando le mani sul cornicione della terrazza.
Sulle sue palpebre chiuse però, apparve il volto disperato di Cleo, affiancato dall’espressione addolorata di sua madre, vulnerabile come mai l’aveva vista.
Si morse violentemente un labbro, intanto che la sua gamba iniziava a muoversi, guidata dal nervosismo, facendo battere il tallone sul pavimento ripetutamente.
Con le mani si massaggiò gli occhi, tentando di cancellare il sapore acido che sembrava pervaderle la bocca.
- Ehi Val ! Sei qui allora ! Credevo che ti fossi persa nella torre.
 
Il suo volto, poco prima corrucciato e irritato, si rilassò, mentre un sorriso allegro prendeva forma sulle labbra sottili.
Asia sembrò cogliere il rapido cambiamento di espressione, ma non lo diede a vedere, e con passo felpato raggiunse il fianco della compagna, sedendosi sul bordo.
- Non è rischioso stare lì ?
- Nah. Io posso volare.
- Davvero ?
- Certo!
 
Chiudendo gli occhi, la Titans si lasciò cadere nel vuoto, iniziando a mutare il proprio corpo, adeguandolo alla situazione.
In un attimo le braccia divennero ali e con pochi movimenti, l’aquila raggiunse il tetto della T-Tower, lasciando stupita la figlia di Aqualad.
Dopo qualche secondo Anim annullò la trasformazione, atterrando sul cornicione con eleganza felina, prima di sedersi al fianco della compagna.
Una risata sorse spontanea sulle labbra della vigilante alla vista del viso dell’amica, intenta a fissarla con gli occhi spalancati.
La corvina ricambiò il sorriso, osservando la Logan con interesse, attirata da quel carattere così spontaneo.
- Sapevo che potevi cambiare forma, ma non credevo che potessi farlo così rapidamente.
- Beh, dipende da alcuni fattori. Se volessi diventare qualcosa di più grande ci metterei qualche attimo in più. Inoltre se ho già compiuto altre trasformazioni potrei anche non riuscire.
- Dipende da quanto può fare il tuo organismo ?
- Esatto. Non devo strafare.
 
La venticinquenne rimase per qualche attimo in silenzio, pensando a quanto potesse essere difficile e faticoso, mutare sé stessi in qualcos’altro.
Quando però aprì la bocca per complimentarsi con la ragazza per le sue capacità, lei le sorrise e la ringraziò.
- Come ?
- Ho detto grazie per il complimento, mi fa piacere che noti le difficoltà dei miei poteri.
- Ma..Come ?
- Sono telepatica e empatica. Anche se la mia potenza mentale è molto minore rispetto a quella di Jake. I suoi poteri sono uguali a quelli di mia madre, anche se più facili da controllare grazie alla minore influenza demoniaca.
 
Valèry sbattè le palpebre confusa, cercando di assimilare le parole di Asia, intenta a guardarla con un sorriso luminoso e i grandi occhi viola socchiusi.
Con una mano si carezzò il tatuaggio a forma di margherita, scuotendo il capo sconfitta, prima di chiedere spiegazioni.
- Mia madre è per metà demone, mentre mio fratello ed io lo siamo in piccola parte. Jake ha ottenuto più sangue di demone però, e così possiede tutti i poteri di mia madre. Io ho invece ottenuto la possibilità di mutare grazie a mio padre.
- Okay. Ora credo di aver capito.
- Tu invece ? Cosa puoi fare ?
 
Per qualche secondo la giovane rimase in silenzio, valutando la possibilità di sviare la domanda e cambiare argomento. Quando però, incontrò lo sguardo preoccupato della ragazza, decise di dire semplicemente la verità.
Sospirando si poggiò al muretto, godendosi la brezza marina e la frescura sul volto.
- Io non ho praticamente nessun potere.
- In che senso ?
- Può sembrare assurdo, ma io non ho né i poteri alieni di mia madre, né le capacità di mio padre. A dirla tutta non riesco neanche a nuotare in modo decente e preferisco tenermi lontana dalla maggior parte della fauna marina e terrestre.
 
