Seminascosto
dietro l’ angolo della strada Gideon attendeva paziente.
Qualcun
altro, nella sua condizione, ne avrebbe approfittato per fumarsi una sigaretta,
lui no.
Lui
scrutava la gente, godendosi una breve pausa dal lavoro.
In
attesa.
“Eccolo”
mormorò a un tratto levandosi le mani di tasca.
Faceva
freddo.
Reid gli
aveva dato appuntamento presso .
Non era
stato difficile indovinare perché.
Era anche
piuttosto comodo a dir la verità.
Aspettò
che Reid senior varcasse la porta del locale e poi entrò anche lui.
Non lo
vide arrivare.
Forse
perché troppo occupato a studiare il menù o più semplicemente perché distratto.
Così finì
col ritrovarselo davanti senza accorgersene.
O meglio
se lo ritrovò seduto al tavolo con un largo sorriso sulle labbra.
William
Reid lo fissò interdetto “non la stavo aspettando”
“Non lo
dubitavo” fece per tutta risposta Gideon.
“Senta se
lei…” attaccò William
“No non
si disturbi a cambiar posto, non mi tratterrò a lungo”
Gideon
sfogliò qualche istante con finta noncuranza il menù, mentre William cominciò a
battere nervosamente le dita sul tavolo, impaziente.
Con
voluta lentezza Gideon incrociò le mani sulla superficie liscia del tavolino,
continuando a sorridere.
William
Reid cominciò a infastidirsi “bè allora, che diavolo
ha da sorridere così? Cosa c’è di divertente?”
“Oh
niente è solo che…” Gideon lasciò in sospeso la frase.
“Bè...avanti, dica qualcosa”.
“E’ buffo
sa, come le persone possono continuare a fare gli stessi errori.
William
Reid lo fissò con aria interrogativa.
“…Lei se
n’è andato quando? Quindici anni fa? Senza una parola di spiegazione, senza…”
Gideon scosse la testa, incredulo “e adesso torna qui, come se niente fosse,
pretendendo che suo figlio ..bah…non so che cos’ha in mente, non so in che guai
si è cacciato, perché so che è nei guai, ma c’è una cosa che deve sapere, non
le permetterò di rovinare di nuovo la vita di quel ragazzo”.
“Anche
lei è buffo, agente Gideon” fece per tutta risposta William con un sorrisetto “…lei
è l’ultima persona da cui mi sarei aspettato un discorso simile”.
Gideon
non capiva.
“Lei ha
fatto la stessa cosa, ho svolto anch’io le mie indagini…ha lasciato sua moglie
e suo figlio proprio come ho fatto io, quindi non venga qui a fare il
santerellino con me”.
“La
situazione era molto diversa” replicò Gideon tagliente “io non ho lasciato soli
una donna con problemi mentali e un bambino di dieci anni signor Reid”.
“La metta
come vuole siamo uguali noi due” ribadì William sorridendo.
“Non
siamo affatto uguali!!“ esclamò Gideon avvicinandosi a pochi centimetri dal
volto di William Reid “ se lo metta bene
in testa”.
Poi si
allontanò “ha anche solo una vaga idea di quello che ha significato? Ha anche
solo immaginato per un momento che cosa dev’essere
stato? Occuparsi della propria madre quando non si ha nemmeno l’età per…ma ah
cosa glielo dico a fare?!”.
William
Reid scrollò le spalle come se la cosa non lo riguardasse.
Possibile
che quell’uomo fosse così egoista come dava a vedere?
Per un
momento Gideon ci pensò su.
“Come fa
a…”
In quel
momento il campanello del locale trillò segnalando un nuovo avventore.
“Gideon
che cosa ci fai qui?” esclamò Reid osservando ora Gideon ora il padre confuso.
“Me ne
stavo giusto andando” rispose Gideon avviandosi all’uscita.
“Aspetta
Gideon, aspetta”.
Reid gli
corse dietro.