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Autore: paola_99_t4e    19/10/2014    1 recensioni
Tratto dal terzo capitolo.
Sono imbarazzata, ma sono costretta ad guardare avanti, altrimenti inciamperò come al solito. Vengo subito attratta da un volto dall'aspetto simpatico, già visto prima: é Alice. Mi saluta con la mano e mi fa cenno di avvicinarmi. Solo quando inizio a fare i primi passi mi accorgo che non è sola. Con lei c'è una ragazza bionda da urlo e tre ragazzi, uno più bello dell'altro.
È la mia prima ff, siate curiosi e clementi, please.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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In auto regna un silenzio imbarazzato, che si protrae per tutta la durata del viaggio: vorrei ricordargli della domanda ma il non sapere come iniziare un discorso ed il timore di cadere in un silenzio ancora più imbarazzante, mi fermano. Quando arriviamo davanti casa mia è ormai tardi, forse se ne è dimenticato. Mi volto verso di lui per salutarlo ma lui mi da un bacio sulla guancia e mi augura la buona notte. Ricambio e scendo dalla’auto. Quando sono già quasi arrivata alla porta di casa mi richiama e mi raggiunge correndo. Sorridendomi, mi ricorda << Devo farti la mia domanda Swan, ricordi? >>. Annuisco e lui prosegue << Non vorrei essere troppo invadente ma mi chiedevo come mai ti sei trasferita qui a Forks. Non fraintendermi: ne sono felice, ma non capisco come mai una persona possa decidere volontariamente di trasferirsi da una città grande e soleggiata con Phoenix per venire qui, in questo buco piovoso di città! >>. Lo guardo stranita, nessuno mi ha mai chiesto il motivo: né mia madre, che ne ha approfittato per poter viaggiare in giro per in mondo con Phil, né mio padre, felicissimo di avermi qui con me, né Alice e tutti gli altri che ho conoscito oggi; solo Edward se ne sta interessando: perché? Gli rispondo << Non sei indiscreto, è solo che è una lunga storia >> mi prendo qualche secondo per riorganizzare le idee e continuo << Mia madre si è risposata: lui è un giocatore  di baseball e viaggia molto, mia madre è sempre stata con me per non lasciarmi sola ma sapevo che ci soffriva così, appena è stato possibile, ho deciso di trasferirmi da mio padre >>. << Sei sicura? >> mi chiede lui un po’ dubbioso << Certo, perché? >> gli chiedo io, subito sulla difensiva. Mi risponde << Perché mi sembra che tu non mi abbia detto tutto. Non preoccuparti, puoi fidarti di me: lo so che ci conosciamo da poco ma sono uno che sa ascoltare >>. Guardo la sua espressione e mi accorgo che è sincero: non mi ha fatto questa domanda in modo da aver un pettegolezzo da racconatre domani a scuola. Me l’ha fatta perché gli interessa, anche se non ne so il motivo.
Mi siedo su una delle sedie che sono sul piccolo portico ed indico ad Edward di fare lo stesso. Penso a come organizzare un discorso chiaro e, dopo qualche minuto, inizio a parlare. << Mia madre è sempre stata una donna molto particolare: sempre entusiasta di tutto e di tutti, esuberante ed impulsiva, sempre con una nuova idea da mettere in pratica o una cosa da provare. Io non le assomiglio molto, sono la fotocopia di mio padre: timida e riflessiva, faccio amicizia raramente ma, quando trovo quella persona, quell’amica/o vera/o, sarei capace di fare tutto per lei/lui. Voglio bene a mia madre, ma vivere con lei stava diventando troppo difficile: da quando ha trovato Phil è peggiorata. Non c’è modo di contenerla ed io non riuscivo più a vivere serenamente vicino a lei. Perciò ho deciso di trasferirmi qui da papà, e poi Forks mi è sempre piaciuta: secondo me qui c’è un’atmosfera magica. Pensa che quando ero piccola trascorrevo le mie serate seduta sul davanzale della finestra ed osservavo il boschetto fantasticando: immaginavo di essere una principessa che trova il suo principe azzurro e vive felice e contenta la sua storia d’amore; quando si faceva tardi fingevo di dormire e mio padre mi metteva a letto, mi rimboccava le coperte, poi mi sussurrava sempre la stessa frase: “Rimani sempre così, mia piccola Bella, perché nel tuo mondo tutto è possibile”, mi dava un bacio sulla fronte ed usciva >>. Mentre racconto ad Edward tutto ciò chiudo gli occhi, facendo riaffiorare alla mente i ricordi. Ora che ho finito, sento le sue braccia forti che mi stringono delicatamente e mi sussurra dolcemente all’orecchio << Scusami Bella, non volevo farti piangere. Ti prego, perdonami >>. Appena sento ciò cerco di dirgli che non deve sentirsi in colpa perché non sto piangendo, ma sento un groppo in gola che mi impedisce di parlare e mi rendo conto di essermi commossa durante il mio racconto. Appena mi calmo gli spiego << Ho sempre pensato che il rapporto con mio padre fosse una cosa speciale, solo nostra e a Phoenix, lontana da lui, cercavo di non pensare a lui: mi mancava molto e ripensare a tutti i momenti che passavamo insieme mi avrebbe fatto stare male, mentre io cercavo solo di evitarmi altro dolore. E, un po’ per questo, un po’ perché, a causa del mio carattere introverso, non ho mai trovato una vera amica con cui confidarmi e a cui raccontare tutto ciò. >> Edward, triste e preoccupato, mi dice << Non volevo farti sentire costretta a dirmi qualcosa che non volevi, scusami >>. Io, un po’ divertita, gli dico << La smetti si scusarti per tutto? Se non avessi voluto dirtelo avrei rimediato una scusa! >>.  Mi sorride come per scusarsi e mi dice << Secondo me dovresti confidarti con le ragazze. Loro potrebbero capirti ed aiutarti. Non che non possa farlo io, ma magari per te potrebbe essere più facile aprirti e parlare con loro >>. Ci penso su un po’ e poi accetto il suo consiglio. Edward mi sorride di nuovo e mi dice << Si è fatto tardi, è ora che io torni a casa >> mi da un bacio sulla guancia,

che io contraccambio, e torna in auto, la mette in moto ed e si allontana.
Io entro in casa e, salendo le scale, penso al fatto che finalmente il peso che sentivo sempre all’altezza del petto, si è così alleggerito che quasi non lo avverto più.
  
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