Anim sollevò le sopracciglia scure, osservando la ragazza con occhi sorpresi, prima di sorriderle e afferrarle le mani, come il giorno prima.
Valèry avvertì nuovamente il lieve imbarazzo, subito sostituito dall’affetto e dalla tranquillità, presenti nelle iride violette dell’altra.
- Non importa. Il fatto che tu non abbia poteri non vuol dire che tu sia meno dei tuoi famigliari. Anche tua cugina Denise non ha ricevuto i poteri della madre in eredità. Te la cavi nel combattimento ?
- Beh, si. In mancanza di qualsiasi capacità super, mio padre mi ha insegnato a combattere e mi ha dato una mano anche lo zio Roy. Riesco a maneggiare la maggior parte delle armi. Ovviamente lo zio mi ha insegnato soprattutto ad usare l’arco.
- Visto ? Tutti sappiamo fare qualcosa meglio degli altri.
- Il mio talento non sta in quello però. Sono i veleni il mio forte. Conosco la botanica e riesco ad utilizzare al meglio le caratteristiche delle piante.
 
La vigilante abbracciò di slancio la compagna, ridendo allegra assieme all’altra che ricambiò la stretta in pieno.
L’odore degli iris pervase le narici della Titan dell’est, intenta a ridacchiare contro la spalla della ragazza.
I corti capelli le solleticarono la guancia, mentre i suoi occhi neri si chiudevano permettendo alla corvina di rilassarsi, cancellando tutti i tristi ricordi che la perseguitavano da quella mattina.
 
 
Jake si prese la testa tra le mani, mentre con gli occhi stanchi cercava di trovare altre informazioni sul nemico, tornato ad attaccarli dopo cinque anni di silenzio.
Con i propri poteri mise a posto il fascicolo preso poco prima, dedicandosi all’ultimo mucchio di fogli sul loro avversario.
Scorse rapidamente le parole, cercando qualcosa che potesse aiutarlo ad affrontarlo in maniera meno disastrosa.
Sfogliò le varie pagine, soffermandosi sulle abilità del criminale, descritte tempo addietro da lui stesso assieme alla sorella.
Sbuffando rimise a posto i documenti, poggiandosi allo schienale della sedia e chiudendo gli occhi verdi.
La frustrazione sembrava sommergerlo mentre il mal di testa, presente fin da quella mattina, tornava a disturbare quegli attimi di riposo.
- Ehi capo. Hai intenzione di mangiare qualcosa? Oppure rimarrai chiuso qui dentro?
- Drake.. Ora arrivo.
 
Prima di andarsene, il ragazzo si fermò sulla soglia, osservando il volto stanco del suo migliore amico, oscurato dai capelli viola scuro.
Sospirando si avvicinò al leader, afferrandolo per le spalle e costringendolo ad alzarsi.
Darkus protestò per qualche attimo, prima di lasciarsi trascinare dal compagno verso la sala da pranzo.
Quando entrambi entrarono, il titano dagli occhi di giada osservò per un attimo Valèry, chiedendosi cosa l’avesse turbata tanto quel mattino.
Sedutosi però, lasciò che la propria mente divagasse, concentrandosi sul cibo e sul calore che i suoi amici e compagni trasmettevano, anche dopo quanto successo negli ultimi giorni.
Un lieve sorriso spuntò sulle labbra di Jake, intento a mordere un panino e ad osservare gli altri ragazzi.
Lo sguardo ametista di Asia blocco il suo, costringendolo a fissare la gemella, sorridente al fianco della Titans dell’est.
Il piccolo sorriso però, venne bruscamente sostituito da un espressione corrucciata, quando l’allarme interruppe quel momento di quotidianità, costringendo i ragazzi ad alzarsi.
- Rain controlla chi ci attacca ! Voialtri andate a cambiarvi. Ora!
- E’ Wight-Slado.
- Lo immaginavo. Rain cambiati in fretta. E tu..
 
Valèry si voltò verso il leader, ancora stupita per il rapido cambio di atmosfera avvenuto poco prima.
Il vigilante la guardò per qualche attimo, indeciso su cosa fare, prima che la sorella
giungesse al suo fianco con indosso la divisa e il mantello di Darkus in mano.
- Lei viene con noi. E’ una Titans e sa cavarsela. Sbrigati Val.
- Certo.
 
Presto la giovane sparì nel corridoio, diretta verso la sua camera, mentre i due gemelli si osservavano in silenzio, comunicando senza parole.
Alla muta richiesta di Jake, Asia rispose con un cenno affermativo, pienamente fiduciosa verso quella ragazza dal carattere particolare.
 
Rapidamente la ragazza indossò la sua divisa verde scuro, afferrando la faretra piena di frecce e l’arco, regalatole dallo zio Speedy al compleanno.
Lanciò uno sguardo alla sua immagine riflessa nello specchio, mentre con movimenti veloci intrecciava i capelli in una treccia.
Correndo nel corridoio, prese la sua maschera da una delle tante tasche del suo costume, indossandola senza battere ciglio, poco prima di affiancarsi ad Anim, in attesa nell’atrio.
Scendendo verso il garage della T-Tower, Valéry non potè che stupirsi dell’espressione cupa dell’altra ragazza, che in pochi secondi assunse una forma ibrida, simile alla creatura in cui si trasformò il padre anni addietro.
 
 
Con un movimento fluido, il criminale congelò una macchina parcheggiata, causando l’ennesimo urlo di panico tra i cittadini.
Compì qualche passo prima di voltarsi verso la squadra dei vigilanti mascherati, appena giunti sulla scena.
Un ghigno nacque spontaneo sul suo volto sfigurato, coperto però dalla maschera di ghiaccio e acciaio.
L’uomo osservò gli eroi, soffermandosi sulla nuova figura vestita di verde, intenta ad impugnare un arco con sicurezza, che ricambiò il suo sguardo con un occhiata gelida.
Wight-Slado sollevò un sopracciglio, attendendo il momento in cui i suoi avversari avrebbero cominciato ad attaccarlo.
Aspettando il momento in cui avrebbe eliminato quelli stupidi ragazzetti dalla faccia della Terra.
 
 
Dando un occhiata all’orologio, Alexandra corrucciò lo sguardo, battendo nervosamente il piede sul pavimento sotto gli occhi stufi di Paolo, seduto accanto a lei.
Il maggiore scosse il capo, prima di afferrare le posate per dedicarsi al suo patto di pasta, ormai freddo per l’attesa a cui la ragazza l’aveva costretto.
La mora gli lanciò un occhiata fulminante, vedendolo intento ad iniziare il pranzo, per poi accasciarsi preoccupata sul tavolo.
- Dovresti stare più tranquilla Alex. Matteo sa cavarsela e anche se è in ritardo non vuol dire che sia successo qualcosa.
- Lo so, ma… E’ pur sempre mio dovere di sorella maggiore occuparmi di lui..E poi non ha mai ritardato di mezz’ora.
- Perché non riprovi a chiamarlo ?
- Va bene..
 
La Leoni afferrò il cellulare, digitando il numero del piccolo di casa, mentre il più grande accendeva la televisione e cercava qualcosa di interessante da guardare.
Prima che la sorella potesse però riattaccare frustrata, la voce del giornalista la costrinse a rivolgere la sua attenzione al servizio speciale, dedicato allo scontro tra i Titans e Wight-Slado.
 
“Siamo ad una distanza di sicurezza dal luogo dove sta avvenendo il secondo scontro, tra i nostri beniamini e il nuovo criminale, Wight-Slado.
Alla squadra dei nostri protettori, si è aggiunto un nuovo personaggio sconosciuto che sembra però all’altezza della situazione e sta dando dimostrazione di grandi capacità.
Molti degli ostacoli che si sono frapposti sulla strada del criminale sono stati precedentementi congelati, mentre i nostri vigilanti allontano i civili rimasti e attaccano l’avversario.
Speriamo in uno scontro che conduca i Titani alla vittoria!”
 
Le immagini del combattimento, confuse e sfuocate, vedevano il bianco Slade al centro della scena, intento ad affrontare tre degli eroi di Jump-city, in evidente stato di tensione.
Alexandra lasciò cadere il cellulare sul tavolo, sperando che tra i pochi civili rimasti non vi fosse anche il suo fratellino, e desiderando che si trovasse lontano da quel luogo.
Si voltò agitata verso il fratello e quando incontrò il suo sguardo blu scuro, vi scorse la stessa identica paura, assieme alla speranza che il diciottenne si trovasse da tutt’altra parte.
 
 
Quando la campanella suonò la fine dell’intervallo, Matteo cercò di contenere la soddisfazione, dirigendosi in fretta verso l’uscita dell’istituto per cercare Janisse.
La chioma biondo cenere venne subito scorta dallo studente, felice di poter finalmente rivedere quella ragazza dai particolari occhi bicolore.
La diciottenne si voltò a guardarlo, sollevando la mano in segno di saluto, prima di affiancarlo verso i cancelli.
- Allora ? Com’è andato il primo giorno?
- Tutto bene. I compagni non sono male e i professori non sembrano così spaventosi.
- Sono felice per te!
 
Le solite fossette spuntarono sulle guance del ragazzo, intento a scompigliarsi i ricci scuri con la mano destra.
I suoi occhi grigio azzurro cercavano con timidezza lo sguardo della compagna, intenta a ridacchiare per l’allegria che quel ragazzi irradiava.
Raggiunto il punto in cui, quella stessa mattina, avevano avuto il loro primo incontro, Matteo si fermò imbarazzato prima di fermare la ragazza, già dirette verso la strada da cui era venuta quella mattina.
- Tutto bene?
-Si certo. Volevo chiederti se..Insomma..Se volevi essere accompagnata..
- Ma tu non abiti dall’altra parte?
- Beh si, ma non voglio rischiare che tu perda la strada come questa mattina.
 
Un sorriso sincerò illuminò il viso della Sanders, che delicatamente afferrò la mano del giovane, incantato ad osservarla, in attesa di una risposta.
- Grazie Mat..
 
Senza parlare il Leoni strinse la sua mano, iniziando a camminare verso la strada che portava nel centro, affiancato dalla nuova studentessa per cui, era sicuro, aveva preso un infatuazione, o forse qualcosa di più.
 
 
Ethan parò il colpo di Cyber, allontanando l’uomo in modo da occuparsi di Anim, completamente preda dell’odio che provava per lui.
Una risata cupa ruppe il silenzio,aumentando l’ira della mutaforma, intenta a cercare di colpirlo.
La scena però, irritò anche Valèry, che incoccando l’ennesima freccia, la scagliò verso il nemico, ancora impegnato nello scontro con la Logan.
Il dardo colpì in pieno il braccio dell’uomo, che colto di sorpresa, voltò il capo verso la ragazza, occupata a preparare un secondo dardo.
L’albino sferrò un colpo con il braccio sano ad Anim, prima di liberarsi della freccia conficcata nel suo braccio e dirigersi verso la nuova eroina.
- Devo dire che mi hai colto di sorpresa. Posso sapere chi sei ??
- Puoi chiamarmi Wit Blom.
- Piacere, Wit Blom.
 
Con un colpo preciso, il criminale congelò l’arco della ragazza, che rapidamente lo lasciò cadere e colpì l’uomo sul petto con un pugno, ferendolo grazie ai rinforzi in acciaio sulle nocche.
Il Wride rise ancora, prima di afferrare il polso della giovane e torcerlo, in modo da farla finire in ginocchio.
L’eroina tentò di liberarsi invano, per poi seguire i movimenti a cui la costringeva l’uomo, in cerca dell’attimo giusto per liberarsi.
Il criminale la fece finire distesa sull’asfalto ghiacciato ma, prima che potesse colpirla con i propri poteri, avvertì un dolore bruciante alla schiena, dove Anim, con gli artigli sfoderati, ringhiava.
Trattenne per un attimo il respiro, tramortendo la Titans sotto di lui per poter fronteggiare l’altra ragazza.
- Hai uscito gli artigli gattina ?
 
Un ghigno strafottente stese le labbra coperte dell’albino, che però non ricevette alcuna risposta dalla mutaforma.
Gli occhi viola pieni di rancore, la mascella serrata e i canini evidenti.
Anim compì un balzo verso il nemico, deviando all’ultimo per colpirlo da una diversa direzione, sorprendendolo.
Una seconda artigliata squarciò la tuta di Wight-Slado, costringendolo a riparare il punto scoperto con il ghiaccio.
- Per me rimarrai sempre un idiota, bianchetto.
 
 
Il leader dei Titani si guardò per un’ultima volta intorno, alla ricerca di altri cittadini troppo vicini allo scontro.
Sospirò quando nessuno apparve nel suo campo visivo e, sollevandosi il cappuccio, ricoprì le proprie mani di pura energia, facendo brillare di bianco i suoi occhi.
Individuò in fretta la sorella, impegnata nella lotta, mentre Cyber veniva soccorso da Rain, e Astras rimaneva privo di sensi.
Sperò che non fossero feriti gravemente e, notando la nuova compagna svegliarsi, si diresse verso il nemico.
Appena giunse abbastanza vicino, con un movimento della mano, intrappolò il corpo del criminale in un fascio di magia, consentendo alla gemella di infierirgli un terzo squarcio al petto.
- Stavolta le cose non andranno come vuoi tu.
 
 
Matteo sorrise per l’ennesima volta, mentre percorreva una delle strade del centro, il volto di Janisse ancora vivido e la mente leggera.
Lentamente afferrò il telefono, tenuto nello zaino fino a quel momento, prima di sgranare gli occhi alle chiamate della sorella e ai vari messaggi.
Resosi conto dell’orario richiamò il numero di Alexandra, leggermente in imbarazzo per la preoccupazione arrecata ai due fratelli.
Dopo il primo squillo, la voce terrorizzata di Alex lo costrinse ad allontanare il cellulare dall’orecchio.
* Si può sapere dov’eri?! *
* Mi dispiace tantissimo Alex, ho dovuto fare una cosa importante e non ho visto l’ora *
* Potevi avvisare! Io e Paolo siamo rimasti ad aspettare per quasi un’ora! *
 
Il ragazzo sbuffò leggermente, spostando il telefono all’altro orecchio, cambiando strada in modo distratto.
* Scusa va bene.. Ma non capisco tutta questa preoccupazione. E’ successo qualcosa di grave? *
* E’ in corso uno scontro tra i Titans e Wight-Slado. Avevamo paura che fossi capitato sul luogo dell’attacco..*
 
Il Leoni spalancò gli occhi, prima di venire investito da un onda d’urto, causata dal criminale appena nominato.
Senza poter far nulla, si scontrò violentemente contro il muro appena superato, rimanendo senza fiato per il dolore.
La voce di Alexandra continuava a chiamare il ragazzo, mentre lui tentava di riprendere a respirare e cercava di calmare il fastidioso fischiare, provocato dall’impatto.
Si accovacciò sul marciapiede, non potendo muoversi in alcun modo, sotto lo sguardo spaventato di Wit Blom, accortasi del giovane.
La vigilante cercò di avvertire Darkus, troppo concentrato ad affrontare il Wride, prima di scattare verso il diciottenne.
 
 
Non appena sentì il telefono squillare, afferrò il cellulare e rispose alla chiamata, sotto gli occhi seri di Paolo.
La voce del minore la fece sorridere, mentre con un cenno comunicava al più grande l’assenza di problemi.
Alle domande del ragazzo però, non riuscì a mantenere un tono calmo e, ancora agitata, lo avvertì dello scontro.
 Attese per qualche momento una risposta, finche un boato le risuonò nell’orecchio, assieme all’urlo strozzato del giovane.
Il terrore la invase, mentre con voce spezzata urlava il nome del fratellino, che non emise alcuna parola.
- Alex cosa è successo?!
- Non lo so !! Ho sentito un boato e ora non risponde più!
 
L’uomo afferrò il telefono, chiamando il nome del ragazzo con tono sempre più spaventato.
Alex si mise la mani tra i capelli, serrando le palpebre sugli occhi rosso scuro, incupitisi a causa della paura.
Una fitta alla testa però, la costrinse ad aggrapparsi al muro, intanto che un ricordo compariva improvvisamente, vivido come mai.
 
Un terrore più forte di quello che stava vivendo. Le pietre a graffiarle i palmi e la sensazione di soffocante oppressione. Polvere e rocce ovunque. Il respiro che cessava, lasciandola annaspare.
Sangue caldo che colava dalla nuca, assieme a quello delle altre ferite.
Tutto svaniva però, se comparato alla consapevolezza che Lui, non lo avrebbe mai più visto.
L’ultima sensazione che avvertì, furono le lacrime salate sulle labbra, mischiate al ferroso sapore di quel liquido vermiglio.
 
Paolo la sorresse, abbracciandola con forza, pensando che quel mancamento fosse dovuto alla situazione ancora ignota di Matteo.
Alexandra si lasciò cullare dalla stretta del Leoni, tentando invano di fermare il suo cuore impazzito.
 
 
Wit Blom afferrò il corpo del diciottenne, trascinandolo lontano dal muro, in un luogo più riparato.
Il respiro ancora lieve dello sconosciuto la preoccupò, spingendola ad aiutarlo con la respirazione artificiale.
Senza batter ciglio, aprì le labbra del ragazzo, passando l’aria inspirata nella sua bocca.
Ripeté le stesse mosse finché non avvertì alcuni movimenti dal civile, sorpreso dalla situazione ma ancora scioccato.
Con cautela lo aiutò a sollevarsi, permettendogli di reggersi a lei per riprendere un ritmo di inspirazione ed espirazione regolare.
- G..Grazie..
- Non preoccuparti, è mio dovere.
 
Gli occhi chiari del Leoni percorsero la figura della vigilante, impegnata ad osservare la situazione dei compagni, ancora intenti a lottare.
Rimase fermo a guardarla, fino a che non comprese chi si trovasse davanti a lui.
Un piccolo sorriso gli increspò le labbra, mentre cercava di parlare con un tono abbastanza normale.
Tentò di muoversi ma il dolore, ancora troppo forte, lo spinse ad abbandonarsi contro la parete.
- Ehi ragazzino stai giù.
- T..Tu sei Wit Blom vero?
- Come ? Ah, si..
- Sei una Titans East , vero ?
- Si ma adesso taci. Aspetta...Non riesci a muoverti ?
 
Matteo tentò nuovamente di sollevarsi, prima di ricadere, bloccato dal dolore.
Gli occhi di Valéry assunsero un cipiglio turbato, mentre si rendeva conto del numero di costole rotte o incrinate.
- Diamine è più grave del previsto.. Senti ragazzino, ora devo dare una mano ai miei compagni, appena posso torno da te e ti portiamo subito in ospedale.
- C..Certo.. Chi si muove..
 
 
Darkus sferrò il quinto raggio verso il criminale, combinando un colpo con Astras, ripresosi da poco.
La situazione sembrava ormai sotto controllo, fino a che un improvviso luccichio non lo distrasse.
Un grido lo costrinse a fermare l’attacco, notando Rain a terra, ferita da un coltello d’argento, con una luna incisa sul manico.
Ethan rise, congelando le gambe di Jake, immobilizzandolo sul posto all’istante.
Rapida come la prima, la seconda lama si mosse in direzione di Asia, intenta a raggiungere il gemello.
Con precisione magistrale, una freccia nera deviò il dardo, salvando la Logan da una ferita sicura.
Wit Blom percorse gli ultimi metri, bagnando la punta di una freccia in una boccetta, contenente un liquido scuro.
- Sono IO, il cecchino.
 
Voltandosi verso un tetto scagliò il dardo avvelenato, sicura di colpire il nuovo nemico invisibile.
Quel momento però permise allo Slade bianco, di creare un diversivo, concedendogli la momentanea vittoria.
 
Anim ignorò la sparizione dell’avversario, aiutando il fratello a liberarsi dalla morsa gelida che gli impediva di muoversi.
Con lo sguardo ringraziò l’amica per l’aiuto precedente e, liberato il ragazzo, andò incontro al fidanzato, intento ad aiutare la sorella insieme a Michael.
Valéry sospirò sollevata e in parte sconfitta, prima di avvicinarsi a Jake.
- Abbiamo un problema.
- Come ?
- Un civile si è ferito nello scontro. Penso si tratti solo di alcune costole rotte ma è meglio condurlo in ospedale.
- Andiamo.
 
La ragazza annuì stancamente, incamminandosi verso il luogo dove si trovava Matteo, fermo contro il muro, senza possibilità di movimento.
Il leader dei Titani lo guardò per analizzarne le condizioni, e quando gli si avvicinò per aiutarlo, avvertì una strana sensazione.
Sensazione che ignorò, troppo concentrato ad evitare ulteriori danni al ragazzo di cui ancora non sapeva nulla.
Non immaginando che, quello stesso ragazzo, potesse riportarlo a ciò che da anni ormai aveva perduto. La sua perfezione.



Ringrazio chi mi segue ancora e non perde la speranza, nonostante il lasso di tempo tra gli aggiornamenti! Speravo di riuscire ad aggiornare molto prima, ma l'ispirazione mancava e solo ora sono riuscita a concludere il capitolo.
Non sono soddisfatta del finale ma adesso ho già delle idee su come andrà il capitolo successivo!
Vi ringrazio ancora ! E spero che vi sia piaciuto!
  
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